PD IL FUTURO CHIEDE CORAGGIO.
Con l’insediamento del nuovo governo si è conclusa la “reggenza” di Renzi (quella di Martina non è pervenuta), adesso speriamo si dia corso ad una fase di grande e vero confronto che ci porterà a quello che possiamo definire un congresso “costituente”. dove si confronteranno due opzioni/mozioni di fondo:
1) Quella esplicitata da Renzi e Calenda dove il PD “abbandona il campo sociale e dei valori della sua tradizione e abbraccia : quello del grande partito di centro Macroniano e dei diritti civili. Tradotto in sintesi : il M5S lo releghiamo al pari della Lega (definizionecoalizione Populista) e noi occuperemmo un fronte europeista con tracce di riformismo, ma tutto all’interno dell’establishment finanziario ed industriale . Con quale futuro : guardare aex Forza Italia e exPD!
2) Quella di quell’area oggi di “minoranza” nella dirigenza, ma non nel partito , purtroppo ancora indistinta e confusa che invece: Riaparte con un PD che pur confermando la collocazione europea e delle alleanze internazionali (ma con autonomia e impegno di rinnovamento delle stesse), conferma la propria tradizione “popolare” rivista ed aggiornata, ma dove centrali rimangoni i valori: del lavoro, della giustizia ed equità sociale, dei diritti . Impegnandosi ad offrire un futuro di dignità ed una Società più giusta e solidale. Guardando al M5S al suo elettorato alle sue ispirazioni (in parte tradite certamente), ma non relegandolo al pari della lega in un unico Populismo indistinto.
Le due anime non possono coesistere in quanto poggiano su due “visioni e prospettive” assai diverse. Possono dialogare,ma il punto centrale è che l’IDENTITA’ del PD non ammette si continui nell’ambiguità . In sintesi o è trainante la proposta 1) alla Macron e regalando la nostra storia la “sinistra” tutta al M5S o noi divieniamo protagonisti non solo a Roma, ma partendo dagli Enti Locali di un PD che combatte il populismo leghista e la destra , guardando all’elettorato del M5S e cercando di dividere l’abbraccio Lega -M5S e partendo dalle realtà locali (dove la Lega è : centro destra) sviluppare rapporti ed alleanze con il M5S.
Il Congresso deve arrivare a fare questa chiarezza e “fare la conta” perchè così deve essere. Come direbbe Boskow (allenatore della sampdoria) : Chi ha maggioranza governa (ilPD)… chi non ha sta in panchina……
E’ un’analisi molto interessante e in larga parte convincente. Questo scollamento tra noi e i tanti giovani militanti dei grillini o dei centri sociali è un problema che mi angoscia molto. Mi angoscia molto il fatto di non sapere come affrontarlo ma di una cosa sono sicuro: non lo possiamo liquidare da un punto di vista ideologico in modo da dormire tranquilli.
Sergio
No, carissimi tutti, no.
Non creiamoci contrapposizioni dalle quali non riusciamo più a sfuggire. Ne va della nostra sopravvivenza!
La sola possibilità che il centrosinistra torni ad essere maggioranza nel paese (perché è di questo e solo di questo che si tratta, se non vogliamo continuare a masturbarci in un ghetto) è che quell’alternativa sia ricomposta e sintetizzata in un progetto di società.
E’ il famoso e tanto sbeffeggiato “ma anche” di Veltroni. E’ la politica ad ampio spettro dei governi Renzi e Gentiloni.
Non siamo riusciti a farlo capire, è vero. Abbiamo perso, è altrettanto vero. Ma non vuol dire che abbiamo sbagliato TUTTO.
Abbiamo sbagliato l’atteggiamento, abbiamo sbagliato a dividerci su ogni cosa, abbiamo sbagliato a non avere più coraggio, non siamo riusciti a parlare a tutti i nostri potenziali destinatari.
Abbiamo sbagliato tante cose, ma non pensiamo che esiste un’alternativa sia così semplice e tranchant.
O la vecchia sinistra di testimonianza o un nuovo centro neo liberista, seppure un po’ temperato.
La sfida si vince solo se riusciamo a mettere e tenere insieme queste due anime, perché gli obbiettivi sono comuni.
Vogliamo una società più giusta, più ricca (in tutti i sensi), più inclusiva, più aperta al merito e meno al parassitismo, più libera da pregiudizi.
Perché una opzione dovrebbe escludere l’altra?
Questa dicotomia fa solo il gioco degli avversari, che invece sanno offrire una proposta che convince sia i razzisti che gli esclusi, sia gli ambientalisti antagonisti che i padroncini del nero, sia gli illusi ex di sinistra che quelli di Casa Pound.
A questa accozzaglia noi dobbiamo rispondere con una proposta organica: e ne siamo capaci, purché troviamo i modi giusti.
Allora discutiamo di questi, discutiamo dei linguaggi, degli strumenti, della gestione della dialettica, del come essere presenti tra la gente, ma lasciamo queste nefaste distinzioni alla storia. PER SEMPRE.
