Caro Bobo,
un uomo di potere come Zingaretti non può offendere chi ha votato PD.
E’ stato Presidente della Provincia di Roma e poi da 8 anni Presidente della Regione Lazio e si permette di dire che la ricerca delle poltrone è la principale occupazione del PD.
Allora facciamo un elenco degli errori:
1) quando Renzi con straordinaria intuizione politica si è reso conto che non si poteva andare avanti con Conte, parafulmine dei 5 Stelle, che dal febbraio del 2020 ha furbescamente procastinato tutte le richieste avanzate dal Segretario PD rinviando (MES, riforme della giustizia, decovery plan, responsabile servizi segreti, ecc…) a dopo le elezioni regionali dell’autunno la Segreteria Zingaretti costruisce la strategia “ o Conte o elezioni”.
Non accontentandosi di questo mette in essere quella vergognosa e offensiva, anche dal punto di vista istituzionale, fasulla cessione di una senatrice sarda del PD, che dichiara di rimanere comunque nel PD per far arrivare a dieci il gruppo dei cosidetti responsabili tra l’altro nell’illusione che ottenendo una maggioranza si potesse garantire la gestione delle commissioni parlamentari altrimenti a rischio.
Operazione inutile e fallita perché i renziani non si dividono confermando la denuncia della situazione di crisi del governo Conte che va in minoranza.
Nasce allora il governo Draghi che anziché essere assunto come vittoria del PD e dei suoi dirigenti, gli stessi si dilungano ad attaccare la Lega che con Giorgetti recupera una vocazione europea e addirittura abbandona le alleanze con le forze estremiste europee.
Anzichè iniziare un serio e vero dibattito sul partito, sulla sua strategia e soprattutto per attrezzarsi alle novità che la crisi pandemica e soprattutto i cambiamenti che interesseranno cittadini, ceto medio, lavoratori, giovani, donne e intellettuali cioè il futuro si elabora la folgorante proposta strategica di una alleanza con Conte e Di Maio.
Una strategia che oltre a impedire al PD di muoversi in un’ottica di modernità e di una positiva evoluzione del dibattito nel PD che deve trovare non solo donne ma le energie della base a cominciare dai sindaci, dai dirigenti locali, dalle Associazioni, dai mondi sindacali e dalle nuove sfide che attengono alle novità energetiche, al clima e alle sfide dell’ambiente, ecc…
Invece si apre la strada all’arrivo di Conte che toglierà oltretutto almeno ad oggi il 5% dei voti al PD.
Ma questo è niente se si confronta il fallimento della proposta di fare gruppi parlamentari tra PD, 5 Stelle e Leu (tra l’altro realizzata solo al Senato) che così conferma una totale incapacità di affrontare il nuovo corso della storia politica odierna.
In questo clima Leu già propone di realizzare una forza di sinistra tagliando i ponti con la storia della nascita del PD tra l’ex DS e la Margherita.
Non è bastata la sconfitta della sinistra francese ridotta ormai attraverso questa linea al 6%!
Cosa si potrà fare per risalire la china? Non vedo che una soluzione: si ritorni all’Ulivo o ad un qualcosa di simile che riunisca le importanti energie ed riprenda ad elaborare strategie che per troppo tempo non hanno potuto partecipare ad un franco e sincero dibattito dovendosi quasi celare dietro una fasulla unanimità.
Mi scuso per la sintesi delle mie riflessioni ma spero di aver chiarito anche ad altri amici come la penso.
Marcello Traversini
9 Comments
Marcello Traversini
sono assolutamente d’accordo. Ho fatto una analisi / proposta simile alla tua in un commento all’articolo di Cuperlo che Sergio ha pubblicato in questo blog.
Dobbiamo ritornare alla POLITICA invece di seguire populismo e gossip da social. I gruppi DEM su Facebook, sono inondati di fedain Conte/5stelle/PD che esprimono solo rancori in un chiacchiericcio da bar da far paura. Si sta allontanando l’abitudine a fare e a discutere di POLITICA. I 5 stelle hanno la responsabilità di aver imbarbarito in modo qualunquistico ogni dibattito coinvolgendo in modo preoccupante una buona parte dei militanti PD.
Non si è riusciti a civilizzare i barbari, sono i barbari che hanno preso il sopravvento.
Gianni Moscatellini
Giusto
Peccato che in tanti abbiano detto che era “incomprensibile” la crisi di governo…!
Ora sono “incomprensibili” le dimissioni di Zingaretti.
