Caro Maurizio,
invio a te e a tutti gli amici che seguono il mio blog questa lettera della compagna Nilde, da Piacenza. Penso che anche tu, come è successo a me, ti commuoverai a leggerla. La compagna Nilde che la scrive lavora alla CGIL di Lodi. E’ un esempio vivente di come si può aiutare a far crescere il partito anche in situazioni apparentemente desolate e disperate. Sono compagni come questi quelli che possono salvare la sinistra e le speranze di tante persone generose. Vedi di far conoscere questo scritto, io lo posto nel mio blog ma è ben poca cosa.
Sergio
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Caro Sergio,
e’ iniziata questa mia nuova avventura come segretario del Circolo PD Rottofreno-Calendasco in provincia di Piacenza.
Una settimana fa si e’ svolto il primo direttivo, molto eterogeneo in termini di età ma soprattutto di provenienza politica, sociale e culturale.
Proprio la scorsa settimana si e’ svolta la Festa della zucca a Ziano Piacentino, tradizionale kermesse leghista.
E proprio per questo motivo, ho detto ai Compagni che dovevamo finire l’anno organizzando una iniziativa come Circolo per ribadire con fermezza no al razzismo, no ai movimenti neofascisti e neonazisti, no ad ogni tipo di discriminazione.
Ed allora su 6 presenti alla discussione, il direttivo si e’ spaccato. (Beh, considerando che e’ il direttivo di un circolo minuscolo con poco più’ di 40 iscritti…).
Ed allora ho detto che sarebbe interessante fare una serata con Don Biancalani, il sacerdote pistoiese che ha saputo non solo integrare ma soprattutto riunire in quella che lui chiama “Assemblea permanente antirazzista” i no tav, gli anarchico-insurrezionalisti, Pd, Rifondazione, boy scout, associazione civile di sinistra.
Il giorno seguente ho inviato per mail ai miei membri la seguente riflessione:
“Si comincia un po’ con tutto, anche con la fantasia”.
E’ con questa frase che apro questa mia personale riflessione sulla serata di ieri sera, il primo direttivo dopo il congresso.
Chi mi ha detto questa frase, proprio oggi, e’ uno di noi.
Mi ha guardato negli occhi, con quel sorriso che mi ha ricordato molto quello di mio nonno, un comunista, antifascista, democratico e progressista, e mi ha detto:”Tu per la comunita’ sei un forestiero. Ma si comincia con tutto, anche e, soprattutto, con la fantasia”.
Ed allora mi sono detta: se ci crede la sua generazione, perche’ non possono crederci le generazioni piu’ giovani?
La nostra spada di Damocle e’ la questione identitaria. E se non la superiamo, faticheremo molto.
Ed ogni volta che penso al PD, lo assimilo un po’ all’Assemblea Costituente (non mi stanchero’ mai di ripeterlo): la nostra Costituzione e’ il frutto di una riflessione di uomini e donne provenienti da culture, esperienze politiche e sociali completamente diverse. Ma in quel momento storico, si lasciarono alle spalle le loro personali diversita’, per garantire un futuro democratico al paese.
Ciò che andava affermato con chiarezza e fermezza era l’opposizione a qualsiasi altra espressione di totalitarismo e di discriminazione.
I concetti fondanti la nostra Costituzione quali quello della cittadinanza attiva, il lavoro, la dignità, la libertà e l’uguaglianza, la democrazia, l’etica, la legalità sono gli stessi che caratterizzano il nostro PD e qualsiasi altra associazione o organizzazione civile e democratica.
Proprio in questo 28 ottobre e’ apparso sul Facsal uno striscione inneggiante alla marcia su Roma del 1922. E proprio oggi (purtroppo lavoravo) si e’ svolta una bella iniziativa nella nostra città.
Il nostro circolo e’ parte di una comunita’ : in questi giorni ho parlato con molti Compagni e con molte Compagne che mi hanno raccontato le loro storie, i loro pensieri, le loro idee e le loro speranze.
Mi hanno raccontato del territorio, delle sue tradizioni. E sapete cosa ho capito?
Ho capito che le amministrazioni di centro sinistra sui nostri territori hanno lavorato bene e seriamente. Che voi, uomini e donne del PD, avete dato molto a questa comunita’.
Allora, mi sono chiesta, cosa non ha funzionato nell’ultima tornata amministrativa?
Voi lo sapete, meglio di me. Perche’ in questi territori che fiancheggiano la storica Via Emilia, voi ci siete cresciuti. E qualcuno di voi me lo ha spiegato.
Da “foresta”, perche’ lo sono, ed e’ una innegabile realta’, penso che ci sia la necessita’ di informare meglio e rendere coscienti i membri della nostra comunita’ sul fatto che chi amministra adesso, ha ereditato un patrimonio da chi lo ha preceduto.
E questo va comunicato. Bisogna parlarne, pubblicamente. E chi, meglio di voi, puo’ farlo nel corso di iniziative, seminari, incontri aperti alla cittadinanza? Tenuti da voi: ognuno di voi ha professionalmente e personalmente delle competenze, non solo prettamente politiche, ma soprattutto tecniche, importanti, rilevanti e preziose.
La sfida che la vostra “foresta” vi propone e’ la seguente: provare ad affrontare tematiche un po’ problematiche ma che non possiamo puo’ rinviare. Dobbiamo capire cosa ne pensano le persone, dobbiamo tentare di favorire e facilitare la discussione e l’incontro.
