Dario Vergassola
Più sconsolato che arrabbiato, si dice Dario Vergassola. Eppure il suo sfogo ha più il sapore dell’invettiva. Scuote la testa. «Ci siamo turati tutto il turabile. Ma manderemo giù anche questo boccone. Anche se qualcuno mi deve spiegare perché uno del Pd deve votare Brunetta o la Gelmini».
Reduce da Mondovì, dove ha partecipato, in occasione del Campionato nazionale di Bocce Quadre, al dibattito «Parallelebipedi a confronto», dice di avere scoperto un bellissimo mondo di matti. «Non ne sapevo nulla – esordisce –. Mi pareva la boutade di uno spirito ameno da Accademia della Crusca del cazzeggio. Poi ho scoperto che sono una cosa serissima. Certo, chi le ha inventate ha avuto un colpo di genio: non sfigurerebbe alle primarie del Pd. Anzi, visti gli ultimi accadimenti. … Le bocce quadre sono in fondo solo una piccola follia tra tante grandi follie. È il caso che le governa, ma almeno in modo creativo. Non come nella nostra politica».
Viviamo in un mondo di bocce quadre?
«Mi paiono tutti pazzi. Vai in una sezione del Pd e potresti trovare i ritratti di Brunetta o Gelmini di fianco a Berlinguer e al Che… Per strane strade carsiche ritrovarli a sinistra… Sì, in questo contesto, le bocce quadre sono quasi normali. A monte c’è forse a un big bang di intelligenze? È l’estate più pazza di sempre: la più arida, con il Piave che pare un canyon, i ghiacciai che si sgretolano, i campi gialli come in un film western. I missili che volano su Taiwan e su Kiev. I mercantili con il grano scortati da navi da guerra. È in corso una specie di piccola Apocalisse. Spero solo, che non si arrivi, tra qualche tempo, a rimpiangerla…».
Piccola apocalisse, dice. L’Italia ci ha messo del suo, non trova?
«Voterei sempre e solo ecologista. I verdi vincono in tanti Paesi. I ragazzi di Friday for Future e Greta si fanno sentire. E in Italia i Verdi non arrivano al 2%. Non capisco. Oppure sì: qualcosa non va nella classe dirigente. Forse Angelo Bonelli (con tutto l’affetto e il rispetto) dovrebbe lasciare agli under 30 e il partito essere riformato».
Operaio a La Spezia quando la città era convintamente rossa e ora professionista della comicità, la sua non è una prospettiva un po’ particolare?
«Sono un miracolato. Non devo preoccuparmi di arrivare a fine mese. Ho amici con cui andavo una volta a settimana in pizzeria, ora lo facciamo una volta al mese. È come se a un operaio avessi tolto due mesi di stipendio. Eppure qualcuno ha pensato bene di fare una crisi di governo mentre incombe il Pnrr, una guerra, l’inflazione, la disoccupazione, la crisi del gas… Cosa c’è di più caotico della nostra politica che oggi fa e domani disfa? »
Pensa a Calenda?
«Avrebbe bisogno di una seduta psicanalitica che lo aiuti a mettere ordine tra le sue varie personalità. E invece eccolo con Renzi, un altro che dovrebbe andare dallo psicologo, che lo aiuti a contenere il suo ego. Stia attento a non esagerare: gli dei puniscono…».
Che pensa della loro neonata alleanza?
«Che si sono talmente tanto arrampicati sugli specchi per dimostrare tutto e il suo contrario, che ormai quegli specchi sono segnati e ruvidi: percorribili senza fatica».
Ma l’agenda Draghi?
«È come il Manuale delle Giovani Marmotte: tutti ne parlano, ma esiste o no? »
Renzi comunque gli dei l’hanno già punito, non trova? Era al 40%, ora fatica a raggiungere il 2%.
«Sono un comico, posso dire le cose senza temere querele. Renzi è entrato in un partito e lo ha svuotato, bruciando poi il 40% di voti che aveva. Su mandato di Berlusconi? »
Nessuna fiducia in Letta?
«È una figurina. Lo burlano come a scuola»
E del fronte delle destre, Berlusconi, Salvini e Meloni: cosa pensa di loro? .
«Berlusconi non si capisce come ce la faccia sempre. Salvini con un crocefisso in una mano e un mojito nell’altra, mi fa paura. Di Maio almeno prima vendeva le bibite. Quanto a Meloni: si disincrosterà mai di certi retaggi politici? E comunque, per me il problema non è la destra. Non la voto e il mio giudizio è implicito. Il problema l’ho con la mia area di appartenenza, che sarebbe a sinistra: è lei che giudico e critico. Come è possibile che a Spezia votino a destra i quartieri operai e degli extracomunitari? I poveri che votano per la flat tax sono come chi taglia il ramo su cui è seduto. La gente vive in uno stato confusionale. Non capisce ciò che sta avvenendo, sta peggio, si stufa e non va a votare».
