ok tutto, sono riflessioni, quelle nostre, tutte importanti,
riflessioni politiche e anche pragmatiche, che non possono fare a meno, non possono prescindere, anche se non ci piace -ma alla fine ci piace se continuamo a parlare di valori, ideali e valori e ideali ‘traditi’-, il ruolo delle emozioni nella comunicazione che andranno affrontate sapendo che sono materia di studio scientifico, e che quindi l’emozione è da molti anni studiata e usata razionalmente per fini commerciali, per le campagne pubblicitarie, per lanciare prodotti o fideizzare un brand ( eh sì: il brand!) ..
ma su una cosa alla fine tocca dare una vera sterzata sapendo che se non ci si muove con la fermezza giusta verremo travolti dalle emozioni che la destra propone e propone come efficaci: non si può tollerare l’illegalità. noi perderemo TUTTI i centri che amministriamo per incapacità di rispondere fermamente ai problemi che portano i quartieri multirazziali. so bene che è un tema che non ci tocca, perchè siamo mediamente attrezzati per non sentire nel multiculturalismo un peso..e mi sta benissimo; vivo a milano che è una città modello di tolleranza e assimilazione..ma metto in guardia lo stesso.
nessuno, dico nessuno, può tollerare le risse dei sudamericani pieni di birra che finiscono a coltellate ..nessuno può tollerare le risse coi morti delle bande dei filippini… nessuno sopporta l’idea di avere il quartiere in ostaggio degli spacciatori nigeriani.
se i sindaci delle nostre città non si svegliano e fanno uno sforzo presidiando certi quartieri in modo tale che questi fatti non si verificano o, se si verificano, vengono puniti subitamente..o cominciamo a pensare che perderemo tutti i comuni.
l’illegalità piccola e fastidiosa nei quartieri non centrali esiste, han ragione i cittadini che vi risiedono e che a questa illegalità, di qualsiasi etnia, va risposto con fermezza..e che l’obbiettivo è quello di avere tutti i quartieri delle piccole e grandi città godibili e sicuri come i centri storici .
se siamo capaci di dirlo vinceremo qualcosa
se non siamo capaci perderemo tutto
Che la sinistra continui ad accusare se stessa ma non a fare quel salto di qualità in cui ti riprendi gli spazi che vogliono sottrarti, attualmente in pericolo, e te li riprendi sul loro terreno rispondendo meglio e più efficacemente alle domande che loro hanno intercettato e su cui vincono, fa capire quanto Bannon abbia ragione: “la sinistra usa le cuscinate mentre la destra usa le sportellate”, alla sinistra basta poco per intenerirsi e non capisce mai quando invece serve giocar duro
leggete bannon, la sua intervista e le sue irritanti riflessioni e capirete che questo è un periodo che non si scherza..e che o sei abbastabnza duro da respingere l’urto o soccombi.
e poi venga fuori chi ha il coraggio di dire che alla sua proposta si può pensare di presentarsi alla spicciolata, con le ideine blindate dai veti delle correnti che stanno a pesare la correttezza della moderazione o la purezza del rosso sangue di sinistra…
Valentina Falcioni
Comment
Cara Valentina,
quello che scrivi è talmente lampante che non dovrebbe esserci discussione alcuna.
E’ come dire che ci si lava le mani prima di mangiare, che non si sputa per terra, che non si urla nei luoghi pubblici, che non si danno gomitate per prendere l’autobus, insomma l’ABC della convivenza civile (e della buona creanza).
Bianchi o neri, migranti o residenti, comunitari o extra, grandi e piccini, non dovrebbe contare nulla di fronte all’illegalità evidente, sfacciata, persino provocatoria che viviamo nelle nostre città. E non solo nelle periferie, ma anche nei centri storici.
Sindaci, questori, prefetti dovrebbero garantire un livello di convivenza civile standard sia al centro che in periferia.
Sempre e comunque. E con tutti i mezzi consentiti dalla legge.
Il fatto che la sinistra trovi comunque argomento di discussione e di divisione anche in questo dimostra invece quanto certa sinistra abbia perso il senso dello Stato, del dovere, della civile convivenza, confondendo l’accoglienza, l’integrazione o la tolleranza con un generico buonismo, o laissez-faire, persino connivenza.
Non esiste condizione sociale di sorta che giustifichi l’illegalità. Almeno in un Paese che pretende di essere democratico.
Nei Paesi civili l’illegalità viene combattuta con ogni mezzo, sia la grande che la piccola; e tanto più la piccola, in quanto essa è subita giorno dopo giorno dalla gente comune, che giudica, s’incazza e vota. Spesso non per noi.
Ciononostante, quante volte abbiamo sentito dare del quasi-fascista ad uno come Marco Minniti? Incredibile ma vero.
Il fatto è che certa sinistra NON è sinistra, è solo pura confusione mentale.
La sinistra cui sento di appartenere NON è nemmeno lontana parente di quella roba lì.
Mettiamoci d’accordo: o sono di sinistra loro o lo sono io. Non sto e non voglio stare dalla loro stessa parte. Chiaro?
Ritornare alle esigenze basilari delle persone significa anche questo: fare loro vedere che lo Stato c’è, vede, e provvede a rendere la vita vivibile, anche arrestando il parcheggiatore abusivo molesto, o chi continua ad occupare portici e stazioni come dormitorio, quando il Comune mette a disposizione soluzioni alternative, o chi spaccia senza ritegno, ovunque.
O lo capiamo o vuol dire che semplicemente non siamo adatti a governare, né Comuni, né Regioni, né Stato.
E quindi non lamentiamoci se governano gli altri e fanno le cose molto peggio di come sapremmo farle noi. Se solo lo volessimo.