Ciao Sergio,
più passano i giorni, dall’inizio dei colloqui per la formazione di un governo Lega-5S, più l’ala renziana del Partito Democratico sprizza gioia da tutti i pori, neanche si andasse a formare un monocolore del PD, ma questo non è che uno dei tanti paradossi di questa “corrente”. Un altro paradosso, molto più meschino perché rivela che sono più attaccati ai loro interessi che a quelli del Paese, è rappresentato dal fatto che, popcorn o meno alla mano, stanno alla finestra aspettando i presunti danni che leghisti e cinquestelle possano causare. In questo caso si va nella follia più sadica e nella totale insensatezza politica, primo perché se si riesce a godere di possibili danni all’Italia, per un bieco tornaconto politico, vuol dire che non ti è rimasto nessun tipo di amore per il tuo Paese e secondo perché se volevi evitare questa situazione avresti potuto fare altre scelte, sia prima (dal referendum bocciato soprattutto) che dopo le elezioni. A godere dei fallimenti, a danno delle moltitudini, sono sempre élite che poco hanno a che fare con i partiti progressisti, riformisti e di sinistra, ed è per questo che l’alternativa, come ha detto giustamente Veltroni e lo stesso Martina, deve ripartire dalla ricostruzione del Partito Democratico in modo che possa essere nuovamente e largamente rappresentativo dei bisogni sociali e impegnato per la riduzione delle diseguaglianze. Come ha scritto, nei giorni scorsi, Peppe Provenzano serve un congresso che possa segnare un nuovo inizio per il PD e per capire, aggiungo io, chi si accontenta di stare alla finestra e di chi invece vuole rimboccarsi le maniche.
Un caro saluto.
Luca Raffaele
24 Comments
Caro Luca, penso che non valga la pena risponderti sarebbe tutto vano.
Marco bs
Caro Sergio,
in questo blog abbiamo sempre cercato di parlare di politica; anche con animosità, ma sempre con rispetto per le idee diverse e soprattutto per la realtà dei fatti e delle opinioni espresse.
Questa non è una pagina Facebook di tifosi di questo o di quello. Non è un fan club.
L’intervento che hai pubblicato qui sopra, infarcito com’è di tutto lo sciocchezzaio tipico della tifoseria più becera, è invece, a mio modesto parere, offensivo dell’intelligenza di chi legge e mi stupisco che ce lo dai in pasto così.
Cerchi la rissa?
Spero proprio di no.
Io do per scontato che chi gravita intorno al nostro Partito (dirigenti, militanti, iscritti, simpatizzanti) ha a cuore le sorti sia del Partito che del Paese, anche se non la pensa come me.
Fuori da questo recinto (brutto termine, ma rende l’idea) ci sono gli avversari politici CONTRO cui combattiamo.
Chi scrive interventi così vuole solo provocare, cerca lo scontro e non il confronto.
Quindi per me non serve né al Partito né al Paese.
A noi serve politica, non polemica fine a se stessa.
Vorrei essere davvero molto franco: così non si fa dibattito, né tanto meno si fa un congresso ordinato, quando sarà.
Così si litiga. E a me non interessa.
Spero sia lo stesso anche per te. Non mi deludere!
Con affetto (e un po’ di irritazione).