Dobbiamo rischiare. Perche’ e’, in effetti, un rischio.
Il rischio e’ quello di avere la sala vuota nel giorno dell’iniziativa oppure di incrociare qualche cittadino al bar che ti rimprovera perche’ “professi” l’integrazione fra etnie diverse.
Ma non possiamo lasciare spazio ai soliti populismi dilaganti e beceri oppure lasciar correre…il rischio, forse peggiore, sarebbe quello di non opporsi alla peggiore destra degli ultimi vent’anni.
Altrimenti, dico a me stessa, cosa ci differenzia da loro? Cosa ci differenzia da un Salvini che astutamente ha deciso di togliere il Nord dalla denominazione del suo partito?
Ci differenziano quei valori citati in precedenza.
Ed allora non possiamo non prendere posizione e non fare iniziative su temi come i movimenti neofascisti/neonazisti, l’immigrazione, la discriminazione in genere, il lavoro e la previdenza.
Parlare di quello che nel corso delle precedenti amministrazioni avete fatto.
Infine, non perche’ sia meno importante, ho sempre considerato il partito ed il sindacato come soggetti non solo promotori di cultura ed educazione nei confronti della comunita’ ma anche facilitatori nell’affrontare i cambiamenti.
Non penso che non siate abituati a rischiare e affrontare momenti complessi. Lo avete gia’ fatto e precisamente nel momento in cui un bel giorno avete deciso di rimboccarvi le maniche per rilanciare il PD nel territorio.
Vi chiedo, umilmente e affettuosamente, di crederci di nuovo. E soprattutto di non stancarvi a raccontarmi i vostri vissuti. Perche’, lo ribadisco, sono “foresta”.
Detto ciò, vorrei convocare a breve una riunione un po’ allargata. Vorrei muovermi in due direzioni:
– una prettamente piu’ amministrativa per comprendere meglio e per essere di supporto a chi fa opposizione . Quindi vorrei incontrare il nostri gruppo consiliari . E capire alcuni aspetti prettamente burocratici e amministrativi.
– una prettamente piu’ politica perche’ dobbiamo tornare a fare politica nel nostro piccolo e nel nostro territorio mettendo in programma almeno una iniziativa entro la fine dell’anno. Inizialmente lasciamo pure da parte la questione immigrazione, ma dobbiamo “uscire”.
Ho bisogno di sapere come la pensate. Ho bisogno di avere un vostro feedback al riguardo e capire come siete messi nella settimana del 6 Novembre.
Abbiate pazienza. Anche per la mancanza delle e accentate correttamente perché’ ho la tastiera difettata!”
Adesso, caro Sergio, lunedì prossimo ho convocato l’assemblea degli iscritti perché Don Biancalani e’ disponibile a partecipare all’iniziativa. E questa cosa la faro’.
Mi piacerebbe organizzare una serata, prossimamente, di presentazione del tuo libro, Alla ricerca della pecora Fassina, ed una, in collaborazione con l’associazione locale Lavoro e ambiente, la cui referente e’ Nanda Montanari ( storica figura del Pci piacentino e già’ onorevole), di presentazione della pubblicazione dei diari di Trentin invitando la Padovani.
Tu cosa ne pensi?
Sareste disponibili tu e Bobo ad una serata/pomeriggio piacentino per discutere della questione identitaria del partito?
Tanti cari saluti
Nilde Galligani
3 Comments
Nilde è una bella persona, generosa. Ce ne fossero. Perciò fatico un pò a criticarla, ma lo farò delicatamente. Vengo anch’io dal PCI però oggi non chiamerei mai gli iscritti al PD “compagni” come fa lei. Non è una bazzecola, forse è uno dei nostri maggiori problemi. Nei congressi (di sezione o più in alto) non si può pensare che vince o perde “un compagno” piuttosto che un “non compagno” (amico?). Dobbiamo capire che fa fusione, anche se “fredda”, funziona solo se è una tabula rasa di vecchie appartenenze, si è cominciato daccapo. Bersani e gli altri usciti sono i primi a non averlo capito.
Seconda cosa: il problema non è fare iniziative che ostentano bellissimi sentimenti, da contrapporre ai cattivi sentimenti (razzismo, per esempio). Se possono e si devono anche fare, ma la contrapposizione con i “cattivi” aumenta, e noi sempre lì a dare belle testimonianze. Questo serve nella vita, nella scuola, nella cultura, ma meno nella politica. La politica deve piuttosto guardare bene in faccia le paure di chi vota per Salvini, ad esempio, ma è uno come noi. E deve rispondere, a queste paure, non alzando più in alto la bandiera dei principi (cosa che lo irrigidirebbe anche di più) ma smontando le sue paure con idee che gli facciano sentire che esse, le paure, si possono affrontare con buona politica.
A Nanda un abbraccio ideale. Ha usato la parola centrale in un’epoca di trasformazioni radicali e globali: fantasia. Sempre stata poca in una sinistra spesso autoreferenziale e settaria, fin dal rifiuto degli “azionisti” e dei cattolici, bravi ma “diversi”: corre pericolo l’egemonia identitaria. Che è il contrario della fantasia.
Giancarla Codrignani
Compagni e Compagne, sempre con la C maiuscola…. nemmeno nel pci…… Ma amici, noooo?