I sovranisti, i nazionalisti, gli euroscettici non perdono certo tempo: hanno le idee chiare ed hanno capito subito che alle prossime elezioni europee devono presentarsi con un “Fronte” comune.
Aldilà delle differenze che possano eventualmente esserci tra i vari movimenti e partiti, hanno individuato nell’antieuropeismo il denominatore comune e lo sfruttano, già da ora, e lo faranno con insistenza fino a maggio. L’amoroso incontro tra Salvini e Le Pen di ieri ne fornisce un’anteprima evidente.
Noi (intendo noi europeisti, noi che crediamo nell’Europa integrata, noi che vorremmo prima o poi vedere gli Stati Uniti d’Europa, noi tutti, e non necessariamente di centrosinistra), noi, dicevo, nel frattempo cincischiamo, ci arrovelliamo, ci nascondiamo dietro a slogan roboanti come “da Macron a Tsipras” (come fosse “dalle Alpi alle Piramidi”) e siamo ancora lì senza nulla di concreto in mano.
Solo chiacchiere, finora.
Qualcuno sarà perplesso sulla difficoltà di eventuali convergenze politiche, qualcun altro vorrà mantenere le distanze, distinguersi, qualcun altro ancora vorrà invece spingersi più oltre, chissà, forse qualcuno penserà anche a chi mettere dove, quali poltrone occupare, … E nel frattempo, iniziative ZERO.
Ma, benedetto iddio, se siamo d’accordo (ma lo siamo davvero?) sulla direzione, sull’obbiettivo finale, sul senso dell’Europa integrata che tende agli Stati Uniti D’Europa, perché non lo diciamo DA SUBITO?
Perché dobbiamo complicarci la vita quando un primo, semplice obbiettivo, è condivisibile, è proponibile, è pubblicizzabile?
Di cosa abbiamo paura?
Non dovremmo condividere altro che l’idea di Europa, l’idea finale della Federazione, l’idea che sulla carta dovrebbe essere comune a tutti noi europeisti, di sinistra, di centrosinistra, moderati, centristi, perfino di conservatori di centrodestra.
Non lo è? Abbiamo dubbi?
Gli altri non hanno dubbi. Noi sì.
Ci vuole tanto a proporre un segno grafico comune, minimale, ma importante (ho proposto una bandierina azzurra con la scritta “per gli Stati Uniti d’Europa, ma fior di grafici potrebbero inventare chissà quale meraviglia, da aggiungere al simbolo di Partito) che accomuni tutti, ma proprio tutti, quelli che all’Europa ci credono davvero?
Metteremmo in imbarazzo il PPE, che al suo interno ha anime tanto diverse?
Bene, è opportuno farlo, perché serve anche a loro cercare di uscire dall’ambiguità. Anche loro, che hanno avuto fior di europeisti come Helmut Kohl e adesso Angela Merkel, dovranno pur decidere che rapporti mantenere con Orbàn e con i bavaresi più di destra! Altrimenti cosa racconteranno ai loro elettori?
Ci vuole qualcuno che prenda l’iniziativa, almeno vediamo chi ci sta e chi no. Mi piacerebbe fosse il PD, se avesse una leadership propositiva.
Ripeto, non serve condividere altro che l’idea di Europa Unita.
È poco, ma è anche tantissimo in questo frangente.
Qualcuno vuole esercitarsi a pensare cosa sarebbe un Parlamento Europeo (e una Commissione) con una maggioranza euroscettica o antieuropea?
A me vengono i brividi.
Ernesto Trotta
3 Comments
Non si potrebbe dire meglio di come lo dice Trotta con la solita sua lucidità e precisione . Lo pensiamo in tanti, è una battaglia fondamentale è decisiva questa per l’Europa.Non c’è molto tempo. Diamoci da fare ognuno come può. Verrà forse qualche idea,proposta,iniziativa dalla prossima Leopolda?
Come suo solito Ernesto in forma concisa, chiara e sostanziosa ha stilato un pezzo importante del programma del PD e di quanti a sinistra puntano ad arginare il fiume limaccioso dei sovranisti-populisti. Al contrario del giovane vecchio Boccia che si presenta alle primarie e che in tv (la 7) a precisa domanda sui motivi ha risposto: “mi candido perché ormai intorno a me ci sono macerie”. Che rabbia!!
Io,Prima di lavorare per unire le forze europeiste, mi preoccupo e mi attivo per far eleggere un segretario nazionale del partito democratico che unisca le varie correnti e parli finalmente con una voce sola al popolo del PD. Naturalmente per realizzare quanto sopra scritto è necessario che i singoli candidati prima di presentarsi ai cittadini facciano gli accordi con i capi corrente in modo da presentare agli elettori del PD il più possibile un programma condiviso. Se ogni corrente presenterà un proprio candidato senza accordi preventivi con altri, il PD sarà destinato ad essere comunque una casa di conflitti eterni e col tempo sparirà. Mi auguro che salti fuori un candidato che anziché parlar male di Renzi , Zingaretti, De Luca eccetera, raccolga gli elementi che uniscono i vari dirigente del PD e faccia un accordo con gli stessi in cui si sancisca definitivamente che chi vince
il congresso detterà la linea del partito democratico e l’opposizione interna non la sconfesserà e chi lo farà dovrà essere espulso. Io spero finalmente in una linea comune del PD. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo