Capita, è capitato, in Italia ma anche all’estero, che qualche genitore particolarmente distratto, colpevolmente disattento, abbia dimenticato il proprio figlioletto sul seggiolino, in macchina, e sia andato per i fatti suoi, con grave pregiudizio del povero bambino, che in qualche caso, lasciato al sole o al gelo, ci ha anche rimesso la vita.
Oltre che considerare l’aspetto penale di tale comportamento, sarebbe da analizzare a fondo la psiche di un genitore che si dimentica di avere con sé un figlio e lo lascia in macchina come un pacchetto: meriterebbe l’interessamento di un bravo psichiatra e forse anche la perdita della patria potestà.
In ogni caso l’industria, sempre attenta alle esigenze anche delle persone più strane, ha messo a punto dei seggiolini che impediscono ai genitori distratti di lasciarci su il figlio e andarsene in palestra, o al supermercato.
Lo Stato, giustamente attento alla tutela dei minori, in questo caso proprio bimbetti, ha ritenuto opportuno rendere obbligatoria l’adozione di tali seggiolini sulle vetture, attraverso l’approvazione di una apposita legge, in questo caso promossa dalla neomamma (speriamo non distratta!) Giorgia Meloni. Il Parlamento ha approvato all’unanimità.
Benissimo. Perché ne parliamo?
Perché si è subito alzata la vibrante richiesta (opinionisti, associazioni di consumatori, spalleggiati dai nostri prodi paladini dell’interesse civico) che sia lo Stato a farsi carico del costo di tali dispositivi.
Ma che senso ha?
Per rimediare alla sciaguratezza di alcuni (pochissimi, per fortuna) genitori con problemi di attenzione (diciamo la verità: davvero un po’ coglioni), lo Stato, cioè tutti noi, deve sopportare un onere, a carico della fiscalità generale? E non credo siano proprio quattro soldi.
E perché non farsi carico anche del costo dell’ABS, o degli airbag, o delle gomme da neve, o del casco per la moto, ecc. ecc. ecc.?
Ma che concetto si ha dello Stato? Una mamma, anzi una nonna, che vizia i propri figli o nipoti, li deresponsabilizza, li tratta da minus habens, gli dice: “Sta tranquillo, se fai danni, pago io!”.
Io chiedo allo Stato asili, scuole, università e centri di ricerca, chiedo strumenti per crescere, per imparare, per diventare migliori, non sussidi per coprire la mia colpevole sventatezza.
Lo Stato che dà sussidi, in cambio di nulla …!
Povero JFK! La sua famosa frase: “Non chiedete cosa lo Stato possa fare per voi, ma cosa voi potete fare per lo Stato!” suona espressione di un’altra cultura, di un altro mondo, di un altro senso civico.Erano quasi sessant’anni fa. Dovevano ancora andare sulla luna (ma ci saranno andati davvero? Bah, chiedere al M5S …), fare l’escalation in Vietnam, cacciare un Presidente, favorire il crollo del muro di Berlino, fare la rivoluzione informatica, inventare un’altra economia, ricostruire su Ground Zero, eleggere un Presidente nero, e poi uno giallo, superare una crisi finanziaria epocale, restare comunque, nel bene e nel male, al centro del mondo.
Dite che l’atteggiamento verso lo Stato non c’entra nulla?
Noi aspettiamo redditi di cittadinanza e seggiolini per genitori distratti. Potremo mai avere un futuro?
Ernesto Trotta
5 Comments
Grande Ernesto, riflessioni condivise in tutto.
Per caso ieri eri a Roma?
Mi sarebbe piaciuto incontrarti e conoscerti personalmente.
Ciao
Camillo
Caro Ernesto ,
I problemi che tu descrivi nel tuo articolo, secondo me, meritano più attenzione di quella che tu ad essi dedichi. Io non darei del “coglione” a uno che soffre di una malattia: un padre o una madre che si dimenticano un figlio in macchina o da qualsiasi altra parte qualche rotella che gira male nel cervello ce l’hanno. Ora siccome è difficile sapere chi ne soffre e chi no di questa malattia, per me è giusto prevedere, come obbligo, sull’auto un allarme che in caso di uno smemorato/a eviti ad un’anima innocente la morte. La legge approvata mi pare di capire che vada a risolvere il problema nel senso giusto. Chi paga questa spesa? Mi sembra di capire che la pagheranno tutti quelli che compreranno l’auto, Anche quelli che non sono malati ed i figli non se li dimenticano in nessun posto. La proposta non mi sembra un’assurdità: come fai a farla pagare a chi non riconosce di essere ammalato? Chi riconosce la propria malattia generalmente si cura o no Ernesto ? Il reddito di cittadinanza non è una bestialità se diventa reddito di inclusione.
