«Credo di potermi annoverare tra gli esponenti della sinistra del Pd e penso che oggi una cosa non possiamo farla: sacrificare in un colpo solo le due figure più autorevoli che il paese esprime, il capo dello Stato e il presidente del consiglio», spiega con un filo di humour Gianni Cuperlo, ex presidente dei dem ai tempi di Renzi: che tende a smontare la tesi, secondo cui tutta la sinistra del partito guidato da Letta stia frenando su Draghi al Colle. Anzi, a sentire Cuperlo, «il tema che si pone piuttosto è un maggiore coinvolgimento dei partiti nel governo che verrà, che non deve essere un governo di transizione, ma pienamente in grado di svolgere missioni cruciali per il paese, come la campagna vaccinale e l’impiego dei fondi del Pnrr».
E Berlusconi si ritirerà in buon ordine?
«Lui avrebbe le stesse chances della Salernitana di centrare la Champions. Quello è solo un gioco delle parti interno al centrodestra, con un problema che investe i due giovani leader impegnati a non indossare i panni di chi rompe giocattolo. Ma sanno bene che i numeri non ci sono».
Anche i giallorossi sono divisi. I 5stelle non tifano Draghi e non c’è un altro nome condiviso. O no?
«Non so se sia questa la posizione di Conte. Ora, che ci siano perplessità nel M5s è possibile, vista la stagione tormentata anche sul versante dei sondaggi. Ma intanto proporre una larga intesa su un nome di alto profilo e la continuità della legislatura mi pare una giusta premessa per trattare da una posizione di forza; e poi ci sono ancora giorni preziosi in cui tentare di trovare la quadratura giusta, uscendo da una lettura rigida delle parti in commedia, anche dentro il Pd».
Cioé?
«Come dicevo, non ci può essere una pregiudiziale nei confronti di Draghi. E siccome Mattarella, pur avendo ricevuto a gran voce in più occasioni una richiesta di bis che testimonia il forte sentimento di empatia che lo lega al popolo, ha detto che non lo vuole fare, non ci possiamo permettere di sacrificare congiuntamente entrambe le due figure di riferimento. La soluzione deve comunque prevedere un coinvolgimento del premier».
Quindi Draghi non deve per forza restare a Palazzo Chigi per le missioni del Pnrr e del patto di stabilità Ue?
«Guardi, il governo Draghi nasce su impulso di Mattarella. Renzi ripete che Draghi sia lì per merito suo, in realtà il suo demerito è aver fatto cadere il Conte due. In questa situazione, il capo dello Stato alla luce della pandemia e degli impegni verso l’Europa, ha deciso che non si poteva andare al voto. Ha chiamato Draghi e quel governo ha in Mattarella il referente. E venendo a mancare la sua figura, dobbiamo evitare che passi l’idea che possa crollare tutto l’edificio. Ci deve essere un’assunzione di responsabilità delle forze politiche, per garantire la continuità di quell’azione di governo».
Come?
«Con un governo che abbia un profilo politico forte, anche con la presenza dei leader, ipotesi su cui discutere: sarebbe un modo per far sentire più responsabili nell’ultimo scorcio di legislatura le forze politiche che danno vita a questa maggioranza. Se non vogliamo passare dieci mesi a fare campagna elettorale in vista del voto, prendiamo atto che ci sono impegni rilevantissimi: decine di decreti attuativi della riforma della giustizia, della legge sulla concorrenza, la riforma delle pensioni. Un’agenda pregna su cui i partiti devono investire».
Carlo Bertini, La Stampa, 20 gennaio 2022
3 Comments
Non riesco capacitarmi che un politico professionista possa ragionare così!
Qui ci sono i progetti PNRR da fare, il Patto di Stabilità da ridiscutere, la pandemia da tenere sotto controllo, un debito pubblico mostruoso, l’inflazione che potrebbe tornare a galoppare, una Sanità da rifondare e preparare alla prossima pandemia, più una miriade di altri problemi, e questo signore vuole DISCUTERE “un governo che abbia un profilo politico forte, anche con la presenza dei leader, ipotesi su cui DISCUTERE”.
Capite, vuole discutere di un’ipotesi che finora non si è realizzata, dopo quasi quattro anni di legislatura, e che magicamente dovrebbe realizzarsi adesso… così, perché lo chiede lui!
Ma dove vive Cuperlo? Su quale pianeta? Dov’è stato negli ultimi anni? E’ davvero così naif o ci prende in giro?
Questa cosiddetta “sinistra” è semplicemente disastrosa. Per insipienza o per calcolo, non voglio saperlo, ci porta contro un muro, per l’ennesima volta.
Mi permetto di aggiungere qualche riflessione in proposito.
https://ilquadernodiet.blogspot.com/2022/01/utopia.html
Ernesto, la verità è che con Draghi al governo il PD non tocca palla. Laddove con Conte al governo un caro amico di D’Alema (e quindi di Cuperlo) faceva avere “commissioni di intermediazione” di 15 milioni di euro a un prest… ehm, imprenditore di Civitavecchia su un conto di San Marino. E da lì, chissà dove sono andati quei soldi.
Quindi il PD ha tutto l’interesse a “discutere” un governo senza Draghi e a mandare Draghi alla presidenza della repubblica (minuscolo, in questo caso).
E Cuperlo, che è un perfetto sepolcro imbiancato con l’aria da saggia brava persona, è perfetto per veicolare il messaggio facendolo sembrare “ragionevole”.
Prima capiamo che nel PD non c’è più traccia di politica (l’ultimo tentativo di farla è stato fermato con una violenza inaudita) ma solo un comitato d’affari che fa l’interesse di pochi, e meglio è.
A prosito di pareri leggete cosa dice Renzi sulle prossime elezioni per il capo dello stato in una intervista al giornale
” la Republica”.
“Mario Draghi al Quirinale, per lui (Renzi) , “può essere il garante della politica e della nostra stabilità atlantica per sette anni. Se accadrà non sarà un politico a fare il presidente del Consiglio ma una figura istituzionale che va bene a tutti”, dice Renzi che non si è espresso sulla potenziale entrata dei leader dei partiti politici in questo governo”.
Matteo mi sembra meno arrogante e più lungimirante dei renziani come l’anonimo ed irritante Emiliano. Io ripeto il mio pensiero e spero che si avveri. Mario Draghi al Quirinale è una garanzia per l’Italia e per l’Europa e poi sarà lui, con l’accordo dei principali partiti che lo sosterranno, a nominare il nuovo capo del governo. Secondo me non c’è un’altra strada, “diversa da quella sopra citata che anche Matteo( Renzi è forse anche. Salvini) mi sembra di voler affrontare insieme al PD, per evitare le elezioni anticipste e lo dico senza offendere nessuno. La politica urlata non serve a nessuno e meno che meno ai praticanti urlatori. Meditate renziani ed ascoltate meglio il vostro leader. Serena e motivata giornata a chi legge su questo libero e democratico blog. Antonio De Matteo Milano