Seguo da tempo Marco Bentivogli e, devo dire, con crescente ammirazione. Oggi con questo articolo su la Repubblica ha raggiunto l’apice. Se qualcuno di voi ha una sua mail che me la mandi perché voglio dirglielo.
Sergio
Sergio
Dopo i discorsi importanti, ci sono sempre due reazioni “plastiche” della politica italiana. Approvazione generale, anche se contraddice quello che si è fatto il giorno prima e si farà il seguente, o appropriazione di interpretazioni “autentiche”. Eppure se una cosa è certa, è che le parole del presidente Mattarella erano rivolte proprio a tutti. Il Presidente è solo, come altri prima di lui, a difesa delle istituzioni in un momento drammatico e senza governo sostanziale. Questo è il nodo a cui mettere mano con saggezza e fermezza. Quando si parla di “interesse di parte” in un Paese campione di particolarismi e corporativismi possiamo permetterci di personalizzare su un solo politico o una sola forza politica questa accusa?
Siamo seri. Personalmente credo, ma vale quanto sopra, che sbagli chi pensa che il Presidente non abbia chiara la situazione del Paese, a partire dal suo deficit di governo nazionale e talvolta diffuso. Però c’è anche una grande, bella, solidale “Italia a prescindere” sempre più mortificata. È fatta di lavoratrici, lavoratori, pensionati, personale sanitario, forze dell’ordine. Non hanno mai smesso di impegnarsi, non han saltato un minuto di lavoro. Guai, guai a generalizzare. Certo, ci sono ovunque i furbetti e chi li difende ma ci sono in ospedale persone che continuano a lavorare, in ferie, come volontari, c’è la Protezione civile, c’è chi si alza tutte le mattine per mandare avanti il Paese. Personale sanitario delle pulizie che con rigore e scrupolo mi ha curato come i medici trasferendomi l’orgoglio di fare qualcosa di buono per gli altri (a proposito, in Israele si vaccina 24 ore al giorno).
Quanti operai in Italia stanno lavorando in questi giorni di festa per non perdere le preziose commesse? È a loro che Mattarella ha ricordato di non essere in una «parentesi della storia» ma che proprio loro stanno facendo la storia più bella del Paese in un momento drammatico.
Per questo è giusto che un Capo dello Stato contempli, come ha fatto, l’attenzione a criticare senza delegittimare.
Ma è altrettanto doveroso che chi ha responsabilità non si autoassolva nell’insipienza e dia disponibilità, subito.
Nessuna forza politica va mortificata ma questo è il momento di pensare al bene del Paese.
Ho scritto, su questo giornale, della necessità di un governo di unità nazionale, la polarizzazione ha abbassato il livello della politica e premia trasformismi e sotterfugi.
Servono persone competenti, autorevoli ed esperte. Mi rifiuto di considerare “politici” veri persone che non hanno mai gestito nulla. Tutti sappiamo che “si può sempre far meglio” e altrettanti, però, sappiamo che il Paese merita di più. Che su sanità, lavoro, industria, bonus, le cose non vanno bene. Un Paese disorganizzato, senza sanità territoriale, in ostaggio di corporazioni, che sciupa montagne di denaro pubblico, si indebita e aspetta nuovo denaro europeo, incapace di spendere perché a differenza di quello dei contribuenti italiani andrà rendicontato. Si può arrivare su qualcosa in ritardo, non perennemente su tutto. È un segreto che su Next Generation Eu il gruppo dirigente sta dando prova di non farcela? Lo hanno detto con chiarezza Prodi e Gentiloni, basta favori e mance, fare riforme vere. Quando diremo basta alle nomine di amici e compari e lottizzati di partito (o di caporalato di esso), anche se incapaci (come avviene invece in queste ore in ruoli importanti)? Avverrà solo se avremo fatto tutti memoria di questa tragedia altrimenti, tacete.
