Cari compagni,
domani si vota per le primarie di circolo qui a Scandicci dove abito ed io, in quanto iscritto, andrò e voterò Zingaretti. Chi mi conosce sa bene che non è stata una scelta facile perché, fin dal primo momento, le mie simpatie andavano ad un Maurizio Martina segretario. Di Martina mi sono sempre piaciute sia l’intelligenza politica, sia il modo pacato e rispettoso con cui ha sempre posto i problemi alla ricerca di possibili soluzioni unitarie. La candidatura di Minniti mi aveva oltremodo convinto di questa scelta perché Minniti sembrava essere diventato il paravento e calamita per tutti quei compagni che ancora oggi, nonostante i tanti rovesci che abbiamo subito, credono nel metodo con cui Renzi ha guidato il nostro partito. Come tutti anch’io non ho capito cosa abbia convinto Minniti da una parte e Renzi dall’altra a sciogliere questo contratto di fatto. Comunque, a quel punto, i compagni spiazzati dal ritiro di Marco si sono in larga parte indirizzati al recupero di Martina. La cosa non mi ha meravigliato perché questi metodi li conosco ormai da decenni ma mi ha, naturalmente, afflitto. E’ stato buffo vedere tanti compagni sgolarsi fino al giorno prima per dimostrarmi che Martina non era assolutamente l’uomo adatto a fare il segretario (troppo timido, troppo tentennante, non buca il video, etc etc), e subito dopo buttarsi sopra lui cantandone lodi a non finire. Mi ha ancor più preoccupato che anche gli uomini del giglio magico (o ad esso vicini) si siano subito adeguati a questa nuova ipotesi.
Su Zingaretti, ovviamente, non avevo alcuna remora politica o personale, al contrario, egli gode da tempo della mia fiducia, spero della mia amicizia e, soprattutto, della mia stima. Le due cose che mi frenavano per votarlo segretario erano il fatto che non fosse presente in parlamento e, soprattutto, la presidenza di una regione, cosa non facile da combinare con una segreteria così impegnativa per un partito da ricostruire. Adesso questi due aspetti passano in secondo piano e l’esigenza di porre in atto un’operazione non di divisione ma sicuramente di profondo chiarimento politico diventa preminente. In definitiva credo che una buona affermazione della lista di Zingaretti possa sicuramente far muovere quella parte più innovatrice dei militanti alla costruzione di una soluzione unitaria più consona all’attuale momento e capace di farci superare le impasse del recente passato. E’ in questo spirito che invito tutti voi a fare altrettanto.
Un forte abbraccio
Sergio Staino, 18 gennaio 2019
32 Comments
Caro Sergio, siamo seri, constato credimi con tanta amarezza che l’odio personale che hai per Renzi ti ha portato a rimangiarti l’indicazione di votare per Martina ma non solo, metti coloro che voteranno Martina tra i nemici proprio come Mao “ l’amico del mio nemico è anche mio nemico”. Sinceramente mi dispiace molto che Tu abbia imboccato questa deriva ma una cosa ti voglio dire. Io voterò Martina e mi batterò perché vinca ma al contrario di te, se vincerà Zingaretti sarà anche il mio segretario senza se e senza ma. Questa è la spiegazione per cui Minniti in accordo con Renzi si è ritirato. Riflettiamo compagni
Caro Marco
Condivido tutto, parola per parola, quello che tu hai scritto e spero che il PD, dopo l’elezione del segretario nazionale, diventi la casa di tutti. Ovviamente penso e mi augurerò che l’eventuale vittoria di Martina, come credo che avverrà, non affligga più di tanto Sergio. D’altra parte anch’io ho dovuto fare un compromesso: il mio candidato era Minniti ma si è ritirato e quindi dovevo scegliere tra Martina e Zingaretti. Ho scelto Martina su consiglio di Sergio e volevo fare un compromesso con lui, ma non ci sono santi: con i “ renziani” Sergio non vuole trattare. Mio malgrado mi rassegno: io e Sergio non possiamo votare insieme lo stesso candidato, ma giuro, Sergio,che se vince il tuo candidato sarà anche il mio segretario, Senza se e senza ma.
Al grande popolo del PD L’ardua sentenza. Auguriamoci tutti insieme che sia numerosissima,anzi totale la partecipazione del suddetto popolo alle primarie. Buona serata a tutti Antonio De Matteo Milano
E così, caro Sergio, gira gira, sei tornato alla base.
