Caro Staino, strana campagna elettorale. Che cosa pensa Bobo sotto l’ombrellone?
«Sembrerà strano ma questa volta Bobo è contento».
Ohilà, che cosa lo soddisfa?
«La scelta di Letta di rompere con i grillini. Questo gli dà una soddisfazione molto grande. Anche se…».
Anche se?
«Beh, noi a sinistra potevamo accorgercene prima. Molto prima. Ma, insomma, l’importante è esserci arrivati».
Che cosa sfuggiva al Pd?
«Sfuggiva che i grillini sono il virus che fa ammalare la sinistra».
Un virus? Addirittura?
«Hanno instillato in tanta parte del nostro popolo idee sbagliate, fuorvianti. Hanno fatto gravi danni».
Esempio?
«Beh, questa storia della riduzione del numero dei parlamentari. La sinistra gli è andata dietro ma è una pericolosa bischerata».
Ma come? Non seve a ridurre i costi della politica, ecc. ecc.?
«Mi sono preoccupato quando i miei amici hanno cominciato a dirmi: ‘Meno male, riduciamo il numero di questi mangiapane a tradimento”».
Un pensiero diffuso, direi…
«Ecco, noi a sinistra non abbiamo mai ragionato così. Potevi pensare che questo o quel parlamentare facesse e dicesse cose sbagliate, pericolose. Potevi dire che è una merda. Ma non che i parlamentari come categoria siano dei mangiapane a tradimento. Questo non è sinistra, questo è qualunquismo, populismo di destra della peggior specie. Quando dico del virus penso a questo modo di ragionare».
Beh, a questo punto il pericolo di un’alleanza con quelli del virus sembra scongiurato…
«Per questo Bobo è molto contento».
Qualcosa di personale con Grillo?
«Anche. L’ho conosciuto. È una brutta persona».
Pesante no?
«Certo, pesante. Una sera al Teatro Puccini di Firenze, che ho fondato e dirigo, c’era uno spettacolo di Grillo. Prima dell’inizio venne in direzione e volle sapere quanti biglietti omaggio fossero stati dati. Erano quattro, persone che avevo invitato io personalmente».
Perché voleva saperlo?
«Perché subito dopo andò sul proscenio e fece un gran numero chiedendo chi avesse il biglietto omaggio e insultandoli: “Bello andare a teatro gratis eh? Vergogna”. Per questo dico che è una brutta persona, rancorosa».
Ma senza i grillini si perde, non è così?
«Con i grillini si perde l’identità della sinistra».
Che cos’è l’identità della sinistra? Dov’è? Dove sta?
«Ah questa è una bella domanda. La verità è che la sinistra non ha più un orizzonte».
Anche Bobo è un po’ confuso? Gli piace l’agenda Draghi?
«Bobo considera l’agenda Draghi la migliore che potevamo avere in questo momento. Anzi è quanto più di sinistra si potesse avere in questa condizione».
Ahi, attenzione che così si arrabbia Fratoianni…
«Che cos’ha di sinistra Fratoianni?».
Che cos’ha di sinistra Draghi?
«Con Draghi, per la prima volta dopo tanti anni, l’Italia è stata sinceramente europeista. E anche la Nato può diventare un elemento di un sistema di difesa europeo. Un’Europa più autonoma, anche dal punto di vista della difesa, è un elemento di progresso».
Non esattamente il sol dell’Avvenir…
«Nel ’43 Togliatti disse che la democrazia borghese era il massimo che potevamo immaginare in quel contesto. E aveva ragione. Anche quello non era il sol dell’Avvenir».
Lunedì a Monfalcone ho intervistato gli operai dei cantieri navali. Molti votano Meloni perché, dicono, lei ci tutela. Che cosa andrebbe a dire Bobo davanti a quel cantiere? Che c’è l’agenda europea?
«La sinistra ha commesso l’errore di non coltivare più la passione per la politica nei luoghi di lavoro. E così l’hanno fatto gli altri. Quando sento dire che ci sono degli iscritti alla Cgil che voteranno Meloni, inorridisco. Quanti vuoti di politica ci sono dietro questo fatto? La sinistra non può perdere l’attenzione al sociale. Se no è morta».
Ma lì, in quel caso concreto, Bobo che cosa farebbe? Darebbe dei volantini? Terrebbe dei comizi?
«Comincerebbe a parlare con i 1.000 operai italiani e con gli 8.000 bengalesi. Cercherebbe di capire come si è potuti arrivare a quella situazione e come uscirne tutti insieme. Bobo sa che la sinistra è più importante per chi sta peggio».
Dove l’ha imparato?
«Ad Arezzo».
Ad Arezzo?
«Nel giugno di sette anni fa. Io ero a Sinalunga, ad una iniziativa di Slow Food. Una tavolata lunga centinaia di metri. Un modo per far festa con i prodotti del territorio».
Non un mondo di sofferenza…
«Quella arrivò intorno alle nove e mezza di sera. Quando tutti scoprirono che il centrodestra aveva conquistato il sindaco di Arezzo».
Non se lo aspettavano?
