Gentile Signor Maggiani, ho letto la sua lettera pubblicata il 1 ° agosto. Con coraggio, senza temere di provare vergogna, ha voluto commentare la notizia che tanti avrebbero taciuto: i suoi libri – e molti altri – sono stampati sfruttando il lavoro schiavizzante di diversi cittadini pakistani. Così ha informato me e i lettori di questo paradosso e ha posto una domanda: «vale la pena produrre la bellezza grazie agli schiavi?».
Sono rimasto colpito dalle sue parole. Lei non pone una domanda oziosa, perché in gioco c’è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il «lavoro schiavo», nel silenzio complice e assordante di molti. Lo avevamo visto durante il lockdown, quando tanti di noi hanno scoperto che dietro il cibo che continuava ad arrivare sulle nostre tavole c’erano centinaia di migliaia di braccianti privi di diritti: invisibili e ultimi – benché primi! – gradini di una filiera che per procurare cibo privava molti del pane di un lavoro degno.
Sono rimasto colpito dalle sue parole. Lei non pone una domanda oziosa, perché in gioco c’è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il «lavoro schiavo», nel silenzio complice e assordante di molti. Lo avevamo visto durante il lockdown, quando tanti di noi hanno scoperto che dietro il cibo che continuava ad arrivare sulle nostre tavole c’erano centinaia di migliaia di braccianti privi di diritti: invisibili e ultimi – benché primi! – gradini di una filiera che per procurare cibo privava molti del pane di un lavoro degno.
La questione che lei pone è forse ancora più stridente: persino la letteratura, pane delle anime, espressione che eleva lo spirito umano, è ferita dalla voracità di uno sfruttamento che agisce nell’ombra, cancellando volti e nomi. Ebbene, credo che pubblicare scritti belli ed edificanti creando ingiustizie sia un fatto di per sé ingiusto. E per un cristiano ogni forma di sfruttamento è peccato.
Ora, mi domando, che cosa posso fare io, che cosa possiamo fare noi? Rinunciare alla bellezza sarebbe una ritirata a sua volta ingiusta, un’omissione di bene. La penna, però, o la tastiera del computer, ci offrono un’altra possibilità: quella di denunciare, di scrivere cose anche scomode per scuotere dall’indifferenza, per stimolare le coscienze, inquietandole perché non si lascino anestetizzare dal «non mi interessa, non è affare mio, cosa ci posso fare se il mondo va così?». Per dare voce a chi non ha voce e levare la voce a favore di chi viene messo a tacere.
Amo Dostoevskij non solo per la sua lettura profonda dell’animo umano e per il suo senso religioso, ma perché scelse di raccontare vite povere, «umiliate e offese». Sono tanti gli umiliati e gli offesi di oggi, ma chi dà a loro voce? Chi li rende protagonisti, mentre soldi e interessi spadroneggiano? La cultura non si lasci soggiogare dal mercato. Lei racconta, come ha scritto, «le storie dei silenti, degli ultimi e degli umili». Apprezzo questo e pure quello che ha scritto il 1 °agosto, perché non ha calcolato i suoi ritorni di immagine, ma ha messo nero su bianco la voce scomoda della coscienza. Di questo abbiamo bisogno, di una denuncia che non attacchi le persone, ma porti alla luce le manovre oscure che in nome del dio denaro soffocano la dignità dell’essere umano. È importante denunciare i meccanismi di morte, le «strutture di peccato».
Ma denunciare non basta. Siamo chiamati anche al coraggio di rinunciare. Non alla letteratura e alla cultura, ma ad abitudini e vantaggi che, oggi dove tutto è collegato, scopriamo, per i meccanismi perversi dello sfruttamento, danneggiare la dignità di nostri fratelli e sorelle. È un segno potente rinunciare a posizioni e comodità per fare spazio a chi non ha spazio. Dire un no per un sì più grande. Per testimoniare che un’economia diversa, a misura d’uomo, è possibile. Questi sono i pensieri che mi vengono dal cuore. Le sono fraternamente grato per aver attirato la mia attenzione su un grave problema dei nostri giorni, grazie per la sua denuncia costruttiva! E grazie a quanti fanno rinunce buone e obiezione di coscienza per promuovere la dignità umana.
