Chissà se l’amico Ernesto Trotta se la sentirà di accusare di nostalgie comuniste anche un personaggio come Graziano Delrio, democratico cattolico ultra doc. Eppure l’analisi che viene fuori dalle dichiarazioni di quest’ultimo nell’articolo di De Marchis su la Repubblica sono particolarmente illuminanti. Se la situazione è quella descritta da questo articolo (e a mio avviso non c’è ragione per dubitarne molto) le mie vignette su Renzi risulterebbero proprio all’acqua di rose.
Sergio
Il Pd e il derby con Renzi. Delrio: muoviamoci o detterà lui l’agenda
Un mini vertice a Largo del Nazareno, convocato per la mattina di ieri. Punto principale all’ordine del giorno: la sfida di Renzi al Pd. Partecipano Nicola Zingaretti e Dario Franceschini e si capisce: uno è il segretario del Pd, l’altro è il capodelegazione al governo che ha appena assaggiato la competizione con Italia Viva durante il varo della nota di aggiornamento al Def. Ma in qualità di “esperto” l’ospite d’onore è Graziano Delrio.
Bisogna capire e anticipare le mosse dell’ex segretario scissionista, perché il pericolo è sempre più evidente e la prossima sfida sarà sulla manovra vera e propria. Delrio è la persona giusta per decifrare il futuro dei rapporti di Renzi con il suo vecchio partito. Renziano della prima ora ma con una sua storia e capace di ragionare con la propria testa, un lungo sodalizio con il senatore di Firenze: sul suo telefonino, quando chiamava Renzi, compariva il nome di Mosè. Delrio conosce il renzismo e le sue regole come nessun altro. La Terra promessa non è mai arrivata ma Italia Viva, più modestamente, sì. Che intenzioni ha?
Zingaretti e Franceschini consultano l’oracolo Delrio. E il capogruppo Pd alla Camera è molto chiaro. “Ho spiegato a Dario e Nicola che dobbiamo darci una mossa, che è il Pd a dover dettare l’agenda, a spingere per le sue battaglie altrimenti Matteo ci mette in difficoltà”. Non che Zingaretti e Franceschini non conoscano il fondatore di Italia Viva, ma Delrio ha quella competenza specifica che gli deriva da una consuetudine quasi quotidiana con l’ex leader dem. Infatti da giorni dice: “Non sottovalutiamo la scissione, è un fatto grave”. Ai colleghi del Pd ieri mattina ha fatto un quadro abbastanza preoccupante della situazione guardando nella sua personale palla di vetro. “Matteo ne pensa una al giorno. Io potrei dirvi cosa farà domani, cosa farà tra una settimana o tra un mese. Volete sapere cosa sta facendo oggi?”. Beh, certo, rispondono i due dirigenti. Lo hanno convocato per questo. “Ha preso il telefono e sta chiamando a tappeto tutti i capi delle associazioni di categoria per dirgli “avete visto, io ho bloccato l’operazione sull’Iva mentre il Pd voleva aumentarla””. Prevedibile. Ma forse anche efficace.
La logica dunque è quella dell’avversario, della sfida dentro la maggioranza tra ex compagni. Dell’accreditamento come interlocutore unico: forte, ascoltato e affidabile. Al suo partito Delrio sta dicendo che è solo l’inizio, che bisogna abbandonare la strada della prudenza. Per carità, Franceschini lo ha già fatto incrociando le lame via social con il vicecapogruppo renziano Marattin. Lui sa che “Renzi ci farà ballare, a caccia di visibilità e di duelli”. Zingaretti ha scelto invece di non provocare, di non alimentare le polemiche, di separare senza incidenti i due destini. Ma i problemi arrivano e si scaricheranno sul terreno del governo, dei provvedimenti, di chi alzerà di più l’asticella facendo valere i propri temi. Il Pd non può giocare in difesa.
E’ abbastanza chiaro che Renzi punta a recitare il ruolo che fu di Salvini, di chi mette in riga ministri e premier. Volta per volta si troverà alleato o sfidante con Luigi Di Maio, come è successo proprio sull’Iva. La potenziale diarchia rischia di tagliare fuori il Partito democratico e la sua decisione di essere forza responsabile, come è nelle corde del suo segretario.
La legge di bilancio sarà un banco di prova della competizione tra Italia Viva e Pd. Lo sarà anche la riforma della giustizia sulla quale l’ex premier fiorentino ha detto di essere più d’accordo con il ministro grillino Bonafede che con il vicesegretario dem Andrea Orlando (ma solo sul sorteggio del Csm). A Delrio, oltre al compito dell’aruspice, tocca tenere sotto controllo il gruppo parlamentare della Camera. Perché esiste il rischio di una scissione a rate, con tanti renziani rimasti nel contenitore più grande ma che potrebbero essere attratti dall’avventura all’esterno. Del resto, l’ex segretario ha annunciato che presto i parlamentari di Iv saranno 50, dieci più degli attuali. Quindi ci sono nuovi arrivi, non si sa ancora da dove. L’uomo macchina Ettore Rosato macina chilometri e incontri, pescando nel corpaccione dei delusi dem a livello locale. Non c’è niente di consensuale in questa scissione, il dramma e la paura sono solo sullo sfondo di quelli che fischiettano facendo finta di niente. Ma dopo la battaglia sul Def è più chiaro a tutti dove Renzi vuole far male.
15 Comments
Ammesso E NON CONCESSO che De Marchis, noto “amicone” di Renzi come il giornale per cui scrive, riferisca il pensiero di Del Rio al completo e non “pro domo sua” con tutti i soliti virgolettati, pur dalla narrazione romanzata e poco simpatica che riporta, emergerebbe che il Nostro sta facendo semplicemente (e bene) il suo mestiere di politico.
La sostanza è: è giusto o no toccare le aliquote IVA dopo aver detto che il Governo si faceva per non farle aumentare?
Se la risposta è NO, come credo e spero converrai, l’operato di Renzi, comunque lo racconti De Marchis, è corretto ed efficace.
Che il PD debba darsi una mossa inoltre mi pare evidente, visto che lo dice anche Del Rio …
Prima lo fa e meglio è per tutti, senza cadere nel politicismo e nel tatticismo solito di chi dice una cosa e poi ne fa un’altra.
Comunque, grazie per l’assist, Sergio. Sei meglio di Higuain (che deve essere il fratello gemello di Marattin …)
Non sarei intervenuto se non mi avessi sollecitato espressamente.
A proposito di Marattin, consiglio la lettura della sua intervista sempre su Repubblica.
Ma certo, Sergio, il gioco e’ sempre quello, disonesto. Attaccare come si fosse all’opposizione con il vantaggio di stare nella maggioranza e quindi poter decidere delle cose di cui vantarsi. Lo ha fatto Salvini, lo fara’ Renzi. Fare i populisti con le mani nella stanza delle decisioni. Lasciare qualcuno a fare il “responsabile” che chiude casa e spiega le cose difficili a tutti e giocare in contropiede. Si chiama slealta’. Se il PD non si fara’ sentire, il basso profilo non paghera’. Bisogna trovare un nuovo modo di parlare alla gente che non sia l’arroganza, ma neppure il silenzio di chi governa, senza cercare un canale popolare per condividere. Parli bene tu (mi si potrebbe dire)! Suggerisco: Intanto quando si parla in pubblico bisogna saper sorridere e quelli del PD non fanno mai. Quanto servirebbe un giornale tinnovato come l’Unita’ anche solo on line.
Andrea Satta
Per anni volevate Renzi ” Föra da i ball” perchè stava rovinando la sinistra facendo scappare tanti elettori. Ora che l’ha fatto state sempre a parlare di lui per criticarlo su ogni suo respiro per il fatto di essere andato via.
Ma invece di perdere tempo su di lui, perchè non cercate di conquistare le praterie che sono a sinistra, come avete sempre sostenuto?
un caro saluto
Gianni Moscatellini
Moscatelli’! Ma se c’è uno che parla sempre di Renzi, questo è Renzi. Io ho postato quell’articolo perché era ben curioso che un cattolico così democristiano come Delrio (non uso democristiano in senso infamante, ovviamente) si sia accorto di quanto danno sta facendo Renzi alla parte progressista del paese. Tutto qui. Io non so che dirti di più (come vedi non ti do del “voi”…). Se lo critico mi accusi di voler portare le lancette della storia verso il vecchio PCI, se lo critica Delrio allora chiedi a gran voce di non parlare di Renzi. Ma ti sembrano argomentazioni serie? Un solo esempio: non potremmo aumentare l’iva sui beni di extralusso? Per me sì. E invece no, non se ne può parlare nemmeno sennò Renzi e Di Maio fanno saltare tutto. E’ un metodo corretto? Mi dirai: “non ne parlare”. E va bene, io ti risponderò “non leggermi”, che ti devo dire?
Smettiamola di parlare di Renzi o di qualsiasi altro “capo”e parliamo dei problemi del paese Italia da risolvere.
Cominciamo col dire che vogliamo una legge elettorale “maggioritaria“. Se il PD sosterrà una legge proporzionale farò anch’io un partito. Sosteniamo che la lotta all’evasione fiscale non si fa col “tintinnio delle manette” , ma rendendo conveniente pagare le tasse. Ribadiamo che nel partito democratico Italiano troveranno posto l’imprenditore e l’operaio che collaboreranno insieme per gestire l’azienda. Gridiamo a squarciagola che nel PD la maggioranza comanda e la minoranza collabora e si prepara a diventare maggioranza. Lasciamo liberi i vignettisti di disegnare quello che voglio: se non mi piace la sua Satira uso il foglio per altri fini. Io vorrei un partito con questi principi, ma spero che si affermi una legge “maggioritaria’ in cui il ‘compromesso delle idee vinca sempre. Buona giornata a tutti e viva l’Italia e l’Europa unita. Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio
il voi non era riferito a te ma a tutti quelli che in modo accanito negli anni hanno cercato di estromettere e contrastare Renzi. Oggi che Renzi se ne è andato, e non solo lui ma anche una grossa fetta di elettori/militanti che da oltre 40 anni sono in questo partito con le sue declinazioni, tutti a parlare del Renzi distruttore del PD. Oggi la differenza non è più tra ex democristiani (molto più numerosi nel PD) e ex comunisti ma tra RIFORMISTI e PROGRESSISTI e CONSERVATORI quelli che io chiamo retrò.
Per quanto riguarda l’aumento dell’iva, a parte l’impegno perentorio fatto per far nascere questo governo, ma l’iva, non è un imposta contro il “popolo”? Dove appunto non c’è alcuna diversificazione sociale e il suo aumento colpirebbe sopratutto i più deboli? Questa non è una cosa sufficientemente di sinistra?
Per quanto riguarda “non potremmo aumentare l’iva sui beni di extralusso? ” ma di cosa stiamo parlando? Aumentare l’iva sui tartufi (prodotto agricolo) quale gettito finanziario verrebbe fuori? O si vuole ancora credere alle soluzioni rivoluzionarie di memoria Bertinottiana che fecero aumentare le imposte sulle imbarcazioni facendo crollare in Italia il settore della nautica con perdita di posti di lavoro e così via?
Caro Antonio
” Gridiamo a squarciagola che nel PD la maggioranza comanda e la minoranza collabora e si prepara a diventare maggioranza”, di questo io ne sono stato sempre convinto. Convinto sì, ma mai applicato soprattutto con l’avvento della stagione RIFORMISTA più ATTIVA degli ultimi 30 anni: quella Renziana. Avete voglia a trovare motivazioni contrastanti.
Allora, io sostengo da tempo, senza tragedie, che lo scambio maggioranza -minoranza può avvenire solo in un partito che ha un progetto e una visione comune e che negli alti e bassi proceda in questa direzione.
Non prendiamoci in giro, da anni il PD non è più così, e non per colpa degli elettori o dei militanti ma di una classe dirigente sempre e comunque autoreferenziale.
Ed allora fratelli, il ns avversario in Italia è una Destra forte e pregnante, attiviamo una pacifica separazione consensuale, a cui ho sempre creduto, ed ognuno vada alla conquista della propria prateria elettorale per poi collaborare e lavorare su progetti comuni.
In Italia per il centro sinistra non c’è un’altra strada.
un caro saluto
Gianni Moscatellini
Il mio tormento, in questo momento storico, é la domanda : che cosa é sinistra? Come si puó comunicare?
Ho terrore non di Renzi o della sua formazione, o cose così : ho terrore di subire un lento contagio dai 5s, di rassegnarci ad un “contismo” che avanza : il Conte qualunque, uomo qualunque che sorride alla festa di Leu e ad Atreju, si fa selfie con qualunque essere vivente gli capiti accanto, é attentissimo a sottolineare le sue equidistanze, in maniera strisciante (non so se per il suo spessore nullo o per superficialità) lascia passare nel paese un messaggio di assurdo “pacifismo ideologico” : la Meloni vale il Pd, tutto é piattamente uguale.
Ho paura che sia Conte, con la sua insopportabile pacatezza sotto la quale non c’é niente (culturalmente niente, mi scuso per la durezza) , a star distruggendo la sinistra.
Non ci sta distruggendo un nemico, ma un “anestetico”. Ho paura di questo.
Massimiliano
Caro Massimiliano, la cosiddetta sinistra si distruggerà da sola: è sufficiente che contui a pensare quanto segue.
