Le analisi che ascolto in giro sono troppo consolatorie.
E non le condivido.
• Sento dire che abbiamo perso perché non abbiamo fatto politiche di sinistra.
Ma di cosa stiamo parlando?
• A mio avviso il simbolo di questa elezione sono stati i risultati a Macerata. La città dove un leghista razzista ha preso una pistola, ha sparato su dei nigeriani e contro la serranda di una sede del PD.
• A Macerata (città governata da noi) la Lega è balzata dallo 0,6% al 20%.
• Ha vinto il pistolero. Non è certo un voto questo di chi voleva più sinistra.
• E, come a Macerata, nelle regioni rosse o ex rosse la lega ha sfondato.
• Altro che voglia di sinistra!!! Altro che praterie a sinistra!!!
• A sinistra l’offerta politica era varia ed ampia.
• Dai traditori di Leu a Potere al Popolo a formazioni varie con dentro la parola comunista.
• Il tema vero su cui riflettere è che l’offerta di sinistra c’era (in forte contrapposizione al PD) ma mancava la domanda, che non era una domanda di sinistra ma, come in tutto il mondo occidentale, era una domanda securitaria, identitaria, di paura … di destra insomma.
• Quel 32% dei cinque stelle poi è frutto di un grande sfondamento nel mezzogiorno tra un elettorato che storicamente ha sempre votato a destra, come in Sicilia ad esempio.
• Io so, cari compagni, che cinque anni fa non c’erano le Unioni civili ed il biotestamento.
• Io so che 5 anni fa i caporali la facevano da padrone.
• So anche che 5 anni fa le dimissioni in bianco erano una pratica vergognosa praticata da molti.
• Io so che 5 anni fa non c’era il reddito di inclusione ed i finanziamenti sociali erano stati ridotti al lumicino prima da Berlusconi e poi da Monti (e con l’assenso del PD di Bersani).
• E se volete vi faccio l’intero elenco ma credo che tra di noi non serva, lo conosciamo a memoria.
• Lo accenno solo per dire che queste, e tante altre, sono politiche di sinistra e sono queste politiche che l’elettorato non ha premiato.
• Ed è accaduto anche perché si è alzato un muro compatto tra tutte le forze politiche (con complicità dentro il PD) per impedire che il rinnovamento del nostro paese andasse avanti.
• Ed a capeggiare questa rivolta sono state le elites e l’immarcescibile establishment italico.
• Ci hanno provato in tutti i modi ed alla fine ci sono riusciti.
• E quando non ci riuscivano con la politica hanno messo in campo gli apparati deviati dello Stato come quegli ufficiali dei Carabinieri che a Napoli hanno costruito prove false per incastrare la famiglia dell’allora premier Renzi.
• Ed in quei frangenti mi ha stupito il silenzio dei più a sinistra, compresi i nostri compagni Orlando e Cuperlo (come anche il silenzio dei padri nobili Veltroni e Prodi) che oggi alzano la voce ma che allora tacquero e non si indignarono (in altri tempi questa specie di golpe avrebbe suscitato reazioni di piazza ma siccome riguardava Matteo Renzi faceva comodo anche dentro il nostro partito).
• Come ha fatto comodo la “character assassination” verso la ministra Boschi messa in piedi dal circuito mediatico per fargli pagare la determinazione con cui questa giovane donna aveva lavorato per far votare al Parlamento la Riforma Costituzionale.
• Io non nego l’incidenza sul voto della rabbia e del disagio sociale che ancora esiste malgrado la ripresa economica in atto.
• Ma la rivolta delle elites è avvenuta su un altro piano.
• E’ avvenuta perché il giovane fiorentino probabilmente aveva cominciato a fare sul serio avviandosi a smontare antiche abitudini di un paese che su queste antiche abitudini aveva costruito la sua pace sociale ma anche la caterva del suo debito pubblico.
• E di queste antiche abitudini nè è un piccolo esempio quella riserva indiana del CNEL dove trovano ristoro alla fine della loro carriera eminenti sindacalisti, industriali, politici; così come altro piccolo esempio è il tetto allo stipendio dei dirigenti pubblici e la fine della loro inamovibilità; e vogliamo parlare del nuovo meccanismo dei Patti territoriali con Regioni e Comuni?
• Immaginate cosa ha significato nel Mezzogiorno il fatto che questi Patti messi in piedi da Renzi e Del Rio prevedevano lo stretto controllo dell’Autorità anticorruzione su ogni appalto, la cabina di regia centrale che bypassasse le resistenze burocratiche ed i poteri sostitutivi dello Stato in caso di incapacità manifesta degli enti territoriali.
• Oppure provate ad immaginare la paura dei membri della Corte Costituzionale se questo riformismo radicale arrivava pure a toccare quel meccanismo che porta a cambiare in continuazione il loro Presidente non per una questione procedurale ma solo perché un Presidente dell’Alta Corte va in pensione con un appannaggio più alto.
• E tra le forze avverse ci vogliamo mettere anche quel vasto tessuto di complicità che avevano trasformato le Banche popolari ad essere organismi malati dentro un sistema sostanzialmente sano, tessuto di complicità che è stato smantellato grazie alla riforma delle Popolari , riforma che non era riuscita neanche a Ciampi, bloccato 17 anni fa dai convergenti interessi di destra e di sinistra?
• O vogliamo parlare del sistema del caporalato nel Mezzogiorno finalmente colpito da una legge che lo stesso Renzi ha preteso, come racconta Teresa Bellanova, dopo la morte nei campi per super sfruttamento, di una bracciante pugliese? Un sistema di sfruttamento che però portava, nel Mezzogiorno, preferenze e consensi elettorali anche a sinistra (ed è forse questo il motivo per cui sul fenomeno si sono fatti tanti convegni ma mai si era prodotta una legislazione che mirasse a stroncarlo).
• Io penso che l’errore più grande di Renzi sia stato quello di fermarsi per aspettare chi recalcitrava e di non essere andato sino in fondo con il rinnovamento delle classi dirigenti soprattutto al Sud. Come ha detto qualcuno il suo errore è di aver promesso il lanciafiamme per rinnovare le classi dirigenti meridionali ma poi da quelle parti non si è visto neanche un accendino.
• Ma su questo ultimo punto non ha certo titolarità a parlare Andrea Orlando che per anni è stato commissario del PD a Napoli e quando se ne è andato ha lasciato un Partito ancora più balcanizzato e clientelare di prima.
• E non hanno titolarità a parlare quelli che, per dimostrare quanto avessero ragione, nel bel mezzo della guerra hanno preso il fucile per unirsi agli eserciti avversari.
• Matteo Renzi dimettendosi si è addossato tutte le responsabilità della sconfitta.
• Mi piacerebbe che lo facessero tanti altri, soprattutto quelli che da quando nel 2008 è nato il PD sono sempre stati in maggioranza, prima con Veltroni, poi con Bersani ed adesso con Renzi.
• Sento parlare di derenzizzazione del Partito. Mi sembra invece che ci sia una gran voglia di normalizzazione!!!
• Di tornare alle pratiche della vecchia ditta.
• Matteo Renzi ha commesso sicuramente tanti errori, non li elenco, alcuni li vedo bene anch’io ma la formula asfittica di queste assemblee non mi consente di prolungarmi oltre (e v’invito, se v’interessa, a seguirmi sul blog Manricosocial), sui social si discute meglio e in maniera più approfondita.
D’altra parte, sono certo che ascolterò da voi l’elenco degli errori e ne farò tesoro.
• Io so soltanto che malgrado i suoi errori questo ragazzo di Rignano sull’Arno aveva ricaricato in me la voglia di fare politica, mi aveva trasmesso la speranza che non saremmo morti politicamente nella eterna diatriba tra D’Alema e Veltroni.
• E’ andata male.
• Comunico a quest’ assemblea che non rinnoverò per ora la tessera del 2018.
• Voglio vedere chi sarà il segretario nominato dall’assemblea nazionale, se proveranno a rientrare quelli di LeU, se il rinnovamento avviato in questi anni sarà bloccato.
• Forse è ora di attaccare gli scarpini al chiodo. E lo dico tra queste 4 mura dove sono stato educato politicamente ed anche umanamente. Arrivederci.
Enzo Puro storico dirigente del Partito Democratico
4 Comments
Caro Enzo,
concordo su tutto tranne che sul non rinnovare la tessera del PD. Io e mia moglie l’abbiamo già fatto.
Non possiamo lasciare il Partito a chi ha ostacolato in modo così sfacciato il primo vero e profondo tentativo riformista in questo Paese.
C’è bisogno di quelli come te, che hanno le idee chiare su quello che è successo.
Siamo fuori dal coro, è evidente.
L’aria che tira è un’altra, ma i problemi del Paese si risolvono con più riformismo, non con l’avventurismo populista o con le utopie nostalgiche.
Prepariamoci, elaboriamo nuove strategie e conseguenti tattiche, studiamo i nuovi media, soprattutto favoriamo l’emersione di una nuova classe dirigente, specie in periferia.
Le elezioni europee sono alle porte.
Non perdiamoci di vista.
En marche.
Caro Enzo non mollare! La tua analisi è corretta anche se diversa dalla mia. Occorre uno sforzo ulteriore da parte di chi non accetta la marginalizzazione dei democratici. I giorni belli torneranno.
Posso condividere molti punti dell’ analisi di Enzo Puro, ma mi dispiace che lui parli di un partito che si muove solo dal vertice, e che trascuria, senza neppure cercare scuse, la sua base.
Di fatto è successo che i circoli sono stati trascurati o lasciati in mano a interessi non chiari, gli organi intermedi abbandonati a faziosi o incapaci. Non si è capito che “l’Unità” ,cartacea o on line, era ossigeno per un partito di massa.
Questi sono stati errori che ora paghiamo. Ma da qui in avanti è meglio ricostruire.
Sandra Festi- Bologna
Tieni duro Enzo, non ti conosco e non so se sei un vecchio comunista come me, ma rimani nel partito che ne abbiamo bisogno di iscritti come te.
Ho anche io dubbi sul tesserarmi subito o aspettare, credo che lo farò visto che si parla tanto che dobbiamo fidarsi tra noi e allora io mi fido, poi vedrò cosa succede a livello nazionale.
Repetti Camillo