Il Partito-Ditta, l’usato sicuro, un solido approdo non privo di nostalgia per quella bella sinistra di opposizione, che scalda i cuori ma lascia governare gli altri. O si aggrega come può, nella vecchia logica del consociativismo.
Speravo proprio che la lettura della mozione di Giachetti e Ascani ti avesse convinto che altro è possibile, che c’è un’alternativa vera da portare avanti, da far crescere ancora, correggendo gli sbagli, ma senza rinnegare le tante cose buone fatte.
Non c’è da rifondare il Partito (basta rifondazioni …!), né da andare a riprendersi il Partito.
Il Partito Democratico è di chi convince iscritti e militanti con un progetto credibile ed ambizioso, sfidante e progressista. Non dovrebbe essere di chi vuole riportarlo indietro di quindici anni, perché si è spaventato del casino che abbiamo combinato.
Doveste vincere, e spero di no, non stupirti se sulla strada ritroverai il vecchio Massimo: è lì in agguato, pronto a dire la sua, convinto com’è sempre stato che è l’unica cosa che vale la pena di essere detta. Fate finta di niente, se ci riuscite.
Io sarò in minoranza, (sempre che non ci siano sorprese, eh!) se mi lasceranno lo spazio, pronto a ripartire da dove ci eravamo fermati.
La Storia non si ferma davanti a un portone, la Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia, la Storia dà torto e dà ragione.
Vedremo.
Io voto Roberto e Anna: mi fido della loro energia e della loro speranza. Pensano le cose che ho sempre sostenuto, lo sai.
Non ci fermiamo. Sempre avanti.
Anch’io pensavo, e continuo a pensare, che Martina non sia il segretario migliore per il Pd (personalità, carisma, ecc..), concordando su questo da quanto ha scritto Sergio. Ma scomparsa la candidatura di Minniti, non ci resta che andare per esclusione. Dato che non vorrei che torni la Ditta, non mi resta che votare Martina….
C’è un’altra possibilità …
Almeno prendila in considerazione!
Sempre avanti.
Giachetti, Corallo, Saladino,,,? Escludendo Corallo e Saladino, ed apprezzando la mozione Giachetti/Ascani (peraltro anche Staino la considera ottima), anche Giachetti non ritengo che, almeno in questa fase, possa rappresentare, come segretario, tutto il Pd. Non mi dilungo sui motivi, che penso siano evidenti un po a tutti. Per questo votero’ Martina.
Martina non è una vera alternativa.
Mi permetto di suggerirti un articolo che ho scritto per il blog di Turani.
Puoi trovarlo qui:
https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=634&a=27462&tag=19-01-2019-SupermarketPd
Il titolo dovrebbe essere: tre candidati e due proposte.
ti ringrazio
Il prossimo segretario del partito democratico Italiano dovrebbe recuperare voti per fare vincere il partito nell’area di centro destra o in quella grillina, se non vuole tornare al comunismo rifondato. Ora mi spiegate come fara’ Giachetti a svolgere il suddetto compito, considerando che viene visto come fumo negli occhi dal popolo di centro destra ed è già stato bocciato clamorosamente da coloro che votano movimento cinque stelle?
Io penso che non abbia nessuna chances di parlare ai popoli suddetti e per questo voto Martina. Certamente quest’ultimo non è il segretario migliore per il PD, secondo me, ma è giovane, preparato, non è arrogante ed ha molta pazienza e considerato i tempi che stiamo attraversando e i concorrenti in lista per quanto mi riguarda è la scelta migliore. Penso inoltre che con Martina il partito potrà recuperare quella unità e coesione che è mancata fino adesso, mentre Zingaretti oltre a non aver carisma è pure “vecchio” di idee e forse anche di età. Comunque forza popolo del PD fai sentire la tua voce Chiara e Forte andando a votare in massa alle prossime primarie. Concordo con Ernesto Trotta sulle seguenti conclusioni: non esiste al mondo un partito più democratico del PD. Speriamo, chiunque sia il prossimo segretario, ti trovare la forza e la compattezza per battere gli attuali governanti che stanno affossando la nostra bella Italia. Buona serata a tutti Antonio De Matteo Milano
A Roma, nelle condizioni date, non avrebbe vinto neanche il padreterno.
Dovremmo essere grati a Giachetti per averci messo la faccia.
Adesso è un’altra partita.
