Cari amici e cari compagni,
vi riporto qui il Buongiorno di Mattia Feltri su La Stampa di oggi. In genere mi piace il 99% dei suoi elzeviri ma questo ve lo sottopongo perché contiene una piccola e illuminante constatazione: “nella Prima repubblica la gente pensava quello che dicevano i partiti, mentre ora i partiti pensano quello che dice la gente”.
Quanto vorrei che Zingaretti, ad esempio, tenesse questa frase come guida dei suoi ragionamenti progressisti, quanto vorrei che tutti i dirigenti del governo facessero la stessa cosa. Credo che tutti i guai che stiamo attraversando e quelli che stiamo preparando per il futuro derivino da questa semplice constatazione: la ricerca ottusa e perversa del consenso fine a se stesso. Grazie Mattia.
Sergio
Oggi per Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, è il ventiduesimo giorno di sciopero della fame. Chiede amnistia e indulto per una parte dei quasi 54 mila detenuti nelle carceri italiane (capienza massima cinquantamila, secondo la legge dello Stato che lo Stato viola da decenni) dove la percentuale di contagiati è dell’1.76, mentre fuori è dell’1.31. Il responsabile giustizia del Partito democratico, Walter Verini, le ha riposto di no, rivendicando al governo il già lodevole merito di aver liberato, quest’anno, novemila persone. In realtà sono settemila. E poi il governo c’entra poco: uno studio del Consiglio d’Europa attribuisce l’abbassamento della popolazione carceraria soprattutto al crollo dei reati durante il lockdown e alla sospensione dei processi, in Italia celebrati quasi esclusivamente dai giudici onorari, cioè pensionati volontari. Infatti ora si sono scocciati e altrettanto volontariamente si ritirano. Comunque, aggiunge Verini, non ci sono le condizioni politiche. L’ultima amnistia è del 1990, Andreotti presidente del Consiglio. Da allora le condizioni politiche non ci sono state più, anche perché nella Prima repubblica la gente pensava quello che dicevano i partiti, mentre ora i partiti pensano quello che dice la gente. Non so se nel primo caso fosse un bene, so che nel secondo è un male, perché prevale – in politica e nella vita – ciò che fu definito il chiassoso e appassionato orgoglio dei mediocri: di non industriarsi per fare un passo avanti ma di assicurarsi che qualcuno resti un passo indietro, indiscutibilmente ultimo ed escluso dall’élite dei penultimi.
Mattia Feltri, La Stampa, 2 dicembre 2020
5 Comments
I partiti, la gente, …
Rischia di essere come l’uovo e la gallina…
E lo stesso si potrebbe dire dei media, tutti i media grandi e piccoli.
In realtà viviamo in un gigantesco frullatore dove tutti influenzano tutti e la media risultante è incredibilmente bassa.
Quello che manca sono idee forti, incisive, coinvolgenti, da dovunque esse vengano, ma che siano in grado di illuminare la vita delle persone e darle un senso.
Tocca ai partiti, tocca ai media, tocca alla società civile, tocca agli ultimi? Tocca a chi le ha, le idee.
Il mondo di oggi è solo condizionato da visioni ed interessi particolari, espressione di limitati e ristretti circoli di influenza.
La libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la democrazia, non sono più sufficienti ad innescare processi virtuosi: ci sembrano scontate e invece non lo sono. Ma comunque serve un di più, serve un valore aggiunto, che ridia senso a tutto.
La voglia di vivere associati, la voglia di stare meglio noi e gli altri, la voglia di progredire, di conoscere, di allargare la mente ed anche la ricchezza, visto che non si vive solo di ideali.
Tutto questo è esclusivamente legato alla cultura, alla formazione civica ed anche tecnica delle persone.
Non mi stancherò mai di ripetere che l’emancipazione umana parte dalla conoscenza.
Senza, c’è solo barbarie, fisica e culturale.
Non vedo contraddizioni con l’affermazione di Mattia e questo è il Trotta che mi piace.
Sergio
Caro Sergio,
ho letto l’articolo di Mattia Feltri che tu hai postato e ti ringrazio, ma io la penso in un modo diverso e spiego il perché.