Tra 3 anni, a gennaio del 2021, celebreremo il primo atto di questa infausta saga delle distinzioni tra chi si dichiara aperto al progresso sociale, culturale, politico, economico.
Ebbene, celebriamola seppellendo per sempre la voglia di dividerci.
Il mostro, là fuori, che minaccia il progresso, è il lato oscuro dell’animo umano, l’egoismo, la paura dell’altro, l’avidità fine a se stessa, l'”homo homini lupus”. E’ contro questo che dobbiamo batterci, non sulla presunta purezza della nostra utopia. Quel mostro ci sta battendo, sta minando le basi della democrazia del mondo occidentale, del nostro vivere in comunità.
Vogliamo prendere coscienza della gravità dei rischi che stiamo correndo?
O vogliamo fare un altro congresso per misurarci il tasso di “sinistrità” (che brutto neologismo! Però rende l’idea).
Auguri a tutti.
Come al solito Ernesto ha centrato il problema, non dividiamoci più anzi cerchiamo con ostinazione di includere i più. I posizionamenti di cui parla Dino non sono poi così distanti . Il partito deve avere la capacità di sintesi unitaria altrimenti per noi non c’è futuro.
Marco bs
Caro Dino, Ti confesso la mia totale contrarietà a definire il segretario del mio partito “reggente”. Renzi è stato votato da circa 1.600.000 cittadini alle primarie (per dire Di Maio da 30.000). Martina è stato votato dalla direzione del mio partito, un modello organizzativo che democraticamente ci siamo dati nel precedente congresso. Sono d’accordo sulla necessità di svolgere un congresso, momento di grande democrazia. Ovviamente, come in tutti i congressi, è auspicabile che ci siano più mozioni. Altrettanto ovvio dovrà essere l’epilogo: una i queste mozioni avrà la maggioranza e tutto il partito sarà chiamato a sostenerla. Senza radicalizzazioni. Così si faceva nel PCI così si è fatto nei successivi raggruppamenti. Ed è ancora più ovvio che i valori comuni ( lavoro, giustizia, equità sociale, diritti) non sono negoziabili. Semmai potranno essere garantiti in forme diverse ma sempre nella loro massima tutela. Non riesco a capire il motivo per cui debba preoccuparmi delle vicende politiche di altri partiti se non nella prospettiva di una possibile futura collaborazione dopo una approfondito negoziato. Ora alcune forze all’opposizione di questo governo sono praticamente incompatibili con la nostra visione politica. Francamente mi inquieta il buon Gomez del Fatto quando incolpa il PD dello spostamento a destra dei 5S.( peraltro l’area da cui egli proviene). Tanto per essere chiari. Non ricordo un solo provvedimento preso dai governi Renzi-Gentiloni sui quali i 5S abbiano convenuto, neanche sulle unioni civili, sull’assistenza ai disabili sopravvissuti ai loro cari, sull’abolizione del caporalato, sulle politiche industriali (Ilva, Alta velocità, Olimpiadi, ecc), sul riconoscimento della scienza difronte a problemi sanitari ecc. Pare che il Presidente Costa voglia rivedere queste contrapposizioni per cui ha detto che su quei temi ripartirà da quelle norme già adottate. In quel caso il PD darà il suo contributo e aprirà un tavolo di dialogo con i 5S per prospettare future collaborazioni. E lasciamo stare Boskov: nel PD chi ha la maggioranza ha il dovere di assumere comportamenti per realizzare la linea. Ovviamente in perfetta sintonia con tutto il partito ( senza panchinari), un partito da cui dovrà trarre ogni spunto teso a migliorare gli strumenti operativi. Un caro saluto
Cari tutti
ma siete proprio sicuri che dopo il congresso del PD e dopo l’auto critica per la sconfitta tutto ritorni normale con una maggioranza che finalmente può dettare la linea del partito alla quale tutti si devono attenersi?
Supponiamo che Il congresso lo vinca la maggioranza attuale, cioè i renziani, pensate veramente che la minoranza attuale, i beniamini di Sergio, accetteranno e sosterranno la linea vincente del congresso? Io penso di no, ma si potrebbe far firmare ai partecipanti alla votazione una dichiarazione che ripristini un po’ “di centralismo democratico”del vecchio PC e che si può sintetizzare nella seguente frase: “mi impegno ad attuare e difendere la linea politica vincente al congresso”. Calende, Cuperlo, Orlando, Emiliano, Boccia accetteranno? Io ho i miei dubbi, ma proviamo a farlo e vediamo la reazione dei suddetti soggetti.
Secondo me il problema del PD è questo come sopra evidenziato.
Mi dispiace citare una frase di D’Alema, ma peso che nel Partito democratico ci siano troppi generale senza esercito che vorrebbero comandare. Speriamo che i generali senza esercito si convincano che per vincere la guerra devono avere a disposizione i soldati che ti riconoscano come loro comandante.
Caro Massimo Maini, Come vedi sono d’accordo con te ed il PD se non risolve questo problema tra maggioranza e minoranza continuerà ad avere dei grossi problemi. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Caro Antonio,
è un particolare ma mi sembra importante: mi risulta particolarmente fastidioso abbinare Emiliano alla sinistra interna del PD. Emiliano è controcorrente per principio e non ha e non conosce nessun riferimento strutturale con la sinistra riformista. Insomma, è una specie di grillino suo malgrado.
