Si era ad agosto quando il segretario della CGIL sollevò dubbi sulla obbligatorietà del green pass per accedere alle mense aziendali, tirandosi addosso una potente scarica di rimproveri e un’accusa, velenosa e appena trattenuta, di transigenza verso gli oppositori del lasciapassare vaccinale. I pochi che compresero la posizioni di Landini (nel mio piccolo anch’io) riconoscendovi il buon senso del sindacalista che vedeva in quell’obbligo, impartito con piglio e frettolosità prefettizie, il pericolo di una pericolosa frattura sociale e, cosa ancora più grave, di una possibile divisione all’interno del mondo del lavoro, anche a quei pochi -dicevo- furono riservate altrettante dosi di rimbrotti.
Poi, da buon sindacalista qual è, Landini ha sottoscritto un accordo sindacale che ha risolto il problema sindacale ma non ha potuto risolvere quello politico-sociale, vale a dire della frattura sociale (e morale) indotto dalla gestione non ponderata della regola dell’obbligo.
Oggi, quei partiti ai quali si richiede la soluzione del problema politico (riassorbire nell’area del consenso i troppi che dissentono dal principio: vaccino per tutti=sicurezza per tutti) pensano di cavarsela con il richiamo all’anti-fascismo che, risolverà per qualche tempo il problema del riconoscimento identitario della sinistra e qualche problemuccio elettorale, ma non quello della ricomposizione sociale e del recupero di quella parte della società, una volta di sinistra e che adesso si lascia disastrosamente trascinare dalla destra sovversiva.
Mi permetto di dissentire.
In Italia l’85% dei vaccinabili si è diligentemente vaccinato; quindi ha scaricato il Green Pass e lo usa senza troppe fisime.
Sono decine di milioni di cittadini, di lavoratori, che hanno capito qual è il bene comune. I dissenzienti sono una minoranza.
La CGIL (Landini in particolare) ha tenuto a mio parere un atteggiamento ambiguo, per paura di perdere le frange estreme degli anti-tutto. Ed ha sbagliato.
Non c’entrano nulla i diritti dei lavoratori con i provvedimenti per contrastare una grave emergenza sanitaria globale.
In fabbrica, per dire, gli operai hanno l’obbligo di usare le protezioni anti-infortunistiche e nessuno lo considera un’offesa alla libertà dei lavoratori.
Pretendere che lo Stato pagasse i tamponi era poi del tutto assurdo. Lo Stato paga il vaccino …
Le violenze sono opera di estremisti fascisti ben organizzati, e ben coccolati dalla nostra indecente destra nazionale, che usano spregiudicatamente il Green Pass solo come leva di un disagio sociale, che purtroppo ha radici ben più profonde del Green Pass.
La CGIL farebbe opera meritoria se si impegnasse a convincere i lavoratori, i pensionati e tutti i cittadini a farsi vaccinare senza tante storie.
Il “piglio e la frettolosità prefettizie” erano ben maggiori nei famosi DPCM di Giuseppe Conte, verso i quali ci fu una disciplinata (e giusta) acquiescenza da parte del sindacato.
Insomma, la storia dei Green Pass puzza di strumentalizzazione da lontano un miglio e tutto bisogna fare tranne che mostrarsi troppo comprensivi.
Questo è il mio parere, ovviamente, e vale per quello che è.
Coloro che assaltano le sedi istituzionali della nostra società, come sindacati, forze dell’ordine, magistrati eccetera, non sono da commiserare, ma da isolare.
Insomma,secondo me,vanno messi in galera e rieducati: è controproducente continuare a scusarli sostenendo che non “mangiano”, sono poveri ed altre fesserie del genere. Io mi ricordo, per averlo vissuto personalmente come sindacalista, il periodo degli anni di piombo insanguinato dalle brigate rosse. Tanti/e erano coloro che parlavano di “compagni che sbagliavano”, con i quali bisognava discutere, ma il sindacato a maggioranza ristretta,ed io ero fra loro, ha rischiato e ha pagato col sangue nel sostenere che si trattava di delinquenti eversivi che andavamo fermati a tutti i costi. Ci siamo riusciti con indulgenza e costanza, ma solo dopo aver arrestati i colpevoli e sanguinari brigatisti.
Io non ho dubbi i fascisti o i brigatisti Rossi vanno arrestati e poi rieducati: le loro ragioni non garantiscono la nostra libertà e la nostra democrazia rappresentativa. Oggi come, ai tempi del nazifascismo, noi essere umani ci separiamo: da una parte gli autoritari quelli che credono nella dittatura dall’altra quelli che difendono la democrazia rappresentativa come quella attuale di cui godiamo. I neutrali non esistono, ma anzi alimentano gli autoritari in sostanza sono nazifascisti nascosti. Non ho sbagliato ai tempi delle brigate rosse e non credo di sbagliare adesso con i nuovi fascisti. Comunque la nostra democrazia garantisce la libertà di parola ed aspetto con curiosità e pazienza altre idee in contraddittorio. Grazie per l’attenzione e buona giornata a tutti e a tutte Antonio De Matteo Milano
3 Comments
Si era ad agosto quando il segretario della CGIL sollevò dubbi sulla obbligatorietà del green pass per accedere alle mense aziendali, tirandosi addosso una potente scarica di rimproveri e un’accusa, velenosa e appena trattenuta, di transigenza verso gli oppositori del lasciapassare vaccinale. I pochi che compresero la posizioni di Landini (nel mio piccolo anch’io) riconoscendovi il buon senso del sindacalista che vedeva in quell’obbligo, impartito con piglio e frettolosità prefettizie, il pericolo di una pericolosa frattura sociale e, cosa ancora più grave, di una possibile divisione all’interno del mondo del lavoro, anche a quei pochi -dicevo- furono riservate altrettante dosi di rimbrotti.