Il problema è che è diventata “incomprensibile” la natura del PD, che pure alla nascita era chiarissima.
Peccato che questa abbia spaventato la nomenclatura, che da subito ha fatto in modo di stravolgere la missione iniziale e sabotate qualsiasi tentativo di evolverla.
Il PD lo stanno uccidendo i conservatori di “sinistra”. Diciamocelo chiaro e tondo.
Ma che dici? Chi sono i conservatori di sinistra? I poverelli di LeU? Il PD lo stanno distruggendo i renziani rimasti dentro il PD e in primo luogo Lotti da una parte, e i filogrillini a cominciare da Bettini dall’altra. Insieme a loro tutti quei dirigenti che pensano solo ai propri interessi personali. Che c’entra la sinistra?
Ho messo le virgolette ad una sedicente “sinistra” che ha paura di scommettere sul riformismo e resta attaccata a schemi vecchi e corporativi. I nomi sono tanti e li conosciamo tutti benissimo, inutile recitare la formazione tipo …
Le riforme cambiano la situazione: la cambiano per magistrati ed insegnanti, per sindacalisti e dipendenti pubblici, per partite IVA e precari a vita, per ricercatori e baroni.
Tu sai benissimo quanto le categorie siano restie al cambiamento. Ma senza coraggio e senza determinazione non si cambia nulla.
Draghi farà molto ma non tutto. Il PD lo subisce o lo stimola, lo teme o lo aiuta? Lo lascia alla destra perché è un banchiere o gli fornisce strumenti per le riforme?
A questo deve rispondere il PD per tornare ad essere utile ed attrattivo. Questa è la sinistra utile, non quella consolatoria ed assistenziale. Per una volta trovo molto corrette le osservazioni di Massimo Cacciari in proposito…
Che Babilonia e’ il centro sinistra! e basta guardare le varie idee che affiorano copiosamente su questo blog, con lo scopo di difendere la propria idea e condannare quella altrui, per dimostrare la grande difficoltà che abbiamo a capirci e fare un viaggio insieme.
Proviamo a riderci un po’ sopra e cerco in qualche modo di capire in che direzione potrebbe andare il centro sinistra, sperando alla fine di trovare uno spiraglio per attraversare questa selva oscura.
Dunque distribuiamo le carte e cominciamo la partita.
Partiamo dall’oste di questo sito, il nostro grande vignettista Sergio Staino che scrive e cerco di riassumere: “sul treno del centro sinistra non possono starci i renziani ed i filo Grillini”.
Risponde il pokerista più assiduo, l’ ingegnere abruzzese Ernesto Trotta “forte e gentile”, e riassumo: “Senza Matteo , Matteo Renzi, non si va da nessuna parte! essendo l’unico leader politico dirigente del centro sinistra in grado di far vincere lo stesso “.
Controbatte il preside in pensione,professor Gerardo Vespucci e riassumo: “ il PD bisognerebbe dividerlo, per farlo rinascere, in tre spezzoni, legati alle varie località d’Italia, cioè sud, centro e Nord”.
Aggiunge però di essere d’accordo con l’ing Ernesto Trotta.
Io che sono una schiappa a giocare al poker, che praticano loro, e faccio “il morto” guardo e mi chiedo. Non posso parlare, d’altra parte faccio il morto, ma con chi posso fare il tifo?
I treni che mi propongono, mentre continuano a giocare, secondo me. Viaggiano in direzioni diverse e sconosciute alle grandi masse. L’amico Gianni Moscatelli non mi aiuta a capire su quale treno devo salire: dice che Gerardo è sul treno di Ernesto mentre quest’ultimo dice che non è vero. Sergio urla: “Non salire sul treno in compagnia di Renzi, altrimenti finisci dal principe Saudita e ti fa diventare un eunuco.” Resto a terra, purtroppo, e cerco di parlare con quelli che come me sono a piedi. Io voglio parlare di vaccinazione e fare in modo che tutti gli italiani/e siano vaccinati entro l’estate prossima.