Sergio
Cari compagni/amici francamente rifiuto quella dicotomia prospettata per il futuro del PD. La prospettiva Macron semplicemente non esiste . Qualcuno forse ce l’ha in mente, ma proprio qualcuno qualcuno. Potrebbe essere divertente vedere come parte dei commentatori giornalistici continuino ad attaccare il PD e Renzi formulando tesi non suffragate da nessuna prova se non da retroscena farlocchi e indimostrabili. Per continuare ancora in quella triste farsa occorre che lo spavento di ritrovarsi finalmente la Sinistra al governo senza condizionamenti di sorta sia davvero stata a livello di incubo! Ma come si fa a parlare di deriva centrista o peggio per il PD. Serve fare l’elenco delle riforme attuate malgrado un quadro parlamentare difficilissimo? Forse occorre un disegnino! Non si tratta di due anime inconciliabili; si tratta semplicemente di prendere atto democraticamente che la maggioranza dei dem scelse a suo tempo una dirigenza nuova prendendo atto che la dirigenza uscente era ormai obsoleta non certo per i valori ma per lo stile e per l’efficacia propositiva. Abbiamo perso le elezioni del 4/3 ma era davvero pensabile un esito diverso? Non esiste paese industrializzato al mondo dove con una disoccupazione al 11% e ancor peggio una disoccupazione giovanile (che angoscia ancor di più le famiglie!) al 30/40 % il governo non sia travolto. Se si aggiunge la migrazione, la mondializzazione del lavoro e della finanza, l’incredibile rapidità dello sviluppo tecnologico e (dulcis in fundo) il fuoco amico si poteva sperare in risultati migliori? io l’ho sperato da eterno illuso sulle magnifiche sorti e progressive, ma lo scenario globale era impietoso. A me piace Martina, piace Del Rio, Calenda, Minniti e tanti altri del gruppo dirigente. Ho ascoltato con attenzione Martina in piazza Santi Apostoli a Roma e vi ho ritrovato la passione, l’orgoglio e la spinta ideale che a suo tempo spinsero tanti giovani all’impegno civile. Non è vero che non abbiamo la capacità di rilanciare l’azione; al contrario: abbiamo perso una battaglia ma possiamo ancora vincere la guerra. Da Caporetto nacque Vittorio Veneto. Ho ascoltato in diretta l’intervento di Renzi al Senato e ancora una volta ha centrato il tema: quella tra Lega e 5S è una alleanza vera e proprio tra due forze assetate di potere, capaci di dissimulare i propri veri obiettivi: fondamentalmente l’occupazione delle istituzioni e il tragico assalto a Mattarella lo sta ampiamente a dimostrare. Anch’io pensavo, angosciato dalle prospettive aperte, fosse utile un confronto con i 5S ma siamo sicuri non fosse altro che un espediente per tirare sul prezzo nella trattativa vera con la Lega? Scusate per la lunghezza del mio intervento ma l’amore per il PD e per la Sinistra nel suo complesso fino al Potere al Popolo forse sono una buona giustificazione
Caro Giovanni,
Sono perfettamente d’accordo con te, ma nel partito democratico ci sono dirigenti che vedono in Renzi e nella sua politica un nemico da battere e difficilmente collaboreranno con l’ex segretario. A questo proposito mi piacerebbe avere il parere di Sergio. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Il mio parere è che ti sbagli. Nessuno, da Cuperlo a Orlando, considera Renzi un nemico, tanto meno io, chi lo considerava un nemico se ne è andato dal PD. Personalmente lo considero semplicemente un compagno non adatto a fare il segretario, soprattutto come lo intende lui: isolato in una torre eburnea. In una segreteria con un leader saggio, responsabile e riflessivo potrebbe dare un buon contributo.
Sono d’accordo con Sergio. Renzi è stato il campione del rinnovamento e lì ha svolto egregiamente la sua funzione; ora deve, se ha sale in zucca e mi pare ne abbia, lasciare spazio alla dirigenza che ha contribuito a far emergere compreso, anche se può sembrare un paradosso, Orlando e Cuperlo. Rubo ancora un po’ di spazio per aggiungere un mio convincimento aggiuntivo (scherzoso ma non troppo). L’errore capitale di Renzi è stato quello di non avere sufficiente moneta per replicare l’operazione 80 euro. ciao a tutti G.
Cari miei, mi dispiace proprio che si continui ancora con la litania dei nomi.
Come bambini con le figurine.
Scusate la franchezza, ma così non si va lontano.
Così si va di nuovo verso un congresso finto, che la maggioranza vincerà di nuovo e la minoranza disconoscerà di nuovo, precipitandoci così tutti nel gorgo dell’oblio, dell’irrilevanza, dell’inutilità. Insomma, la fine del PD.
Avete notato che la cosiddetta intellighenzia di questo Paese (dotti, medici e sapienti) sta puntando tutto su una possibile OPA dei 5 stelle sul PD?