Poi, da buon sindacalista qual è, Landini ha sottoscritto un accordo sindacale che ha risolto il problema sindacale ma non ha potuto risolvere quello politico-sociale, vale a dire della frattura sociale (e morale) indotto dalla gestione non ponderata della regola dell’obbligo.
Oggi, quei partiti ai quali si richiede la soluzione del problema politico (riassorbire nell’area del consenso i troppi che dissentono dal principio: vaccino per tutti=sicurezza per tutti) pensano di cavarsela con il richiamo all’anti-fascismo che, risolverà per qualche tempo il problema del riconoscimento identitario della sinistra e qualche problemuccio elettorale, ma non quello della ricomposizione sociale e del recupero di quella parte della società, una volta di sinistra e che adesso si lascia disastrosamente trascinare dalla destra sovversiva.
Mi permetto di dissentire.
In Italia l’85% dei vaccinabili si è diligentemente vaccinato; quindi ha scaricato il Green Pass e lo usa senza troppe fisime.
Sono decine di milioni di cittadini, di lavoratori, che hanno capito qual è il bene comune. I dissenzienti sono una minoranza.
La CGIL (Landini in particolare) ha tenuto a mio parere un atteggiamento ambiguo, per paura di perdere le frange estreme degli anti-tutto. Ed ha sbagliato.
Non c’entrano nulla i diritti dei lavoratori con i provvedimenti per contrastare una grave emergenza sanitaria globale.
In fabbrica, per dire, gli operai hanno l’obbligo di usare le protezioni anti-infortunistiche e nessuno lo considera un’offesa alla libertà dei lavoratori.
Pretendere che lo Stato pagasse i tamponi era poi del tutto assurdo. Lo Stato paga il vaccino …
Le violenze sono opera di estremisti fascisti ben organizzati, e ben coccolati dalla nostra indecente destra nazionale, che usano spregiudicatamente il Green Pass solo come leva di un disagio sociale, che purtroppo ha radici ben più profonde del Green Pass.
La CGIL farebbe opera meritoria se si impegnasse a convincere i lavoratori, i pensionati e tutti i cittadini a farsi vaccinare senza tante storie.
Il “piglio e la frettolosità prefettizie” erano ben maggiori nei famosi DPCM di Giuseppe Conte, verso i quali ci fu una disciplinata (e giusta) acquiescenza da parte del sindacato.
Insomma, la storia dei Green Pass puzza di strumentalizzazione da lontano un miglio e tutto bisogna fare tranne che mostrarsi troppo comprensivi.
Questo è il mio parere, ovviamente, e vale per quello che è.
Coloro che assaltano le sedi istituzionali della nostra società, come sindacati, forze dell’ordine, magistrati eccetera, non sono da commiserare, ma da isolare.
Insomma,secondo me,vanno messi in galera e rieducati: è controproducente continuare a scusarli sostenendo che non “mangiano”, sono poveri ed altre fesserie del genere. Io mi ricordo, per averlo vissuto personalmente come sindacalista, il periodo degli anni di piombo insanguinato dalle brigate rosse. Tanti/e erano coloro che parlavano di “compagni che sbagliavano”, con i quali bisognava discutere, ma il sindacato a maggioranza ristretta,ed io ero fra loro, ha rischiato e ha pagato col sangue nel sostenere che si trattava di delinquenti eversivi che andavamo fermati a tutti i costi. Ci siamo riusciti con indulgenza e costanza, ma solo dopo aver arrestati i colpevoli e sanguinari brigatisti.
Io non ho dubbi i fascisti o i brigatisti Rossi vanno arrestati e poi rieducati: le loro ragioni non garantiscono la nostra libertà e la nostra democrazia rappresentativa. Oggi come, ai tempi del nazifascismo, noi essere umani ci separiamo: da una parte gli autoritari quelli che credono nella dittatura dall’altra quelli che difendono la democrazia rappresentativa come quella attuale di cui godiamo. I neutrali non esistono, ma anzi alimentano gli autoritari in sostanza sono nazifascisti nascosti. Non ho sbagliato ai tempi delle brigate rosse e non credo di sbagliare adesso con i nuovi fascisti. Comunque la nostra democrazia garantisce la libertà di parola ed aspetto con curiosità e pazienza altre idee in contraddittorio. Grazie per l’attenzione e buona giornata a tutti e a tutte Antonio De Matteo Milano