Ernesto Trotta
Egregio signor Luca,
I “ Renziani”,come scrive lei, non sono quattro gatti, ma milione di persone che hanno creduto e credono in quell’idea ,si sono battuti, magari sbagliando, per realizzarla e non sono disposti ad inginocchiarsi per chiedere scusa, ma vogliono trovare un modo migliore per veicolare la loro filosofia. lei è contrario nulla da dire. faccia la sua proposta senza offendere nessuno : noi non controlliamo, ma votiamo, noi non ci rallegriamo per un governo Lega /cinque , facciamo delle proposte. Ci vuole togliere signor Luca anche il diritto di parlare di fare delle proposte dicendo che siamo allucinati e fuori di testa? All’eventuale domanda affermativa sappia che resisteremo: gli uomini e le donne passano le idee restano e avanzano quando sono giuste. A proposito idee caro Sergio, ieri sera abbiamo preparato l’atto costitutivo per l’associazione del quartiere Bicocca a Milano ed appena lo registriamo te ne invierò una copia. Noi i problemi del quartiere pensiamo di risolverli coinvolgendo il più possibile gli abitanti dello stesso; poi, sicuramente commetteremo degli errori, ma la vita è fatta così: solo chi non fa nulla e”chiacchiera non fa errori,
ma può stritolare qualcosa. Un abbraccio a tutti anche a coloro che la pensano diversamente da me per i quali ho un profondo rispetto e mi batterò sempre affinché loro possano sostenere le loro idee fin infondo. Antonio De Matteo Milano
Sì, in effetti la prima parte è abbastanza tranchante, capisco l’irritazione, però gli intenti mi son sembrati con uno spirito costruttivo, la citazione di Martina e Veltroni mi ha dato fiducia.
Giusto per tornare a parlare di politica seria e non di improduttivo tifo da stadio, colgo l’occasione per invitare tutti a leggere e meditare l’intervista di Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio a Democratica.
Leggere e meditare per i temi che affronta, per le prospettive che illustra, per l’analisi, timida, tardiva, ma finalmente esplicita sul ruolo nefasto giocato dai media più importanti nella crisi attuale della democrazia in Italia.
Disturba, non fa piacere, ci mette in crisi la constatazione che, contro le forze anti-sistema, oggi si trovino dalla stessa parte sia forze di centrosinistra che alcune di centrodestra.
Ci costringe ad uno sforzo creativo per uscire dagli schemi classici, abituali, degli schieramenti storici.
Ci costringe a parlare degli elettori, delle loro aspettative e dei loro interessi, e non delle classi dirigenti di partiti che sono comunque indeboliti dalla marea montante del populismo e del qualunquismo.
Insomma, io credo che dobbiamo sforzarci per aprire il nostro dibattito, per immaginare scenari nuovi, in primis riconoscendo che una buona metà degli italiani non solo è di destra, ma che questa destra ha assunto caratteri pericolosi per la convivenza democratica, condita da una sfiducia totale nella classe politica, nelle possibilità di sviluppo e progresso, nelle capacità nazionali di essere presenti con pari dignità ai tavoli che contano; insomma una destra ignorante, rancorosa, sfascista, priva del rispetto delle istituzioni che per tutti noi è sempre stato scontato.
E allora il ruolo del PD, o di qualsiasi altra forza di centrosinistra, non può essere quello di correre dietro al sentimenti popolari dominanti, ma di presentarsi come una prospettiva nuova, con una rinnovata cultura democratica basata sulle regole della convivenza civile e non sull’egoismo incivile di chi vede se stesso contro il mondo intero (ché questo è il sentimento del grillo-leghista medio!).
Creare una nuova egemonia culturale: e con questo riportare i media principali dalla parte di chi vuole il bene del Paese e non solo vellicare gli istinti ribellistici del pezzo più qualunquista della popolazione.
“Vaste programme”, direte voi. Ma senza ambizioni non si va da nessuna parte.
Bisogna rilanciare con forza la nostra vocazione maggioritaria!
Altro che chiudersi nella ridotta di una sinistra asfittica e senza prospettive.
Per restare ai consigli di lettura, leggere e meditare, sempre sul Foglio di Cerasa, l’intervento di Alastair Campbell ad un recentissimo convegno del Labour inglese (altri che sono messi male, ma proprio male, persino peggio di noi).
I populisti non hanno ancora vinto (del tutto). C’è da dare spazio e rappresentare un elettorato serio, operoso, razionale, che dobbiamo riaggregare senza paura delle barriere ideologiche.
Il (probabile) governo Salvini-Di Maio ci darà un po’ di tempo (spero non tanto) per meditare, elaborare, organizzare le nostre risorse, che non sono né poche né inadeguate. Abbiamo una classe dirigente che gli altri si sognano: bisogna solo che capiscano che l’avversario sta dall’altra parte della strada e non in casa. E che si fidino l’un l’altro.