Non vedete come giornalisti, conduttori, maitre à penser, insistano nel sottolineare le differenze tra Lega e 5 stelle, prefigurando, auspicando una rottura del loro asse ed un conseguente coinvolgimento forzato del PD, ovviamente da posizioni di estrema debolezza?
Renzi in Senato ha detto che al Governo non c’è il bipolarismo di domani, ma la coalizione di domani.
Io credo che sia vero. Voi come la pensate? Il PD come la pensa? E’ una questione fondamentale, non un ghiribizzo.
Lasciamo per un attimo da parte Cuperlo, Orlando, Emiliano, Franceschini, Renzi, Del Rio e tutta la dirigenza.
E’ molto più importante discutere (e decidere) in quale campo di forze vogliamo giocare la partita del nostro recupero.
Pensiamo di arrenderci ai 5 stelle, come gridava Grillo tempo fa?
O vogliamo riaffermare le nostre caratteristiche peculiari, che con i 5 stelle ed il loro pressapochismo disarmante e deprimente non hanno nulla a che fare?
Chi siamo? Cosa vogliamo essere? Un Partito progressista che progetta e scommette sul futuro o un Partito ruffiano che corre dietro alle ubbie della “ggente”?
In una riflessione che Sergio ha ritenuto di non pubblicare, perché forse un po’ lunga e noiosa e non adatta alla struttura del blog, chiedevo di riflettere su come la democrazia occidentale debba adattarsi alle mutate condizioni sociali, economiche, culturali delle popolazioni dei Paesi cosiddetti “evoluti”.
Io credo che dobbiamo sforzarci di uscire dal nostro recente passato, rivendicando sempre il buono che abbiamo prodotto, ma proiettandoci verso le nuove sfide che abbiamo di fronte.
Mi ha fatto piacere seguire gli interventi dei nostri parlamentari alle Camere: vigorosi, rigorosi, orgogliosi, combattivi.
Va bene così. Dobbiamo fare un’opposizione puntuta, puntuale, ribattendo senza paura su tutte le minchiate (scusate il francesismo) che proporrà questa banda di pericolosi eversori.
Dobbiamo rovinargli la luna di miele: ma non per dispetto, come facevano loro, ma solo perché, nel merito, provocare la Tunisia, corteggiare la Russia, minacciare i partner europei, promettere cose assurde, presentare un premier evidente pupazzo che dimentica il nome di Piersanti Mattarella, sono tutti oltraggi all’intelligenza della nazione.
E noi non possiamo tollerarlo. Tutta la parte sana del Paese deve capire in fretta che questi sono pericolosi.
Altro che: “lasciamoli lavorare e giudichiamo dopo”.
Dopo, saremo morti.
Caro Sergio,
grazie intanto per la tua risposta e mi fa piacere che tu dica : “ il mio parere è che ti sbagli. Nessuno da Cuperlo a Orlando considera Renzi un nemico, tanto meno io,” Questa affermazione mi fa sperare che dopo il congresso la linea del partito democratico sia condivisa da tutti ed osteggiata da nessuno. Sergio però permettimi una battuta. Dare la qualifica di compagno a Renzi mi sempre un azzardo: è un ex democristiano.
Un Caro saluto a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio,
Ti ringrazio per la risposta e mi fa piacere che tu dica: “ Il mio parere e che ti sbagli Nessuno da Cuperlo a Orlando considera Renzi un nemico, tanto meno io”. Questa affermazione mi fa sperare che dopo il congresso tutti appoggeranno la linea ufficiale del PD e nessuna la osteggerà. Permettimi una battuta però. Dare del compagno a Renzi mi sembra azzardato: è un ex democristiano. Caro saluto a tutti Antonio De Matteo
a proposito di fortebraccio, ho immaginato di porgli delle domande e di ricevere le sue risposte.
Ecco il finto colloquio.
“Scusa Fortebraccio, ma che ne pensi del fatto che i padroni su questa terra diventino sempre più ricchi e gli straccioni sempre più indecenti”
La risposta: “Beati i poveri: sarà loro il regno dei cieli“
Lo incalzo: “ma tu che sei,suppongo, In paradiso, come va lì? “
La risposta: “l’ho preso in quel posto un’altra volta: alla domanda, tu credevi in Dio, ho detto avevo dei dubbi e mi hanno cacciato via“.
Buona giornata a tutti Antonio De Matteo
Un buon cattolico ha i dubbi, secondo me, solamente gli integralisti pensano di avere la verità in mano, ma quest’ultimi non li classificherei tra i buoni. Comunque speriamo che il grande Fortebraccio sia in paradiso così, se fra un po’ anche noi saremo la, rideremo; ma sai che palle sé invece ci mettono insieme a Carlo Marx. Un abbraccio Antonio
21 Comments
PD IL FUTURO CHIEDE CORAGGIO.
