IL PD SULLE BARRICATE MANETTARE
Sequestro dei beni anche ai sospettati di corruzione. Perplessità nello stesso partito che l’ha fatta approvare.
di GIUSEPPE TURANI | 29/09/2017
Ernesto Auci non è un politico di professione, ha sempre fatto il giornalista e si è ritrovato in parlamento quasi per caso. Ecco come racconta l’approvazione del nuovo codice antimafia:
“Oggi alla Camera l’ intera giornata è stata spesa per approvare una legge veramente folle. Si tratta della estensione della legge anti-mafia anche ai reati di corruzione. Si tratta di sequestrare i beni non solo ai corrotti giudicati dai tribunali, ma addirittura a coloro che sono ” sospettati” di essere corrotti o corruttori. Insomma basta il solo sospetto di corruzione , prima ancora del rinvio a giudizio, e delle relative sentenze dei tribunali, per vedersi sequestrare i propri beni, aziende comprese se si tratta di un imprenditore. Una misura incostituzionale che non servirà a combattere la corruzione, ma anzi avrà effetti molto negativi sulla funzionalità della P.A. in quanto nessun funzionario vorrà più firmare una delibera di spesa, o per la sorte delle aziende e dei relativi lavoratori, eventualmente poste sotto sequestro sulla base, ripeto, di semplici indizi di corruzione. Una legge inutile e dannosa che dimostra la subordinazione della sinistra al grilliamo ed alle sue pulsioni liberticide giustificate al grido di ” onestà “.”
Le proteste di Auci non sono fuori dal mondo. Anche lo stimatissimo professor Cassese, ex membro della Corte Costituzionale, è durissimo con questa legge e sostiene che verrà sicuramente bocciata in sede europea e dalla corte costituzionale semplicemente perché non rispetta, come spiega bene Auci, alcuni diritti elementari e non disponibili.
A quanto pare lo stesso Matteo Renzi aveva molte perplessità di fronte a questo testo. E’ stato zitto perché non voleva innescare polemiche dentro il partito.
Di fatto si tratta di una legge in tutto e per tutto “grillina” (anche se poi i grillini non l’hanno votata):,nasce cioè dalla cultura del sospetto e non dalla cultura delle decisioni dei tribunali dopo regolare dibattimento.
Insomma, un tentativo maldestro, molto maldestro, del Pd di trovarsi un posto sulle barricate giustizialiste e un po’ manettare. Infatti la legge piace molto a gente come Rosy Bindi e Pietro Grasso (al quale Mdp, sempre più alla canna del gas, ha offerto la leadership del proprio movimento).
Ma è una vergogna. E se ne sono accorti gli stessi deputati, visto che contestualmente hanno approvato un ordine del giorno in cui si invita il governo a monitorarne con molta cura l’applicazione. Pronti, a gettarla via. Magari dopo le elezioni.
Comment
Non ho letto il testo della legge quindi non sono in grado di esprimere un giudizio definitivo. Tuttavia non ritengo che la sua approvazione sia stata determinata da “pruriti giustizialisti” del PD, tantomeno dal desiderio di inseguire i 5s nelle loro “pulsioni liberticide”, bensì dalla volontà di lanciare un segnale forte circa la volontà, da parte della Politica, di imprimere un deciso cambiamento di rotta nella trattazione di una materia (la corruzione) che è diventata il vero e proprio cancro del nostro Paese. La “minaccia” di sequestro (conservativo? cautelativo?) dei beni anche dei presunti corrotti e/o corruttori a mio avviso vuole rappresentare un deterrente, una forma di “dissuasione preventiva” nei confronti dei troppi soggetti che, in assenza di provvedimenti del genere, sarebbero portati facilmente a delinquere. Ovviamente, come per tutte le altre, anche questa legge è perfettibile e ritengo che proprio attraverso la sua applicazione e la rilevazione delle eventuali incongruenze e storture che emergeranno si potranno attuare i correttivi necessari.
Silvano