Altro “vaste programme”!
Ma noi non demordiamo certo: siamo sempre usciti dai pasticci che ci siamo creati con le nostre mani. Lo faremo anche stavolta, sperando che qualcosa impariamo e mettiamo a frutto, a forza di sbagliare.
PS: a proposito di media, sarà un caso se siamo costretti a cercare prevalentemente su Il Foglio e su Democratica spunti ed analisi non drogate da pregiudizi?
En marche. La strada è lunga e faticosa …
Caro Sergio,
I “predicatori di sinistra “ che criticano sistematicamente il PD
non hanno voglia di colloquiare con chi il PD lo difende e pertanto è inutile rispondere ai loro predicozzi. Questi signori sono come il Papa infallibili ed incontestabili, anzi il Papa attuale è molto più democratico di loro . Ha ragione Marco : Meglio non sprecare inchiostro. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo.
Caro Ernesto, condivido totalmente la tua risposta e di altri amici al sig. Luca, che credo parli per sentito dire e non con conoscenza delle cose che avvengono nel partito e di cui dubito sia un elettore.
Poi anche io seguo da un po’ Cerasa nei dibatti, ma non sono ancora arrivato a comperare il Foglio.
Ora su Repubblica mi sembra che parlino un po’ meno male del PD, forse si sono accorti, in ritardo del male che anche loro hanno fatto al paese, elogiando i grillini e massacrando Renzi e il PD.
Come noterà il sig. Luca io parlo di Renzi e del PD, non come tifoso, ma convinto elettore, magari per Luca sbagliamo, ma almeno noi abbiamo una idea o ideale da seguire, nel bene e nel male, perché per togliere il bubbone bisogna inciderlo e vedere cosa c’è sotto, non mettendo creme antibiotiche, idem per il nuovo governo, vediamo cosa c’è sotto.
Repetti Camillo
Personalmente ho sempre letto Il Foglio e con più assiduità da quando è direttore Cerasa. Credo che sia il giornale più intelligente come media di scrittura che abbiamo in Italia, anche quando non sono assolutamente d’accordo con loro qualcosa da imparare lo trovo sempre. Però non bisogna dimenticare che Cerasa e il suo Foglio sono la rappresentazione più bella che si possa avere del neoliberismo, non dimentichiamocelo mai. Da questo punto di vista non possono certo esaurire l’ampiezza delle problematiche politiche necessarie ad una vera sinistra. Non posso certo chiedere al Foglio di farsi portavoce delle istanze dei più diseredati e dei più umili della terra. Posso unirmi a loro con grande affetto nella comune lotta contro l’idiozia dei populismi, contro le società più reazionarie e oscurantiste, contro il capitale parassitario e la burocrazia la più dannosa. Alleanza che è molto importante e non certo da poco ma la sinistra deve avere qualche marcia in più e qualche obiettivo molto più solidale. Quest’ultimo aspetto lo trovo più facilmente su Avvenire pur essendo a tutt’oggi presidente onorario dell’UAAR.
Sergio
Caro Sergio,
tu consideri neoliberismo e sinistra come l’alfa e l’omega della politica.
Ma in questo mondo moderno, globalizzato, iperconnesso, robottizzato, a mio parere non è affatto così.
Quello che oggi chiamiamo neoliberismo non è schematicamente espressione della destra, ma è, purché esso sia regolato e ben temperato (nel senso del clavicembalo di Bach!), il sistema economico risultante da un’evoluzione durata un secolo e mezzo, partendo dalle asprezze e dallo sfruttamento della prima rivoluzione industriale, passando attraverso le lotte dei lavoratori e dei cittadini, il fordismo, la seconda guerra mondiale, le conquiste tecnologiche, il lavoratore – consumatore, le fabbriche giapponesi in qualità totale, via via fino al welfare occidentale di oggi che, dove funziona bene, permette di vivere mediamente in modo egregio (e compito della sinistra è spingere l’evoluzione sempre un po’ di più verso la giustizia sociale).