Se si personalizzano le posizioni politiche, lo si deve fare per tutti, per chi è al governo, chi all’opposizione, chi dissente, chi acconsente. Altrimenti bisogna stare sul merito e fornire dati, dire cosa si sta facendo, farlo bene e in fretta. E chi dissente, proporre alternative. La cosa più antipatica è il giornalismo che personalizza tutto e poi fa appelli all’ecumenismo. Mettetevi d’accordo. Per “tenere connesse le responsabilità istituzionali e il sentimento popolare” occorre parresia, il diritto dovere di dire la verità, di accompagnare con onestà la propria comunità nazionale, con quella “pedagogia nazionale” che serve a riconoscere e affrontare la realtà con spirito di obbedienza ad essa. Il contrario di attribuirsi meriti di ciò che va e scaricare altrove da sé le responsabilità di ciò che non va.
Ma oggi è un altro giorno, altra emergenza, sembra ormai vicina l’apertura di una crisi di governo. È il momento di non fare drammi e costruire le convergenze per un governo su figure di altissimo profilo e la precondizione è solo una: tapparsi le orecchie ai mille veti, pretese, ambizioni di caporali di partito per l’ultima giostra, per le prossime nomine che han già promesso. Ecco, serve che il Quirinale protegga la costruzione del nuovo governo dall’Italietta degli strepitii, di chi sa solo puntare i piedi dei poco durevoli “mai con” e che in realtà non rappresenta nessuno e non ha mai costruito nulla. Lasciare spazio ai costruttori significa mettere in mora quel Paese e rendere onore all’Italia a prescindere e al governo autorevole di unità nazionale che l’Italia merita subito.
Marco Bentivogli, la Repubblica, 4 gennaio 2021
4 Comments
Bentivogli è per me una grande figura sindacale. E’ il sindacalista, ora ex, che adoro e preferisco. Il tema che lui centra è sempre lo stesso “Servono persone competenti, autorevoli ed esperte. Mi rifiuto di considerare “politici” veri persone che non hanno mai gestito nulla”. Gli argomenti di analisi sono sempre gli stessi ” Un Paese disorganizzato, senza sanità territoriale, in ostaggio di corporazioni, che sciupa montagne di denaro pubblico, si indebita e aspetta nuovo denaro europeo, incapace di spendere perché a differenza di quello dei contribuenti italiani andrà rendicontato”.
Questo è il nostro fardello da cui liberarsi appesantito negli ultimi 10-15 anni dalla volgarità della incompetenza, della sottocultura, del populismo sfrenato dal grido “sono tutti ladri” che Grillo e i suoi adepti hanno diffusso in mezzo ad un popolo di analfabeti funzionali, compreso un giornalismo mediocre, isterico alla notizia più da “Novella 2000” che da vero giornalismo di “costruttori”, anche attraverso una critica responsabile, che ci aiuti a capire meglio le soluzioni.
Il Covid ci potrebbe dare una mano a liberarci da queste tossine? Io mi auguro di Sì, pretendo di Sì.
Ancora una volta rivolgo una feroce critica a quella Sinistra che si appiattisce su posizioni non certo “rivoluzionarie” e di “avanguardia” facendo tesoro degli errori commessi in passato, ma si accoda ad inseguire una forza politica come i 5 stelle, che non è un partito dai dovuti rispetti, se non un movimento politico (più privatista) basato su un populismo da quattro soldi, fatto di presuntuosi incompetenti, che attacca la politica per poi beneficiare di tutte le sue piovre del potere.
Anche per la Sinistra questa deve essere l’occasione di un riscatto combattento e costruendo proprio quello che Bentivogli denuncia, dando una visione vera che tutte le persone perbene sicuramente seguirebbe.
Ce la faremo ad intraprendere questa strada?
Un caro saluto
Gianni Moscatellini
Bello, lo condivido.
Sergio
Finalmente ritorniamo ad essere d’accordo.
ciao
Gianni Moscatellini
I grandi sindacalisti, quando sono scesi in politica, non hanno mai realizzato grandi cose; basta ricordare Bertinotti, Cofferati, Carniti,, Benvenuto,, eccetera eccetera.
Se poi, come Bentivogli, entrano con l’intenzione di formare un nuovo partito politico, come mi sembra di capire, allora sono deleteri e inutili, altro che costruttori,
Buona giornata a tutte e tutti. Antonio De Matteo Milano