A parecchi Renzi non sta simpatico. Troppo sbrigativo, troppo chiacchierone, forse anche troppo ambizioso. Però, diavolo, ha tanta intelligenza politica e tanta determinazione che giustamente merita il successo che ha avuto.
Dalle mille esternazioni di questi giorni, colgo solo una frase, in cui c’è tutto il dramma del 4 marzo: “”Sta nel rapporto personale la chiave di questi cinque giorni. Paolo Gentiloni si sta impegnando. Ma non servirà a niente il lavoro dei ministri e del segretario. O parte il tam tam dell’orgoglio o non riusciremo a raggiungere capillarmente tutte le persone. Andate a cercare tutti gli indecisi: o il Pd è primo partito o lunedì il Paese è più debole. Voglio che prendiate almeno tre denunce per stalking invece di guardare Di Maio in tv”.
O il Pd sarà il primo partito o il paese sarà più debole. E’ solo una battuta, ma che riassume il senso delle prossime votazioni. Quale sia la posta in gioco è chiara. Se i 5 stelle avranno il successo che i sondaggi indicano, per l’Italia si apre una deriva di tipo latino-americano, un insieme di follie economiche e istituzionali (revoca del senza vincolo di mandato per gli eletti al Parlamento, risse con l’Europa) capaci di bruciare in poche settimane tutto il lento lavoro di aggiustamento che si è fatto in questi anni.
Non tutto è stato fatto bene, va detto. Però il paese è stato rimesso in carreggiata e oggi è abbastanza stimato in Europa.
Ma se i 5 stelle avranno un peso rilevante nella prossima legislatura, tutto cambia. Il rapporto con l’Europa rischia di disfarsi e, addirittura, potrebbero farsi strada aperture verso la Russia di Putin scelta come paese di riferimento al posto degli Stati Uniti.
In un modo o nell’altro, comunque, anche nel caso in cui risultassero il primo partito, è quasi impossibile che vadano al governo. Renzi ha già detto con chiarezza che mai i grillini avranno i voti del Pd, Berlusconi li detesta perché nulla gli è più estraneo della decrescita felice: lui ama le feste, la gente che va al supermercato, che spende soldi e che guarda le sue tv.
E quindi i 5 stelle rimarranno un grande gregge, isolato dal resto del mondo politico. E non basterà l’appoggio di Salvini o degli amici di Bersani per farli andare al governo.
Però, non facciamoci illusioni, se il Movimento avrà tanti voti, in Parlamento sarà guerriglia continua. Incessante l’azione per paralizzare il lavoro delle forze politiche responsabili.
Per fortuna c’è stata una svolta.
Mentre il “vecchio” Pd (quello di Bersani) stava in ginocchio e con il cappello in mano davanti a Grillo (è stato Napolitano a mandarli a quel paese, imponendo a Bersani di chiudere la sua sceneggiata), il nuovo Pd di Renzi non ha avuto un solo attimo di esitazione nell’indicare i grillini come il male assoluto.
E non per rivalità elettorale. Ma proprio perché il Movimento è tutto ciò che l’Italia non è mai stata e che non vuole essere: un paese centro-americano dedito a stupidi esperimenti sociali.
Renzi piace e non piace. Ma questa è politica. E anche di forte qualità: prima di tutto no alle derive populiste. Anzi, prima ancora che politica è una scelta di civiltà, semplice e che non ammette equivoci.
Nessuna intesa con chi vuole portare il paese dove non è mai stato e dove già altri soffrono. E’ una scelta di campo netta e precisa. E un po’ meraviglia che ci sia voluto un ex-sindaco di Firenze, quasi ignoto alla politica fino a pochi mesi prima, per capirlo mentre i vecchi boss discutevano di intese e accordi e in diretta streaming pietivano l’appoggio dei grillini.
3 Comments
Pienamente d’accordo con il tuo pensiero ma purtroppo molti non voteranno PD per antipatia verso Renzi e non si rendono conto che così facendo fanno come quello che se l’è tagliato per fare un dispetto alla moglie.
Marco bs
Vedremo. Certo vincere le elezioni per un Partito che ha governato per 4 anni, difficilissimi, in un Paese di mai contenti come il nostro sarebbe un’impresa. Renzi ha anche provato a spiegare che lui non è il PD, ma il coro che gli bercia contro per indebolire il suo Partito è stato un insuperabile rumore di fondo. Credo che finirà in un nulla di fatto e che al prossimo giro possa venire fuori la squadra, con Gentiloni a capeggiarla. Renzi si farà da parte, è un uomo molto migliore di quanto credete.
Molti non voteranno PD, e magari voteranno +Europa, per antipatia verso Renzi, ma saranno anche tantissimi, che prima non votavano PD, che lo voteranno per “simpatia” verso il nostro Segretario! Inoltre, ci saranno molti elettori che, guardando ai FATTI e non alle chiacchiere, voteranno per la prima volta PD perché i governi della scorsa legislatura, soprattutto considerando le condizioni date, hanno operato bene. Infine, altri voteranno PD perché non lo considerano più un partito “comunista” dopo l’uscita della sinistra-sinistra. Spero non ci siano compagni che ritengano l’aggettivo “comunista” come dirimente tra l’essere o non essere di sinistra!