Una volta i partiti erano radicati sul territorio, ascoltavano le esigenze dei cittadini e poi formulavano una proposta di legge, ora invece questa abitudine si è persa. A “tavolino” si formulano le proposte che finiscono direttamente in parlamento. Faccio un esempio. Negli anni 80, il ceto medio puntava sull’ acquisto della prima casa di abitazione e le tasse erano al 10% del dichiarato, ma I sindacati e i partiti discutevano nei vari quartieri e su tutti i giornali venivano pubblicate lettere che riguardavano questo problema. Sull’ “UNITA’ ”, organo del partito ‘comunista italiano, il dibattito era molto intenso ed io come sindacalista scrissi una lettera in tal senso. Ricevetti una risposta dall’ allora onorevole, Albertini Che prendeva atto del problema e mi informava che dopo aver ricevuto parecchi input dalle sedi periferiche del pci avevano deciso di presentare una proposta di legge in parlamento per abbassare l’ aliquota dal 10% al 4% per la prima casa, come poi avvenne.
Quindi si partiva dai problemi per trovare una soluzione, mentre adesso si fanno le leggi per adattarle poi alle situazioni. Tant’è che i vari onorevoli, consiglieri, regionali,provinciali, comunali, eccetera preferiscono affidare le loro idee ai mass media piuttosto che discuterle con i loro elettori. Nella prima Repubblica io dico, a differenza di Mattia Feltri : i partiti elaboravano e realizzavano le esigenze della gente, attualmente inventano proposte che i loro popoli spesso non condividono. Concludo sperando che si torni a parlare dei problemi e non della solita filosofia inventata a “tavolino”. Vorrei ad esempio che si parlasse di lavoro concretamente affrontando L’avanzata inesorabile e necessaria della nuova tecnologia che però distrugge più posti di lavoro di quelli che crea, aumentando la disoccupazione nella nostre attuali società, ma i partiti continuano a sostenere che non è vero e la gente continua a perdere il lavoro senza speranza. Forse bisogna porsi concretamente la domanda: con la nuova tecnologia si può fare tutto persino le case si possono costruire senza i muratori, ma gli esseri umani come li impieghiamo? Facile ovviamente rispondere: “non è vero quello sopra descritto”, ma io una proposta la faccio: tassare la tecnologia per creare i posti di lavoro. In futuro se volete mi spiego meglio. Ringrazio per l’attenzione ed auguro a tutti buona giornata Antonio De Matteo Milano
Ciao Sergio,
mi permetto di scrivere n’il tuo blog la prima delle mie bischerate quotidiane.
Sovente ho l’impressione che qualcuno ritenga che le sue non siano bischerate e quindi
le somministra urbi et orbi con (per me fallace & ottusa) convinzione, seguramente per
procurarsi la pagnotta quotidiana, per la carità.
Quel “nella Prima repubblica la gente pensava quello che dicevano i partiti, mentre
ora i partiti pensano quello che dice la gente” secondo me non è una bischerata, ma una
poderosa trischerata perché ritengo che i partiti sono partiti per la terra di nessuno, lasciando alle loro spalle
solo delle lobby, alcune camuffate dal termine “movimenti”. I sedicenti partiti sono di fatto gruppi di “politici
professional” che promuovono e soddisfano specifici interessi dei gruppi di potere che li finanziano.
Per questo devono essere attenti a ciò che dice la gente che li vota o, meglio, li fa votare. Le ideologie
non esistono più (non lo dico io, ma tantissimi opinion leaders) e quindi impera nel mondo delle
rappresentanze sedicenti democratiche lo sgomentante “fattacci nostri, non parole”.
Conscio della mia pervicace, ma folcloristica ottusità porgo il vetusto “tanti saluti a casa”, che nei
giorni delle trascorse guerre era umoristicizzato con il “tanti salumi a casa”.
Grullo da Imbambolate
ignorantofilo
Caro Sergio,
concordo. Oltretutto, c’è un problema, quello che la gente è volubile, cambia idea in fretta, e andarle dietro può sembrare conveniente sul momento, ma alla fine non paga, è una strategia che serve solo a tirare a campare. Ma forse è ciò che si vuole. Eh sì, sono diventata un po’ cinica …
Ti abbraccio
Grazia