Io non ho deciso ancora, devo leggere meglio le mozioni, comunque cercheró di capire qual é il candidato che ha più “sinistra” nel volto e nelle parole, nello stile e nell’ascolto.
Martina mi piace tantissimo, come mi piacerebbe tanto un ruolo di primissimo piano occupato da una donna, come la Ascani, sempre così decisa e forte, chiara e coraggiosa.
Comunque ritengo legittima, non da considerare “vecchia”, anche la posizione di Sergio. Si ha il diritto anche di esprimere una rabbia per alcuni atteggiamenti di Renzi che ci hanno strappato pezzi di popolo, pezzi preziosi, colti, sensibili. I miei ex compagni di classe del liceo classico di Napoli (il Genovesi, fortino di sinistra pensante e critica, eravamo ad inizio anni 90 ) si sono allontanati tutti dal partito a causa dello strappo nei confronti di certe sensibilità di sinistra nello stile, nel linguaggio, nell’ascolto, strappo consumato durante la leadership di Renzi.
Rimpiangere Berlinguer (è un esempio) non vuol dire rimpiangere un’epoca storica che é passata (sarebbe acritico e stupido) : significa essere assaliti dalla sfiducia per la morte di uno “stile politico”. Questo sì che è da ritrovare e da rifondare.
Ed io, sì, ho sempre in mente Berlinguer, come Veltroni, Enrico Letta, Gentiloni.
Non è un pianto greco sul passato.
È il dolore che ho provato dal 2014 al 2017 davanti a tanti amici di formazione politica che si allontanavano a testa alta dal nostro partito, stanchi di ascoltare i riferimenti di Renzi ai “gufi”, le frasi tipo “basta piagnistei”, gli scontri con Saviano (ma non perchè Saviano sia la bibbia!), il fare spiccio nei confronti di alcuni giornali.
Questo vuole essere un approfondimento politico, sia chiaro. Io penso che voterò Martina, proprio perché in rottura con lo “stile di leadership” che ho or ora criticato.
E penso che Renzi debba rimanere sulla breccia, a offrire la sua energia e le sue risorse.
Soltanto mi sembrava che quasi si delegittimasse con un fuoco di fila la posizione di Sergio, e il suo modo forte di esprimerla.
Restiamo uniti, anche nell’asprezza dei toni. Facciamo tesoro dell’esperienza di tutti, senza tacciare nessuno di odio pregiudiziale o di appannamento del giudizio.
Grazie per avermi letto.
Vi abbraccio
Massimiliano
Caro Massimiliano,
è difficile sapere per quale partito hanno votato i tuoi amici quando hanno abbandonato il PD. Proviamo ad immaginare:
1 ) se hanno votato per la rifondazione del comunismo non possiamo recuperarli: dovremmo tornare al partito comunista italiano degli anni 50 ed è impossibile;
2 ) se hanno votato per il centro destra o per il Movimento 5 Stelle, l’unico candidato a segretario nazionale del PD che può recuperarli è Martina e lo diceva anche Sergio quando lo sponsorizzava ed invitava Minniti, che io preferivo, a ritirarsi;
Come vedi, caro Massimiliano, noi italiani apparteniamo ad un popolo Che non ama la parola “compromesso“ ed è disposto a farlo solo in segreto e senza mai dichiararlo. Infatti quando si fa un accordo tutti inneggiano alla propria vittoria e nessuno è disposto a dire: “ abbiamo fatto un compromesso così stiamo bene tutti!“ comunque io sono fiducioso: alla fine del congresso, chiunque vinca, il PD sarà più forte e Coeso. Andiamo a votare alle primarie in tanti. Buona domenica a tutti Antonio De Matteo Milano
Ciao Antonio,
sono d’accordo con il punto 2) , peró non rinuncio a sperare di coinvolgere, almeno in un campo comune (non dico un’alleanza), in un progetto condiviso, tutti gli adulti o i ragazzi a cui il compromesso va anche bene, ma non basta. E non perché vogliano i soviet, ma perché vivono l’esigenza di una voce, almeno in alcuni momenti, radicale. Su un cambio di passo delle “regole” del liberismo globalizzato (l’esigenza che non si trasformi in “pensiero unico”, non la voglia di distruggere i pilastri del liberalismo) , sui diritti civili, sull’accoglienza e la politica europea degli accordi riguardo i migranti (sono gravemente perplessi dagli accordi con Libia e Turchia, ma è solo un esempio..).