Con l’insediamento del nuovo governo si è conclusa la “reggenza” di Renzi (quella di Martina non è pervenuta), adesso speriamo si dia corso ad una fase di grande e vero confronto che ci porterà a quello che possiamo definire un congresso “costituente”. dove si confronteranno due opzioni/mozioni di fondo:
1) Quella esplicitata da Renzi e Calenda dove il PD “abbandona il campo sociale e dei valori della sua tradizione e abbraccia : quello del grande partito di centro Macroniano e dei diritti civili. Tradotto in sintesi : il M5S lo releghiamo al pari della Lega (definizionecoalizione Populista) e noi occuperemmo un fronte europeista con tracce di riformismo, ma tutto all’interno dell’establishment finanziario ed industriale . Con quale futuro : guardare aex Forza Italia e exPD!
2) Quella di quell’area oggi di “minoranza” nella dirigenza, ma non nel partito , purtroppo ancora indistinta e confusa che invece: Riaparte con un PD che pur confermando la collocazione europea e delle alleanze internazionali (ma con autonomia e impegno di rinnovamento delle stesse), conferma la propria tradizione “popolare” rivista ed aggiornata, ma dove centrali rimangoni i valori: del lavoro, della giustizia ed equità sociale, dei diritti . Impegnandosi ad offrire un futuro di dignità ed una Società più giusta e solidale. Guardando al M5S al suo elettorato alle sue ispirazioni (in parte tradite certamente), ma non relegandolo al pari della lega in un unico Populismo indistinto.
Le due anime non possono coesistere in quanto poggiano su due “visioni e prospettive” assai diverse. Possono dialogare,ma il punto centrale è che l’IDENTITA’ del PD non ammette si continui nell’ambiguità . In sintesi o è trainante la proposta 1) alla Macron e regalando la nostra storia la “sinistra” tutta al M5S o noi divieniamo protagonisti non solo a Roma, ma partendo dagli Enti Locali di un PD che combatte il populismo leghista e la destra , guardando all’elettorato del M5S e cercando di dividere l’abbraccio Lega -M5S e partendo dalle realtà locali (dove la Lega è : centro destra) sviluppare rapporti ed alleanze con il M5S.
Il Congresso deve arrivare a fare questa chiarezza e “fare la conta” perchè così deve essere. Come direbbe Boskow (allenatore della sampdoria) : Chi ha maggioranza governa (ilPD)… chi non ha sta in panchina……
E’ un’analisi molto interessante e in larga parte convincente. Questo scollamento tra noi e i tanti giovani militanti dei grillini o dei centri sociali è un problema che mi angoscia molto. Mi angoscia molto il fatto di non sapere come affrontarlo ma di una cosa sono sicuro: non lo possiamo liquidare da un punto di vista ideologico in modo da dormire tranquilli.
Sergio
Ammettendo questa alternativa, con quale progetto si aiuta meglio la malatissima Europa? Ovvero il nostro compito europeo?
Sandra Festi.
No, carissimi tutti, no.
Non creiamoci contrapposizioni dalle quali non riusciamo più a sfuggire. Ne va della nostra sopravvivenza!
La sola possibilità che il centrosinistra torni ad essere maggioranza nel paese (perché è di questo e solo di questo che si tratta, se non vogliamo continuare a masturbarci in un ghetto) è che quell’alternativa sia ricomposta e sintetizzata in un progetto di società.
E’ il famoso e tanto sbeffeggiato “ma anche” di Veltroni. E’ la politica ad ampio spettro dei governi Renzi e Gentiloni.
Non siamo riusciti a farlo capire, è vero. Abbiamo perso, è altrettanto vero. Ma non vuol dire che abbiamo sbagliato TUTTO.
Abbiamo sbagliato l’atteggiamento, abbiamo sbagliato a dividerci su ogni cosa, abbiamo sbagliato a non avere più coraggio, non siamo riusciti a parlare a tutti i nostri potenziali destinatari.
Abbiamo sbagliato tante cose, ma non pensiamo che esiste un’alternativa sia così semplice e tranchant.
O la vecchia sinistra di testimonianza o un nuovo centro neo liberista, seppure un po’ temperato.
La sfida si vince solo se riusciamo a mettere e tenere insieme queste due anime, perché gli obbiettivi sono comuni.
Vogliamo una società più giusta, più ricca (in tutti i sensi), più inclusiva, più aperta al merito e meno al parassitismo, più libera da pregiudizi.
Perché una opzione dovrebbe escludere l’altra?
Questa dicotomia fa solo il gioco degli avversari, che invece sanno offrire una proposta che convince sia i razzisti che gli esclusi, sia gli ambientalisti antagonisti che i padroncini del nero, sia gli illusi ex di sinistra che quelli di Casa Pound.
A questa accozzaglia noi dobbiamo rispondere con una proposta organica: e ne siamo capaci, purché troviamo i modi giusti.
Allora discutiamo di questi, discutiamo dei linguaggi, degli strumenti, della gestione della dialettica, del come essere presenti tra la gente, ma lasciamo queste nefaste distinzioni alla storia. PER SEMPRE.
Tra 3 anni, a gennaio del 2021, celebreremo il primo atto di questa infausta saga delle distinzioni tra chi si dichiara aperto al progresso sociale, culturale, politico, economico.
