Cari amici,
con questo post penso di concludere la mia piccola campagna elettorale: Macaluso e Veltroni. Per gli amici che ancora non sanno con precisione cosa fare domenica prossima credo che questi due contributi possano risultare utili, il primo da leggere e il secondo da ascoltare.
Un abbraccio comunque votiate.
Sergio
LA VERA PARTITA TRA DESTRA E SINISTRA È SULL’EUROPA – Emanuele Macaluso
Oggi su La Stampa, in prima pagina, leggo questo titolo: “Casa Pound offre l’aiuto a Salvini. La Lega non chiude. Obiettivo comune per un governo che ci porti fuori dall’Unione europea”. E insistono chiedendo un governo sovranista. Ecco cosa vuole la destra. Anche i più moderati di questo campo chiedono “meno Europa”, e non solo in Italia. L’obiettivo “più Europa” è quindi una netta e radicale contrapposizione alla destra. Io rispetto tutte le opinioni e ognuno poi vota come crede. Ma definire di destra la lista “più Europa”, come si legge in alcuni commenti, è ridicolo. Non solo perché questa lista è componente essenziale della coalizione di centrosinistra, ma perché nella concreta situazione italiana ed europea la battaglia per portare più avanti l’integrazione e il rinnovamento dell’Europa è la base su cui la sinistra, in Italia e in Europa, può riprendere la sua iniziativa, e può riprenderla su tutti i terreni: per la costruzione di uno Stato sociale europeo, per una politica economica e fiscale comune (che, tra le altre cose, impedirebbe il trasferimento delle aziende nei paesi dove ci sono fiscalità e salari più convenienti ai padroni). La Bonino, in questa campagna elettorale, è violentemente attaccata dai giornali di destra per le sue battaglie civili – divorzio, aborto, carceri, garantismo giudiziario. Ma ci sono persone che si considerano di sinistra e bollano la Bonino come di destra. È un segno dei tempi che corrono. Se poi si considera di destra una politica economica compatibile con l’esigenza di non fare crescere ma gradualmente ridurre il debito pubblico la cosa è preoccupante. E lo è non solo per l’economia italiana, ma soprattutto per le nuove generazioni, che si trovano questo fardello frenante nello sviluppo e nelle prospettive di lavoro. Il fatto interessa anche l’Europa, basta leggere cosa è stato detto in questi giorni e cosa si farà, soprattutto per iniziativa della Francia e della Germania per affrontare i temi che riguardano alcuni paesi gravati da un debito pubblico pesante. Discutiamo, quindi, ma facciamolo serenamente e ognuno poi, ripeto, decida come ritiene giusto votare. Ma lanciare slogan e appiccicare etichette a chi ha idee diverse non serve a nessuno.
27 febbraio 2018
10 Comments
Sergio, sei una Eroe. Molto interessanti gli interventi che suggerisci: perché sono molto chiari. Veltroni, decisamente disperato, passa dal concetto di tapparsi il naso a quello di accendere una candela: dall’immagine novecentesca un po’ da osteria a quella tragica, dalle parti di Euripide. Condivido le valutazioni su Zingaretti, mentre Gori è una dichiarazione chiara di una intenzione neanche tanto sotterranea: Gori è il direttore di canale 5 negli anni ottanta e novanta, e sicuramente ha condiviso e impostato la strategia e la filosofia di Fininvest, il sistema di relazioni e valori che si definiscono sinteticamente “berlusconiani”. Ha fatto benissimo, ma è assai discutibile che la filosofia di Berlusconi possa definirsi di sinistra. Mentre è fuor di dubbio che un simile candidato avrebbe la vocazione e i numeri per impostare alleanze con forza Italia. Questa già mi pare una indicazione chiara, unitamente a quella della Bonino che non ha dubbi sulle alleanze possibili con Forza Italia, dato che ne ha già fatte. Quindi sta nelle cose una convergenza verso un blocco pd-fi che Renzi continua a escludere (se lo esponesse in modo palese rischierebbe di perdere ancor più voti di quelli che già perde salvo lumi di candele). L’opzione Bonino raccoglierà, come tu dici chiaramente in video, i voti di chi non vuol votare Renzi, come se più Europa fosse, al di là della Bonino e dei vaghi peana europeisti, un modo di contarsi dei piddisti non renziani. Sotto l’egida di una signora che non ha dubbi sulle alleanze centriste.
