Siamo in guerra contro la Russia. Una guerra non dichiarata ma di fatto.
Inviamo armi all’Ucraina. Chiudiamo i porti alle navi russe. Stiamo riorganizzando l’economia nazionale e quella domestica secondo gli effetti recessivi che il conflitto sta già provocando. L’Italia sta diventando l’avamposto dell’oltranzismo atlantico. E’ la prima della classe nel richiedere sanzioni anti-russe sempre più severe e procedure rapide per inserire l’Ucraina nella UE. E’ il contrario di quanto servirebbe per favorire l’avvio dei contatti tra le parti. Mentre Germania e Francia tentano di aprire tra mille ostacoli piccoli varchi per un ‘cessate il fuoco’ o quanto meno non abbandonano questa prospettiva, l’Italia è pronta a chiuderli assecondando diligentemente l’intransigentismo di Biden. Abbiamo perfino creato il “nemico interno”, necessario alla stato di guerra: non si possono tollerare e non sono tollerati richiami alla pace e, tantomeno, dubbi sulla ‘filosofia della storia’ che finalmente ha ripreso la sua direzione contro il male e verso il bene. Chi si mette di traverso sarà zittito, come sta accadendo con il Papa e con l’ANPI.
Avanti fino alla vittoria! Ma quale vittoria? Qualcuno può credere alla vittoria contro la Russia? Alla possibilità per l’Europa di convivere con l’umiliazione della Russia? E che Europa si avrebbe se il suo futuro è un nuovo Muro?
Che palle!
Avete talmente tanta soggezione per la Russia da non rendervi conto che nessuno l’ha mai umiliata, anzi, forse l’abbiamo trattata con fin troppo riguardo, visto come si sta comportando.
Abbiamo accolto Putin alle riunioni della NATO, allargato il G7 a G8, stabilito ogni forma possibile di rapporto commerciale, abbiamo in comune una stazione spaziale, tutto pur di farli rientrare nel consesso delle Nazioni normali.
Cosa che a loro, o almeno a Putin, evidentemente non interessa affatto. Anzi.
Nessuno, ripeto nessuno, sta ottenendo una qualsiasi forma di ascolto da parte del dittatore Putin: né Scholz, né Macron, né Johnson, né Erdogan, né Bennett, né Draghi, né il Papa, o in presidente austriaco, e nemmeno Biden.
Putin procede secondo le sue mire espansionistiche e non dà retta a nessuno.
Lo lasciamo fare?
Smettetela con la nostalgia dell’Unione Sovietica, uno degli esperimenti più tragici della storia umana.
Fatevene una ragione.
Se Putin volesse trattare accetterebbe un cessate il fuoco e si siederebbe al tavolo.
Non ha nessuna intenzione di farlo. Come fate a non rendervene conto?
Temo che questa storia possa finire solo in un modo. E non lo decidiamo noi …!
Caro Trotta, lo so, che palle discutere.
Poi mettere addirittura in discussione il posto assegnato dalla Storia ai giusti e agli ingiusti. Però, se rispondessi se non a tutti ma a qualcuno dei temi trattati, la discussione potrebbe proseguire col beneficio di tutti.
Un caro saluto.
Io sto discutendo e ho portato considerazioni puntuali a cui tu non contrapponi nulla di concreto.
Cosa vorresti che facessimo per convincere Putin a trattare?
Gli offriamo la testa di Zelensky?
Gli regaliamo mezza Ucraina?
Lo facciamo capo del mondo?
Quali concessioni saresti disposto a fare ad un dittatore imperialista?
La pace si può fare dichiarandosi schiavo di fronte all’invasore assassino.
