Ricevo da Luca Serafini e quindi dal Monte Amiata quanto segue. Mi sembra un messaggio se non altro molto inusuale, un bel misto di riso e pianto.
Sergio
Ricevo da Luca Serafini e quindi dal Monte Amiata quanto segue. Mi sembra un messaggio se non altro molto inusuale, un bel misto di riso e pianto.
Sergio
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C’è certamente nostalgia – costruttiva – di una comunità politica che esplicitamente si dichiari in “lotta” perchè tutti i figli del nostro paese, dal figlio del fabbro a quello del professore universitario, possano correre dallo stesso nastro di partenza, coniugando così liberalismo, meritocrazia e giustizia. Sembrano parole stantie, ma non lo sono, nè le sento pronunciare.
Io vivo a Napoli, e ho visto finire in carcere tanti ragazzi a cui ho fatto doposcuola in parrocchia, e per un motivo semplicemente, paurosamente banale : non hanno continuato a studiare nè avevano strumenti per porsi in posizione critica nei confronti del mondo che li aspettava “fuori” con le sue lusinghe piccolo-camorristiche. Noi li lasciavamo alla fine delle medie, per esempio, e per il resto eravamo impotenti.
Le periferie e i migliaia di bassi di Napoli, le borgate di Roma, le realtà che circondano Milano o Torino, queste devono costituire il battito a sinistra dei riformisti.
Il diritto a partire dalla stessa griglia di partenza. Forse ho detto cose banali. Forse questo compito è della scuola, non dei partiti, non so. Però i soldi per un teatro, un cinema, un aiuto ad una libreria, possono venire da uno stanziamento fondi, ovvero dalla politica. Che sia questa, oggi, sinistra “riconoscibile”? Oltre a quella che si batte per il buon uso del Recovery Fund? Chè poi le due cose coincidono, ma bisogna che questo lo si spieghi! Dobbiamo essere di nuovo riconoscibili anche nel linguaggio, sapendo che ci ascoltano anche in quei deserti luoghi terribili come quei terreni polverosi di dannati che vedemmo in Dogman di Matteo Garrone, emblema della solitudine periferica più nera, un girone infernale battuto dal sole.
Ritroviamo le nostre parole.Ma non “capitalista” o “proletario”! Parole nuove e vive dei nostri valori vivi e che si sono trasmutati nei secoli. Non dobbiamo essere ridicoli, dobbiamo essere credibili ed “ascoltabili” anche nei deserti luoghi del nostro paese.
Grazie Luca, grazie Sergio.
Massimiliano
Caro Massimiliano
concordo con te su tutto quello che hai scritto, a proposito “delle mucche comuniste ambientaliste”e ringrazio anch’io Luca e soprattutto Sergio che ha permesso a quest’ultimo di esporre su questo blog la solitudine e l’abbandono a cui vanno incontro tutte le persone in Italia e nel mondo, che sempre più Spesso vivono in uno stato di povertà ed ingiustizia sociale. Anch’io spero che con i Recovery Fund la sinistra politica italiana ed europea, possa finalmente recuperare quella parte di società che ha grande difficoltà e diventa ogni giorno più povera e più dimenticata. Naturalmente per fare quanto sopra detto è necessario che chi “ha i soldi”contribuisca in modo decisivo, a partire, ad esempio, dalle “pensioni d’oro” che sono numerose e non hanno subito particolari danni in questa pandemia. In particolare spero tanto nell’attenzione e nell’impegno del nuovo segretario del PD professor Enrico Letta al quale mi permetto umilmente di suggerire di leggere tramite i suoi collaboratori questo blog.
Buona giornata a tutti coloro che leggono.Antonio De Matteo Milano