«Assolutamente no. Un fulmine a ciel sereno. Scese il gelo sulla tavolata. Poi, a distanza di un quarto d’ora, tutti passarono attraverso una successione di stati d’animo».
Una lavatrice emozionale?
«All’inizio lo choc. Poi, il classico: “Beh, c’era da aspettarselo”. Poi arrivò il “ce lo siamo meritato”. E infine il consolatorio: “Questa sconfitta ci farà bene”. E così, finalmente rinfrancati, tutti riprendemmo a mangiare tranquilli e felici e vaffanculo Arezzo».
Un happy end, si direbbe..
«Mica tanto. Una settimana dopo sono stato invitato ad assistere in carcere alla rappresentazione della Tempesta di Shakespeare nella traduzione di Eduardo. Una messinscena bellissima per la regia di Gianfranco Pedullà. Quando stava per finire lo spettacolo gli assistenti sociali ci chiesero di non uscire».
C’era un motivo particolare?
«Certo. Se la platea si fosse svuotata in fretta, i carcerati sarebbero stati costretti a tornare subito in cella. Così invece rimanemmo un po’ a parlare con loro».
Di politica?
«Anche. Mi spiegavano che per loro il cambio di giunta ad Arezzo significava il cambio dell’assessore alla cultura e il candidato più probabile a quell’incarico aveva già annunciato che avrebbe tagliato i fondi per gli spettacoli in carcere. Chiaro? Per loro destra o sinistra non erano indifferenti».
Che cosa disse loro?
«Nulla. Pensai alla grande tavolata di Sinalunga e alla disinvoltura con cui avevamo superato lo choc della sconfitta. E mi sentii una merda».
Sembra che per voi vignettisti la sinistra offra più spunti della destra. Come mai?
«Perché, come ha scritto Ezio Mauro, la sinistra ha il male oscuro di dividersi».
Anche a destra non vanno sempre d’accordo…
«Certo ma quando serve si uniscono».
Avranno divisioni meno profonde…
«Non penso. Meloni è amica degli americani mentre Berlusconi e Salvini sono amici di Putin. Una bella differenza oggi. Ma fanno le conferenze stampa insieme».
E cosi, alla fine è la sinistra che litiga di più…
«Certo e in questo caso tocca a Letta tenere insieme i cocci. Mi è venuta in mente una vignetta in cui lui è vestito da alpino e dà un braccio a un alleato, una gamba all’altro. Il testamento del capitano, ricordate la canzone? Ecco».
Basterà a fermare la destra?
«Bobo se lo augura vivamente». —
Paolo Griseri, La Stampa, 7 agosto 2022
3 Comments
Caro Sergio, buonasera, come stai?
La tua intervista a La Stampa semplicemente magnifica!
Ci mancava solo il delirio di Calenda a dare un’altra picconata alle posizioni riformiste di sinistra e a fare un regalo agli estremisti e ai complici dei grillini. Poveri noi…
un grande abbraccio
Massimiliano Panarari
Guarito, Sergio, … ne sei sicuro?
Sinceramente non capisco perché quando parliamo di democrazia rappresentativa non si possano avere idee diverse e poi trovare i vari compromessi del momento senza gridare tutte le volte: ” poveri noi, se non separiamo i massimalisti dai riformisti”.
Insomma i “massimalisti” di una volta erano stalinisti, anch’io lo ero da giovanissimo, poi sono diventati riformisti convinti e perché io adesso dovrei impedire che altri possano fare lo stesso percorso mio? I fascisti e nazisti sono diventati democristiani o liberali ed a loro modo accettano la democrazia rappresentativa e tutto questo non fa parte del compromesso dell’idee che faticosamente avanza nella storia umana? Io penso che le grandi riforme dell’umanità sono dovute proprio agli esseri umani che hanno cambiato idea e questo vale in tutti i campi dell’umanità.
Quindi concludo, sostenendo sempre la stessa filosofia, come segue: a me non fa paura quello che ha un’idea diversa dalla mia, ma evito e combatto democraticamente ( Oddio se tenta di sopraffarmi con la forza mi divento) chi sostiene che la sua idea è la migliore e la mia una idiozia senza spiegarmi il perché.
Per quello che mi riguarda non esistono certezze nella vita, ma opportunità che se gestite bene possano migliorarla al momento.
Non mi strappo più i capelli ( anche perché non ne ho più o quasi e quei pochi che ho sono bianchi e prossimi a cadere.) se la mia idea non passa, anzi spesso accetto, come male minore quella altrui, in attesa di poterla in seguito migliorarla. Il segretario nazionale del PD on. Letta sta facendo, secondo me, un ottimo lavoro ed io sono contento di votarlo e farlo votare. Calenda dice che la sua idea è la migliora e non può realizzarla con il PD, nonostante l’accordo firmato. Pazienza e la realizzi con Meloni, Salvini e Berlusconi: forse li potrà trovare un terreno più fertile e consono alla sua cultura che esalta e glorifica il proprio io, senza se e senza ma. A me basta difendere la democrazia rappresentativa per essere sereno negli ultimi anni della mia vita. Auguro Comunque anche a chi legge tanta serenità. Antonio De Matteo Pescara