Caro Ernesto, secondo me, la proposta per realizzare la pace fra russi ed ucraini, che alcuni pensatori ed autorevoli personaggi politici e non, vorrebbero fare è quella sopra esposta da me, ma non hanno il coraggio di pronunciarla. Naturalmente a me è stato facile farla: non accetterei mai di vivere da schiavo e né tantomeno di schiavizzare neanche un cane. D’altra parte chi vuole la pace senza aiutare il presidente Ucraino ed il suo popolo, non dice mai come ottenerla: si limita a predicare cose che probabilmente neanche Putin capisce e si guardano bene dal rispondere alle tue domande e a quelle di tanti altri che come te non vedono un’alternativa alle proposte dell’Unione Europea messe in atto in questo momento. Comunque aspettiamo può darsi che le proposte arrivino, sperando che nel frattempo il popolo ucraino non sia annientato e resista. Buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
EMANULE CEGLIE
21 April 2022 at 10:57
Cari Ernesto e Antonio, non me ne vogliate ma la vostra è retorica, fors’anche cinica retorica. Che sia stata la Russia ad attaccare, che lo abbia fatto contro il diritto internazionale, che faccia una guerra sporca, che sia la sputacchiera di tutte le nefandezze del mondo è cosa risaputa. Il punto è, cari ragazzi, che l’Orso s’è risvegliato, l’Impero s’è mosso, la Grande macchina è partita. Che si fa? La risposta sta in un’altra domanda: perché si è giunti a tanto? Non ci vuole la frequentazione delle Scuole di guerra per sapere che, quando un grande esercito (ancorché molto invecchiato) di una grande potenza si mette in marcia, il suo arresto costa più fatica dell’avvio. Questo semplice principio noi europei l’avevamo forse dimenticato ma gli americani no. Quale potrebbe essere la piattaforma di un accordo? L’incorporazione dei territori russofoni dell’Ucraina nella federazione russa attraverso procedure da concordare. E’ un vulnus di sovranità inaccettabile? Non saprei ma non saprei dire di più. Ma saprei pensare oltre questa linea rossa: il duello finale contro la Russia. E’ venuta anche a voi questa idea?
In amicizia.
E perché non incorporare anche le Repubbliche Baltiche, se al grande esercito di Putin venisse voglia anche di quelle?
O un pezzo di Polonia?
Lo specchio sul quale cerchi di arrampicarti ti toglie qualsiasi visione prospettica del mondo. Auguri.
Con quelli come te Putin vince sempre.
Auguri.
Caro Sergio,
il tuo caro e gentilissimo Segretario Letta non ha ancora trovato tempo e modo per commentare le ultime avventure del “punto di riferimento fortissimo del progressismo europeo”, l’ineffabile Giuseppe Conte.
Tu hai avuto il fegato di dire il fatto suo all’altra ineffabile, l’ANPI, con parole chiare ed univoche.
La dirigenza del PD invece tace sulle ormai evidenti compromissioni di Giuseppi sia con Trump che con Putin, finalmente denunciate anche da Repubblica e CorSera.
Nulla, neanche sull’ennesima figura di m… dell’avvocato del popolo che, presso nientemeno che la maîtresse (ex sua sfegatata fan), non è riuscito ad indicare un auspicio chiaro per le elezioni francesi, facendo addirittura permeare una sua forte attrazione per Le Pen.
Come possiamo pensare di costruire qualcosa con una simile nullità (Conte) se non riusciamo a distinguerci?
Facciamo una gara tra nullità?
A proposito di democrazia rappresentativa, cerco di chiarire meglio il mio pensiero.
Nei luoghi dove governa la suddetta organizzazione politica è garantita sempre la libertà di pensiero, anche quando non si è più in lenea con il leader a cui si fa riferimento.
Non solo ma si può liberamente uscire dal Partito di appartenenza senza essere incarcerato ho addirittura ammazzato in qualche modo segretamente. Leggete la storia della sindaca bolognese pubblicata sul link allegato: è uno dei tanti esempi di libertà di pensiero garantita nel nostro mondo democratico e solidale. Certo poi si può essere non d’accordo sulla decisione della sindaca suddetta che non commette però nessun reato e continua ad essere libera di pensare come vuole. Nel partito di Putin, il dittatore russo, questo non può succedere: chi non è d’accordo con quest’ultimo viene eliminato, incarcerato e spesso anche soppresso fisicamente.