Io non voglio iscrivermi a Rifondazione, Antonio. Non condivido certo antieuropeismo di alcune frange anti UE (per me è una bestemmia), e tante altre cose. Ciò di cui parlo è un dolore : dolore di veder disprezzato il nostro partito, vederlo definito ultraliberista, dolore di vedere alcuni volti andarsene, volti da cui io vorrei continuare ad imparare. Militanti che viaggiano sulla Open Arms rischiando la vita, o che sopportano giorni di carcere assurdo ad Amburgo durante un G8 senza aver fatto nulla (e ne ho la certezza, parlo ad esempio dell’europarlamentare Eleonora Forenza : non è stata mia compagna, è di Bari lei, ma è quella che in questa storia mi ricorda di più i miei compagni di banco).
È solo questo, Antonio : un dolore. Dì veder disperse forze e volti che vorrei rafforzassero le nostre battaglie.
È chiaro che io non sono più comunista, oggi, a 42 anni. E, appunto, non sono le teorie economiche marxiste che mi mancano, ma è certa fresca, schietta, anche impulsiva radicalità su tanti altri temi.
Vorrei che tanti ragazzi dei Centri sociali più svariati, quelli con la testa piena di sogni e razionalità insieme, non ci guardassero come nemici. Al massimo come dei genitori troppo razionali, ma non come nemici.
Grazie ancora, Antonio, per l’attenzione e per l’opportunità di esprimermi e di sentirmi parte di una comunità pensante (sono fin troppo chiuso e solitario, parlare e scrivere può solo aiutarmi, anche a capir meglio me stesso).
Nel mio circolo si vota dopodomani!
Un abbraccio
Mi associo all’appello di Ernesto, anche se avevo già deciso di votare Giacchetti perché lo ritengo una persona coerente e decisa sugli argomenti più incisivi per una politica di sinistra(vedi i vari scioperi della fame per questioni di principio e che nel partito stentavano a formalizzarsi)
Poi dico all’amico Massimiliano, guarda che a voltarsi indietro non sempre giova.
Bisogna guardare avanti e gli amici che se ne sono andati dal PD, avrebbero fatto bene a togliersi dalla politica, visto lo scarso risultato ottenuto con l’aggregazione di Leu, perché hanno pensato di raccogliere più voti dal PD, ma gli è andata male e ne dovevano trarre le conseguenze.
Buone primarie a tutti.
Camillo
Caro Massimiliano,
ai tuoi seriosi e pensosi amici napoletani (immagino tutti appartenenti alla buona borghesia) sfugge completamente una cosa semplicissima: il governo della società.
A loro basta scaldarsi il cuore con sogni ed illusioni di vario tipo, purché ben distanti dalla “volgare” arte del governare, tutti i giorni, con le mani nella m…, a volte.
Lasciami essere franco: una sinistra così non è inutile, è dannosa. Dannosa perché illude persone meno dotate di senso critico che il compito della politica sia semplicemente rappresentare le legittime aspirazioni di qualcuno.
Non è così.
Compito della politica è gestire il mondo ed in particolare quello della sinistra è cambiarlo, il mondo, farlo diventare DAVVERO un posto più giusto, più equo, più felice per la gran parte dei cittadini.
Questo è il compito: non creare una ridotta di teste pensanti e nulla facenti per il bene comune.
Vedi, Massimiliano, un Partito politico (lo dice la Costituzione all’art. 49) deve concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Quindi non è una ONG, una ONLUS, un centro d’ascolto o un centro sociale. Questi sono organismi utilissimi, importantissimi, ma NON sono deputati a determinare la politica nazionale. Non facciamo confusione.
Il PD è un partito nato per governare e cambiare l’Italia. O ci mettiamo in condizioni di farlo oppure non serviamo a nulla.
Il governi Renzi ed anche Gentiloni ci hanno provato, come ci provò Prodi a suo tempo.
Sono stati fermati da chi non vuole cambiamenti, e ce n’è anche da noi, credimi. Non sono pochi.
Ora o troviamo il modo di riprendere il filo del discorso oppure, con la smania di girare pagina, di discontinuità, di ricostruzione e rifondazione ricominceremo a cercare il filo del discorso, che invece è lì in bella mostra: vincere e fare le riforme.
Altrimenti Lega e 5 stelle distruggeranno quanto di buono abbiamo fatto. Non permettiamolo.
