Mentre rientravo a casa stasera mi sentivo particolarmente felice. Questa è una serata mite, c’era un lieve fresco e la città – seppur martoriata da buche e immondizia – è malgrado tutto sempre bella. In questi giorni poi profuma di tiglio. Quando cammino, con le cuffie alle orecchie e della buona musica, io mi sento sempre serena. E siccome in questo periodo sono in una particolare grazia di Dio, davvero a un certo punto ho sentito in me quei rari momenti di gioia che un essere umano libero riesce a provare nella vita. Vale per tutti eh. Ricchi e poveri, masai e svedesi, neri, bianchi e salviniani. Anche loro.
A parte gli scherzi. Ero felice e mi godevo tutta la fortuna di essere nata qua. Tra l’altro di essere vissuta a un passo dal Pantheon, educata alla bellezza intorno a me. E di essere nata donna in un’epoca in cui, malgrado tutto, esserlo almeno per principio era più semplice e più democratico che 20 anni prima. Di essere nata in un’epoca in cui il mio Paese non ha vissuto guerre. Sul proprio territorio. Di cose brutte tante eh. Non serve ora l’elenco. Ma di fondo ho vissuto in pace e libera. Lo devo alla mia famiglia, ma anche a un welfare che mi ha consentito, malgrado le origini popolari, di studiare, formarmi, essere me stessa.
Devo davvero ricordare che nessuna di quelle persone su quella barca ha mai vissuto neanche la centesima parte di questa fortuna? Devo davvero ricordare che per cercare questa fortuna i nostri antenati hanno popolato tutto il mondo, esportando cultura, cibo, balli, arte ingegno, mafia, camorra e ndrangheta? E che siamo stati sfruttati, schiavizzati e siamo spesso morti? E che in tanti altri casi siamo diventati ricchi, famosi, governatori di Stati, sindaci e grandi attori?
Io davvero penso di no.
Evidentemente è un discorso lontano. Che non ci arriva dentro.
Allora dico un’altra cosa che ho provato questa sera. Dopo aver provato felicità, all’improvviso ho provato vergogna.
Per la prima volta nella vita ho provato vergogna di essere italiana. Non era mai accaduto, neanche pensando a Mussolini, perché c’è stato il riscatto della Resistenza. Nemmeno con la mafia, perché c’erano Falcone e Borsellino. E io li ho visti e c’ero. Nemmeno con Berlusconi, perché di fronte a lui vedevo Umberto Eco, Erri De Luca, Stefano Rodotà, Dario Fo e la forza della ragione.
Ora succede che questa vicenda della nave sia particolarmente simbolica. Chiudere i porti è il contrario stesso dell’essere italiano. Perlomeno per come ho sempre conosciuto e pensato l’Italia.
Per quanto di sinistra e per quanto per me patria è il mondo intero io sono sempre stata sinceramente patriota. Ho studiato per anni e anni la Storia di questo Paese e ne ho compreso paure e ragioni.
Neanche di fronte al terrorismo mi sono vergognata.
Credevo che il mio paese fosse quello che accorre quando c’è un problema, che apre la porta se il bambino della vicina ha la varicella, pure se è comunista, nera, bianca, lesbica, attempata.
E invece no.
Oggi un signore ha scritto serenamente che spera di vedere morti in mare.
Questo siamo noi italiani.
E se noi che non la pensiamo così non riusciremo a ridurre alla ragione della civiltà e dell’umanità queste persone, se noi non sapremo opporre l’autorevolezza della ragione e del cuore all’ottusità di quelli che arrivano ad attaccare anche il Papa (pure questo ho letto e non pensavo mai di arrivare a doverlo leggere e a indignarmene, io, atea e laica, che ho passato tutta la vita ad attaccare preti) non per povertà, ma perché difendono un meschino benessere piccolo borghese – che tra l’altro è minacciato da ben altri problemi – allora ci dovremo vergognare anche noi, allora saremo uguali a loro perché non avremo avuto neanche più il coraggio di gridare in faccia al mostro che siamo noi l’esorcismo.
Se accettiamo questo allora il nostro Paese ha sdoganato l’inciviltà.
E vorrei che lo capissero anche le persone che conosco e che approvano questa scelta, pensando sia stato un modo di mostrare forza, e che non vogliono in realtà vedere morire nessuno e che quella porta l’aprirebbero eccome per soccorrere il bambino con la varicella.
Sappiatelo: quell’azione di Salvini è il momento più brutto che verrà ricordato di questo 2000 italiano nei libri di storia, un giorno. E speriamo che non sia solo il primo di tanti.
Elisabetta Malantrucco
3 Comments
Spero (ma temo fortemente che non sia così, a giudicare da certi suoi post passati) che Elisabetta Malantrucco abbia votato per il PD il 4 di marzo.
Perché altrimenti avrebbe anche altro di cui vergognarsi, essendosi fatta parte attiva, con un voto buttato chissà dove, di questo orribile stato di cose.
La verità non esiste: ogni essere umano ha la sua , lei signora Elisabetta ha con enfasi raccontata la sua e nessuno si deve vergognare di esprimere le proprie opinioni, ma tutti dovremmo rispondere ad atti concreti un’azione concrete: le litanie e le preghiere possono aiutare la nostra anima, ma non risolvono i problemi. Il problema degli emigranti è epocale complicatissimo ma non basta dire, giustamente,aiutiamo tutti i disperati: bisogna fare delle scelte e sbrigarsi altrimenti saranno altri a farlo e non noi del centro sinistra. Signora Elisabetta non si vergogni, ma proviamo a discutere su quello che stava facendo il nostro ministro Minniti, che secondo me andava nella direzione giusta.
Parliamo di come e quanti Disperati ed affamati L’Italia può aiutare umanamente e decentemente a sopravvivere.
Io ai tempi delle brigate rosse sono finito sulle liste di proscrizione dei brigatisti, ma non mi sentivo disperato ed ho lottato per difendere la democrazia. Nella nostra Italia c’è e ci sarà sempre la democrazia e la libertà di pensiero che permetterà, sempre, anche a coloro, che come lei si vergognano di essere Italiani, di esprimere il proprio pensiero e convincere gli italiani ha votare la sua filosofia. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo
Ernesto, pungente come sempre, ma forse conoscendo la sig.ra Elisabetta, ne avrà motivo.
Cara sig.ra Elisabetta, è molto bello quel che racconta, di una Italia diversa, ma se è come dice Ernesto che credo la conosca, devo dirle che effettivamente adesso che ci sono quelli, è tardi, forse si dovrebbe ammettere che si è sbagliato qualcosa nel massacrare Renzi e il nostro partito, che stava faticosamente raddrizzando un Paese che stava uscendo da una crisi epocale.
Cordialmente.
Repetti Camillo