Per questo motivo io non sarò mai dalla parte del presidente russo e lotterò con tutte le mie forze per farlo sparire dalla faccia della terra, come sono sparite le Brigate Rosse dall’Italia ed i loro sostenitori che volevono schiavizzare la nostra libera e democratica società attuale. Questa ” è retorica cinica”? Bhe, preferisco essere cinico e retorico piuttosto che schiavo ed ubbidire a Putin. Per difendere la libertà e la democrazia suddetta sono pronto a resistere e a morire prima dei miei giorni, come fecero i veri partigiani contro i nazifascisti. Grazie per l’attenzione e buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
“la resistenza è resistenza sempre…” sono queste le parole che mi risuonano nella mente ogni volta che sarei tentata di lasciarmi andare al pensiero del Papa, riguardo l’uso delle armi nella guerra in Ucraina. Leggendo Lla tua intervista la mente si apre a una più profonda riflessione: mi convinco ancor di più che non possiamo fare altro che aiutare i combattenti nella lotta per la liberazione, inviando quello che è indispensabile: le armi. Questo faceva Marina, staffetta partigiana, che aveva soltanto sedici anni quando cominciò a sotterrare le armi nell’orto di casa, da consegnare ai partigiani. Quando, ormai novantenne, mi ha raccontato la sua storia e quella dei partigiani della brigata Bozzi, dove oltre ai suoi due fratelli combatteva Rolando Magni, il suo innamorato, cugino di Magnino Magni, ucciso in battaglia dai tedeschi, alla mia domanda “Ma non avevi paura?” rispose: “si, avevo paura”, ma aggiunse: “meglio morire che vivere da schiava”.
Dunia Sardi
Caro Sergio,
Io sono affezionata all’Anpi, una associazione nella quale ho militato per parecchi anni, anche se oggi sono una semplice iscritta. Ma cercherò di essere obiettiva.
Non penso che l’Anpi debba essere solo un luogo di mera testimonianza del passato resistenziale o imbalsamata dentro un archivio storico di memorie, accessibile più che altro agli studiosi, che sforna un paio di volte all’anno dotti documenti, ma al contrario un luogo di testimonianza attiva, un luogo che custodisce quei valori e, soprattutto, vigila affinché non siano traditi.
La sua bussola è la nostra Costituzione e, di questi tempi, è un fatto quasi rivoluzionario.
L’Anpi non è apolitica, ma apartitica, e questo lo sai. Il fatto che degli ex comunisti ne facciano parte e la tengano viva dipende secondo me dal fatto che la sinistra cosiddetta radicale ha molti militanti e ha saputo tenere vivo il legame con la Resistenza. Quello che si teme è che l’Anpi, caduta nelle mani dei comunisti (chi è stato comunista non è mai “ex”), notoriamente facinorosi e fissati con la Costituzione, possa avere un’influenza tra le giovani generazioni , creando in questo modo una pericolosa saldatura tra quel passato e il presente, dove il passato dei partigiani incarna una spinta ideale molto attrattiva per lo spirito libero e ribelle dei giovani e nello stesso tempo favorisce una loro presa di coscienza (niente paura, la lotta armata non è in programma) .
Anche allora i “resistenti” costituivano una minoranza radicale, perfino estremista, dal punto di vista del Regime. Non abbiamo dimenticato che i partigiani si erano meritati l’appellativo di “ribelli” o addirittura “banditi.” Ma non sto dicendo niente di nuovo.
Oggi si può anche intravedere un nesso con la decisione governativa di cancellare lo studio della storia e della geografia nella scuola: cancellare la memoria di un popolo è la pre-condizione per scrivere una nuova storia, adatta ai tempi. e soprattutto in linea con il nuovo corso che deve caratterizzare il futuro, non so se mondiale, ma comunque di grande portata.
Se L’Anpi, nella persona del suo presidente, fosse rimasta zitta e buona, di fronte alla prospettiva di una Terza guerra mondiale (esagerazione? lo spero), allora tutti avrebbero annuito e magari applaudito.