Fraternamente,
Francesco
Fraternamente,
Francesco
9 Comments
Ci sono esseri umani che illudono i popoli con promesse roboante, affascinanti, ma irrealizzabili nei fatti ed altri che si occupano di quest’ultimi. Papa Francesco, un grande che sta scrivendo la storia umana mediante ed occupandosi dei problemi delle persone che non possono parlare e soffrono in silenzio per percorrere il cammin della loro vita difficile, doloroso e spesso senza speranza. Sono gli umani, come Papà Francesco, che fermano e distruggono i “populismi” che hanno invaso, invadono e invaderanno il nostro pianeta. Quanto sopra lo scrive uno, come me, che non ha mai amato il dogma, anche se in gioventù lo ha praticato, e che è disperatamente convinto dalla mediazione come unico algoritmo per gestire la nostra esistenza. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
Ieri abbiamo festeggiato il ferragosto chi più e chi meno, come succede nella nostra vita di esseri umani da parecchio tempo, ma forse possono essere utili alcune notizie su questo tanto atteso e decantato evento. Ecco! ci provo a scriverle. Il nome della festa di Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, istituito dall’imperatore stesso nel 18 a. C. Anticamente, come festa pagana, era celebrata il 1° agosto. Ma i giorni di riposo (e di festa) erano in effetti molti di più: anche tutto il mese, con il giorno 13, in particolare, dedicato alla dea Diana. La ricorrenza fu assimilata dalla Chiesa Cattolica attorno al VII secolo, quando si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria, festività che fu poi fissata il 15 agosto. Il dogma dell’Assunzione (riconosciuto come tale solo nel 1950) stabilisce che la Vergine Maria sia stata assunta, cioè accolta, in cielo sia con l’anima sia con il corpo. Speriamo di poter aggiungere alle suddette notizie nella storia umana quella che tutti gli umani vorrebbero:la fine dell’attuale maledetta pandemia da covid19. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
Questo momento mi appartiene
Questo momento mi appartiene
Per il peregrinaggio e lo sconforto
Per tutto ciò che è stato e non è più
Le orme dei miei piedi segnano il tracciato di molti confini
Da Kabul a Roma
Da Tamerlano a Giulio Cesare
Passando per terre che trasudano de Gobineau
Questo momento mi appartiene
Questo momento mi appartiene
Ed io lo regalo a mia madre
Che per tutta la vita ha ricamato i suoi desideri
Su scampoli di cotone
Solo per permettere a mio padre
Di soffiarcisi il naso
Per le mie sorelle isolate dal mondo
e per i miei fratelli
che al posto dei libri
senza averne l’intenzione
hanno imbracciato i fucili
Questo momento mi appartiene
ed io lo donerò alle lacrime e alle grida
affinché il riflesso e l’eco
sveglino i sordi e ridiano la vista ai ciechi
della mia città
Questo momento non mi appartiene più
è tempo di andare
tocca a me raccontare le acque vagabonde
del Mediterraneo
affinché le orme dei miei piedi divengano indelebili
Questa poesia del poeta afghano DI BASIR AHANG racconta che la democrazia non si può esportare, ma si può solo aiutare i popoli a conquistarla se vogliono farlo.
Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
La prima conferenza stampa dei talebani: “non ci vendicheremo con nessuno. I diritti delle donne saranno tutelati dalla Sharia”
Il portavoce: «Orgogliosi di aver cacciato gli stranieri, la nostra priorità è mantenere legge e ordine. Al lavoro per formare il governo. Stop alle coltivazioni di papavero da oppio». Cosa ne pensano, i frequentatori/trici di questo blog, delle su scritte dichiarazioni dei talebani, riportate dal giornale “la stampa”? Mi piacerebbe conoscere anche il pensiero di Papà Francesco sul suddetto argomento. Io penso che solo gli afghani bossono e devono decidere il loro destino e con loro noi occidentali dobbiamo collaborare. La storia umana dimostra che la democrazia non si può esportare e chi ci ha provato, o meglio, mentendo, lo diceva, è stato clamorosamente sconfitto, come nel suddetto caso. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
Vincenzo Santo, ex capo di Stato Maggiore di tutte le forze Nato in Afghanistan dal settembre 2014 al mese di febbraio 2015, il periodo forse più caldo della guerra ai talebani, scrive quanto segue. «Ci sarebbe da domandarsi, quanta preparazione, quanto spirito di corpo aleggiasse, quale grado di addestramento e di affidamento siano stati garantiti in vent’ anni all’esercito governativo afghano che si è dissolto come neve al sole ai primi fuochi dell’artiglieria talebana». Citando von Clausewitz, prosegue Santo, «agli eserciti occorre saper infondere spirito di appartenenza, senso di comunità e di patria “.
