LA FIERA ELETTORALE
Paghi niente e compri tre, si vota.
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Persino la “vera” sinistra non è riuscita a sottrarsi a questa indecenza. Che da Grasso e Bersani arrivasse poco era abbastanza prevedibile. Erano vecchi ancora prima d nascere. Ma il presidente del Senato ha aggiunto una nota quasi comica. Poiché in questo scorcio di campagna elettorale tutti hanno già promesso quasi tutto, cosa diavolo dire ai futuri (pochissimi) elettori?
“Aboliamo le tasse universitarie”, tutti dentro gratis. Il perché di una simile idea sfugge anche alle menti più comprensive. Già oggi sono previsti sconti per chi ha poco reddito.
E che cosa si vuole ottenere con una misura del genere? Un ulteriore affollamento delle università? E poiché gli atenei devono comunque tirare avanti, pagare la luce e i bidelli, che si fa? Niente paura: paga lo Stato.
Insomma, un altro con un’idea bulgara, da prima internazionale comunista, del mondo. Paga lo Stato per ricchi e poveri. Poi, magari, se i soldi non bastano (e non basteranno) mettiamo una bella patrimoniale, e siamo a posto. Lo Stato raccoglie il reddito dei cittadini e poi lo redistribuisce secondo i criteri che i saggi (Grasso e i suoi amici) stabiliranno.
Valeva la pena di fondare un nuovo partito per lanciare poi queste idee? Bastava fermarsi al 1920, senza fare tanta strada.
Meraviglia che i problemi dell’università italiana siano ridotti, nella visione di Grasso, alla questione delle tasse. Non l’ha nemmeno sfiorato l’idea che su 99 istituti universitari almeno la metà non vale assolutamente niente: pure fabbriche di stipendi e di diplomi. Si potrebbero chiudere anche domani mattina, con nessun danno per la cultura mondiale, la formazione dei giovani e la diffusione del sapere.
Non gli è venuto in mente che l’istruzione si paga, come gli aperitivi e le scarpe. Se poi ci sono ragazzi bravi e meritevoli, ma poveri, si abbondi con borse di studio. Ma non si capisce perché al ricco figliolo del cumenda brianzolo (che va in università con il Suv di papà forse solo per trovare ragazze) gli si debbano anche togliere le tasse: è questa sarebbe la sinistra che è rimasta sinistra? Una vota un vecchio professore (lui si di sinistra) guardando questi figli del privilegio, disse: “Qui è l’unico posto in cui li possiamo bastonare”. Ma Grasso, forse, fra un po’ proporrà via le tasse e 30 per tutti.
Ma c’è di peggio. Le tasse abolite (secondo Grasso) vengono sostituite da finanziamenti pubblici, cioè da soldi presi dalla fiscalità generale, cioè dalle nostre tasse. In questo modo finisce che parte di quelle tasse le paga anche chi all’università non ha proprio mai pensato, non ha figli o li ha già avviati alla lucrosa professione di calzolaio o pizzaiolo.
A tutti può capitare di dire un’idiozia. Qui il guaio è che ci hanno pensato sopra per settimane e doveva essere il fiore all’occhiello del nuovo partito “Liberi e Uguali”.
Solo che invece di un fiore è venuto fuori una zuppa di broccoli degli anni venti-trenta, forse direttamente dalla dispensa di Lenin.