Per contro la sinistra, anche la nostra, parte dalle prime elaborazioni marxiane di metà Ottocento, passa attraverso il socialismo di Turati ed Amendola (in Italia), le scissioni, Gramsci e Bordiga, ma anche attraverso il leninismo, lo stalinismo, il socialismo realizzato dell’URSS (tragedie immani!) e pure, infine, il compromesso storico di Berlinguer ed il PD.
Oggi quindi la sinistra non può che riconoscersi in un liberalsocialismo democratico che tutti i Partiti responsabili dell’occidente perseguono, con molto alterne fortune.
Un mix, una sintesi, un ircocervo, se vuoi, ma basta che funzioni!
La destra politica vera, nostro odierno avversario, è costituita da populisti e demagoghi, che imbrogliano il popolo, facendogli credere di partecipare a qualcosa di cui essi possono vedere solo l’aspetto esteriore ed in realtà emarginandoli dal processo democratico, che richiede consapevolezza, scienza, coscienza e conoscenza.
La destra economica più pericolosa è quella limitrofa alle aree oscure della finanza parallela, delle organizzazioni criminali che, anch’esse globalizzate ed iperconnesse, sfidano gli Stati e le Organizzazioni istituzionali sui traffici illeciti, la droga, le armi, il dark web. E’ un fenomeno enorme, mostruoso e poco conosciuto, ovviamente, perché è mimetico.
Questi sono gli avversari che mettono a repentaglio le conquiste sociali e l’equilibrio faticosamente raggiunto (e pur sempre in bilico) tra liberismo e socialismo democratico.
Lo scontro è lì, ed è per questo che quello che tu chiami, con un po’ di diffidenza, neoliberismo (tipo Il Foglio) non mi fa paura e mi sento pronto a gestirlo. Ne abbiamo gli strumenti (il welfare, la democrazia, appunto) e in fin dei conti conviene anche ai capitalisti, che dalla libertà di espressione, di movimento, di pensiero, traggono anche occasione di sviluppo e di profitto.
Se vogliamo promuovere questo modello, non possiamo rinchiuderci in una ridotta minoritaria; dobbiamo fare leva sulla voglia delle persone di stare meglio, di vivere meglio, di crescere più libere e coscienti.
Chi si emargina in un mondo antagonista semplicemente sbaglia, sta nella retroguardia, difende un mondo che non c’è più, come la sentinella davanti ad un arsenale vuoto ed abbandonato.
Il problema, caro Sergio, è la coscienza di quanto abbiamo intorno.
Non possiamo e non dobbiamo sbagliare gli avversari, come non possiamo e non dobbiamo sbagliare gli alleati.
Chi vuole asservire il modo ai suoi interessi sa bene cosa fa.
Noi, per batterlo, dobbiamo essere altrettanto lucidi e coscienti. Ed anche un po’ spregiudicati.
Scusa, mi rendo conto che mi sto dilungando troppo per un commento al commento e mi fermo qui.
Spero che qualcuno voglia aggiungere pensieri, critiche, proposte, purché con scopi costruttivi e non provocatori.
Ti dico francamente che sono un po’ stufo di essere tollerante con chi non vuole o non sa esserlo.
L’altra guancia me la tengo per me. D’altronde, capiterà pure che dovremo lasciare qualcuno per strada …!
Avanti (ti piace di più di “en marche”?).
Ernesto
Non mi sembrava di aver mostrato diffidenza nei confronti del neoliberismo del Foglio, al contrario: attenzione, rispetto e salutare confronto. Nemmeno mi riguarda il richiamo ad una sinistra arcaica e nostalgica, mi sembra che da quel punto di vista ho chiuso la porta da tempo. Siamo quindi sulla stessa passerella e le differenze sono sostanzialmente sul giudizio da dare al tipo di camminata. Tu sei fiducioso ancora in quella che ci ha imposto Renzi, io sono profondamente deluso e convinto che le difficoltà che troviamo a fare questa camminata insieme (e sottolineo insieme) derivino soprattutto dalla sua invadenza.
Chapeau per tutto il resto.
Tiremm innanz.