Il mio appoggio a Giachetti e Ascani è tutto lì.
Serve andare avanti. Sempre avanti.
Caro Massimiliano
tu potresti essere mio figlio: io ho settant’anni ed ho un figlio della tua età. Dico a voi giovani non abbiate paura del compromesso, lo diceva anche Berlinguer: è l’unico strumento che fa progredire l’umanità ed anche Giachetti dovrà farlo: siccome non prenderà il il 51% alle prossime primarie dovrà poi sceg liere tra Zingaretti e Martina ed io sono sicuro sceglierà Martina. Sarebbe meglio se scegliesse di votere Martina subito, ma così Giachetti perderebbe il piacere di provare a testare la sua idea. Quanto sopra, caro Massimiliano, succederà anche ai tuoi amici a quelli onesti, a quelli sinceri, a quelli che pensano di poter rivoluzionare il mondo come era successo a me e tanti altri, quando eravamo giovani e poi Abbiamo capito che le rivoluzioni servono a poco: è il compromesso che cambia il mondo. Un abbraccio, caro Massimiliano e buona serata a tutti.
Antonio De Matteo Milano
Ringrazio tutti per le parole spese…
Anche se rimango male – perdonatemi – quando si etichettano con sottile ironia persone che non si conoscono. I miei compagni di classe sono certamente nati in famiglie borghesi e colte, ma sono oggi adulti con le mani sporcate da lavori e lotte quotidiane, pensosi, sì, aperti, seri, non “seriosi” o “pesanti” culturalmente, o pedanti. Soprattutto non “nullafacenti per il bene comune”.
(Per inciso il riferimento ai centri sociali non c’entra con questi miei ex compagni).
Io penso solo che la complessità serve sempre come il pane, anche quella che proviene da forze pronunciatamente di minoranza, o fuori dal parlamento.
Mi amareggia in ogni caso questo linguaggio, soprattutto tra noi compagni di partito. I miei amici non sono dei sognatori che si confortano in eteree illusioni.
Come in ogni caso non lo sono i parlamentari di Rifondazione citati, che per testimoniare davanti all’Europa la realtà del lavoro delle ONG vi trascorrono mesi a bordo.
Io non credo che avere un atteggiamento di apertura critica nei confronti delle minoranze di sinistra sia inutile e dannoso.
E spero sia chiaro che io guardo anche “fuori” stando saldo nel Pd, e volendoci rimanere!
Ma non critico l’opinione diversa nei confronti delle minoranze di sinistra : sono solo amareggiato per le etichette che vengono attaccate sui miei compagni di liceo, di cui certamente non si sa nulla.
Mi amareggia solo questo.
Per il resto ho letto tutto con attenzione, e ringrazio tutti, soprattutto Antonio per il tono così affettuoso del suo messaggio.
Perdonatemi…non mi si legga come una polemica! Neanche con Ernesto Trotta.
Ero solo amareggiato e volevo difendere persone che chiaramente altri non conoscono, e di cui conosco bene lo spessore.
Vi abbraccio.
Certo che non le conosco, caro Massimiliano, e come potrei? ma tu le hai portate a nostra conoscenza, citandole ad esempio, ed è a quell’esempio che ho fatto riferimento, a quello che tu stesso hai descritto.
Se racconti delle cose, io quelle cose commento, non altro.
Ripeto poi che non si può confondere l’attività di una ONG con quella di un Partito.
Sono mestieri completamente diversi che richiedono attitudini e strumenti totalmente diversi. Mescolarli è deleterio.
Ho il massimo rispetto per cooperanti e volontari, ma la politica istituzionale, quella che lotta per il governo, è tutt’altra cosa. Non migliore né peggiore, semplicemente altra cosa.
All’idraulico non puoi chiedere di aggiustarti l’armadio. Per quello serve un falegname. L’idraulico, l’armadio te lo sfascia, o al massimo te lo lascia rotto com’è.
Tutto qui.
Stammi bene.
Grazie Ernesto per il chiarimento.
La differenza di cui parli mi è chiara, chiarissima, e fai bene a sottolinearla.
Come è di altissimo valore politico l’enunciato di Antonio “è il compromesso che cambia il mondo”.
Ho letto tutto con attenzione, anche il prezioso riferimento all’articolo 49 e la riflessione sul ruolo dei partiti.
