Non sono d’accordo con lui sul piano politico ma questa sua riflessione è tutta condivisibile, almeno per quel che conosciamo oggi.
Sergio
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Mi spiace disturbarvi per una Enews straordinaria.
Ma quello che è accaduto ieri mattina all’alba costituisce un vulnus clamoroso nella vita democratica del Paese. Chi non reagisce oggi accetta che si metta in discussione il principio della separazione dei poteri che è una colonna del sistema democratico occidentale. E lascia che siano i magistrati a decidere che cosa sia un partito e cosa no. All’alba, centinaia di finanzieri hanno perquisito decine di persone perbene “colpevoli” solo di aver contribuito in modo trasparente e legittimo alla Fondazione OPEN (la fondazione che ha organizzato fino al 2017 la Leopolda). Tutti bonifici, tracciati, verificabili, dichiarati. In molti casi finanziamenti di anni fa, quando io ero sindaco. Due magistrati di Firenze, Creazzo e Turco, decidono di fare questa “retata” contro persone non indagate. Perché? Perché secondo loro OPEN non è una Fondazione ma un partito. E come partito ha regole diverse. Ma chi lo stabilisce? E i perquisiti come potevano saperlo? La Fondazione ha uno statuto, un cda, dei revisori, rispetta le regole delle fondazioni.
Ci sono migliaia di fondazioni con politici in Italia: Open è tra le pochissime che rispetta tutte le norme sulla trasparenza. Perché due magistrati possono “trasformare” una fondazione in un partito solo allo scopo di indagare per finanziamento illecito ai partiti? E soprattutto: in democrazia CHI decide che cosa è partito e cosa no? Un magistrato? Ma stiamo scherzando? Siamo o non siamo un Paese in cui vige la separazione dei poteri? I partiti devono rispettare le leggi, le fondazioni devono rispettare le leggi, i cittadini devono rispettare le leggi. I magistrati vigilano sul rispetto della legge. Ma non possono cambiare la legge o fondare partiti in conto terzi: questo non è loro compito. Dire che io ho fondato Open come partito diventa una giustificazione per indagare alcuni e perquisire tutti. Attenzione: nessun equivoco! Io non sto attaccando l’indipendenza della magistratura, ma sto difendendo l’indipendenza della politica.
Se fondo un partito, lo decido io, non un magistrato. Altrimenti è in discussione il gioco stesso della democrazia. Io credo nella giustizia. Chiediamo garantismo contro il giustizialismo. Certo, c’è anche questo. Ma non è di Beccaria che stiamo parlando. Questa indagine attacca i principi di Montesquieu, non (solo) quelli di Beccaria. Aspetteremo le indagini con la libertà di chi conosce la verità. Ma contemporaneamente porteremo a tutti i livelli istituzionali lo sconcerto di chi vede messo in dubbio una colonna del sistema istituzionale con due magistrati che invadono il terreno della politica decidendo che cosa è partito e cosa no. E creando le condizioni perché chiunque possa definire partito, un domani, una Srl o un’associazione. Persino una bocciofila.
Il capogruppo di Italia Viva al Senato ha chiesto di calendarizzare con urgenza una discussione su questo tema perché è in gioco l’autonomia della politica. Non vedo l’ora di intervenire sul punto. Inutile dire che il primo effetto di questa vicenda sarà l’azzeramento di tutti i contributi di aziende a Italia Viva. Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, questa indagine ha abolito il finanziamento privato a Italia Viva. Peccato, è un bel danno. Ma sono il primo a suggerire alle aziende di stare lontano da me: solo chi ha sprezzo del pericolo può finanziarci come azienda oggi.
Chiedo un aiuto invece a chi può darci una mano con i piccoli versamenti: 5€, 10€, 100€. Fino a queste cifre non dovrebbero perquisirvi. Almeno mi auguro.
6 Comments
Caro Sergio,
anche io credo, allo stato delle nostre conoscenze, che l’azione della magistratura lasci perplessi proprio per le conseguenze d’ordine più generale che può avere sul funzionamento ordinato della vita democratica: se poi l’indagine dovesse rilevare profili di illeggimità nella conduzione della Fondazione Open, il che non mi auguro, per essere chiari, resterebbe intatto il ragionamento di Renzi sul vulnus al sistema dei partiti.