Silenziata l’Anpi (i sindacati ufficiali sono silenziati da tempo), addomesticati i partiti, censurato o criminalizzato il dissenso, nulla e nessuno turberà questo momento magico della nostra storia, nel quale il popolo, magari non proprio tutto e non proprio festante (ma è colpa della pandemia non ancora debellata, se mai lo sarà) accetta senza fiatare – e temo sia solo l’inizio – di stare un po’ al freddo e un po’ al caldo, ma per la pace che cosa non si farebbe. Se ci pensiamo bene, è un po’ come quella vecchia storia di donare l’oro alla Patria. A quel tempo si pensava che con quel sacrificio si sarebbe vinta la guerra.
Mi dispiace Sergio, ma questa volta non siamo proprio in sintonia. Andrà meglio la prossima.
Grazia Valente
Cara Grazia,
i “comunisti” possono fare politica liberamente nelle organizzazioni che si dichiarano apertamente tali.
Siamo in democrazia ….
Meno, molto meno, corretto è nascondersi (il verbo è scelto con cura) dietro il ricordo della Resistenza e dei Partigiani che, come tutti sanno e non dovrebbero far finta di dimenticare, NON furono solo comunisti, ma liberali, socialisti, cattolici, repubblicani, ecc ecc.
I “comunisti” hanno egemonizzato una organizzazione e pretendono di usarla a loro comodo, incuranti della Storia.
È ovviamente legittimo professare il disarmo totale, la pace universale, chiedere la resa degli ucraini, persino parteggiare per Putin; tutto legittimo, ma non nascondendosi dietro un movimento che ha fatto la Storia e ha contribuito a scrivere la nostra Costituzione, inclusi gli artt. 11 e 52, che invito a leggere integralmente e non a spezzoni, secondo convenienza.
Il mondo sta cambiando in fretta e dobbiamo affrontare tempi inediti e difficili.
C’è da difendere la democrazia dal populismo e dal nazionalismo.
Queste polemicucce sinceramente sono davvero provinciali e del tutto surrettizie.
Questo è il mio pensiero.
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Siamo in guerra contro la Russia. Una guerra non dichiarata ma di fatto.
Inviamo armi all’Ucraina. Chiudiamo i porti alle navi russe. Stiamo riorganizzando l’economia nazionale e quella domestica secondo gli effetti recessivi che il conflitto sta già provocando. L’Italia sta diventando l’avamposto dell’oltranzismo atlantico. E’ la prima della classe nel richiedere sanzioni anti-russe sempre più severe e procedure rapide per inserire l’Ucraina nella UE. E’ il contrario di quanto servirebbe per favorire l’avvio dei contatti tra le parti. Mentre Germania e Francia tentano di aprire tra mille ostacoli piccoli varchi per un ‘cessate il fuoco’ o quanto meno non abbandonano questa prospettiva, l’Italia è pronta a chiuderli assecondando diligentemente l’intransigentismo di Biden. Abbiamo perfino creato il “nemico interno”, necessario alla stato di guerra: non si possono tollerare e non sono tollerati richiami alla pace e, tantomeno, dubbi sulla ‘filosofia della storia’ che finalmente ha ripreso la sua direzione contro il male e verso il bene. Chi si mette di traverso sarà zittito, come sta accadendo con il Papa e con l’ANPI.
Avanti fino alla vittoria! Ma quale vittoria? Qualcuno può credere alla vittoria contro la Russia? Alla possibilità per l’Europa di convivere con l’umiliazione della Russia? E che Europa si avrebbe se il suo futuro è un nuovo Muro?
Che palle!
Avete talmente tanta soggezione per la Russia da non rendervi conto che nessuno l’ha mai umiliata, anzi, forse l’abbiamo trattata con fin troppo riguardo, visto come si sta comportando.
Abbiamo accolto Putin alle riunioni della NATO, allargato il G7 a G8, stabilito ogni forma possibile di rapporto commerciale, abbiamo in comune una stazione spaziale, tutto pur di farli rientrare nel consesso delle Nazioni normali.
Cosa che a loro, o almeno a Putin, evidentemente non interessa affatto. Anzi.
Nessuno, ripeto nessuno, sta ottenendo una qualsiasi forma di ascolto da parte del dittatore Putin: né Scholz, né Macron, né Johnson, né Erdogan, né Bennett, né Draghi, né il Papa, o in presidente austriaco, e nemmeno Biden.