Esco arricchito da questo scambio, e ne sono contento! Lo dico senza retorica.
Volevo semplicemente aggiungere un tassello alla complessità della discussione sulla nostra identità, sul nostro volto.
Essendo convinto che ogni atomo di diversità ci rende migliori e più forti.
Grazie Ernesto per la tua risposta, e ancora un abbraccio ad ognuno, ed ovviamente anche a Sergio!
Cari tutti, è veramente interessante questa discussione e mi fa anche riflettere e tanto. Come sapete io sono un imprenditore ormai in pensione ( la mia azienda che non è più mia è in mano a figlia e nipoti). Non sono molto abituato a discutere, sono abituato a decidere, questo ho fatto tutta la vita.
Caro Ernesto, ti ringrazio perché le tue intuizioni sono quelle che mi hanno fatto andare avanti e rimanere nel partito nonostante tutto, fino dal PCI. Non è più ora di chiacchiere è l’ora dei fatti, del sporcarsi le mani, si proprio come ha fatto Renzi.
Giachetti che esprime quella linea lo voterò martedì ma credo, per realismo, che alle primarie starò con Martina perché Giacchetti non avrà la possibilità di battere Zingaretti, non voglio ritornare indietro di venti anni, probabilmente non avrei più nemmeno il tempo di ricominciare daccapo
Un abbraccio a tutti
Marco bs
Caro Marco, non cedere ai tatticismi.
Vota, secondo le tue convinzioni, chi ritieni sia meglio per il Partito e per il futuro del centrosinistra.
Il mese di febbraio sarà utile per capire davvero come si mettono le cose.
E’ un momento delicato per il PD e per il Paese. Dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti e non indietro.
Già altre volte nella storia recente abbiamo commesso l’errore di interrompere un processo di trasformazione fecondo e promettente (penso alla fine del compromesso storico dopo l’assassinio di Aldo Moro). Prendere paura e tornare a chiudersi nella ridotta del proprio consueto può essere confortante, ma non è quello che serve per cambiare la realtà.
Bisogna avere il coraggio di andare avanti, sempre avanti, anche se il processo presenta delle battute d’arresto, come purtroppo ora.
Buon congresso a salutami Brescia (ci ho vissuto per quasi dieci anni).
Caro Ernesto,
senza tattica non riesce ad infilarti neanche le mutande, ad una certa età, poi diventa comunque faticoso. Se Matteo Renzi avesse usato più tattica a quest’ora sarebbe ancora segretario nazionale del PD. Io spero che Martina abbia imparato,come suo vice la lezione e riesca con una grande tattica ad evitare la Waterloo al PD. Napoleone sbaglio’ tattica e fu distrutto. Il senno di poi non serve a chi sbaglia, ma può essere utile, anzi utilissimo ai posteri. Martina secondo me ha capito che la teoria: ‘realizzi i tuoi sogni come tu vuoi’ ti porta sempre a prendere qualcos’altro al posto del sogno. Spero che Martina usi la tattica non i sogni e che Minniti , Renzi e tutto il partito lo aiutino nel far diventare grande e forte il partito democratico Italiano. Buon congresso a tutti. Antonio De Matteo Milano
In pratica la dichiarazione di voto di Sergio ha suscitato su questo blog un mini congresso, molto corretto e partecipato e con il filo conduttore di un “amore” che tutti ci unisce. Spero sia così anche per quello reale.
Solo una testimonianza: domenica si è svolta l’ assise del mio circolo, Roma IX, discretamente partecipato, anche se con la sensazione che tutto sia stato già detto in un anno di dibattito, purtroppo sino ad oggi non nella sede congressuale propria. Esposte e le mozioni, Corallo direttamente la sua ( molta passione e riconoscimenti della platea, al di la del voto concreto), non presenti i rappresentanti per Boccia e Saladino ma lette le loro lettere appello.
Io, come qui anticipato, ho votato Giacchetti Ascani, per apprezzamento del merito della mozione, per riconoscimento a Giacchetti della battaglia comunale svolta e per l’ indubbia coraggiosa coerenza e, soprattutto, perchè credo che la componente più propriamente riformista del Partito meriti di competere alle primarie aperte.
In tale sede però, voterò Martina, nella cui azione concreta nel periodo di reggenza mi sono riconosciuto e per la convinzione che possa meglio di tutti rappresentare le varie anime del democratiche garantendo nel contempo quella svolta di radicalità che è indispensabile.