Sergio
Dico a TUTTI che Staino fa bene a pubblicare tutto ciò che Lui ritiene opportuno per un utile confronto e quindi anche questa di Luca Raffaele.
Io penso che da quello che scrive Luca a proposito del suo giudizio sul referendum costituzionale non sia un iscritto al PD e forse nemmeno un suo elettore e per questo lo inviterei a riflessioni meno velenose e più meditate affinchè si creino condizioni per dialogare anche con chi la pensa diversamente in modo produttivo e senza aumentare il fossato dell’incomunicabilità.
Caro Luca se ho capito bene in questi lunghi mesi post elezioni, a parte Emiliano , nel PD non c’era e non c’è mai stato una “corrente” disponibile a governare con il M5Stelle, la diatriba era sul come arrivare a dire NO.
Visto come stanno andando i colloqui fra Di Maio e Salvini non credi che se al posto di Salvini ci fossimo stato noi avremmo assistito allo stesso “teatro dell’assurdo” peraltro con delle procedure che fanno della Costituzione carta straccia?
E il PD tutto questo se lo poteva permettere o ne usciva distrutto completamente?
Dal tono della tua lettera credo che Tu ci tenga, come tanti altri compagni con cui stiamo dialogando grazie a Sergio, alle sorti del centrosinistra e quindi al PD da cui non si può prescindere, ed allora non sarebbe ora di smetterla con il RENZI si, RENZI no?
A tutti dico che indipendentemente dalle colpe, dai meriti (tanti) e demeriti (pochi) per me è evidente che Renzi in questo momento da risorsa è diventato un problema per il Partito e per il centrosinistra e quando si diventa tale è l’intelligenza politica che consiglia di passare la mano, mettersi momentaneamente da parte. Di esempi nel passato ne troviamo tanti, il più famoso fu quello di Giovanni Giolitti con lo scandalo della Banca Romana. Fu tirato dentro per i capelli da Crispi e lui pur di non coinvolgere la Casa Reale si dimise rifugiandosi in Germaia, poi tornò e fece il Presidente del Consiglio. Renzi è giovane e ha tutto il tempo e capacità per riprendere il posto che si merita. Naturalmente penso di parlare da non iscritto agli iscritti al PD e che tengono a questo partito, se poi c’è chi pensa a farne un altro alla Macron è tutta un altra storia.
Mi sembra una riflessione molto corretta quella che fa Ciro Rosiello, iscritto o non iscritto al partito. La Segreteria di Martina mi sembra la scelta più unitaria e costruttiva che poteva essere fatta e, se è vero che l’apertura dei lavori dell’assemblea del 19 la vuol fare Renzi (ma mi sembra molto improbabile), sarebbe agli occhi di tutti un segnale dannosissimo di delegittimazione dall’alto.
E’ una prassi molto poco apprezzabile, ma assai diffusa, quella di trarre conclusioni da premesse costruite per poter arrivare a quelle conclusioni.
Ed è ciò che Luca Raffaele, – non me ne voglia! – mi sembra faccia.
C’è probabilmente del vero in quanto afferma nelle premesse, nel senso che non si può escludere che qualche ‘renziano’ sprizzi gioia da tutti i puri, ma a me capita di confrontarmi soprattutto con persone del partito – renziane e non – che banalmente, sulla base di molteplici e opinabili fattori – condividono il fatto che non ci fossero le condizioni per intavolare una discussione col M5S.
Banalizzare consapevolmente un’analisi al fine di screditare chi non ha la mia stessa opinione è poco corretto: riprendiamoci la capacità di rispettarci sempre e comunque. Ci farà bene!
