Caro Sergio,
ne parlavamo un po’ di tempo fa, continuo a ritenere che ogni tempo richiede la sua medicina, e che ogni idea politica (a parte le aberrazioni xenofobe o dittatoriali, ovviamente) può essere adatta a determinati contesti storici ed esigenze sociali ed economiche. Una volta tu mi scrivesti, mentre io cercavo di capire cosa ero (un socialdemocratico? Un liberalista renano? Boh!), di non indugiare nell’esercizio di cercarmi etichette. Mi dicesti che ti piaceva che io avessi le mie idee, e non dovevo cercare di inquadrarle in un movimento per forza. Infatti su tante cose mi sento di appoggiare certi temi storicamente appannaggio di destra liberale, su altri battaglie storiche di sinistra.
Ti delusi quando in seguito a questo ragionamento ti scrissi “annullerò la scheda elettorale perché non mi sento rappresentato da nessuno, anzi mi sembrerebbe di essere colluso a votare qualcuno di questi disgraziati”. E sono ormai parecchie tornate che annullo (la mia ultima scheda buona fu per quel fesso di Casini prima del Pdl, tanto per capirci…).
Ebbene questa volta credo che voterò. A questo schifo di PD, grazie a Renzi ma non solo, di sinistra non gli riconosco nulla, se non certe battaglie progressiste in cui non credo e che mi sembrano solo tanti slogan: dallo ius soli (non che sia contrario ma è un argomento controverso e sicuramente non è la panacea che cercano di vendere), a tutte le aperture LGTB, all’eutanasia, ecc. Per il resto mi sembra che come iniziative sociali ed economiche vada meravigliosamente a braccetto con confindustria e l’establishment di potere. E poi Renzi con la sua mania del “fare” è veramente come Berlusconi. Tutta immagine e zero sostanza. La destra è senza idee (almeno io non ne ho sentite), senza cervelli (Berlusca li ha allontanati tutti e mi chiedo chi caspita potrebbe essere il premier incaricato), e oltretutto alleata con quel demagogo pericoloso di Salvini che si gioca tutto sui temi vili della paura dell’extracomunitario ecc. ecc.
Mi sa che voterò Bersani. Non sono diventato di sinistra per la prima volta a 40 anni, ma chi è altro c’è che sta parlando di idee e non di slogan? Oltretutto il solito parallelismo Berlusconi – Renzi regge anche in questa situazione. Quello con un colpo di mano fece il pdl riuscendo così ad obbligare chi non pensava esattamente tutto come lui ad andarsene (o se no zittirsi, niente correnti interne). Questo uguale: la maggioranza del partito la pensa così quindi zitto. E il Bersani non può che andare nel “bosco” (mi fa morire con le sue metafore!!!).
Torno nei miei panni. Sono tendenzialmente liberale, credo nella meritocrazia e nelle uguali possibilità per tutti per esprimere il proprio meglio (insomma il sogno americano: quello che è solo utopia perché in fondo non è mai esistito, vedi l’ultimo libro di Friedman che ho letto con molto interesse, e d’altronde ho sempre pensato che la realtà americana ahimè fosse quella. E a proposito, bella la tua intervista a Friedman). Non c’è nulla che mi faccia pensare che prima o poi vedrò una società così come la desidero, ma di sicuro oggi la disparità economica e sociale non è più sostenibile, proprio perché frutto di barriere all’entrata ormai insormontabili.
Di fronte a questa realtà, come credo nel Dio dell’uguaglianza dell’uomo di fronte a Lui, votare altro significa perpetrare il sistema. Magari il buon vecchio Bersani è davvero dalla parte del debole, magari no. Ma almeno è l’unico che lo dice e avanza idee per la dignità dei lavoratori e una società meno sperequata. Di questi tempi è già qualcosa e per questo credo che lo premierò.
E poi oh, magari da qui a marzo faccio in tempo a cambiare idea!!!