Pur nella positività del richiamo al sociale della posizione di Zingaretti e nella sua dichiarata intenzione di ricucire, nella chiarezza, mi auguro, i rapporti con chi dal PD è andato via ( gesto inqualificabile, vile ed a cui non riconosco alcuna dignità politica e di visione, pensate come questo congresso ed anche la storia del Paese sarebbero stati diversi se i transfughi avessero avuto il coraggio di combattere lealmente la loro battaglia dal di dentro) , la critica che da più parti è stata sollevata riguarda l’ incoerenza di una posizione che ritiene incompatibile il ruolo di Segretario con quello di candidato Premier ma non con quello di Governatore della Regione Lazio; oppure, peggio ancora, l’ eventualità che Zingaretti ove vincesse si dimetta, consegnando realisticamente la Regione alla destra o, ma è la stessa cosa, ai gialloverdi.
Abbiamo già pagato tremendamente le dimissioni di Veltroni, la purtroppo inevitabile defenestrazione di Marino, la storia non ci ha insegnato nulla.
Comunque, buon Congresso e speriamo che vi siano sedi mediatiche appropriate in cui il dibattito possa svilupparsi ed essere “presentato” alla opinione pubblica.
Un saluto, Salvatore Bini
Caro Ernesto
Senza tattica non siriesce ad infilare o sfilare neanche le mutande, ad una certa età poi diventa comunque faticoso. Se Matteo Renzi avesse usato
più tattica a quest’ora sarabbe ancora segretario nazionale del PD. Io spero che Martina abbia imparato, come suo vice, la lezione e riesca con una grande tattica ad evitare la Waterloo al PD.
Napoleone sbaglio’ tattica e fu distrutto. Il senno di poi non serve a chi sbaglia, ma può essere utile, anzi utilissimo ai posteri. Martina secondo me ha capito che la seguente teoria: “realizzi i tuoi sogni secondo le tue convinzioni” ti porta sempre a ricevere qualcos’altro al posto della realizzazione del sogno. Spero che Martina usi la tattica e non i sogni e che Giacetti, Minniti, Renzi e tutto il partito lo aiutino a far diventare grande e forte il partito democratico Italiano. Buon congresso a tutti Antonio De Matteo Milano
Ma, cari miei, se vi convince Giachetti, perché votare Martina a marzo?
Non è tattica, è un arzigogolo (tatticismo).
Oppure, se Martina vi pare più adatto, perché non votarlo anche ora?
Guardiamo ai contenuti.
Qui non siamo all’ippodromo: non si scommette su chi vince; si vota per far vincere il migliore. I cavalli li guidiamo noi.
Poi ci accusano di essere complicati …
Guachetti propone di realizzare i suoi sogni , che in parte sono anche miei, ma comunque minoritari nel PD e nella nostra società. Martina avrà il compito di raccogliere tutti i nostri sogni e farli diventare realtà nel PD. Giachetti non potrà mettere insieme tutte le anime del PD. Martina spero lo faccia. Filosofia caro Ernesto, diversa dalla tua ma pur sempre filosofia o no?
Un abbraccio a tutti e buona giornata Antonio De Matteo Milano
“Giachetti non potrà … ” (certezza acquisita definitivamente …)
“Martina spero lo faccia” (appunto, speri …).
Altro che filosofia, questa è fede pura …
Inoltre, Sergio apprezza la mozione Giachetti, però vorrebbe Martina, ma vota Zingaretti, perché con Martina ci sono i renziani (che sono sparsi dovunque …)
Auguri, ragazzi, auguri.
E mi auguro che non siate in molti a ragionare in modo così contorto (poco diretto).
Altrimenti, dopo, non sapremo mai come sarebbe andata se davvero si fosse votato secondo le proprie convinzioni e non sulle speranze o sulle esclusioni.
C’è in ballo il futuro del Partito ed anche quello del Paese, visto che siamo gli unici su cui l’Italia può fare affidamento per un servizio (la politica “è” un servizio) serio e competente.
Io per una volta non ho dubbi.
Voi, che ne avete tanti, avete la responsabilità di spostare il risultato. Pensateci bene.
Chi crede nei miracoli e non ha dubbi ha una grande fede.