Ricevo da Giorgio Tognetti
Caro Staino e cari tutti, se dobbiamo difendere il diritto di tutti a parlare, dobbiamo difendere anche quello di Luca Raffaele, che non conosco, ma presumo elettore e simpatizzante del PD. Perché non si possono mandare via tutti quelli che non la pensano come noi, quelli che lo fanno sempre sono i Casaleggini, non noi, perché da noi fanno casino dentro oppure se ne vanno eventualmente da soli. E poi, come dici tu, qualcosa da imparare c’è sempre da tutti, a volte anche dagli avversari (in un modo o nell’altro), quindi evitiamo di chiamare provocatore chi sta dentro al nostro “campo di lavoro”. Per il resto, dicono che destra e sinistra non esistono più e che la vera democrazia è quella del web, che è destinata a soppiantare l’altra. Però esistono ancora i ricchi e i poveri, anzi i ricchi sono sempre meno e sempre più ricchi, e i poveri sempre di più e sempre più poveri. Il PD del futuro, magari né di destra né di sinistra, vorrà occuparsi di questo? Vorrà cercare e trovare soluzioni a questo? Vorrà trovare il modo di contrastare e regolare il potere delle lobby dei potentati economici tipo Big Oil – Big Pharma ecc.? Dei signori della guerra? Delle multinazionali neocolonialiste? Dei nuovi sovrani del nostro tempo Amazon – Google- Facebook e compagnia bella, che con le loro piattaforme digitali monopolistiche stanno impoverendo ed eliminando tante altre attività umane, e condizionando il campo politico? (Leggere in proposito il libro di Jonathan Taplin “i nuovi sovrani del nostro tempo”). E vorrà, il PD futuro, occuparsi appunto di redistribuire maggiormente la ricchezza, occupandosi dei 5 milioni di poveri italiani e dei 4-5 miliardi mondiali? Vorrà convenire che l’obiettivo non è quello di dare un SUV autoguidato a tutti, ma quello di salvaguardare il nostro povero Pianeta, supersfruttato per i nostri superflui capricci (di noi occidentali soprattutto”), ma comunque ribelle e vendicativo di fronte agli stupidi affronti del Capitale cieco, avido ed egoista? Vorrà quindi riflettere sul come creare lavoro per molti, dignitoso, utile e onesto, senza impoverire altri e senza distruggere il Pianeta cavandogli il “sangue”e senza devastarlo con Grandi Inutili Opere? Vorrà considerare che l’Africa fra pochi decenni (prevedono che) ribollirà di 4 miliardi di giovani turbolenti, mentre noi Europei saremo 600 milioni di vecchietti con la copertina di lana? Saranno questi i temi del nuovo PD? O sarà ancora una volta la costruzione di un Osservatorio Permanente dell’Ombelico e la liquidazione di un leader dietro l’altro, per placare l’ira di un dio invidioso e rancoroso? È su questo che vi inviterei a lavorare, sulle cose da fare, sui temi da affrontare PER LA GENTE e PER LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA e DEL PIANETA, che è poi la difesa delle nostre vite e di quelle dei nostri figli e nipoti. Grazie e tanti cari saluti a tutti. Giorgio Tognetti.
Oggi, renziani e non renziani ( ma basta!), siamo tutti di fronte ad una svolta politica che definire drammatica temo sia poco; l’ unità di intenti sarebbe, avendo un minimo di buon senso e di amore per il Paese, un imperativo,
Tra gli altri aspetti preoccupanti vi è la palese ignoranza e violazione del dettato e della prassi costituzionale, dal programma che di fatto verrà imposto ad un primo ministro al momento inesistente alla ” commissione di conciliazione”, dall’ indifferenza sostanziale per il ruolo del Presidente della Repubblica alle interferenze esterne nella formazione dell’ indirizzo politico, Casaleggio, Grillo, fantomatiche consultazioni della base senza il minimo di garanzia di veridicità e certezza dei criteri.
Solo una domanda: dove è oggi Zagrebelsky, dove sono i professoroni ( come scioccamente definiti da nostri inesperti e male educati esponenti) tanto prepotentemente presenti ed attivi nell’ affossare le riforme costituzionali ( la deriva autoritaria …, sic e sigh!), dove è oggi l’ Anpi, tanto solerte nello scavare una trincea di conservazione e retroguardia, tuttavia suppongo in buona fede nel rivendicare l’ intangibilità del dettato Costituzionale? Dove sono quei riformatori che in sei mesi avrebbero innovato le Istituzioni? E dove è la Camusso, con la sua valanga di no, la CGIL con la sua mobilitazione senza precedenti per abbattere un governo che di errori ne ha fatti ( il fondamentale , macchiarsi di “lesa concertazione”), certo, ma che possiamo dirlo ha in buona parte salvato la deriva economica e sociale dell’ Italia. Beh, tutti loro si meritano Salvini al posto di Minniti, mister X al posto di Gentiloni, chissà chi al posto di Franceschini ( e della stagione aurea dei beni culturali, cosa resterà ora?) e così via, l’ elenco è facilmente componibile da ciascuno di voi ( Padoan .., Orlando .., Del Rio …), Calenda …. .