In sostanza si profila, dopo la nevicata, che viene puntuale come un sipario a dividere un prima e un dopo nazionale, la scommessa su un centro composto da pd e forza Italia, che finalmente rimetterebbe Renzi in condizione di sembrare un Salvatore della patria, contro destre sinistre e sinistre destre. “Furbo come la lince, perdendo vince: lesto come le merde, vince se perde.”la resa dei conti è evidente: Veltroni e Prodi che dicono “votiamo pd ma non certo per lui”, pronti a tirar le fila dopo il bagno elettorale. Che vedrà a mio modesto parere una notevole flessione del pd, ma una resistenza di Renzi, che ha tutti i suoi uomini in parlamento e nessun interesse ad andarsene: per lui e per i suoi, meglio rimanere che tornare a fare i benzinai in provincia, e questa è purtroppo la sostanza profondamente impolitica del plotone dei quarantenni tosco emiliani all’arrembaggio. L’ultima cosa che viene da dire è che queste elezioni probabilmente (e qui ha ragione Veltroni a vederla epico tragica) segnano la fine di una storia gloriosa e complessa, che comincia nel 1921 col pci, attraversa la guerra è il dopoguerra, diventa pds e da e poi pd, poi si frantuma, poi si riduce a partito personale di un giovane di campagna avventuroso. In genere, quando le grandi epopee finiscono, quelli che le concludono hanno il phisique du role adatto, a fronte dei precedenti leaders. Fai i tuoi conti, da Gramsci a Berlinguer a Renzi e Boschi: ci siamo. Ci sono tutti i segni, direbbe Euripide, confortato indirettamente da Veltroni, che vanno verso l’epilogo di una tragedia. E la neve non mi pare casuale: grande spettacolo nazionale, che unifica nel bianco e nell’azzurro la penisola, e soprattutto, nonostante il dispendio di mezzi, è gratuito. Ottima idea di scenografia per l’ultimo atto. Godiamocela per questa settimana fatale.
David Riondino
Mamma mia, quanta cattiveria, quanto astio, quanta sterile faziosità.
Fortunatamente la sinistra è un po’ meglio di quella schifezza che descrive Riondino, senza neanche tanta fantasia.
E, se davvero si concludesse una losca stagione di lotte interne e divisioni suicide, cominciata sì nel 1921, credo che ne avremmo tutti, dico tutti, da guadagnare.
In primis quel popolo al quale ci siamo sempre riferiti a parole, ma quasi mai con i fatti, ovvero riforme, riforme, riforme per migliorargli l’oggi.
Altro che sol dell’avvenire …
Comunque vada domenica, non so se Riondino capirà qual era la posta in gioco e di che cosa stavamo parlando.
Bravo Ernesto che le hai cantate a Riondino(chi) che si permette di insultare noi e il popolo del PD.
A lui dico che il benzinaio, mestiere nobile, lo faceva Bersani da giovane, ma adesso preferisce un seggio sicuro in parlamento con LEU che tornare a fare il benzinaio.
Hai ragione Ernesto, quanto astio da parte di persone che hanno solo la fortuna di scrivere articoli su certi giornali e dare giuduzi non richiesti.
Ciao a tutti gli amici .
Camillo Repetti
Caro Sergio, ti copio qui sotto il mio post di risposta a Emma Bonino.
Cara Emma, nel tuo post difensivo sugli aumenti di tasse inclusi nel programma di +Europa metti una pezza peggiore del buco. Indichi “un parziale ritorno alle imposte sulla prima casa per i redditi più alti”. Innanzitutto, mi permetto di sottolineare lo strafalcione tecnico: la casa è patrimonio e la base imponibile è il valore dell’immobile, non può, per definizione, essere il reddito. E poi, “parziale ritorno”? Il gettito annuo previsto è di 6,9 miliardi di euro: 4,5 miliardi da reintroduzione e aumento dell’Imu sulla prima casa (anche aumento, poiché erano 3,5 miliardi all’anno quando fu abolita); 1 miliardo dall’eliminazione delle detrazioni per i mutui sulla prima casa; 1,4 miliardi dall’innalzamento delle imposte di registro. Inoltre, nel post ripeti una proposta (inconsapevolmente?) al confronto della quale si dovrebbe rimpiangere il Governo Monti-Fornero: blocco totale dei pensionamenti (anche nuove reversibilità) e dell’indicizzazione di tutte le pensioni, anche quelle sociali e al minimo, cancellazione degli aumenti contrattuali nel pubblico impiego, ulteriore riduzione del Fondo Sanitario Nazionale, per citare le maggiori voci di spesa. Soltanto così puoi prospettare l’assurdità di lasciare invariata la spesa al livello del 2017. Va ricordato, infatti, che la sola spesa pensionistica a legislazione (Fornero) vigente è prevista nella Nota di Aggiornamento al Def crescere di circa 8 miliardi di euro all’anno per tutto il periodo di previsione (24 miliardi in più nel 2020). Infine, cara Emma nel tentativo di difenderti ometti di ricordare che il tuo programma indica anche l’innalzamento dell’aliquota Iva intermedia dal 10% al 22%. L’innalzamento è su tutto, non soltanto su alcuni prodotti, come in difficoltà hai raccontato ieri a Giannino e Telese su Radio24, e determina un maggior gettito di 22 miliardi di euro all’anno. Insomma, un programma mercantilista di devastante svalutazione interna, con effetti recessivi e di brutale iniquità, controproducente (come quello di Monti) ai fini della sostenibilità del debito pubblico, ma coerente con l’europeismo liberista che +Europa, insieme al Pd, porta avanti.