Ebbene, celebriamola seppellendo per sempre la voglia di dividerci.
Il mostro, là fuori, che minaccia il progresso, è il lato oscuro dell’animo umano, l’egoismo, la paura dell’altro, l’avidità fine a se stessa, l'”homo homini lupus”. E’ contro questo che dobbiamo batterci, non sulla presunta purezza della nostra utopia. Quel mostro ci sta battendo, sta minando le basi della democrazia del mondo occidentale, del nostro vivere in comunità.
Vogliamo prendere coscienza della gravità dei rischi che stiamo correndo?
O vogliamo fare un altro congresso per misurarci il tasso di “sinistrità” (che brutto neologismo! Però rende l’idea).
Auguri a tutti.
Come al solito Ernesto ha centrato il problema, non dividiamoci più anzi cerchiamo con ostinazione di includere i più. I posizionamenti di cui parla Dino non sono poi così distanti . Il partito deve avere la capacità di sintesi unitaria altrimenti per noi non c’è futuro.
Marco bs
Caro Dino, Ti confesso la mia totale contrarietà a definire il segretario del mio partito “reggente”. Renzi è stato votato da circa 1.600.000 cittadini alle primarie (per dire Di Maio da 30.000). Martina è stato votato dalla direzione del mio partito, un modello organizzativo che democraticamente ci siamo dati nel precedente congresso. Sono d’accordo sulla necessità di svolgere un congresso, momento di grande democrazia. Ovviamente, come in tutti i congressi, è auspicabile che ci siano più mozioni. Altrettanto ovvio dovrà essere l’epilogo: una i queste mozioni avrà la maggioranza e tutto il partito sarà chiamato a sostenerla. Senza radicalizzazioni. Così si faceva nel PCI così si è fatto nei successivi raggruppamenti. Ed è ancora più ovvio che i valori comuni ( lavoro, giustizia, equità sociale, diritti) non sono negoziabili. Semmai potranno essere garantiti in forme diverse ma sempre nella loro massima tutela. Non riesco a capire il motivo per cui debba preoccuparmi delle vicende politiche di altri partiti se non nella prospettiva di una possibile futura collaborazione dopo una approfondito negoziato. Ora alcune forze all’opposizione di questo governo sono praticamente incompatibili con la nostra visione politica. Francamente mi inquieta il buon Gomez del Fatto quando incolpa il PD dello spostamento a destra dei 5S.( peraltro l’area da cui egli proviene). Tanto per essere chiari. Non ricordo un solo provvedimento preso dai governi Renzi-Gentiloni sui quali i 5S abbiano convenuto, neanche sulle unioni civili, sull’assistenza ai disabili sopravvissuti ai loro cari, sull’abolizione del caporalato, sulle politiche industriali (Ilva, Alta velocità, Olimpiadi, ecc), sul riconoscimento della scienza difronte a problemi sanitari ecc. Pare che il Presidente Costa voglia rivedere queste contrapposizioni per cui ha detto che su quei temi ripartirà da quelle norme già adottate. In quel caso il PD darà il suo contributo e aprirà un tavolo di dialogo con i 5S per prospettare future collaborazioni. E lasciamo stare Boskov: nel PD chi ha la maggioranza ha il dovere di assumere comportamenti per realizzare la linea. Ovviamente in perfetta sintonia con tutto il partito ( senza panchinari), un partito da cui dovrà trarre ogni spunto teso a migliorare gli strumenti operativi. Un caro saluto
Cari tutti
ma siete proprio sicuri che dopo il congresso del PD e dopo l’auto critica per la sconfitta tutto ritorni normale con una maggioranza che finalmente può dettare la linea del partito alla quale tutti si devono attenersi?
Supponiamo che Il congresso lo vinca la maggioranza attuale, cioè i renziani, pensate veramente che la minoranza attuale, i beniamini di Sergio, accetteranno e sosterranno la linea vincente del congresso? Io penso di no, ma si potrebbe far firmare ai partecipanti alla votazione una dichiarazione che ripristini un po’ “di centralismo democratico”del vecchio PC e che si può sintetizzare nella seguente frase: “mi impegno ad attuare e difendere la linea politica vincente al congresso”. Calende, Cuperlo, Orlando, Emiliano, Boccia accetteranno? Io ho i miei dubbi, ma proviamo a farlo e vediamo la reazione dei suddetti soggetti.
Secondo me il problema del PD è questo come sopra evidenziato.
Mi dispiace citare una frase di D’Alema, ma peso che nel Partito democratico ci siano troppi generale senza esercito che vorrebbero comandare. Speriamo che i generali senza esercito si convincano che per vincere la guerra devono avere a disposizione i soldati che ti riconoscano come loro comandante.
Caro Massimo Maini, Come vedi sono d’accordo con te ed il PD se non risolve questo problema tra maggioranza e minoranza continuerà ad avere dei grossi problemi. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo
Caro Antonio,
è un particolare ma mi sembra importante: mi risulta particolarmente fastidioso abbinare Emiliano alla sinistra interna del PD. Emiliano è controcorrente per principio e non ha e non conosce nessun riferimento strutturale con la sinistra riformista. Insomma, è una specie di grillino suo malgrado.