Loro se lo meritano, tutto questo, io no.
Salvatore
Sottoscrivo.
Sergio
Caro Sergio,
Vorrei porti la seguente domanda: ma Matteo Renzi se parla in televisione sbaglia, se parla in direzione delegittima, secondo te che bisogna fare? Mettergli la museruola?
Qualunque sia la tua risposta, amesso che me ne darai una, bisogna tener presente che l’idea di Renzi e maggioritaria nel PD del 18 19% e che quindi anche se l’ex segretario del PD sparisse con un colpo di bacchetta magica la sua filosofia non morirebbe Io non mi sento “ ‘renziano” : Matteo ha la stessa età di mio figlio e poi come toscano non è che mi è molto simpatico; ma io ho condiviso tutto quello che ha fatto Renzi e continuo a credere che era in gran parte giusto. Certo i risultati delle votazione politiche sono deludenti e quindi bisogna cambiare il modo di esporre la nostra idea e corregge gli errori che abbiamo commesso ,ma dobbiamo smetterla di dare tutte le colpe a Matteo Renzi, Che per me rimane il politico italiano più capace in questo momento.
Dico anche, caro Sergio, che se Renzi dovesse andar via dal PD uscirebbe con lui il 70% del partito e forse di più. Quindi evitiamo di ghettizzarlo nel PD. Consideriamolo una grande risorsa ed un grande dirigente,a tutti gli effetti,del partito democratico che ha diritto a parlare quando e come vuole. D’altronde la minoranza del PD dice quello che vuole e dove vuole e nessuno gli impedisce di farlo. Il problema è che vorrebbe dirigere il partito e per farlo deve diventare maggioranza usando mezzi legali e non alla Stalin. Non si può far sparire quelle che la pensano come Renzi con un colpo di bacchetta magica e. meno che meno ,sperare che questi ultimi ammutoliscono. Io penso che l’unico modo per diffondere un’idea è quella di confrontarsi nei quartieri delle città, dei paesi dei borghi ecc,con la gente che vi abita.
Noi nel quartiere bicocca di Milano abbiamo creato recentemente un’associazione di quartiere apartitica che vuole provare a interloquire con tutti gli abitanti del nostro quartiere. Sicuramente un’operazione difficilissima ma per coinvolgere i popoli bisogna uscire dal web: con le chiacchiere non si fa proselitismo. La democrazia cristiana ed il partito comunista italiano ce l’hanno insegnato. Spero in futuro, non molto lontano, caro Sergio di poterti invitare in una riunione del nostro quartiere per farti conoscere la sua realtà e come la gestiremo. Chiedo scusa se le mie parole possano avver, senza volerlo, offeso qualcuno: la mia filosofia per tutta la vita è sempre stata caratterizzata dalla “compromesso“ è mai dallo scontro a priori. Un caro saluto a tutti Antonio De Matteo Milano
Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Che posso aggiungere? Forse solo che i risultati del 4 marzo non sono stati deludenti ma una vera e propria debacle e alla guida c’era il tuo beniamino.
Sergio
Quest’ ultimo intervento dà voce a tutto il risentimento accumulato in questi mesi. Aggiungo solo che vorrei sapere CHI ha pagato la vernice rossa e la mano di chi ha imbrattato i muri delle nostre città nei mesi precedenti il referendum del 4 dicembre con la scritta ” Basta Renzi “.