Marcello
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Caro Marcello
Sicuramente cambierai idea e molto prima di marzo. Potrei dirti che Bersani, persona che ho molto stimato e a cui voglio assai bene ancora perché uomo sincero ed onesto e molto sensibile al dolore degli umili, è ormai partito di cervello, è totalmente succube di due rancorose persone: il rampante Speranza e il vendicativo D’Alema. Contrariamente a quanto immagini, in lui e nell’MDP non c’è nessun progetto e nessuna unità di intenti, c’è solo un’aggregazione legata dalla voglia di far fuori Renzi, costi quel che costi, per riprendersi il ruolo di capi della sinistra che credono di avere per investitura divina.
Prova a cambiare l’impostazione con cui guardi le prossime elezioni. Non guardarle cercando quale personalità o quale raggruppamento è più vicino al tuo ideale di società ma guardale dal punto di vista di quel che comporta in pratica la vittoria di uno o di un altro. E’ ormai accertato che, data la presente legge elettorale, nessuno dei tre grandi raggruppamenti potrà raggiungere la vittoria da solo e si dovrà passare necessariamente ad una coalizione. Quindi, al di là di ogni nostra buona volontà, lo scenario che avremo davanti dopo marzo è quello di tre e sole tre possibilità: un governo delle destre unite tipo Sicilia; un governo grillino con l’appoggio di una parte sostanziale della Lega; un governo Renzi e Berlusconi. Non ci sono altre possibilità se si esclude quella di tornare alle urne e qualunque scelta di voto deve partire da questa constatazione. Tra queste tre la migliore è senza dubbio la coalizione Renzi-Berlusconi perché entrambi sono sufficientemente rispettosi delle istituzioni democratiche che reggono l’Italia. Grillini e leghisti, come tu stesso dici, porterebbero allo sfascio di tutto con prospettive future inesorabilmente antidemocratiche.
Se tutto questo è vero, come io penso, che senso ha votare Bersani? Ammesso anche che, contrariamente a quel che io penso, siano ancora brave persone, di idee chiare e pronte a lavorare per una vittoria della sinistra, qual è il risultato di una loro sia pur minima crescita? L’unico risultato è quello di indebolire il PD e quindi, nella futura e purtroppo auspicabile alleanza, di porlo ancor più succube di Berlusconi. Ti sembra che la soddisfazione personale, quindi segreta del tuo cuore, di aver votato per una persona che merita il tuo voto, giustifichi l’aiuto oggettivo che dai a Berlusconi e al resto della destra? Io penso di no.
Non so se sono riuscito a convincerti ma già il risponderti mi ha dato allegria perché sei una persona non solo intelligente ma senza la minima traccia di dogmatismo e questa è una cosa ormai rara nei nostri tempi.
Sergio
3 Comments
Impeccabile e soprattutto molto concreta la risposta di Sergio.
Aggiungerei solo che i meccanismi di questa legge elettorale (mai sperimentata!) non consentono facili previsioni e proiezioni.
I collegi si possono vincere o perdere per pochissimi voti e questo mette in ballo un buon numero di seggi.
E’ quindi fondamentale raccogliere quanti più voti, possible soprattutto nei collegi in bilico.
E questo si fa parlando a tutti gli elettorati, anche in quelli tendenzialmente di destra, o di sinistra più radicale.
Il nostro Marcello è un esempio evidente di persona non rigidamente collocata, che, quando vorrà riflettere sulle conseguenze del suo voto, non avrà difficoltà a trovare la parte più giusta.
Dove “giusta” non significa perfetta, ideale, ottimale, ma solo e semplicemente “utile”.
Questa dovrà essere la cifra della nostra campagna: far capire che con noi il Paese rischia molto meno che con chiunque altro e che, come dice Sergio, se proprio si dovessero fare coalizioni alla tedesca, è molto meglio farle da posizioni di forza.