Mi auguro però anche che questa vicenda non porti, come purtroppo sta accadendo, ad una enensima resa dei conti attraverso strumenti come le commissioni parlamentari: ne abbiamo vista una, quella sulle banche, di cui spero ci si vergogni adeguatamente, da parte di tutti.
Questa coazione a usare strumentalmente qualunque cosa contro gli avversari, e quindi contro se stessi, data la reciprocità delel accuse, può solo produrre ulteriore discredito sulla politica e sui partiti o assimilati; infatti Di Maio attacca Open, e giustamente Renzi gli ricorda la Casaleggio Associati; Salvini vuole indagare sui finanziamenti dal dopoguerra ad oggi, e altre amenità, che sarebbero ridicole se non mostrassero il volto drammatico della situazione in cui siamo.
L’unica reazione decente, responsabile, deve essere quella di avere finalmente il coraggio di affrontare la questione dello statuto dei partiti, in ottemperanza alla costituzione, e di ridiscutere quindi il finanziamento pubblico; se poi non si ha il coraggio di dire che con la sua abolizione si è buttato via per demagogia e paura il bambino e l’acqua sporca, non credo che anche questa triste vcenda (che, mi auguro per tutti, ripeto, spero finisca con una trasparente archiviazione) porterà a discussioni serie e responsabili. Nella situazione che decisioni improvvide e pasticciate hanno creato, possiamo pretendere, da cittadini (il popolo!), che finalmente il parlamento affronti il problema. Io sono, per non nascondermi dietro un dito, per il finanziamento pubblico, naturalmente con i debiti controlli e con l’attuazione piena del dettato costituzionale per le forme giuridiche dei partiti; se però si vuole seguire un’altra strada, allora la si segua dando piena garanzia di trasparenza, legalità etc. E si finisca, per fare un eempio, con gli esacotages dei rimborsi elettorali, dei rimborsi delle regioni etc., che hanno provocato un’ondata di disgusto nella opinione pubblica, e ancora una volta l’intervento della magistratura. I 5S, che hanno creato un mostro, la smettano di fare demoagogia su cose troppo serie per essere trattate in modo così superficiale e ipocrita. E il Pd, dove tanti sono per il finanziamentopubblico, non faccia per favore come con la legge elettorale. Faccia uan sua propsta organica, ben strutturata, credibile, e la porti in fondo. Perdere una buona battaglia (il che non è detto) vale più di una finta vittoria, ottenuta solo rinunciando alle proprie idee. Non sono certo cose da talk show o da twitter, ma è proprio questo che le rende meritevoli di attenzione.
Bravo professore, lucido e corretto. Se ti presenti ti voto.
Sergio
Ha mille e una ragione. Fino ad oggi credevo nella democrazia italiana basata sulla Costituzione . Dopo tutto questo è quando vedo chi dovrebbe assumere una posizione politica nel denunciare questo stupro della democrazia, s fregano le mani perché c’è di mezzo Renzi. VERGOGNA. Io non condivido la scelta di Renzi di fare un partito, ma da oggi non consider più il Pd un partito che difende la Costituzione,
C’era una volta lo Stato italiano immaginato dai costituenti, rappresentanti del popolo italiano che aveva sconfitto il fascismo, che scrissero la nostra bella costituzione ed adesso non c’è più.
Certo non è tornato il fascismo: siamo ancora in democrazia, ma lo spirito dei costituenti, secondo me, non solo non si è realizzato, ma nella maggior parte delle istituzioni è stato storpiato. Nel 1961 quando io frequentavo la quinta elementare in una pluriclasse in campagna nel comune di Colobraro in provincia di Matera, dove Cristo non era ancora arrivato ( forse adesso si sta affacciando) ; la maestra, l’insegnante di vent’anni alla prima esperienza della quale ricordo forse solo il nome Pina, ci diceva a noi alunni per spiegarci l’ordinamento dello Stato italiano quanto segue.
1 ) “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro nel senso che tutti gli adulti devono avere un lavoro, onesto dignitoso, protetto e la costituzione scritta, dai costituenti, rappresentante del popolo italiano che aveva sconfitto il fascismo, stabilisce le linee da seguire per organizzare lo Stato italiano”.
2 ) “L’organizzazione statale prevede un parlamento formato da due camere, quella del Senato e quella della dei deputati, Che elabora le leggi ed un governo, formato da ministri guidati dal
presidente del consiglio, che fa eseguire le leggi“.
3 ) “ il controllo, che tutto si svolga, come stabilito dalla nostra carta costituzionale, e’ affidato alle forze dell’ordine ed alla magistratura che è indipendente da qualsiasi altro potere statale“.
Quanto suddetto sono i miei ricordi d’infanzia, ma nella realtà ho verificato tutt’altro.
1 ) il lavoro non è mai stato considerato prioritario dallo Stato italiano: non è sufficientemente protetto , non è garantito a tutti e soprattutto non è difeso sufficientemente.
2 ) in parlamento è stato stravolto l’ordine dettato dalla nostra costituzione : il governo non fa eseguire le leggi, ma le propone al parlamento che è costretto a votarle a volte senza discuterle.
3 ) La magistratura spesso sì sostituisce al parlamento che non potendo legiferare liberamente non può garantire la copertura legislativa in tutti i settori della nostra società.
Qual è la conclusione di tutto questo discorso? Tutti noi italiani, secondo me, siamo responsabili della mancata applicazione della nostra carta costituzionale; ma in particolare i politici ne portano la responsabilità più grossa e poi ne pagano anche le conseguenze più grosse. Renzi, Salvini, Meloni, Berlusconi, Prodi, D’Alema, Bersani, Rutelli, eccetera eccetera non possono lamentarsi solo quando l’organizzazione statale e’ a loro sfavorevole, ma dovrebbero fare uno sforzo unitario e fare applicare, se occorre modificare, una volta per sempre la nostra carta costituzionale.
Certo non è semplice, fino a quando prevale il prenome io sul noi, ma forse su alcuni punti si potrebbe trovare un accordo.
Faccio alcuni esempi.
1 ) si potrebbe stabilire ( semplicemente ribadire) che un cittadino è innocente fino alla sentenza definitiva e non usare “l’avviso di garanzia”come arma letale per distruggere qualsiasi persona.
2 ) stabilire che i processi penali e civili non possono durare più di 4 o 5 anni.
3 ) Il magistrato che sbaglia non va premiato ma possibilmente rieducato e se occorra allontanato dalla magistratura, senza che i politici intervengano.
Alla luce di quanto sopra detto spero che Renzi non faccia come Berlusconi gridando al lupo al lupo, ma si faccia promotore di un accordo tra tutte le forze politiche per stabilire almeno quei punti che ho sopra citato. Io continuo a pensare che il Senatore Matteo Renzi, Come qualsiasi altro cittadino/a, e’ e sarà innocente e libero fino quando una sentenza definitiva non lo dichiari colpevole.
Grazie per la vostra attenzione e buona giornata a tutti. Antonio De Matteo Milano
Molto giusta questa tua riflessione, Antonio. Approfitto della tua citazione del paesino di Colobraro per dirti che anche mio padre era lucano, nato a Stigliano. Io, pur essendo nato in Toscana da madre fiorentina, mi sento molto legato a questa terra povera e meravigliosa al contempo. Quest’oggi ad Aliano, cittadina nominata per un giorno capitale europea della cultura, si inaugura tra le altre cose una mia piccola mostra con un racconto a fumetti dal titolo “Quel giorno che Jesus non si fermò ad Eboli” in cui è raccontato un immaginario incontro tra Gesù e Carlo Levi, lo scrittore messo al confino dal fascismo in quel piccolo paese.
Sergio
Grazie Sergio,
per l’informazione. Ho girato la tua e-mail al mio amico Andrea Lauria, giornalista lucano e fondatore di un piccolo periodico mensile intitolato la piazza, presente sul web e distribuito a tutti gli emigranti di Roccanova ( PZ ) mio paese natale. Mi auguro e spero che il mio amico Andrea , possa aiutare la diffusione della notizia anche negli altri paesi locali che a turno, mi diceva , diventeranno per un giorno capitale europea della cultura.
Speriamo che almeno il tuo Gesù rimanga per un po’ in quella terra dura e bella capital anche della migrazione. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano