DALL’INVIATO A NEW YORK. Sulle prime, quando sente che Matteo Renzi minaccia di fare al Pd quello che Macron ha fatto ai socialisti francesi, Nicola Zingaretti resta interdetto: «Ah, e lo dice pure?». Poi, dopo aver letto le dichiarazioni nell’intervista a La Stampa, il segretario risponde così: «Ogni picconata al Partito democratico è un favore fatto a Salvini e alla destra,mentre viviamo in un clima con fattori drammaticamente simili a quelli degli anni Venti del secolo scorso.
Poi ognuno si assumerà le sue responsabilità». Zingaretti è venuto a Washington per visitare la Casa Bianca e incontrare la Speaker della Camera Pelosi, ma commenta l’attualità italiana: «Anche qui a Washington i siti e le tv mostrano le immagini drammatiche di Venezia, che stringono il cuore. Ora tutti uniti per affrontare questa emergenza».
Renzi ha detto che «il nervosismo di alcuni ex colleghi di partito è comprensibile: noi abbiamo un obiettivo che è quello di fare ai dem ciò che Macron ha fatto ai socialisti». Cosa ne pensa?
«I democratici sono in Italia il principale pilastro intorno a cui si può organizzare un’alternativa ad una destra fortissima, che a piazza San Giovanni ha fatto una proposta al Paese ben chiara, alla quale occorre dare una risposta molto netta. Il Pd è la principale forza di questa alleanza, non esiste un’alternativa alla destra italiana che non passi da un nostro forte protagonismo. Ogni picconata al Partito democratico è un favore fatto a Salvini. Questa è la pura verità, e quindi più si colpisce il Pd, più si rafforza la destra. Poi ognuno si assumerà le sue responsabilità. Io continuo a credere che non si possa governare tra avversari politici. Quello che l’Italia si aspetta da questo esecutivo è una visione comune, per riaccendere la crescita e indicare un nuovo modello di sviluppo che a mio avviso deve fondarsi su una nuova economia verde. Non possiamo sottovalutare che la destra italiana ha avanzato, vuole avanzare, una sua proposta al Paese. Noi dovremmo farlo nel nostro campo, aggregando le forze migliori della società a cominciare dai territori, dai sindaci».
Ma Renzi in sostanza minaccia di annientarvi.
«Io credo che un partito che fonda la propria identità in negativo sugli altri non abbia molto futuro. Io fondo la forza del Pd sulla volontà di costruire una proposta e un progetto per l’Italia, non certo contro le persone con cui governo, e che credo debbano essere coprotagoniste della conduzione di una proposta per l’Italia. Chi fonda la propria forza sulla critica degli altri probabilmente ha poco di positivo da dire su se stesso».
Alcuni le rimproverano troppa tolleranza verso i grillini, ad esempio sull’Ilva.
«Il premier Conte ha detto una cosa molto sensata: siamo pronti a reintrodurre lo scudo, qualora risultasse utile a risolvere il caso dell’Ilva. È una posizione che condivido. Poi c’è una manovra economica che in gran parte contiene il programma del Pd: si blocca l’Iva, si tagliano le tasse agli stipendi più bassi, si abolisce il ticket sulla Sanità, dal primo gennaio asili nido gratuiti per la stragrande maggioranza della famiglie, si rifinanzia industria 4.0, si mettono miliardi di euro per investimenti nel Paese. È l’inizio di una fase nuova e io vedo scelte molto segnate dalle proposte del Partito democratico. Il resto, francamente, lo trovo chiacchiericcio politico».
In Emilia Romagna Salvini sta conducendo una campagna nazionale, e Bonaccini una campagna locale. È la strategia giusta per il Pd?
«Si vota per il nuovo presidente, e giustamente gli elettori giudicheranno il lavoro fatto, e chi potrà governare meglio la regione. Bonaccini è stato non solo un ottimo presidente, ma sta impostando la compagna elettorale per il bene dei suoi cittadini, contro le invasioni da fuori di chi dell’Emilia Romagna non gliene frega niente, ma vuole utilizzare questa battaglia per scopi che c’entrano molto con la politica, ma poco con la qualità della vita e il futuro di una regione importantissima per l’Italia».
Se l’operazione di Salvini funzionasse il governo non cadrebbe?
«Questa operazione non riuscirà perché vincerà Bonaccini. Il tema poi non è farsi queste domande, ma stare tutti in campo per vincere le elezioni regionali in Emilia Romagna. Il Pd allo stato attuale è l’unico grande partito della coalizione che sarà presente dalla Val d’Aosta alla Sicilia, e questo è il modo con cui si ferma la destra. Spero che lo facciano tutti, perché non si può dire che Salvini è pericoloso, e poi scappare dalle elezioni territoriali per paura di perdere. Questo è davvero triste».
È rassegnato alla fine delle alleanze elettorali con i grillini?
«Ogni regione deciderà per conto suo. Ora la cosa più importante è che il governo metta in campo una manovra di bilancio che stimoli la crescita e produca una nuova fase nella vita economica e sociale italiana. Se si lavora bene, è possibile».
Quindi non esclude nuove alleanze con i grillini?
«Ho sempre detto dal primo istante che ogni regione ha la forza per decidere autonomamente. Di fronte all’offerta politica della destra, è stravagante negare l’importanza che un altro campo di forze nei sistemi maggioritari a turno unico si organizzi per vincere. Il Pd c’è, e io credo che i cittadini riconosceranno il fatto che siamo l’unico grande baluardo esistente in Italia contro le destre, con una proposta che rivolgiamo a tutto il Paese».
Vede il rischio che si ripetano gli anni Venti del ‘900?
«Noi lavoriamo esattamente per l’obiettivo opposto e a Bologna, da domani e fino a domenica, discuteremo di questo, per non ripetere errori del passato. Ci sono alcuni fattori drammaticamente simili: la crisi economica, la ricerca dell’uomo forte, la frammentazione della politica, l’incapacità della politica di capire che occorre fare un salto in avanti netto, per dare una risposta alle persone. Io voglio uscire dalle beghe quotidiane, la vera sfida è ricostruire la speranza che le cose possono cambiare. Questo può sconfiggere le destre, non le divisioni nel campo del centrosinistra o le furbizie, perché se il centrosinistra si divide, lascia come unica proposta quella della destra, e ciò è l’opposto di quanto dice Renzi. Io non voglio distruggere Italia Viva. Non siamo noi che colpiamo il Matteo sbagliato, ma lui che punta l’obiettivo sbagliato. Io lotto contro Salvini, lui contro il Pd».
Così si spiana la strada alla destra?
«Lo dice la matematica, prima della politica. E questo rende ancora più forti le ragioni del Pd».
14 Comments
Se non ce ne fosse stato bisogno questa intervista di Zingaretti è la dimostrazione dell’ennesima fragilità di leadership del PD. Purtroppo non è solo la sua ma di una vasta classe dirigente di questo partito che in termini di strategia politica è stata sempre vicino allo zero, se escludiamo le ragioni della nascita, che oggi i stessi padri fondatori (Veltroni e Prodi) rinnegano. Questo è uno dei tanti motivi che mi ha sempre convinto a sostenere Renzi e ad uscire da un partito che non riesce a pianificare in modo intelligente ed evolutivo la propria azione politica per imporsi sul Paese.
La risposta a questa intervista però la faccio dire al sig. Marco Campione, che così scrive in un post e che condivido interamente.
MARCO CAMPIONE
Leggo nervosismo nella mia bolla per una affermazione di Renzi ieri alla Stampa. Per chi legge solo i commenti e non ha letto La Stampa riporto la frase nella sua interezza:
“Italia Viva ha un obiettivo che è quello di fare ai dem ciò che Macron ha fatto ai socialisti. Assorbirne il consenso per allargare al centro e alla destra moderata”.
I miei amici dem si sono risentiti, ma non ne capisco la ragione. L’accusa a Renzi (le poche volte che gli viene contestata la politica e non viene criticato per il colore della cravatta, per l’accento toscano o per il suo carattere) è sempre stata di aver “spostato a destra” il PD. Che senso ha criticarlo se lo esplicita?
Evidentemente Renzi (da tempo) ha individuato alla destra del PD uno spazio politico e ha preso atto (io dico, finalmente) che il PD non ha possibilità di conquistarlo. I casi sono due: o Renzi ha ragione e il quadro politico avrà l’evoluzione “francese” indicata da Renzi oppure ha torto e allora fallirà.
Il Pd può fare tre cose: approfittare dell’uscita di Renzi per lanciarsi alla conquista dello spazio politico opposto, alla sua sinistra; accettare la sfida di Renzi per la conquista dello spazio politico “al centro”; non fare nulla, nella convinzione che lo spazio al centro non esista e che la sinistra arriverà non essendoci più Renzi nel PD.
Trovo molto scorretto fare la quarta: prendersela con Renzi se nessuna delle tre strade porta consenso.
Non credo di dover aggiungere altro.
saluti
Gianni Moscatellini
Ottima osservazione, Gianni.
Condivido totalmente il tuo pensiero , come molti altri.
Camillo
Anche io sono d’accordo con Moscatelli.
E cerchiamo di non ” incartarci”,per favore….
Rossana
Scusate ,ma cerco di continuare il mio ragionamento con voi…
Bisognerebbe inventarsi una Socialdemocrazia più nuova e moderna,allargata al centro che possa competere con una destra molto competitiva e aggressiva( nel mondo !) che usa slogan demagogici fintamente e apparentemente pure di sinistra.
Il Socialismo ( quello vero che piace a me !) non riesce più ad avere i “numeri “,purtroppo.Guardate la Francia e ora fa fatica anche la Spagna… Ci stanno a fare la guerra, la’fuori … anche per Trump hanno votato i poveri mica solo i signori!!Le parole usate possono essere equivocate da chi non riesce a capire che ti vogliono fregare.
Insomma dobbiamo stare molto attenti e il mondo è molto cambiato e l’elettorato di oggi ( quello in buona fede) è molto variegato e con esigenze diverse…
Ora smetto se no mi mandate a quel paese!!!
Saluti affettuosi a tutti
Rossana
Io invece sono d’accordo con il signor Marco Campione che dice: “Il PD deve continuare ad essere attrattivo per il centro politico italiano conservando i voti dell’ex PCI ed escludendo quelli che credono ancora nel comunismo”. Ovviamente è un’interpretazione che io ho fatto del pensiero del suddetto signore ; ma di sicuro è la realtà attuale del partito democratico Italiano, con alla guida Nicola Zingaretti. Non ci sono forse nel PD gli ex comunisti e gli ex democristiani di sinistra con l’esclusione dei comunisti? Il popolo Dem non è composto da una società multiclasse Che va dal disoccupato, all’operaio, al dirigente,all’imprenditore? La mia risposta per le suddette domande è affermativa, cioè SI.
Quindi nessuna paura di Renzi perché quello che lui vuole costruire esiste già ed è rappresentato dal PD non paragonabile al partito socialista francese. D’altra parte Il presidente francese, Macron ha messo insieme gli ex comunisti, ex socialisti e gli imprenditori progressisti ( quelli dell’economia inclusiva ), copiando l’idea del PD. Matteo Renzi, sta facendo un’ altro operazione tutta personale: vuole tornare a fare il capo.
Per quanto suddetto io penso che la sua strategia fallirà.
Certo lui può sperare di vincere solo se Zingaretti apre ai comunisti e costruisce “il partito dei poveri”. Voglio precisare che quando dico no ai comunisti non mi sento razzista, ma solo uno che ha creduto in quella filosofia ed ha verificato l’impossibilità di applicarla. Sono sempre convinto però che tutti gli essere umani debbano avere gli stessi diritti, gli stessi doveri, le stesse probabilità. Io non voglio più parlare di Renzi Matteo, ma chiedo di parlare di Taranto, Venezia, e di tanti altri problemi Italiani presentando delle proposte concrete emendabili. Sono sicuro che nella risoluzione di quest’ultimi troveremmo un accordo con gli amici vivi. Grazie per l’attenzione e buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
E bravo Moscatellini. Quindi oggi non abbiamo problemi di chiarezza su cosa fare ma semplicemente non abbiamo un dirigente aggressivo, mediatico, bellino, uomo/padre/marito/cristiano. Ho sperato fino all’ultimo che Renzi avesse la seria intenzione di allargare il consenso del centro sinistra proponendo politiche economiche e sociali integrative, se vuoi originali, rispetto a quelle avanzate dal PD, senza sovrapposizioni ma sicuramente non antagoniste. Ed invece il buon Renzi attacca il PD ed i suoi militanti e sostenitori dopo averli ingannati ed aver carpito loro un appoggio quantificabile in circa 1.700.000 voti alle primarie. Ho fatto la fila convinto di aver trovato un sicuro interprete delle mie istanze, nettamente contrarie, nei contenuti e nei modi, a quelle professate dalla lega nord. Invece oggi me lo ritrovo a metà strada tra me ed il populismo. Tristezza, profonda tristezza. Gli auguro di sfondare da tutte le parti nella speranza che il suo progetto non mi ricacci indietro dopo più di mezzo secolo di dure lotte democratiche contro la borghesia ed il grande capitale che oggi, pur di conservare il potere e tacere sulle loro disfatte, distolgono i cittadini fomentandoli contro quei poveri cristi (4.000. circa) di immigrati che ci consideravano un approdo sicuro. 4.000!!! Ovviamente io a Moscatellini continuo a voler bene indipendentemente da opinioni diverse sull’attualità politica
Caro Massimo Maini
questa tua frase “Ho sperato fino all’ultimo che Renzi avesse la seria intenzione di allargare il consenso del centro sinistra proponendo politiche economiche e sociali integrative, se vuoi originali, rispetto a quelle avanzate dal PD, senza sovrapposizioni ma sicuramente non antagoniste. Ed invece il buon Renzi attacca il PD ed i suoi militanti e sostenitori dopo averli ingannati …”
a quale periodo ti riferisci?
A quello dei 1000 giorni del govertno Renzi? Non mi va di ripetere sempre le stesse cose: E’ stato o no un periodo di intenso Riformismo per la sinistra e per il Paese, pur considerandolo solo ad un primo step? se la risposta è sì, allora iniziamo a ragionare da qui.
se è No, allora non lamentarti più di tanto perchè questo NO ha determinato l’ascesa di Salvini e l’indebolimento strutturale del progetto PD.
Oppure ti riferisci alla attuale situazione dopo l’uscita dal PD e la creazione di Italia Viva?
Se così è, la tua preoccupazione di ” Renzi avesse la seria intenzione di allargare il consenso del centro sinistra proponendo politiche economiche e sociali integrative”, come faccio a convincerti che sarà così? Sì Italia Viva ha l’obiettivo di allargare le alleanze dell’area di centro sinistra. Anche perchè in tempi brevi sia il PD che Italia Viva da soli non credo arriveranno al 40-50% per governare.
Se poi vuoi proposte concrete di politiche economiche e sociali integrative, per ultimo ascoltati queste relazioni e capirai il livello di aiuto alla concretezza e alla soluzione dei problemi che Italia Viva darà già nei prossimi mesi.
https://www.youtube.com/watch?v=Bb7EXHPvgis&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0KxuVrORcAa-gYqkNgp0tmz1VmuzsMWJoc197Do4v_nV1yW0hQsXnS_D8
Quindi gambe in spalla, meno polemiche, ognuno percorra la strada che preferisce per poi rincontrarsi per cacciare questa destra becera dalla gestione della nostra Italia.
con affetto
Gianni Moscatellini
La colpa più grave di un generale di corpo d’armata e’ quella di abbandonare i suoi uomini, dopo una sconfitta da lui stesso provocata, mentre il nemico l’accerchia paurosamente. E quello che è più grave è: dare la colpa ai suoi generali di divisioni. Uomini e donne dell’armata stringiamoci intorno al nuovo comandante “per cercare la vittoria e difendere Roma” dai nuovi barbari, come recita il nostro glorioso inno Nazionale.
Buona domenica tutti Antonio De Matteo Milano
No caro Antonio,
il Generale di Corpo di armata è stato cacciato senza riflettere sulle cose buone fatte come un buon inizio.
Ora i generali di divisioni rimasti ci stanno ripetendo che le cose buone c’erano, senza nominare il vecchio comandante ma ormai i Barbari di una destra becera si stanno per prendere Roma.
Questa è la consapevolezza che certi generali non vinceranno mai la guerra perchè non hanno una strategia credibile.
un caro saluto
Gianni Moscatellini
Caro Gianni, non ci sono equivoci sul periodo che stiamo analizzando. In primo luogo perché quei 1000 giorni io, come già scritto, li ho appoggiati oltre ad averli preceduti con i mio voto a Renzi prima della sua consacrazione. E’ per questo che critico, con forte disagio, l’atteggiamento di Renzi ora che ha abbandonato il progetto PD che non nasce con lui ma circa 40 anni fa da convergenze politiche del PCI e della DC nelle persone di Berlinguer e Moro. Quindi, secondo me, non si tratta di percorrere strade diverse per poi incontrarsi e sconfiggere questa pericolosa destra reazionaria e populista. Era invece necessario, certo non sufficiente , che i dirigenti rimanessero uniti dando un segnale di compattezza in questa fase in cui l’unica politica da contrapporre al salvinismo ed al melonismo è proprio la serietà di un partito che trova nella discussione democratica e profonda di un “organo dirigente” e delle sue diramazioni territoriali la propria natura politica. Quindi chiedo sommessamente: perché Renzi ha sparigliato evitando, di fatto, un dibattito interno sulle sue posizioni su cui, perché no, mi sarei potuto trovare d’accordo? Intanto Marattin, Boschi, Giachetti ( da me convintamente votato a Roma come Sindaco), Rosato e tanti altri dirigenti oggi di Italia Viva si stanno spendendo mediaticamente non per supportare quegli obiettivi comuni che tu citavi ma per contrastare il PD e Zingaretti con lo scopo di occupare uno spazio politico all’interno del centro-sinistra. Potrà loro interessare meno del nulla ma per me erano voci che mi rappresentavano. Oggi cambio canale. Anzi ho proprio spento la televisione. Rimango in questo blog perché lo ritengo l’ultimo spazio di discussione non delegato ad un twit o ad un selfi o ad un messaggio su facebook . Caro Gianni, ringrazio Staino che ci consente questo pacato scambio di opinioni e ringrazio te per il calore con cui ti stai battendo per le tue idee. Un caro saluto
Caro Massimo
parole sagge le tue, ma solo in teoria. Quando una coppia non riesce più a dialogare e si evidenzia in modo eclatante il sopraffare dell’uno sull’altro in una continua disputa, non conviene più stare insieme per il bene dei propri figli. Ci si separa, ed essendo civili, ci si separa consensualmente aiutando i propri figli ognuno per la sua parte. Poi chissà, il tempo aiuterà a rimarginare le ferite e magari costruire insieme progetti sempre più utili per i propri figli.
un caro saluto
Gianni Moscatellini
Caro Gianni Moscatelli, “ai posteri l’ ardua sentenza” ma intanto che i barbari si prendono Roma vuoi vivi per non morire che cosa state facendo oltre a “tentare di svuotare il PD” che non ha cacciato Renzi, anche Sergio può confermarlo. Sulla Ilva di Taranto qual’ è la vostra proposta? Pensate ancora di imporre il vostro emendamento sullo scudo penale e far cadere il governo o trattate discretamente con il PD è momento cinque stelle per trovare una soluzione condivisa che salvi posto di lavoro ed ambiente? Io penso che se Renzi, come dici tu caro Gianni, vuole collaborare da separato con i Dem deve smetterla di affidare i suoi proclami ai Mas media e parlare in privato con Zingaretti e Movimento 5 Stelle per trovare una soluzione condivisa da portare avanti unitariamente. Basta parlare di Matteo Renzi ognuno si tenga le sue opinioni: per me è un disertore, per te caro Gianni è un eroe ed e’ inutile cercare un compromesso. Possiamo però risolvere insieme i problemi dell’Italia ed arginare e sconfiggere i barbari che avanzano. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Gli amori finiscono, ma il rispetto e la stima devono rimanere e guai a quel genitore Che sparla dell’altro ai propri figli.
Certo poi ci sono i genitori separati che vogliono fare il “capo” e rapiscono i propri figli svuotando la casa del coniuge coassegnatario, ma questo,secondo l’etica, la morale e la legge italiana è un reato. Pensare di assegnare sempre le colpe agli altri assolvendo se stesso e per giunta mentire dicendo “mi hanno cacciato via”, non aiuta a far crescere sani e sereni i propri figli che sono il futuro della nostra società.
Le ferite non si rimarginano se ti senti superiore, ma non aiuti l’inferiore. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Gianni fatico a pensare che due divorziati cerchino di orientarsi verso un obiettivo comune per provare a costruire un percorso condiviso. La storia ci insegna altro.Due divorziati vanno per la loro strada. In politica, questo ci insegna la storia, dalla scelta di Bordiga e compagni nel 1921, a Nenni nel 1960 con il centro-sinistra, a Craxi negli anni 80 e sempre la storia ci insegna che gli esiti di quelle scissioni furono devastanti per questo paese. Comunque non ti ritengo un avversario ma sono convinto che Renzi avrebbe dovuto evitare di metterci in questa situazione perché, a mio giudizio, ho sempre pensato (ed in questa maniera mi comporterò anche nell’al di là) che quando si appartiene ad un gruppo la battaglia va fatta nel gruppo stesso e non uscendone sbattendo la porta. Ti ringrazio per la franca chiacchierata e mi auguro che tu abbia ragione.