Il comunismo è l’unica filosofia che salva gli esseri umani
L’imprenditore rappresenta il “padrone” con il quale bisogna lottare fine a sconfiggerlo definitamene
I fascisti (ammesso che ci siano) o i parafascisti vanno eliminfati (qualcuno pensa anche fisicamente)
dalla societa’ italiana.
Io ateo voglio invece discutere con tutti anche con gli eredi dei fascio garantendo. sempre la libertà di parola e la democrazia rappresentativa. Bene fa il presidente del consiglio dei ministri
a parlare con tutti e cercare un compromesso accettabile per la maggioranza degli italiani.
Mi vanno paura e li combatterò fine alla morte tutti coloro che vogliono imporre le loro idee odiando chi la pensa diversamente da loro.
Scusami Massimiliano, ma non sono d’accordo con te: il compromesso è l’unica soluzione per me. Buona serata a tutti Antonio De Matteo
Io invece sono molto d’accordo con Massimiliano Crocco, in modo leggero ha messo il dito sul tasto dolente della sinistra: la perdita di una identità, di una passione, di un’etica, di una prospettiva di giustizia sociale. Invece è molto superficiale, come fa Antonio, identificare la sinistra in caricature di vecchi comunisti: non esistono più, Antonio, cerca di capirlo. Se escludi i gruppetti di Rizzo e di altri, compagni che si richiamano al comunismo non ce ne sono più, e grazie al cielo, aggiungo anch’io. La sinistra oggi è una sinistra riformista, socialdemocratica, con componenti marxiste e cattoliche ma unificate da una grande volontà di cambiare il mondo a favore della pace e della giustizia sociale. Molti dirigenti del PD rispondono a questo ritratto: da Zingaretti a Orlando, da Martina a Fassino e tantissimi altri e a questo ritratto risponde anche un grande numero di persone iscritte o non iscritte al PD, votanti o non più votanti. Io credo che dobbiamo lavorare per mobilitare questi perché oltre alla capacità professionale di un dirigente siano i valori etici a guidarlo nella lotta politica. Dobbiamo affascinare gli umili e i diseredati, mostrar loro le fallacità del populismo, perché siamo gli unici a poter offrire loro una prospettiva di riscatto. Gli unici. Se continuiamo a decidere di votare, ad esempio, il dimezzamento dei parlamentari e far vedere che siamo populisti anche noi, roviniamo tutto il castello, tutto.
Sergio
Caro Sergio,
per chi, come me, non ha più un dogma da seguire e quindi un’anIma da mostrare, è più difficile il “ cammin di nostra vita”.
Io, ormai alla fine della mia esistenza, ho fatto una scelta, che a te sembra superficiale, ma per me è vitale ed è, ribadisco, la seguente. Ho cercato di studiare, secondo le mie capacità, la filosofia comunista e quella cattolica ed ho estrapolato, le parti migliori, secondo me, delle due grandi ragioni di vita. Così facendo sono arrivato a realizzare il compromesso delle varie idee e l’anima, a te tanto cara , è scappata, ma non mi rammarico: Meglio ascoltare tante anime che una sola. Sbaglio? Può essere ma non ho più tempo per occuparmi dell’anima ci penserà il padreterno, se esiste: io preferisco risolvere i problemi della società con il compromesso delle filosofie. Non ho castelli da difendere non ho ideali da realizzare, ma vorrei che il mondo in cui viviamo diventasse, più giusto, più umano e solidale. Come faccio ad operare? Mi limito semplicemente ad ascoltare gli altri e cercare un compromesso con loro qualsiasi sia la loro idea. Ridurre i parlamentari, ad esempio, può essere un’idea giusta se viene accompagnato da una serie di accorgimenti e contrappesi che garantiscano la migliore democrazia rappresentativa possibile nel compromesso. Io sono per provare questa strada e non mi interessa essere chiamato populista, comunista, cattolico o fascista. Caro Sergio e Massimiliano mi dispiace non avere un’anima come voi, ma non credo sia colpa mia se il tuo Dio, caro Massimiliano, non mi ha dato questo dono e Marx, caro Sergio, mi ha deluso. Di una cosa sono certo: voglio discutere con tutti voi per trovare un compromesso utile alla maggioranza della nostra società e se la mia idea risulterà in minoranza la colpa sarà principalmente mia, ma non mi dispererò. Vorrà dire che la mia idea non era sufficientemente chiara o addirittura sbagliata e dovrò cercare un altro modo per farla passare. Io provo a non odiare ed invidiare. Non ho nessuna verità da mostrare, ma solo idee, magari sbagliate, da proporre. Sono superficiale? Può essere e se voi siete sicuri di essere nel “giusto” e dalla parte della maggioranza degli italiani scriverete la storia, come è sempre successo agli essere umani, ed io rispetterò il volere popolare.