Infatti dire ad un cittadino se sei disoccupato se hai una famiglia da mantenere e non hai redditi sufficienti io ,stato Italiano,ti aiuto fino a quando non trovi un lavoro dignitoso e sufficiente.
Chi paga quest’altra spesa? Mi sembra giustissimo che sia a carico della fiscalità generale, sarebbe meglio se i ricchi accettassero di finanziarla spontaneamente e direttamente, ma ho idea che nessuno risulterebbe ricco. Altro discorso sono le coperture di queste spese: i soldi in cassa non ci sono e bisogna ricorrere ad ulteriore debito aggravando la nostra situazione nei confronti dei mercati, ma se quest’ultimi ci faranno credito, forse, dicono gli attuali governanti, la situazione degli Italiani migliorerà.
Io non credo che abbiano ragione gli attuali governanti, ma preferisco raccontare i fatti piuttosto che gridare al lupo al lupo.
Può essere che la mia analisi sia sbagliata, chiedo scusa anticipatamente e ringrazio chi mi correggerà, ma io a scuola ho imparato che con i punti interrogativi non si risolvono i problemi.
Io avevo chiesto al partito democratico, tramite questo blog, di costituire un governo ombra e mi è sembrato di intuire che il PD presenterà proposte alternative a quelle del governo in carica, ma dove possiamo leggerle? Possibile che non ci sia un dirigente del PD che legga il blog Staino e risponda alla mia domanda? Mi auguro che ci sia qualcuno, magari Martina, che esca dai “palazzi”
ed affronti i cittadini comuni come ieri in piazza a Roma.
Un grande Abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Antonio,
non esiste un a malattia che ti fa lasciare il figlio in macchina, o che ti fa lasciare il gas aperto o la porta di casa spalancata, o ti fa salire in moto senza casco.
Esiste essere distratti, colpevolmente distratti, oppure esistono patologie conclamate, in presenza delle quali però non è opportuno a prescindere andare in giro da soli, con un bimbetto sul sedile.
Abbi pazienza, ma la cosa a me pare molto più semplice.
Tu compri una maggiore sicurezza e la paghi, come paghi la marmitta catalitica, l’ABS, l’air-bag, il casco.
La paga chi la compra, non la fiscalità generale dello Stato.
La paga secondo le regole di un mercato aperto e concorrenziale, ma la paga lui, non tutto il Paese.
Ho portato quell’esempio proprio per evidenziare il rapporto a mio parere distorto ed insano con uno Stato che viene visto come protettore e riparatore anche delle nostre sciaguratezze.
Tutto qui.
Non c’entrano nulla le misure di solidarietà che uno Stato adotta verso chi ne ha (momentaneamente) bisogno.
Tra l’altro, per farlo in modo efficace ed efficiente, lo Stato deve essere sufficientemente ricco da poterselo permettere.
Ciò vuol dire che il welfare richiede economie sane, ricche, competitive, proprio perché costa e i tanti che stanno meglio devono accollarsi i costi per assistere chi sta peggio.
Uno Stato indebitato, inefficiente, non può permettersi alcun welfare e, se lo finanzia lo stesso, lo fa a debito, cioè coi soldi degli altri, finché te li prestano.
E te li prestano solo se si fidano, e, meno si fidano, più te li fanno pagare in interessi, aumentando così il fabbisogno.
Insomma, il debito non gestito è una droga che dà assuefazione e ti conduce alla rovina.
Bisogna farlo capire a quella parte di popolo che ritiene adeguati questi governanti da strapazzo.
In malora non andranno solo loro, ma tutti noi!
E purtroppo non è con un governo ombra che risolvi il problema. Serve una proposta politica alternativa e credibile.
Ma questo l’abbiamo già detto.
Il seggiolino antiabbandomo di bimbi a bordo auto, la legge dice che lo pagheranno tutti coloro che trasporteranno un bambino/a in macchina. A me sembra giusto e non vedo dove sta il problema. Uno stato civile moderno deve difendere la vita tutti i suoi cittadini, anche di quei bambini che hanno la sfortuna di incappare in un padre o una madre soggetti ad amnesia o “distratti colpevolmente”. Sui soldi che non ci sono per finanziare il welfare siamo d’accordo. Buonanotte Antonio
Da Il Sole-24 ore del 25 settembre:
«Con grande orgoglio» plaude alla misura il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli dal quale arrivano assicurazioni circa lo stanziamento, in legge di Bilancio, delle risorse necessarie «a prevedere un credito d’imposta che aiuti economicamente le famiglie nell’acquisto di questi dispositivi salva-bebè».
Carlo Fidanza (FdI), anch’egli relatore della legge sui dispositivi antiabbandono, si augura adesso che «il governo dia seguito all’impegno assunto, stanziando in legge di bilancio le risorse necessarie a finanziare gli sgravi fiscali affinché questa misura non gravi sulle tasche delle famiglie italiane».
Forse ti eri perso queste chicche …