Sergio
Cari compagni/amici francamente rifiuto quella dicotomia prospettata per il futuro del PD. La prospettiva Macron semplicemente non esiste . Qualcuno forse ce l’ha in mente, ma proprio qualcuno qualcuno. Potrebbe essere divertente vedere come parte dei commentatori giornalistici continuino ad attaccare il PD e Renzi formulando tesi non suffragate da nessuna prova se non da retroscena farlocchi e indimostrabili. Per continuare ancora in quella triste farsa occorre che lo spavento di ritrovarsi finalmente la Sinistra al governo senza condizionamenti di sorta sia davvero stata a livello di incubo! Ma come si fa a parlare di deriva centrista o peggio per il PD. Serve fare l’elenco delle riforme attuate malgrado un quadro parlamentare difficilissimo? Forse occorre un disegnino! Non si tratta di due anime inconciliabili; si tratta semplicemente di prendere atto democraticamente che la maggioranza dei dem scelse a suo tempo una dirigenza nuova prendendo atto che la dirigenza uscente era ormai obsoleta non certo per i valori ma per lo stile e per l’efficacia propositiva. Abbiamo perso le elezioni del 4/3 ma era davvero pensabile un esito diverso? Non esiste paese industrializzato al mondo dove con una disoccupazione al 11% e ancor peggio una disoccupazione giovanile (che angoscia ancor di più le famiglie!) al 30/40 % il governo non sia travolto. Se si aggiunge la migrazione, la mondializzazione del lavoro e della finanza, l’incredibile rapidità dello sviluppo tecnologico e (dulcis in fundo) il fuoco amico si poteva sperare in risultati migliori? io l’ho sperato da eterno illuso sulle magnifiche sorti e progressive, ma lo scenario globale era impietoso. A me piace Martina, piace Del Rio, Calenda, Minniti e tanti altri del gruppo dirigente. Ho ascoltato con attenzione Martina in piazza Santi Apostoli a Roma e vi ho ritrovato la passione, l’orgoglio e la spinta ideale che a suo tempo spinsero tanti giovani all’impegno civile. Non è vero che non abbiamo la capacità di rilanciare l’azione; al contrario: abbiamo perso una battaglia ma possiamo ancora vincere la guerra. Da Caporetto nacque Vittorio Veneto. Ho ascoltato in diretta l’intervento di Renzi al Senato e ancora una volta ha centrato il tema: quella tra Lega e 5S è una alleanza vera e proprio tra due forze assetate di potere, capaci di dissimulare i propri veri obiettivi: fondamentalmente l’occupazione delle istituzioni e il tragico assalto a Mattarella lo sta ampiamente a dimostrare. Anch’io pensavo, angosciato dalle prospettive aperte, fosse utile un confronto con i 5S ma siamo sicuri non fosse altro che un espediente per tirare sul prezzo nella trattativa vera con la Lega? Scusate per la lunghezza del mio intervento ma l’amore per il PD e per la Sinistra nel suo complesso fino al Potere al Popolo forse sono una buona giustificazione
Caro Giovanni,
Sono perfettamente d’accordo con te, ma nel partito democratico ci sono dirigenti che vedono in Renzi e nella sua politica un nemico da battere e difficilmente collaboreranno con l’ex segretario. A questo proposito mi piacerebbe avere il parere di Sergio. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Il mio parere è che ti sbagli. Nessuno, da Cuperlo a Orlando, considera Renzi un nemico, tanto meno io, chi lo considerava un nemico se ne è andato dal PD. Personalmente lo considero semplicemente un compagno non adatto a fare il segretario, soprattutto come lo intende lui: isolato in una torre eburnea. In una segreteria con un leader saggio, responsabile e riflessivo potrebbe dare un buon contributo.
Sono d’accordo con Sergio. Renzi è stato il campione del rinnovamento e lì ha svolto egregiamente la sua funzione; ora deve, se ha sale in zucca e mi pare ne abbia, lasciare spazio alla dirigenza che ha contribuito a far emergere compreso, anche se può sembrare un paradosso, Orlando e Cuperlo. Rubo ancora un po’ di spazio per aggiungere un mio convincimento aggiuntivo (scherzoso ma non troppo). L’errore capitale di Renzi è stato quello di non avere sufficiente moneta per replicare l’operazione 80 euro. ciao a tutti G.
Cari miei, mi dispiace proprio che si continui ancora con la litania dei nomi.
Come bambini con le figurine.
Scusate la franchezza, ma così non si va lontano.
Così si va di nuovo verso un congresso finto, che la maggioranza vincerà di nuovo e la minoranza disconoscerà di nuovo, precipitandoci così tutti nel gorgo dell’oblio, dell’irrilevanza, dell’inutilità. Insomma, la fine del PD.
Avete notato che la cosiddetta intellighenzia di questo Paese (dotti, medici e sapienti) sta puntando tutto su una possibile OPA dei 5 stelle sul PD?