E lei?
«Anch’io vivo in uno stato confusionale. Mi pare di assistere non a un confronto politico ma a faide di clan tribali. Avremmo bisogno di un rinnovo completo della classe politica, e invece anche quello che pare nuovo il suo giro al governo l’ha fatto (anche Meloni…). I 5Stelle che dovevano essere il nuovo, si è visto cosa hanno combinato. Mi paiono tutti come i carri di Viareggio: mascheroni mossi da pulegge».
Se dovesse fare una sua lista elettorale sua, chi?
«Me, innanzitutto, poi mia moglie in un seggio blindato, i miei figli col voto via internet… Questo farei, perché è quello che ci hanno insegnato. Non c’è cultura politica nel nostro Paese, non il senso dello Stato. Il ceto politico non dialoga con la gente: al massimo li vedi alla vigilia del voto. Non sono per i banchieri, ma i nostri politici mi paiono tutti… (diciamo così, eufemisticamente) “poco vivaci” (a meno che non si tratti di cambiare casacca e passare dalla destra alla sinistra e poi al centro e poi ancora indietro). Sono i manager di un’azienda che è l’Italia e di cui noi siamo i clienti. I manager vengono remunerati in base ai loro bilanci? Ancheì i politici dovrebbero essere pagati in funzione di quanta gente li vota. Dimezzi i voti? Dimezzato lo stipendio. Siamo di fronte a una frana elettorale e morale».
Pensa per caso che fosse meglio restare democristiani?
«Ma non lo siamo forse ancora? Renzi, Letta, Franceschini, Casini, …»
Mi scusi, Vergassola: ma lei voterà?
«Passo notti in bianco, imbottito di Maloox e Lexotan, perché la coscienza mi dice di farlo. Penso che voteranno cinque o sei ultrà. E allora arrivo alla conclusione che, sì, a votare si deve andare. Sperando che la notte prima delle elezioni porti consiglio». —
Adriana Marmiroli, La Stampa, 11 agosto 2022
2 Comments
Quante banalità!
Quanto qualunquismo a piene mani!
Quanto vecchiume!
E questo sarebbe un “intellettuale” di sinistra?
Gli andavano bene i cinquestelle, e infatti li ha votati.
Fa il paio con Crozza …
Ignorarli è anche troppo …
Caro Sergio,
nella tua intervista di domenica scorsa a La Stampa mi ha fatto molto piacere ritrovare l’episodio di Arezzo, che conoscevo ma avevo colpevolmente dimenticato, un episodio molto significativo, che dovremmo tenere come piccolo vademecum, quando ci sembra di avere smarrito la strada o l’orizzonte, come dici tu.
Il lungo sfogo di Dario Vergassola condensa malessere e malumore che attraversano la nostra società. Se la destra meloniana interpreta questo malessere, in buona o in cattiva fede, non c’è da meravigliarsi che la sua politica prevalga sulla nostra. Anche il partito dei Verdi, che Vergassola vorrebbe più vivace, molti anni fa, qui a Torino, ci ha provato, ad esempio con una iniziativa volta a disciplinare il parcheggio selvaggio mediante l’adozione e distribuzione gratuita di adesivi da piazzare sui parabrezza o sugli specchietti delle auto indisciplinate, così come il blocco delle ruote. E’ durato pochi giorni, poi le urla metaforiche dei commercianti e degli automobilisti ha bloccato – altro che le ruote! – l’iniziativa, che non è mai stata ripresa. E’ la solita contraddizione: ecologisti ma non nel mio giardino. E comunque è più redditizio, per le amministrazioni comunali, sempre a caccia di soldi, incassare dalle multe (sospetto che questa sia la vera ragione del fallimento dell’iniziativa).
L’articolo di Ernesto Trotta mi trova sostanzialmente d’accordo. Convengo che la strada sia in salita e “la stampa generalista che teme scossoni alle sue radicate certezze e sommovimenti nei delicati equilibri politici” farà la sua parte, ostacolando il progetto. E’ buffo pensare che la nascita di questo Terzo Polo è “merito” di Fratoianni e della sua Sinistra Italiana, il cui ingresso nell’alleanza col PD ha provocato l’uscita di Calenda e la sua successiva alleanza con Renzi.
Vignetta carina, così cruenta …
Un abbraccio
Grazia Valente