Putin procede secondo le sue mire espansionistiche e non dà retta a nessuno.
Lo lasciamo fare?
Smettetela con la nostalgia dell’Unione Sovietica, uno degli esperimenti più tragici della storia umana.
Fatevene una ragione.
Se Putin volesse trattare accetterebbe un cessate il fuoco e si siederebbe al tavolo.
Non ha nessuna intenzione di farlo. Come fate a non rendervene conto?
Temo che questa storia possa finire solo in un modo. E non lo decidiamo noi …!
Caro Trotta, lo so, che palle discutere.
Poi mettere addirittura in discussione il posto assegnato dalla Storia ai giusti e agli ingiusti. Però, se rispondessi se non a tutti ma a qualcuno dei temi trattati, la discussione potrebbe proseguire col beneficio di tutti.
Un caro saluto.
Io sto discutendo e ho portato considerazioni puntuali a cui tu non contrapponi nulla di concreto.
Cosa vorresti che facessimo per convincere Putin a trattare?
Gli offriamo la testa di Zelensky?
Gli regaliamo mezza Ucraina?
Lo facciamo capo del mondo?
Quali concessioni saresti disposto a fare ad un dittatore imperialista?
Doverosa aggiunta …
la vignetta di Sergio è semplicemente formidabile.
Grazie.
La pace si può fare dichiarandosi schiavo di fronte all’invasore assassino.
Caro Ernesto, secondo me, la proposta per realizzare la pace fra russi ed ucraini, che alcuni pensatori ed autorevoli personaggi politici e non, vorrebbero fare è quella sopra esposta da me, ma non hanno il coraggio di pronunciarla. Naturalmente a me è stato facile farla: non accetterei mai di vivere da schiavo e né tantomeno di schiavizzare neanche un cane. D’altra parte chi vuole la pace senza aiutare il presidente Ucraino ed il suo popolo, non dice mai come ottenerla: si limita a predicare cose che probabilmente neanche Putin capisce e si guardano bene dal rispondere alle tue domande e a quelle di tanti altri che come te non vedono un’alternativa alle proposte dell’Unione Europea messe in atto in questo momento. Comunque aspettiamo può darsi che le proposte arrivino, sperando che nel frattempo il popolo ucraino non sia annientato e resista. Buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
Cari Ernesto e Antonio, non me ne vogliate ma la vostra è retorica, fors’anche cinica retorica. Che sia stata la Russia ad attaccare, che lo abbia fatto contro il diritto internazionale, che faccia una guerra sporca, che sia la sputacchiera di tutte le nefandezze del mondo è cosa risaputa. Il punto è, cari ragazzi, che l’Orso s’è risvegliato, l’Impero s’è mosso, la Grande macchina è partita. Che si fa? La risposta sta in un’altra domanda: perché si è giunti a tanto? Non ci vuole la frequentazione delle Scuole di guerra per sapere che, quando un grande esercito (ancorché molto invecchiato) di una grande potenza si mette in marcia, il suo arresto costa più fatica dell’avvio. Questo semplice principio noi europei l’avevamo forse dimenticato ma gli americani no. Quale potrebbe essere la piattaforma di un accordo? L’incorporazione dei territori russofoni dell’Ucraina nella federazione russa attraverso procedure da concordare. E’ un vulnus di sovranità inaccettabile? Non saprei ma non saprei dire di più. Ma saprei pensare oltre questa linea rossa: il duello finale contro la Russia. E’ venuta anche a voi questa idea?
In amicizia.
E perché non incorporare anche le Repubbliche Baltiche, se al grande esercito di Putin venisse voglia anche di quelle?
O un pezzo di Polonia?
Lo specchio sul quale cerchi di arrampicarti ti toglie qualsiasi visione prospettica del mondo. Auguri.
Con quelli come te Putin vince sempre.
Auguri.
Caro Sergio,
il tuo caro e gentilissimo Segretario Letta non ha ancora trovato tempo e modo per commentare le ultime avventure del “punto di riferimento fortissimo del progressismo europeo”, l’ineffabile Giuseppe Conte.
Tu hai avuto il fegato di dire il fatto suo all’altra ineffabile, l’ANPI, con parole chiare ed univoche.
La dirigenza del PD invece tace sulle ormai evidenti compromissioni di Giuseppi sia con Trump che con Putin, finalmente denunciate anche da Repubblica e CorSera.
Nulla, neanche sull’ennesima figura di m… dell’avvocato del popolo che, presso nientemeno che la maîtresse (ex sua sfegatata fan), non è riuscito ad indicare un auspicio chiaro per le elezioni francesi, facendo addirittura permeare una sua forte attrazione per Le Pen.
Come possiamo pensare di costruire qualcosa con una simile nullità (Conte) se non riusciamo a distinguerci?
Facciamo una gara tra nullità?
A proposito di democrazia rappresentativa, cerco di chiarire meglio il mio pensiero.
Nei luoghi dove governa la suddetta organizzazione politica è garantita sempre la libertà di pensiero, anche quando non si è più in lenea con il leader a cui si fa riferimento.
Non solo ma si può liberamente uscire dal Partito di appartenenza senza essere incarcerato ho addirittura ammazzato in qualche modo segretamente. Leggete la storia della sindaca bolognese pubblicata sul link allegato: è uno dei tanti esempi di libertà di pensiero garantita nel nostro mondo democratico e solidale. Certo poi si può essere non d’accordo sulla decisione della sindaca suddetta che non commette però nessun reato e continua ad essere libera di pensare come vuole. Nel partito di Putin, il dittatore russo, questo non può succedere: chi non è d’accordo con quest’ultimo viene eliminato, incarcerato e spesso anche soppresso fisicamente.
Per questo motivo io non sarò mai dalla parte del presidente russo e lotterò con tutte le mie forze per farlo sparire dalla faccia della terra, come sono sparite le Brigate Rosse dall’Italia ed i loro sostenitori che volevono schiavizzare la nostra libera e democratica società attuale. Questa ” è retorica cinica”? Bhe, preferisco essere cinico e retorico piuttosto che schiavo ed ubbidire a Putin. Per difendere la libertà e la democrazia suddetta sono pronto a resistere e a morire prima dei miei giorni, come fecero i veri partigiani contro i nazifascisti. Grazie per l’attenzione e buona giornata a chi legge. Antonio De Matteo Milano
sindaca bolognese che dice addio a Renzi: "Non si può stare un po' di qua e un po' di là"
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/21/renzi-perde-pezzi-la-sindaca-isabella-conti-lascia-iv-stare-un-po-di-qua-e-un-po-di-la-vuol-dire-non-avere-identita-di-valori/6566185/
“la resistenza è resistenza sempre…” sono queste le parole che mi risuonano nella mente ogni volta che sarei tentata di lasciarmi andare al pensiero del Papa, riguardo l’uso delle armi nella guerra in Ucraina. Leggendo Lla tua intervista la mente si apre a una più profonda riflessione: mi convinco ancor di più che non possiamo fare altro che aiutare i combattenti nella lotta per la liberazione, inviando quello che è indispensabile: le armi. Questo faceva Marina, staffetta partigiana, che aveva soltanto sedici anni quando cominciò a sotterrare le armi nell’orto di casa, da consegnare ai partigiani. Quando, ormai novantenne, mi ha raccontato la sua storia e quella dei partigiani della brigata Bozzi, dove oltre ai suoi due fratelli combatteva Rolando Magni, il suo innamorato, cugino di Magnino Magni, ucciso in battaglia dai tedeschi, alla mia domanda “Ma non avevi paura?” rispose: “si, avevo paura”, ma aggiunse: “meglio morire che vivere da schiava”.
Dunia Sardi
Caro Sergio,
Io sono affezionata all’Anpi, una associazione nella quale ho militato per parecchi anni, anche se oggi sono una semplice iscritta. Ma cercherò di essere obiettiva.