Forse il” generalone ” interroga se stesso? Invece no: alla fine chiede le dimissioni (a quale titolo poi!?) del ministro Di Maio e di altri personaggi che hanno ereditato l’immane fallimento degli eserciti del mondo occidentale, la storia umana lo certifica, che non solo non esportano e difendono la democrazia, ma spesso instaurano dittature feroci e sanguinari.
Forse come quella a cui aspira l’ex generale suddetto? Spero che, a partire del Papà, qualcuno dica, o meglio scriva, qualcosa sul suddetto tragico argomento Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
È proprio vero che per vivere a lungo bisogna occuparsi dei ” fatti propri” ?
Spero faccia riflettere, ridere e rilassare la seguente barzelletta.
Una coppia di sposi senza figli è legata affettivamente ad un vecchio pappagallo che considerano come il loro figlio tanto atteso e non arrivato.
Un giorno il marito dice a sua moglie: “cara che ne dici se compriamo un altro pappagallo giovane da affiancare al nostro ormai vecchio e prossimo alla fine?”.
La consorte acconsente e con piacere vanno subito ad acquistare un nuovo uccello che alloggiano nella gabbia insieme al loro vecchio volatile. La convivenza all’inizio è un po’ critica, ma poi tutto fila liscia. I due animaletti continuano la loro vita nell’ appartamento della nostra coppia ognuno a suo modo. Il nuovo arrivato è molto curioso ed osserva sempre tutto. Un giorno un uomo viene a trovare la sua padrona, in assenza del marito, e si intrattengono intimamente nel salotto di casa, vicino alla sua gabbia. Alla vista dell’erotico spettacolo il pennuto comincia ad urlare e ripete ossessivamente : ” schifosi!! racconterò tutto quello che vedo al mio padrone”. I due Amanti preoccupati cercano di far tacere inutilmente il pappagallo; poi la padrona decide drasticamente e strozza quest’ultimo lasciandolo morto nella gabbia accanto al vecchio suo compagno. Tutto torna normale: i due innamorati si salutano sicuri e cotenti ed alla sera torna normalmente dal lavoro il padrone di casa che, come tutte le sere, dopo aver baciato la moglie, va a salutare i suoi amati pappagalli e con grande sconforto urla: “porca miseria è morto il pennuto appena comprato, ma non poteva morire quello vecchio?” Dalla gabbia quest’ultimo esclama : ” io mi faccio i fatti miei e campo sereno e per tanto tempo ancora!!”. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Pescara
Perché ai vertici dei mass media ci sono sempre, da anni(forse secoli) , gli stessi personaggi? Qualche esempio di quelli più famosi e longevi come massimi dirigenti dei principali mezzi di comunicazione. Vespa Bruno, Mentana Enrico, Fazio Fabio, Annunziata Lucia, Venier Mara, De Filippo Maria, Maurizio Costanzo, Fontana Luciano, Molinari Maurizio, Veltri Vittorio, Sallusti Alessandro, ecc. Per quanto tempo ancora dobbiamo tenerceli? Non sarà “un lavoro schiavo” anche il suddetto? Buona inizio settimana a chi legge Antonio De Matteo Milano
A proposito di comunicazioni, come quella di Papa Francesco, leggete la seguente di un altro personaggio importante.
“Di fronte alla morte siamo tutti uguali”. Questo è il messaggio della più celebre poesia di Totò, il Grande attore Napolitano, intitolata ” A Livella”, ma, secondo me, non è vero. Il ricco e famoso continuerà ad essere venerato e ricordato nel bene e nel male, il povero continuerà ad essere ignorato, vituperato ,come è successo nel cammin della sua Vita, e sparirà definitivamente nell’immensita’ dell’universo. La “gloria” non è stata, non è e non sarà per tutti. Anche questo blog sarà ricordato come lo spazio del grande vignettista, giornalista, scrittore, architetto, Sergio Staino. L’unica speranza per coloro che lo frequentano sarà quella di essere menzionati come presenze moleste o per bene che vada inutili ai fine della gloria, ma necessarie per l’affermazione di quest’ultima. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano.
Ladri si nasce: non è la povertà e la disperazione a produrli.
I furti negli appartamenti e nelle cantine del quartiere Bicocca (MI) dove abito, forse potrebbero diminuire, visto che la polizia di stato commissariato Greco/Turro ha arrestato ” insospettabili” ladri di professione bidelli nelle scuole della zona suddetta. Leggete il link allegato. Buona domenica a chi legge Antonio De Matteo Milano
https://www.milanotoday.it/cronaca/bidelli-ladri-furti.ht