3 Comments
Mi pare che Turani sottovaluti l’intelligenza di Grasso. Grasso ha fatto consapevolmente una scelta di campo, che è quella di affiancare il Movimento 5Stelle nella conquista del potere in Italia. Arriva buon ultimo. L’intellighenzia italiana raccolta intorno a gruppi di potere bancari, della comunicazione stampata o televisiva, degli eterni eletti a Camera e Senato , dei grandi manager di Stato e di una parte della Chiesa hanno scartato immediatamente il PD di Matteo Renzi e dei suoi collaboratori e tutti i programmi dei Governi PD perché non controllabili. L’idea che possa esistere un Governo che fa davvero gli interessi degli italiani qualunque è stata respinta perché realmente sovversiva. Disgraziatamente non si poteva più contare sull’ex Cavaliere, ormai fuori gioco. Restava il Movimento di Grillo, all’inizio del tutto improvvisato e caotico, che è stato trasformato da una notevole mente politica, quella di Casaleggio padre, in una cosa serissima di politica 2.0, dotata di strumenti informatici avanzati ma che alla fine è banalmente l’idea che la politica è una cosa troppo seria per affidarla al popolino. Sia dunque l’oligarchia e oggi è più facile attuarla per chi controlla i dispositivi di informazione e disinformazione. Con il 15% di sprovveduti che si bevono tutto, il 10% di insoddisfatti a prescindere , il 6% di vecchi tromboni che danno una verniciatina di socialismo le elezioni si vincono. Se il 31% non basta ci pensa il (ex ) Cavaliere, che diamine! Un’accordo tra gente seria, mica come quello stronzo di Renzi, si trova sempre. Italiane e italiani, auguri! Sarà un 2018 che non dimenticherete!
E meno male che Turani mette tra virgolette quel “vera” indicando come tale la sinistra di Grasso e compagnia cantando! Ho già detto più volte che “quella” sinistra non è stata capace di cambiare una virgola alle leggi “ad personam” del boss di Arcore, come aveva promesso di fare tornando al governo (2° Prodi), tant’è che il reato di “falso in bilancio” l’ha dovuto reintrodurre quello “che fa cose di destra”, cioè Renzi. Ma potrei citare il dopo di noi, le unioni civili, il divorzio breve, il testamento biologico, la legge a tutela di chi denuncia atti di corruzione (Whistleblowing) e tanto altro ancora. Possiamo chiedere ai “compagnucci della parrocchietta” se loro non le hanno mai fatte, quelle leggi, perché le ritengono “di destra”? Non sono d’accordo con quanto scrive Pasquini. Non entro nel merito dell’intelligenza di Grasso, che a me pare piuttosto un ambizioso e grande opportunista, il cui passato “berlusconiano” lo potrà qualificare in vari modi ma non certo come “uomo di sinistra”. Inoltre ritengo che tra qualche anno il “fenomeno 5s” sarà studiato in tutte le facoltà di neuropsichiatria del mondo, perché non ha al proprio interno alcun connotato di logica e razionalità. E’ un qualcosa nato per caso e che per caso ha assunto dimensioni inattese da parte dei suoi stessi ideatori. Non è riuscito a far emergere un gruppo dirigente degno di tale nome bensì una pletora di individui di mediocre cultura, privi di qualsiasi idea, capaci solo di ripetere pappagallescamente slogan, dissacranti finché si vuole ma vuoti e stantii. E sono riusciti solo a dare la stura ai sentimenti più bassi e cialtroneschi che covavano in una parte della popolazione. Ma come tutte le cose cresciute troppo in fretta, altrettanto in fretta si sgonfierà perché al suo interno manca un elemento ideale che funga da coagulo. Né si può pensare che i cittadini continuino a dar credito a chi grida “onestà” ma che poi, nella pratica, ha comportamenti non dissimili, se non peggiori, dei loro consimili di altri partiti. Attualmente l’unico legame tra il movimento e i suoi rappresentanti è costituito dal desiderio di questi di mantenere il posto in Parlamento e per gli iscritti quello di conquistarne uno, come attestano le migliaia che si sono candidati alle “parlamentarie”. Sembra un “gratta e vinci” del concorso “Win for life”! Ma questo ha già scatenato invidie e screzi all’interno del movimento e la situazione è destinata solo a peggiorare col passare del tempo. Né il “padre/padrone” Grillo, che fa e disfa a proprio piacere candidature, nomine, espulsioni e quant’altro, potrà porvi rimedio ma, anzi, con i suoi atteggiamenti da “ducetto” non farà che accentuare i dissidi interni provocando altre spaccature e abbandoni. Concludendo, non prendo minimamente in considerazione una possibilità di vittoria dei 5s, neppure con l’eventuale “aiutino” di LeU.
Credo che quel “vera” fosse decisamente sfottente!