Mi piacerebbe che tu, Sergio, o qualcuno dei tuoi lettori, esperti della storia della sinistra, faceste un elenco delle tante correnti che, a partire dal dopoguerra, sono sorte solo per portar via voti al PCI, PdS, DS,PD. Da quando ho goduto del diritto di voto, ho visto tanti amici e amiche correre dietro il vessillo più rosso e più bellicoso ; i più recenti LeU e MdP.
I più dopo le elezioni sparivano. Ma vorrei proprio avere un elenco di quei begli esempi di difensori dei nostri valori.
Sandra Festi.
Hai ragione, sarebbe un elenco molto lungo. Anch’io sono molto duro nei confronti di chi se ne è andato dal partito, fossero o non fossero giuste le critiche che portavano avanti. Nutro invece un profondo rispetto per chi critica con fraternità e durezza stando all’interno comportandosi poi secondo le decisioni della maggioranza. Guai a confonderli con gli altri e guai, secondo me, anche tentare adesso un abbraccio salvifico. Chi se ne è andato dal partito con critiche più o meno giuste è uno che ha posto vanità e cinismo al di sopra dello spirito solidale e unitario e come tale mi sembra persona impossibile da riaccettare tra le nostre file tout court. Così come, dall’altra parte, mi sembrano inaccettabili i continui inviti che vengono fatti dai “renziani” affinché chi non è d’accordo se ne vada. Assurdo e deleterio.
Caro Sergio,
Più che amore nei confronti del mio beniamino, come dici tu, si tratta di coerenza a differenza dei grandi uomini della sinistra che in parlamento hanno votato le riforme e poi hanno chiesto di bocciarle al referendum costituzionale. Comunque Sergio meglio amare le persone che odiarle come dice anche Papa Francesco.
Speriamo che l’odio che alberga nell’essere umano possa mitigarsi e permettere ad ognuno di noi di dire le proprie idee senza essere cacciato dalla comunità in cui vuole vivere anche quando sbaglia. Avanti come dice Ernesto che mi sembra meglio di En Marche. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Amore e odio non sono dei buoni argomenti per fare politica, è troppo se chiedo un pò di razionalità?
Renzi come iscritto al partito, come dirigente del partito, come ex Presidente del consiglio, come ex segretario del consiglio ha tutto il diritto di parlare e dire la sua.
Ma è chiedere troppo, e non solo a lui, farlo nel rispetto e delle regole e nelle sedi appropriate che il suo Partito mette a disposizione?
Ripeto non sono un iscritto al Partito ma solo un semplice elettore e forse leggo le vicende del PD con più distacco ma come si fa a non vedere che il suo intervento da Fazio è stato un gesto voluto di lotta interna fra correnti e un attacco premeditato al segretario reggente. Una apertura alle ostilità che in questi giorni si sta facendo più palese con lo scontro congresso subito, congresso più in la.
Ma vi sembra normale tutto questo in questo momento di formazione di un governo che riteniamo pericoloso?
Voi questo lo chiamate dibattito democratico? Mi verrebbe da dire evviva il centralismo democratico.
E invece non dovremmo smettere di ringraziare Matteo Renzi per averlo fatto, tempestivamente e senza incertezze, evitando al PD ed all’Italia intera la vergogna di vedere magari persone serie come Padoan, Calenda, Minniti, Franceschini sedersi ad un tavolo per discutere delle follie partorite da gente come Di Maio, Toninelli, Crimi, Grillo donna e compagnia bella.
La morte (del PD e della ragione) in diretta!
Prepariamoci a scendere in piazza, presto, molto presto, con le nostre bandiere (di Partito, di nazione , europee).
E non sbagliamo avversario!
Visto Il governo che si sta formando di “populisti nazionalisti “, io penso e mi auguro che si costituisca una coalizione di europeisti convinti che vogliono una Europa più forte e più giusta da contrapporre ai nuovi governanti. In questo ruolo il PD può rinascere, diventare più forte e tornare alla guida del nostro paese. La scelta a questo punto è obbligatoria ed io spero che gli italiani scelgano l’unione dei popoli in una Europa forte democratica e giusta e non il nazionalismo e l’isolamento.
Un Caro saluto a tutti Antonio De Matteo