Non vedete come giornalisti, conduttori, maitre à penser, insistano nel sottolineare le differenze tra Lega e 5 stelle, prefigurando, auspicando una rottura del loro asse ed un conseguente coinvolgimento forzato del PD, ovviamente da posizioni di estrema debolezza?
Renzi in Senato ha detto che al Governo non c’è il bipolarismo di domani, ma la coalizione di domani.
Io credo che sia vero. Voi come la pensate? Il PD come la pensa? E’ una questione fondamentale, non un ghiribizzo.
Lasciamo per un attimo da parte Cuperlo, Orlando, Emiliano, Franceschini, Renzi, Del Rio e tutta la dirigenza.
E’ molto più importante discutere (e decidere) in quale campo di forze vogliamo giocare la partita del nostro recupero.
Pensiamo di arrenderci ai 5 stelle, come gridava Grillo tempo fa?
O vogliamo riaffermare le nostre caratteristiche peculiari, che con i 5 stelle ed il loro pressapochismo disarmante e deprimente non hanno nulla a che fare?
Chi siamo? Cosa vogliamo essere? Un Partito progressista che progetta e scommette sul futuro o un Partito ruffiano che corre dietro alle ubbie della “ggente”?
In una riflessione che Sergio ha ritenuto di non pubblicare, perché forse un po’ lunga e noiosa e non adatta alla struttura del blog, chiedevo di riflettere su come la democrazia occidentale debba adattarsi alle mutate condizioni sociali, economiche, culturali delle popolazioni dei Paesi cosiddetti “evoluti”.
Io credo che dobbiamo sforzarci di uscire dal nostro recente passato, rivendicando sempre il buono che abbiamo prodotto, ma proiettandoci verso le nuove sfide che abbiamo di fronte.
Mi ha fatto piacere seguire gli interventi dei nostri parlamentari alle Camere: vigorosi, rigorosi, orgogliosi, combattivi.
Va bene così. Dobbiamo fare un’opposizione puntuta, puntuale, ribattendo senza paura su tutte le minchiate (scusate il francesismo) che proporrà questa banda di pericolosi eversori.
Dobbiamo rovinargli la luna di miele: ma non per dispetto, come facevano loro, ma solo perché, nel merito, provocare la Tunisia, corteggiare la Russia, minacciare i partner europei, promettere cose assurde, presentare un premier evidente pupazzo che dimentica il nome di Piersanti Mattarella, sono tutti oltraggi all’intelligenza della nazione.
E noi non possiamo tollerarlo. Tutta la parte sana del Paese deve capire in fretta che questi sono pericolosi.
Altro che: “lasciamoli lavorare e giudichiamo dopo”.
Dopo, saremo morti.
Non l’ho messa perché pensavo fosse già sul blog. Rimedio.
Sergio
Caro Sergio,
grazie intanto per la tua risposta e mi fa piacere che tu dica : “ il mio parere è che ti sbagli. Nessuno da Cuperlo a Orlando considera Renzi un nemico, tanto meno io,” Questa affermazione mi fa sperare che dopo il congresso la linea del partito democratico sia condivisa da tutti ed osteggiata da nessuno. Sergio però permettimi una battuta. Dare la qualifica di compagno a Renzi mi sempre un azzardo: è un ex democristiano.
Un Caro saluto a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio,
Ti ringrazio per la risposta e mi fa piacere che tu dica: “ Il mio parere e che ti sbagli Nessuno da Cuperlo a Orlando considera Renzi un nemico, tanto meno io”. Questa affermazione mi fa sperare che dopo il congresso tutti appoggeranno la linea ufficiale del PD e nessuna la osteggerà. Permettimi una battuta però. Dare del compagno a Renzi mi sembra azzardato: è un ex democristiano. Caro saluto a tutti Antonio De Matteo
Anche Mario Melloni, al secolo Fortebraccio, era un ex democristiano.
Sergio
Bene speriamo che anche Matteo Renzi abbia la stessa fortuna di Fortebraccio. Buona giornata Antonio
Caro Sergio,
a proposito di fortebraccio, ho immaginato di porgli delle domande e di ricevere le sue risposte.
Ecco il finto colloquio.
“Scusa Fortebraccio, ma che ne pensi del fatto che i padroni su questa terra diventino sempre più ricchi e gli straccioni sempre più indecenti”
La risposta: “Beati i poveri: sarà loro il regno dei cieli“
Lo incalzo: “ma tu che sei,suppongo, In paradiso, come va lì? “
La risposta: “l’ho preso in quel posto un’altra volta: alla domanda, tu credevi in Dio, ho detto avevo dei dubbi e mi hanno cacciato via“.
Buona giornata a tutti Antonio De Matteo
Guarda che Melloni era un buon cattolico,
Sergio
Un buon cattolico ha i dubbi, secondo me, solamente gli integralisti pensano di avere la verità in mano, ma quest’ultimi non li classificherei tra i buoni. Comunque speriamo che il grande Fortebraccio sia in paradiso così, se fra un po’ anche noi saremo la, rideremo; ma sai che palle sé invece ci mettono insieme a Carlo Marx. Un abbraccio Antonio