Caro Sergio,
chissà come finirà la saga della legge elettorale …!
Scetticismo, anzi incredulità, sono più che giustificati.
Ma alcune cose si possono dire a prescindere.
- Quando si formano coalizioni tra centrosinistra e centrodestra, se queste non sono giustificate da eccezionali momenti (ripeto, momenti, non anni!) di emergenza, ma si rendono necessarie solo per carenze di regole elettorali efficaci (vedi sia in Germania che in Italia), ebbene, si crea uno spazio enorme per un’opposizione che non è né di destra né di sinistra, ma è antipolitica, antisistema, estrema ed estremista, che esprime rabbia e malcontento e non un progetto politico reale: vengono fuori le peggiori pulsioni di un elettorato che non ha punti di riferimento.
- Si comincia allora a parlare della scomparsa delle differenze tra la destra e la sinistra, ma è solo un’illusione ottica, data dal fatto che destra e sinistra si devono acconciare per governare insieme alla bell’e meglio.
- Se invece centrodestra e centrosinistra giocano correttamente i loro ruoli antagonisti, sempre nel rispetto delle istituzioni, alle frange restano le briciole o poco più e difficilmente si arriva, come da noi, a circa il 40% di Lega, FdI, M5S.
- Conseguenza di quanto sopra è che centrodestra e centrosinistra dovrebbero avere il massimo interesse per un sistema elettorale fortemente bipolare, che scoraggi esperienze esterne.
- Essi naturalmente si contenderanno i voti dei moderati, degli indecisi, di chi vota secondo l’umore del momento (non è vietato!), ma daranno anche casa a tutti quelli che un’idea politica in testa più o meno ce l’hanno, lasciando fuori estremisti, massimalisti, ultras, eversivi e simili (per loro esiste eventualmente il “diritto di tribuna”).
- Questo scenario idilliaco non è un sogno, ma sarebbe il frutto di una logica, che dovrebbe vedere interessati tutti i cittadini attenti alla salute delle istituzioni.
- Se questo scenario non si verifica, è per una serie di ragioni, a volte storiche, a volte di puro opportunismo.
- In Germania vogliono il proporzionale, finora l’hanno fatto funzionare, ma adesso ha portato in Parlamento un centinaio di pseudo nazisti; la grande coalizione non ha favorito Merkel e ha penalizzato Schulz, ovvero la marmellata destra-sinistra che ha governato (e neanche male, bisogna dirlo) finora.
- In Italia vogliamo tutti avere un po’ di potere, il consociativismo non è mai morto, nessuno vuole stare davvero all’opposizione, tutti reclamano almeno uno strapuntino, ma rifuggono le responsabilità dirette e chiare di cui rispondere. Chi ha provato a cambiare le cose è stato severamente punito dal 60% dell’elettorato (19 milioni di persone multicolore, dalla nostra sinistra interna all’ANPI, alla CGIL, a Forza Italia, alla Lega, a Forza Nuova: non sono uno scherzo …! Un popolo variopinto ma chiaramente conservatore).
- Le democrazie bipolari si comportano meglio, anche se non sempre vince chi dovrebbe: d’altronde nessun sistema garantisce da errori marchiani come quelli dei democratici americani o dei laburisti inglesi o dei socialisti francesi.
- A conclusione di questo forse noioso pistolotto, bisogna riconoscere che:
- la legge elettorale non è un dettaglio, un tecnicismo, ma è parte integrante dell’idea che si ha delle istituzioni
- se ogni Paese ha il suo sistema elettorale (e sono tutti diversi), ciò vuol dire che non ne esiste alcuno perfetto (altrimenti col tempo ci sarebbe stata una convergenza: insomma, nessuno inventa più la ruota, perché va bene quella bella rotonda che conosciamo!)
- snobbare l’argomento è deleterio
- battersi per un sistema tendenzialmente bipolare è giusto e necessario
- distinguersi con un programma politico riconoscibile e soprattutto realizzabile è indispensabile
- continuare a distinguersi all’infinito e pretendere di condizionare il sistema col 3% è profondamente antidemocratico, paralizzante, penalizzante per tutti.
Aiutiamo allora l’elettorato a capire che l’argomento è importante, tanto quanto, o anche più della finanziaria e dello ius soli.
Serve a tutti la coscienza dei meccanismi istituzionali, è roba che ci tocca da vicino e ci cambia la vita.
Pensate ai danni provocati dal Porcellum, tanto per dire: ci impedì di vincere nel 2006, fece stravincere Berlusconi nel 2008, malgrado un ottimo risultato del neonato PD, ci ha costretto ai salti mortali dal 2013 ad oggi, e siamo ancora lì che ci barcameniamo tra mille proposte diverse.
La riforma del Paese passa anche attraverso le regole del gioco. Ci hanno bocciato il referendum sempre per la paura di cambiare e adesso corriamo il rischio di eleggere un Parlamento ingovernabile.
Io do tutta la mia solidarietà agli sforzi per approvare un sistema chiaro e tendenzialmente bipolare.
Questo in discussione non mi pare il nirvana, era meglio l’Italicum, ma forse è un passo avanti rispetto a oggi: l’alternativa è prendere il 40%, possibile, ma difficile.
Auguri.
Ernesto Trotta
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