Sembra evidente, però …
Ho dovuto riflettere non poco sulla lettera di Marcello in quanto in tempi lontani rifiutavo anch’io la logica del voto utile e votavo per la più piccola delle formazioni politiche: il P.R.I. di Ugo La Malfa. Rappresentava, a mio parere, al meglio il desiderio di coniugare l’aspirazione alla Giustizia con l’insopprimibile esigenza della Libertà. Altri tempi e altra legge elettorale e comunque La Malfa riusciva malgrado i pochi parlamentari ad influire non poco sulle vicende politiche italiane e si che se ne son viste di tutti i colori durante la prima repubblica. Allora però appresi dal “Principale” un qualcosa che mi ha accompagnato nel mio impegno politico tutta la vita e che mi piacerebbe sottoporre a Marcello: il principio di responsabilità, cioè la valutazione di quanto risentiranno delle nostre scelte quei cittadini, quel popolo che ci ha concesso il proprio consenso. Gli uomini politici che sfuggono a tale principio non hanno ne avranno mai il mio consenso. Alla larga cioè dai duri e puri.
Berlusconi, al di là degli sconquassi che ha provocato, ha fatto più o meno gli interessi dei ceti che lo votano. Prova ne sia la crescita delle disuglianze. Mi limito solo a questo ma la lista sarebbe lunga.
Grillo non so in quanto bisognerebbe vederlo alla prova e comunque la sostanziale assenza di un programma rende oltremodo difficile il giudizio. Mi pare solo un demagogo, neppure simpatico come il Dulcamara dell’Elisir d’Amore, intento a rastrellare voti inseguendo ogni pulsione che agiti la nostra società.
Bersani, duole dirlo a chi lo ha sostenuto in passato, sfugge al principio di responsabilità. Il suo, e nostro, popolo cosa otterrà dal suo agire. Solo malefizi. Se perde il C.S. vince la Dx. Questo è matematico, date retta a un bischero, che però i conti li sa fare da buon ingegnere. Non ne abbiamo avuto ancora abbastanza dei disastri combinati dal Berlu ai nostri danni? Il cambio truffaldino Lira – Euro, avvenuto con sua responsabilità, al di là delle chiacchere fiabesche inventate e dell’incapacità della Sx (vedi Dalema e compagnia) di contrastarlo con la necessaria durezza, l’aumento del debito che Prodi stava limando, le tante leggi incivili come l’abolizione del falso in bilancio, il disastro del 2011 con connessa esplosione della disoccupazione e del precariato, non bastano per capire a quali rischi il suo e nostro popolo può andare incontro? La proposta poi della Flat Tax fa poi rizzare i capelli e, se vincono, la faranno eccome se la faranno. Bersani e & non hanno nulla da guadagnare correndo da soli, anzi. Al proporzionale prenderebbero ovviamente gli stessi seggi che in coalizione mentre rinunciano a quei seggi che comunque gli spetterebbero nel campo maggioritario. Il loro evidente obiettivo è togliere quei pochi voti che consentirebbero al C.S. e a loro stessi di ottenere non pochi parlamentari in più e quindi di contrastare la Dx. In poche parole più irresponsabili di così è davvero difficile. E’ inaccettabile che la lotta interna di partito si trasformi in un delirio suicida. Non ho voglia di difendere l’operato di Renzi punto per punto. Voglio solo evidenziare come sia ingeneroso derubricare i passi avanti compiuti nella produzione di reddito, sottolineando come si sia ancora in coda all’Europa dimenticando la terribile palla al piede dell’imponente debito pubblico. Ancora ritengo offensivo e volgare parlare di mutazione genetica del P.D. Alle feste dell’Unità vedo le facce oneste e pulite di sempre e così ai gazebo e così a volantinare. Sono convinto che la partita è ancora aperta per il bene del nostro popolo. Diamoci da fare!
Bravo Sergio,anche a me la tua risposta sembra così precisa e dettagliata. Per quanto riguarda gli interventi sia di Trotta che di Faggioni condivido molti ragionamenti avendo vissuto,con passione e attenzione anni e anni di avvenimenti politici a cui si riferiscono.Quello che mi sembra importante è non dimenticare ,in questo momento particolarmente difficile è pericoloso, quello che bene scrive Trotta a proposito del voto: ” la parte “giusta” non significa perfetta,ideale,ottimale ma solo e semplicemente “utile” ” E infine anche io sono convinta che la partita è assolutamente aperta e che dobbiamo veramente darci da fare fino all’ultimo minuto!