Non penso che l’Anpi debba essere solo un luogo di mera testimonianza del passato resistenziale o imbalsamata dentro un archivio storico di memorie, accessibile più che altro agli studiosi, che sforna un paio di volte all’anno dotti documenti, ma al contrario un luogo di testimonianza attiva, un luogo che custodisce quei valori e, soprattutto, vigila affinché non siano traditi.
La sua bussola è la nostra Costituzione e, di questi tempi, è un fatto quasi rivoluzionario.
L’Anpi non è apolitica, ma apartitica, e questo lo sai. Il fatto che degli ex comunisti ne facciano parte e la tengano viva dipende secondo me dal fatto che la sinistra cosiddetta radicale ha molti militanti e ha saputo tenere vivo il legame con la Resistenza. Quello che si teme è che l’Anpi, caduta nelle mani dei comunisti (chi è stato comunista non è mai “ex”), notoriamente facinorosi e fissati con la Costituzione, possa avere un’influenza tra le giovani generazioni , creando in questo modo una pericolosa saldatura tra quel passato e il presente, dove il passato dei partigiani incarna una spinta ideale molto attrattiva per lo spirito libero e ribelle dei giovani e nello stesso tempo favorisce una loro presa di coscienza (niente paura, la lotta armata non è in programma) .
Anche allora i “resistenti” costituivano una minoranza radicale, perfino estremista, dal punto di vista del Regime. Non abbiamo dimenticato che i partigiani si erano meritati l’appellativo di “ribelli” o addirittura “banditi.” Ma non sto dicendo niente di nuovo.
Oggi si può anche intravedere un nesso con la decisione governativa di cancellare lo studio della storia e della geografia nella scuola: cancellare la memoria di un popolo è la pre-condizione per scrivere una nuova storia, adatta ai tempi. e soprattutto in linea con il nuovo corso che deve caratterizzare il futuro, non so se mondiale, ma comunque di grande portata.
Se L’Anpi, nella persona del suo presidente, fosse rimasta zitta e buona, di fronte alla prospettiva di una Terza guerra mondiale (esagerazione? lo spero), allora tutti avrebbero annuito e magari applaudito.
Silenziata l’Anpi (i sindacati ufficiali sono silenziati da tempo), addomesticati i partiti, censurato o criminalizzato il dissenso, nulla e nessuno turberà questo momento magico della nostra storia, nel quale il popolo, magari non proprio tutto e non proprio festante (ma è colpa della pandemia non ancora debellata, se mai lo sarà) accetta senza fiatare – e temo sia solo l’inizio – di stare un po’ al freddo e un po’ al caldo, ma per la pace che cosa non si farebbe. Se ci pensiamo bene, è un po’ come quella vecchia storia di donare l’oro alla Patria. A quel tempo si pensava che con quel sacrificio si sarebbe vinta la guerra.
Mi dispiace Sergio, ma questa volta non siamo proprio in sintonia. Andrà meglio la prossima.
Grazia Valente
Cara Grazia,
i “comunisti” possono fare politica liberamente nelle organizzazioni che si dichiarano apertamente tali.
Siamo in democrazia ….
Meno, molto meno, corretto è nascondersi (il verbo è scelto con cura) dietro il ricordo della Resistenza e dei Partigiani che, come tutti sanno e non dovrebbero far finta di dimenticare, NON furono solo comunisti, ma liberali, socialisti, cattolici, repubblicani, ecc ecc.
I “comunisti” hanno egemonizzato una organizzazione e pretendono di usarla a loro comodo, incuranti della Storia.
È ovviamente legittimo professare il disarmo totale, la pace universale, chiedere la resa degli ucraini, persino parteggiare per Putin; tutto legittimo, ma non nascondendosi dietro un movimento che ha fatto la Storia e ha contribuito a scrivere la nostra Costituzione, inclusi gli artt. 11 e 52, che invito a leggere integralmente e non a spezzoni, secondo convenienza.
Il mondo sta cambiando in fretta e dobbiamo affrontare tempi inediti e difficili.
C’è da difendere la democrazia dal populismo e dal nazionalismo.
Queste polemicucce sinceramente sono davvero provinciali e del tutto surrettizie.
Questo è il mio pensiero.