Bisogna fare in modo che i lavoratori non siano licenziati, causa COVID-19, e le aziende non siano finanziate per sopravvivere, ma per produrre utili difendendo i posti di lavoro. Vorrei che fossero aiutati quelli che hanno subito più danni e che sono senza posto di lavoro a scapito di coloro che non hanno ricevuto, in questo periodo, nessun aggravio,anzi hanno accresciuto i loro guadagni. Vorrei che si provvedesse a Suddividere l’orario di lavoro, visto che la nuova tecnologia avanza inesorabilmente fagocitando le attività lavorative umane. Per realizzare i miei sogni io vedo l’unica strada la seguente. I partiti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni locali devono coinvolgere I cittadini/e sui loro progetti e farli approvare. Io insieme alla associazione di volontariato denominata “comitato bicocca” di MI, della quale faccio parte, come socio fondatore, cerchiamo di coinvolgere gli abitanti del nostro quartiere su come riformare L’attività del medico di base. Devo dire che la maggioranza degli abitanti del nostro quartiere sono concordi nel far diventare il medico di famiglia il primo pronto soccorso sanitario, fornendogli strumenti e il personale. Naturalmente A tempo debito proporremo le nostre idee ai politici di turno e chi le sposerà avrà i nostri voti. Ecco i nostri pensieri, come dice qualcuno,saranno pure pannicelli caldi, ma sicuramente è da qui che bisogna partire a impostare la politica futura. Le prediche, le filosofie astratte, i ragionamenti a tavolino servono poco. Le leggi vanno proposte partendo dai singoli problemi da risolvere. In sostanza io credo che la legge si debba adattare al singolo caso e non viceversa. Quando, qualche anno fa, ero direttore di stabilimento nella ricca Brianza dicevo sempre all’ingegnere della ricerca,sviluppo e progettazione. Franco non perdere tempo a tavolino ad inventare le “cose”. Vieni giù a vedere come lavoriamo, parla con gli addetti ai lavori e poi fatti aiutare a progettare i nuovi prodotti. Vedrai che i tuoi disegni non saranno più contestati. Lo stesso, secondo me dovrebbero fare i politici. In particolare dovrebbero partire dalle esigenze del territorio interessato, per poi posizionare i loro progetti e le loro filosofie, tenendo presente che per realizzarle hanno bisogno del consenso dei votanti. Le riforme non si fanno se i cittadini/e non sono coinvolti e motivati. Non riesci a far passare nessuna riforma della scuola,della sanità, della pubblica amministrazione, della magistratura, se non coinvolge queste strutture.In sostanza se vuoi far le riforme devi avere il consenso elettorale delle suddette strutture altrimenti non ti votano i componenti delle stesse, come è successo a Matteo Renzi. Forza dirigenti del PD non parlate di voi, ma venite a parlare con noi, come tentava di fare Nicola Zingaretti, iniziando a parlare con il Movimento 5 Stelle per farlo salire sul treno del centrosinistra. Ringrazio tutti coloro che mi leggono rispetto le idee altrui senza considerare la mia la migliore. Un caro saluto a tutti/e Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio
tutto giusto quello che dici. Nella mia vita di sezione di oltre 40 anni (PCI-PD), gli argomenti che tu citi li sostenevo ricorrentemente, era quello che tu dicevi al tuo ingegnere ” Vieni giù a vedere come lavoriamo, parla con gli addetti ai lavori e poi fatti aiutare a progettare i nuovi prodotti”, rivolto in primis ai ns eletti. Sai quanto succedeva? Gli ultimi 15 gg di ogni campagna elettorale, poi deserto. Il mio mantra era, caro eletto del ns territorio, metti un buco nella tua agenda, mensile, bimensile, e cascasse il mondo dedicalo al territorio. Troppo dispendioso per una singola sezione di paese? (vivo in provincia) Ok, Convochiamo più sezioni (paesi) ma facciamolo.
La risposta? “abbiamo tanto da fare …. abbiamo problemi più grandi …” e via discorrendo.
Così è andato nei miei 40 anni di militanza politica dentro quel partito. Mi ricordo che l’unico momento di coinvolgimento, molto frequentato, fu nel momento del passaggio di Occhetto sulla “cosa”.
Ora sono uscito dal PD e quindi non voglio intromettermi più di tanto, ma ti sembra giusto, solo per citare un solo esempio, che da “non saremo mai alleati con i 5 stelle” (Zingaretti) a “facciamo una alleanza con i 5 stelle …” lo si sta imponendo senza un minimo di coinvolgimento della base del partito?
Caro Antonio, non stare sempre a ricordarci le “contraddizioni” del “dannato” Matteo Renzi, mentre fate scivolare un fiume di contraddizioni di quelli che lo hanno combattuto (in fuoco amico) e lo combattono ancora.
E se vogliamo parlare ancora del “dannato” Renzi, per quanto riguarda il coinvolgimento dal basso che tu citavi, cito solo la vicenda della riforma della scuola di quel governo, che per mesi ha coinvolto il mondo della scuola con la “buona scuola” per ricevere idee e proposte e poi una volta fatta, perchè poi ad una sintesi bisogna arrivare per non stare a discutere eternamente, è arrivata la ribellione di quel mondo contro Renzi. In quella occasione abbiamo perso buona parte del voto degli insegnanti e personale scolastico.