Un abbraccio, non superficiale, ma con affetto a tutti coloro che mi leggono e buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Grazie Antonio del tuo attento e appassionato contributo.
Forse sono stato frainteso.
Certo che bisogna parlare con tutti, anche con i fascisti! Hanna Arendt ce lo ha insegnato cercando di comprendere, senza altezzosi giudizi morali acritici, persino ciò che era accaduto in Germania.
E io sono figlio di questo modo di intendere le cose!
Una volta inviai una lettera ad una sede di Forza Nuova che stava per aprire a Napoli,firmandomi elettore Ds, e invitandoli a non farsi intimidire da coloro che con violenza volevano impedirne l’apertura.
Ciò che volevo dire é altro, mi sono forse espresso male : faccio dunque un altro riferimento : Conte esordì nel mandato bis dicendo che il governo nuovo non sarebbe stato un governo ‘contro’ ; ma cosa significava, dopo l’incubo di un anno di salvinismo? Che non ci si poteva neanche spingere a dirsi “contro” la xenofobia, l’omofobia strisciante, ‘contro’ la cultura dei porti chiusi , contro chi rivendicava con orgoglio di definire “zingaracce” le donne di etnia rom?
C’è comunque, altrimenti la politica è morta, qualcosa verso cui dichiararsi, per obbligo morale, “contro”. E non c’entra il marxismo.
Mi sono forse espresso male, Antonio, ma volevo dire tutt’altra cosa, qualcosa di cui sento davvero la drammaticità : la fine della dialettica. Senza quella particella greca “dià” (di fronte, contro, in mezzo…) non c’è neanche dialogo (anche aspro, purchè civile) tra diversi, la democrazia è uno “stagno di pace” apparente.
Scusa se mi ero espresso male.
Ti abbraccio !
Massimiliano
L’anima di cui io parlo, Antonio, non è certo l’anima cattolica a cui tu ti riferisci, se credessi una cosa simile non potrei essere presidente onorario degli atei italiani. Quando parlo di anima parlo di quel nucleo di valori che ognuno di noi forma nel corso della sua vita e che sottintende e guida ogni suo gesto. Quelle che mi interessano particolarmente sono quelle anime che hanno al loro interno una ricchezza di valori legati alla generosità, alla buona disponibilità verso il loro prossimo, verso l’umanità e il pianeta nel suo complesso. Ecco, le persone che hanno quest’anima sono le persone che adoro e di cui mi fido, si chiamino Don Ciotti o si chiamino Guccini, si chiamino Berlinguer o si chiamino Calamandrei, si chiamino Bartolo o si chiamino Colau. Sono questo tipo di anime che vorrei a dirigere, consci della loro missione, un grande partito riformista. Poi ci sono anime invece il cui nucleo è formato da uno spirito di prevaricazione legato alla vanità e ai soldi. Ecco, questo è il tipo di persona che non vorrei vedere né come dirigenti né tanto meno come militanti. E la cosa bella è che, se non hai pregiudizi, queste anime le puoi riconoscere subito. Io guardo Bersani, parlo un poco con lui e capisco che è un’anima bellissima, zeppa di profondi valori; poi parlo di politica con lui e mi accorgo che sbarella molto e che non sono d’accordo con le sue ultime scelte. Poi incontri una persona, come mi è successo tante volte, tipo Berlusconi e capisci subito che non ha certo un’anima gradevole, capisci subito che il suo nucleo centrale è fatto di vanità, di ambizione, di prevaricazione e di egoismo; non andrei neanche in vacanza con un tipo così, figurati averci rapporti politici: è un avversario. Che succede quando incontri qualche dirigente del tuo partito o comunque dell’area cosiddetta di centrosinistra o neocentrista ed hai la stessa reazione di quando incontri Berlusconi? Non ti faccio nomi ma puoi arrivarci da te.
Sergio
Mia nonna, cattolica analfabeta non praticante, mi diceva: “Dio manda il male e la medicina e con questa logica creo le anime cattive e come medicine quelle buone“
caro Sergio, tu, come presidente onorario degli atei Italiani, puoi anche dire che Dio non esiste, ma non puoi sconfessare la frase di mia nonna. Quindi, secondo me non si può evitare di colloquiare con le anime cattive: noi anime buone siamo la loro medicina .
Buona serata a tutti Antonio De Matteo
Son d’accordo a colloquiare se stanno fuori dal partito, dentro come si fa? E’ impossibile.