Caro Raffaele,
ho lasciato passare un po’ di tempo per esprimerti la mia solidarietà. Hai fatto bene a dare le dimissioni da direttore dopo la vicenda di Bene Bene Male Male, la rubrica da te creata e gestita in questi anni con amore e competenza. Il fatto accaduto mi ha turbato profondamente anche per l’amicizia che ho per Giovanni Gozzini e Giorgio Van Straten, da tanti anni. Ho pensato che hai fatto bene a dimetterti, le motivazioni che hai presentato ti onorano e mi confermano nella stima che ho per te. Soprattutto per la scelta del silenzio che in questi casi è il luogo che è giusto abitare per avviare una riflessione non facile e assai profonda. La prima cosa che mi sento di fare è quella di rispettare questa tua decisione, la seconda è quella di capire cosa dobbiamo fare noi che amiamo Controradio e quindi abbiamo bisogno che Raffaele ritorni a a fare il suo prezioso lavoro nei tempi e nei modi che lui deciderà, la terza è quella di avviare una riflessione su quello che è accaduto pensando che ciò coinvolga anche noi, noi che non siamo assolutamente d’accordo con le parole rivolte da Gozzini a Giorgia Meloni, una donna della destra che noi combattiamo politicamente, parole violente dalle quali ci dissociamo. Eppure siamo coinvolti anche noi, nostro malgrado. Infatti ci dobbiamo chiedere come è possibile che ciò accada proprio tra noi, tra quelli che vogliono cambiare il mondo e sentono di fare parte di una sinistra in cui le donne sono fondamentali. Noi che ci riteniamo essere tra quelli intellettualmente più preparati. Davvero mi basta pensare che Gozzini abbia perso il capo, peggio per lui, e che Van Straten sia rimasto imbarazzato, se la veda lui, e Palumbo come paralizzato, così impara a fidarsi dei ‘radical chic’? No a me non basta. Penso che anche tra noi uomini di ‘Sinistra’ di genere maschile sia ancora attivo un virus pericoloso che continua a far danni gravissimi quando meno te lo aspetti e ci impedisce di andare avanti. Credo pertanto che questa ‘rivoluzione culturale’ per noi maschi di sinistra è solo iniziata e che debba passare anche dalla sofferenza di un percorso duro, per superare la superbia intellettuale che è al fondo della nostra cultura di genere, ancora oscura. Anche per me che pure sono nato l’8 marzo del 1940 e che le donne penso di amarle. Penso, ma non mi fido.
Franco Quercioli
Firenze 8 marzo 2021
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