Vittorio (Bobo) Craxi non é solo figlio di Bettino, ma da tre decenni é un dirigente socialista, eletto nel 1990 consigliere comunale a Milano, e poi, dopo la fine del Psi, candidato dal nuovo Psi, in alleanza con la Casa delle libertà nel 2001, al collegio uninominale di Trapani ed eletto deputato. Animatore, assieme a Saverio Zavettieri, di una lista chiamata i Socialisti, ed aderente al centro-sinistra, nel 2006 é stato nominato da Romano Prodi sottosegretario al Ministero degli esteri. Adesso ha accettato di capeggiare la lista del Psi di Roma presentata in appoggio alla candidatura di Gualtieri. A prescindere dal consenso o meno per le sue scelte passate e presenti, pesa su di lui come un’assoluzione o più spesso una condanna l’impegnativo cognome. Anzi Bobo viene soprattutto giudicato, nel bene o nel male, utilizzando il paragone col suo più illustre genitore, infausto invero fu il suo finale di vita, che pure si elevò a leader nazionale ed internazionale. E che oggi viene da più parti rivalutato dopo la condanna senza appello che gli venne inflitta non solo da una magistratura strabica, ma da quasi tutti i partiti di allora, compreso il nostro. Quella di Bobo pare una condanna a vita, quella di essere valutato, nel modo in cui parla in rapporto all’oratoria del padre e nelle cose che sostiene un coerente o meno suo successore. Quasi mai come Bobo Craxi, dunque, ma come Bobo, figlio di Craxi. Deve essere una bella sofferenza. Taluni, oggi é particolarmente di moda, lo ingiuriano perché il padre non avrebbe condiviso la sua scelta di presentarsi capolista del Psi a Roma, sentendosi evidentemente in grado di evidenziare la volontà dei defunti. Qualcuno che si definisce, con un grado di arroganza financo inimmaginabile, “vero socialista”, attribuisce a chi non la pensa come lui la patente di falsario. Qualcun altro asserisce che il figlio di Craxi non può stare dalla parte dei suoi carnefici. A prescindere dal fatto che Bobo da questa parte é collocato da quindici anni, chi ha scelto di stare dalla parte di chi sventolava cappi e puntava alla caccia al cinghialone o di chi aggrediva Ugo Intini e circondava via del Corso è convinto davvero di essere dalla sola parte giusta? Ho vissuto momenti di forte dissenso nei confronti di talune scelte di Bobo. Mi dicono che Calenda abbia rifiutato di comporre una coalizione con liste di partito e che questo giustifichi la scelta conseguente che i socialisti romani hanno dovuto adottare. Ne prendo atto. Sarebbe stata quella di Calenda una scelta più consona per tutti i socialisti. Da parvenu della politica il buon Carlo si sente evidentemente più forte da solo. E noi non potevamo che prenderne atto. Resta la possibilità, in un soggetto democratico o anche in una presunta area socialista, di dissentire. Ma offendere, aggredire, invocare lo spettro e la maledizione di un padre, non é atteggiamento da socialista. Appartiene invece ai più grigi periodi della Inquisizione e del terrorismo staliniano. Mettere contro un padre, defunto 21 anni orsono, a un figlio che quel padre ha sempre difeso, e confondere le due persone, come se l’azione dell’una dovesse svolgersi nell’esclusiva memoria dell’altra, é un modo di svilire e violentare la libertà politica di ciascuno e costringerla nel soffocante recinto di una memoria distorta ad arte.
Mauro Del Bue, Avanti online, 13 settembre 2021
5 Comments
La famiglia Craxi è una delle tante vittime della guerra fratricida a sinistra che continua imperterrita a svilupparsi tra di noi cosiddetti progressisti. Nel nostro campo in base all’algoritmo del leader di turno si sono commesse errori e direi atrocità pazzesche. È successo con Stalin, con Mao, con Fidel castro eccetera eccetera. Chi professava un pensiero diverso dalla leadership in voga veniva eliminato anche fisicamente senza troppi problemi. La condanna veniva eseguita al grido di:
“revisionista! venduto! nemico della classe operaia! imperialista! “.
Abbiamo poi scoperto nel tempo che quei regimi, cosiddetti comunisti, nei quali anch’io ho creduto, non miglioravano le condizioni del nostro popolo, tant’è che sono poi stati spazzati via da quest’ultimo. Enrico Berlinguer, per tornare a parlare dei nostri tempi più recenti, dopo aver condannato la televisione a colori, che Bettino Craxi sponsorizzava, come simbolo dell’imperialismo e del lusso più sfrenato, dichiarò poi la superiorità del sistema di vita dell’operaio italiano rispetto a quello sovietico. Certo la fede nella dottrina comunista e nelle rivoluzioni comuniste hanno portato all’affermazione e consolidamento di alcuni diritti fondamentali nella storia dell’umanità che sono poi stati sanciti nelle varie carte costituzionali sparse sulla terra a partire da quella italiana. Citiamo ne solo alcuni : l’uguaglianza dei cittadini/e di fronte alla legge, la libertà di parola, la solidarietà e dignità tra gli esseri umani. Concludendo vorrei affermare che l’ evoluzione, anzi meglio la rivoluzione, della specie umana continua nel tempo lasciandosi dietro numerose vittime che forse prima o poi dovremmo riconoscere come pionieri, avanguardie, delle nuove conquiste. Noi, del cosiddetto movimento di sinistra, dovremmo finalmente ammettere che non esiste l’idea giusta e incorruttibile, non esistono “i duri e puri “, ma c’è un solo modo per cercare di vivere il più possibile in serenità e solidarietà su questa terra ed è rappresentato dall’algoritmo che prevede il compromesso dell’idee umane. Grazie per l’attenzione e Buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
Algoritmo a parte il tuo sentimento di fondo mi piace.
Sergio
Bobo Craxi partecipa alle amministrative di Roma in una coalizione di liste (quella socialista è da lui guidata) confluenti sul candidato sindaco del PD, Gualtieri.
La scelta di Bobo è ricaduta sulla diaspora socialista (un tempo si sarebbe potuto dire “popolo socialista” ma il concetto di ‘popolo’ presuppone la sua unità organica), la quale diaspora -dicevo- ha prodotto tre diverse reazioni. Di condivisione della scelta di Bobo, di critica con annessa motivazione e, infine, una reazione isterica. Su quest’ultima è inutile insistere. Perché l’accusa di tradimento, di alleanza con i carnefici di Bettino Craxi, di sciagurata subordinazione al nemico “storico” dei socialisti italiani, non solo risulta paradossalmente impolitica, imbedendo di fatto ai socialisti di praticare iniziative a tutto campo nell’area della sinistra “larga” (dire a Letta che il copyright è di Rino Formica!) ma fa regredire i rapporti tra le due forze storiche del movimento operaio, comunista e socialista, al momento della loro massima frizione, senza considerare che, oggi, anno del Signore 2021 tutti parlano ancora di socialismo e nessuno più di comunismo. Un bel ricavato! Una compagnia di rancorosi non può che riproporsi come reducismo politico.
P.S. Personalmente, come ho già detto, mi colloco nella “fascia” di mezzo. Avrei preferito, per la lista dei socialisti, non maggiore “aggressività” e visibilità (questa si conquista) ma una diversa postura, cioè “essere nel gruppo” con un segno di rottura. Con quel significato anti-conservatore che Bettino ha dato al termine.
Bobo Craxi partecipa alle amministrative di Roma in una coalizione di liste (quella socialista è da lui guidata) confluenti sul candidato sindaco del PD, Gualtieri.
La scelta di Bobo è ricaduta sulla diaspora socialista (un tempo si sarebbe potuto dire “popolo socialista” ma il concetto di ‘popolo’ presuppone la sua unità organica), la quale diaspora -dicevo- ha prodotto tre diverse reazioni. Di condivisione della scelta di Bobo, di critica con annessa motivazione e, infine, una reazione isterica. Su quest’ultima è inutile insistere. Perché l’accusa di tradimento, di alleanza con i carnefici di Bettino Craxi, di sciagurata subordinazione al nemico “storico” dei socialisti italiani, non solo risulta paradossalmente impolitica, imbedendo di fatto ai socialisti di praticare iniziative a tutto campo nell’area della sinistra “larga” (dire a Letta che il copyright è di Rino Formica!) ma fa regredire i rapporti tra le due forze storiche del movimento operaio, comunista e socialista, al momento della loro massima frizione, senza considerare che, oggi, anno del Signore 2021 tutti parlano ancora di socialismo e nessuno più di comunismo. Un bel ricavato! Una compagnia di rancorosi non può che riproporsi come reducismo politico.
P.S. Personalmente, come ho già detto, mi colloco nella “fascia” di mezzo. Avrei preferito, per la lista dei socialisti, non maggiore “aggressività” e visibilità (questa si conquista) ma una diversa postura, cioè “essere nel gruppo” con un segno di rottura. Con quel significato anti-conservatore che Bettino ha dato al termine.
Considerazioni sulla vita.
Stupisco sempre me stesso. E’ l’unica cosa che renda la vita degna di essere vissuta.
(Oscar Wilde). Bisognerebbe avere la forza ed il coraggio del suddetto scrittore, appartenente alla corrente letteraria del decadentismo britannico dell’ età vittoriana, per vivere anziché sognare. La realtà invece ti conduce alla ragione che fugge dallo stupore “respingendolo con Matematici, atavici, popolari e consolidati algoritmi. L’impossibile diventa possibile solo rischiando, ma la ragione non sarà mai d’accordo. Comunque Coloro che vogliono scrivere la storia umana devono rischiare. Buona domenica a chi legge Antonio De Matteo Milano