Giachetti per diventare segretario nazionale del PD ha bisogno di un miracolo, un grosso miracolo e soprattutto di un Santo intercettore, ma santo Ernesto, secondo me, può far poco sarebbe meglio rivolgersi a San Gennaro o Sant’Antonio. Io ho tanti dubbi, non sono cattolico praticante, non credo ai miracoli,
ma cerco di affidare le mie convinzioni ad un “cavallo”che abbia più probabilità di portarle a destinazione. Io penso che il PD sia e sarà fondato sul compromesso e le posizioni radicali non si conciliano con il suddetto obiettivo. Quindi io spero che vinca Martina, ma se per miracolo vincesse Giacchetti io accetterò di collaborare e lottare per realizzare la sua linea politica. Adesso chiedo scusa a tutti coloro che mi leggono e mi taccio: ho chiarito fin troppo le mie preferenze per il prossimo segretario nazionale del PD, frutto di un compromesso e devo solo andare a votare sperando in una grande grandissima affluenza alle urne per le primarie del PD. Popolo del PD andate alle urne andate in tanti votate per chi volete, ma andate a votare e fate in modo che il partito democratico italiano, dove regna la libertà di pensiero, la solidarietà e la democrazia, possa diventare un grande partito e tornare presto a governare l’Italia. Buonanotte a tutti Antonio De Matteo Milano
Apprezzo le riflessioni di Antonio ed anche io, sul punto, non dirò null’ altro. Attendiamo il 3 marzo e poi, tutti, a lavorare per e con il nuovo Segretario, chiunque esso sia.
Piuttosto sento di dover stigmatizzare l’ ultima uscita di Prodi ( la sinistra, rectius il PD, non ha nè idee nè un Leader).
Una uscita di cui non condivido nulla:
a) possibile non comprendere che il momento richiede si libertà di pensiero ma anche prudenza e tensione unitaria?
b) pur con tutta la stima e l’ affetto per Prodi ( che peraltro non ha votato PD ma ha preferito sponsorizzare l’ 1 per cento del suo amico Santagata), troppo facile pontificare sempre dall’ esterno, grande saggio super partes, chiamandosi fuori dall’ agone, memore dei torti patiti ed con un filo di rancore che non gli rende onore, purtroppo, senza concedere dignità ed impegno ai contendenti di oggi, Zingaretti, Martina, Giachetti etc., ognuno portatore di idealità e coraggiosi nell’ esporsi ad una difficilissima battaglia politica;
c) nulla vieta ad una leadership di affermarsi, se ne ha il carisma e la capacità. E quando emerge ( in passato è emersa …), è stata sistematicamente distrutta e delegittimata dall’ interno, Prodi ne è stato vittima e così Veltroni, Renzi …; comunque Prodi non era il fautore di una leadership collettiva, contario all’ uomo solo etc. etc…?
Basta, sono stanco di questa mancanza di generosità, di questo stile tranchant fatto di affermazioni date in pasto alle strumentalizzazioni più varie; non perchè si hanno 80 anni se ne ha il diritto; proprio in questo blog, a partire dal suo “fondatore” , si ha la conferma che pur nella varietà di idee e di posizoni, si lotta dal di dentro, si cerca di cogliere il bene ed il buono che la nostra parte politica esprime, si cerca di guardare alla meta che tutti ci accomuna.
Caro Prodi, a quando qualcosa di positivo ed unificante?
Salvatore
Condivido le preoccupazioni di Salvatore. Spero e mi auguro che i vari “contestatori” Prodi, Landini, il nuovo segretario generale nazionale della Cgil a cui faccio gli auguri rispettando il volere del popolo Cgil, la smettino di attaccare il PD e collaborino con il prossimo segretario generale nazionale del partito democratico per creare un’alternativa all’ attuale governo che ce la sta mettendo tutta per affossare l’Italia e l’Europa. Cari tutti abbiamo una sola alternativa per tornare al governo ed è quella di fare “il compromesso” tra i vari nostri sogni come suggeriva il grande Berlinguer. Sono sicuro che il PD ce la farà a resistere e tornerà al governo per difendere la libertà di pensiero, la solidarietà, la democrazia rappresentativa e contribuire su questi valori a creare gli Stati uniti d’Europa. Usiamo l’ascia per abbattere i muri, l’odio e la cattiveria tra i popoli del nostro pianeta. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
30 gennaio 2019
Intervista di Massimo D’Alema a La Stampa
“A volte ritornano …”
Auguri!
Come diceva Arbore:
“Meditate, gente, meditate!”