Vedi, noi in Italia abbiamo un GROSSO problema , e non lo dico io che sono il più imbecille, ed è quello delle CORPORAZIONI CAPILLARI, ognuno con il proprio privilegio a cui non vuol rinunciare, e chiunque si avvicini a cambiare qualcosa partono le armate a difendere il proprio castello chiedendo di occuparsi di altri castelli da assediare.
Ma perchè Renzi è tanto odiato? Te lo sei mai chiesto, non seguendo il mantra della simpatia-antipatia, ma con una analisi politica? Semplicemente perchè ha tentato, qualche volta riuscendoci, qualche volta no, ad assaltare questa miriade di castelli che impediscono ogni tipo di sviluppo in questo ns Paese.
Ed è qui che la parola RIFORMISMO dovrebbe dominare con coraggio nella ns area Progressita. Ma purtroppo anche qui una miriade di castelli in difesa non permette alcun passo avanti. In Italia, provocatoriamente, si dovrebbe accettare un periodo di almeno 10 anni di commissariamento non elettorale per spianare una serie di privilegi e ingiustizie per poi riprendere un cammino “di un paese normale”.
Per ultimo, fammi dire che per decenni a sinistra ci siamo incastrati con la parola “unità” tra tutte le diverse anime senza riuscire in quasi nulla. Anzi peggiorando le cose. Bisogna ammettere che non siamo nelle condizioni culturali della realtà Laburista inglese o Democratica americana.
Noi dobbiamo scegliere la strada della divisione tra le diverse anime, e prendere la strada della Federazione per mettere insieme un primo progetto di cose su cui siamo d’accordo e fronteggiare così il ns vero avversario: le destre. In verità prima dell’uscita di Renzi dal PD si parlava appunto di una “separazione consensuale” in cui ognuno si sarebbe proiettato nel proprio bacino elettorale (centro e sinistra) per arrivare ad una vittoria comune. Purtroppo ha dominato il “castello” che ha tacciato Renzi di tradimento e siamo ancora daccapo.
E’ andata sempre così dal 1921 in poi. Questa è una bella analisi realista di Emanuele Felice su il “Domani” https://www.sergiostaino.it/blog/come-sarebbe-stata-litalia-con-meno-comunisti-e-piu-socialisti/#comments che io condivido totalmente con un grande numero di “se” che però con i “se” non si fà la storia, servissero almeno a cambiare qualcosa in futuro.
Buona giornata
Gianni Moscatellini
Caro Gianni Moscatelli,
Il popolo del centrosinistra ha un amore smisurato per la libertà di parola, è pronto alla solidarietà diffusa, disposto a lottare contro il razzismo e qualsiasi forma di sopruso fra esseri umani, si conferma più portato all’onestà in generale; ma non trova un algoritmo per coniugare questi principi che rimangono comunque saldi nella mente di ognuno di noi. Abbiamo una sola strada, secondo me, per trovare un metodo che ci aiuti a stare insieme senza blaterare dividendoci ed è la seguente. Dobbiamo partire dai problemi da risolvere ed insieme trovare una soluzione per poi provare a legiferare, o perlomeno provare a costruire una legge che regoli il caso. Non sarà facile, ma almeno proviamoci. Facciamo un tentativo con un esempio. Come affrontiamo il problema del lavoro? La nuova tecnologia che avanza in maniera inesorabile e non è possibile fermarla continuerà a ridurre le occasioni di lavoro. Io penso che bisogna cominciare a suddividere quel po’ di lavoro che resta e quindi a ridurre proporzionalmente l’orario di lavoro. Naturalmente tutto questo non può essere fatto da un solo Stato, ma da un’unione di Stati, tipo l’unione europea. La pandemia da COVID-19 ci può aiutare a trovare un algoritmo per cominciare ad introdurre la riduzione dell’orario di lavoro.
Ad esempio tassando la produttività dei robot a favore degli esseri umani. Mi spiego meglio in uno stabilimento metalmeccanico se un robot sostituisce 10 esseri umani, su una catena di montaggio,cinque devono comunque rimanere pagati dall’ aumento della produttività del robot. Cominciamo a ragionarci sopra ma non vedo altre vie per inventare il lavoro per le prossime generazioni. A quelli del centrodestra sicuramente non andrà bene questa proposta, ma loro sono per la valorizzazione dell’io a scapito del noi ed qui la differenza tra noi e loro. Proviamo Gianni a trovare un accordo su questi problemi ed insieme convincere Draghi, ovviamente il suo governo, ad attuare un nuovo ordinamento, statuto del lavoro? Su questi problemi evidenziamo la differenza tra centrodestra e centrosinistra e spieghiamo a noi stessi se ragioniamo ancora pensando “a noi“ o “emancipandoci”siamo passati al “io”.
Ogni tanto mi pongo una domanda: ma non sarà che il progresso, al quale noi ex comunisti abbiamo contribuito in modo determinante ci ha fatto diventare un po’ fascisti? La mia risposta è continuamente la stessa e la seguente. Sono sempre per la suddivisione delle ricchezze su questa terra, ma il comunismo ha fallito la sua missione e bisogna trovare un algoritmo diverso per gestire la vita su questa terra. Questo è il messaggio che lascio personalmente a mio figlio ed in generale alla gioventù. Io fino a quando sarò capace e per il poco tempo che mi resta lotterò per questo. Sono sicuro che saremo ,caro Gianni, sulla stessa barricata per difendere gli stessi ideali di libertà, giustizia e solidarietà che ci hanno accompagnato nella nostra motivata e combattiva giovinezza. Tanta serenità a tutto il popolo del centro sinistra ed un caro saluto a te caro Gianni ed a tutti e a tutte, anche a coloro che la pensano diversamente da me. Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio
ti garantisco che nel mondo in cui ho vissuto io e penso anche tu, e cioè nel “basso” dei ns territori, fuori o dentro sezioni-circoli, noi condividiamo la gran parte delle cose per cui ci impegnamo a discutere e batterci. Il punto è che a noi non ci si fila nessuno dell’apparato che ci rappresenta. Non te lo dico da Marte ma da vita vissuta che per fede e passione ho frequentato per oltre 40 anni in quei luoghi politici.
Allora quale è il punto? Il punto caro Antonio non è una “guerra fratricida” della base ma è soprattutto tra le oligarchie che sono radicate nel partito da decenni, che non mollano o vogliono mollare e contagiano in un modo o nell’altre una certa fascia che sta sotto di loro. La rottura da destra e da sinistra e poi all’interno nel partito è avvenuta e avviene da questa stridente realtà.
Quindi sui progetti e sulle cose in comune la maggioranza della ns area sarebbe sicuramente d’accordo, non ci sarebbe neanche bisogno di fare un lungo elenco, noi l’accordo e il compromesso lo troveremo di sicuro.
Quali sono i scogli?
1 – L’ecceso di autoreferenzialità dei ns eletti e dirigenti, come dicevo prima;
2 – La negazione di una consapevolezza che in Italia la SINISTRA NON E’ MAGGIORANZA, anzi è un popolo di centro e centro destra. E in queste condizioni pensare di stare pure tutti i giorni con il fazzoletto rosso a cantare bandiera rossa il consenso non lo troveresti mai. La prova ce l’hai da oltre 70 anni di vita democratica post fascista, dove non abbiamo MAI VINTO.
Quale è allora la soluzione? La STRATEGIA, che Berlinguer diceva spesso, ossia quella di introdurre “elementi di socialismo” nella ns società e non pensare di farlo con i Cosacchi, ma con la politica ed il compromesso nelle istituzioni e nel sindacato. Non si può pensare di pretendere tutto e subito, devi accettare e subire una certa gradualità di obiettivi per poi arrivare a mete più ambite.
3 – Il terzo punto è quello che per effetto di quanto detto al punto precedente, nelle condizioni date dell’elettorato Italiano NON CI PUO’ ESSERE UNITA’ tra di noi, al contrario, come ho detto in molte occasioni, DOBBIAMO DIVIDERCI a caccia di consenso nelle diverse praterie divaricate per poi stare insieme a Progettare e Costruire. Era quello che si era cercato di fare con l’Ulivo, era quello che si doveva fare con STRATEGIA CONCORDATA con la divisione del PD a sinistra con Bersanio e verso il centro con Renzi e Italia Viva. Ma lo si doveva fare con CONSENSUALITA’ REALISTICA e non come GUERRA FRATRICIDA come sta avvenendo da un decennio.
Se alle domande che ho fatto nella precedente riflessione non si da una risposta seria, noi alimenteremo il solito gioco dell’oca: facciamo qualche passo avanti per poi farne il doppio indietro. E la destra gode.
Buona serata
Gianni Moscatellini