Stefano Fassina
Caro Stefano,
anche tu fai una grande dimenticanza: non stiamo votando per Emma Bonino a capo del governo e soprattutto non stiamo votando per avere un governo socialista. Stiamo votando Bonino perché l’ipotesi europeistica va salvaguardata e promossa, stiamo votando Bonino perché è un voto in appoggio alla coalizione del PD e quindi del centrosinistra e molti votano Bonino per mandare un messaggio di dissenso a Renzi senza sprecare il voto. Tutto qui. La Bonino pone un problema reale, il contenimento del debito pubblico, i modi per ottenere questo saranno decisi dal nuovo governo e dal nuovo parlamento dopo ampia discussione in cui saranno valutate, al pari delle altre, anche le proposte della Bonino. La cosa non mi preoccupa assolutamente. Mi preoccupa invece moltissimo chi, sulla base di queste argomentazioni in questo momento molto astratte e non votando la coalizione del PD, aiuta di fatto la crescita percentuale delle destre.
Un abbraccio
Sergio
Certo che solo dei contorti involuti masochisti iper-problematici come noi di sinistra possono arrivare a tali vette supreme di assurdità (absit iniuria verbis!).
Votare una lista il cui programma economico (mica una robetta, vero?) è ed è sempre stato lontano miglia e miglia dal nostro (i radicali sono sempre stati iperliberisti), solo per dare UN SEGNALE (ma che segnale?) all’inviso Segretario del NOSTRO Partito, del quale Partito fino a prova contraria condividiamo in tutto, o almeno in buona parte, azioni e programma (economico, diritti civili, politica sociale, culturale, industriale)!
Aggiungi che il suddetto inviso Segretario l’abbiamo votato in massa (70%) solo un anno fa …
Ma, dio bono, che voti Bonino chi è d’accordo con Bonino. Punto.
In una coalizione c’è posto anche per sensibilità diverse (un po’) dalle nostre.
Poi, per carità, va tutto bene, al punto in cui siamo. Tutti i voti sono utili.
Ma l’arte della masturbazione delle mosche è qualcosa a cui proprio non vogliamo rinunciare.
Spaccare il capello in 16, non essere mai contenti, farsi sopraffare dai dubbi, dalle remore, dai rimorsi, …
Bravo Sergio, a pubblicare il filmetto del Terzo Segreto: siamo noi, quelli lì, non altri, non quelli normali che decidono e votano, speriamo, sulla base delle macro differenze di campo.
Tre sono le scelte: la destra, i populisti e il centrosinistra.
Sono elezioni politiche, non un supplemento del Congresso. C’è in gioco il futuro del nostro Paese, non della nostra sezione.
Proviamo a semplificare, una volta tanto. Non facciamola tanto lunga.
Fassina e tanti altri potrebbero tranquillamente stare con noi nel PD; ci sono stati, fino a che la presenza di Renzi non gli ha stravolto le prospettive, cacciandoli in un vicolo cieco.
Fassina è certamente molto più vicino a noi (programmaticamente parlando) che a Emma.
Siamo sempre alle solite: abbiamo un treno che ci sta venendo addosso e noi, in mezzo ai binari, discutiamo se è meglio correre o camminare o saltellare, se servono scarpe morbide o robuste, se abbiamo la giacca giusta, se vado avanti io o tu, …
E il treno è quasi arrivato …
Non volevo intervenire ma una curiosità mi assale.
Chiedo a Rondino, chi ha giocato nel Milan negli anni novanta che con le vittorie ha aiutato Berlusconi in campagna elettorale, può essere candidato per il centro sinistra o anche lui è sospettato di futuri inciuci come Gori?
Dai Rondino torna a vivere la realtà, fai un bagno di umiltà, vai tra la gente e ascolta.
La gente non vuole sapere chi è Euripide, vuole sapere se c’è qualcuno che possa aiutarla ad uscire da questa crisi. Renzi ha tentato di farlo senza scomodare intellettuali e filosofi e per molti ci è riuscito.
Se vuoi fare un bagno di realtà vieni a trovarmi ne sarei felice perché sono sempre stato un tuo estimatore.
Spero che lunedì possa mettere la tua foto tra i gufi.
Viva la sinistra, viva il PD
Marco bs
Su Riondino non mi esprimo, l’ho già fatto, in netto dissenso con lui, in altra circostanza. Stavolta ci hanno pensato, e bene, Ernesto e Camillo. Invece voglio dire a Fassina che lui sui criteri di tassazione deve avere le idee confuse. Infatti, se ho letto bene quanto da lui scritto, riferito alla Bonino, la stessa parla di “parziale ritorno alle imposte sulla prima casa per i redditi più alti”, non certo indicando che “la base imponibile” sia il reddito, ma indicando nel livello dello stesso lo spartiacque per delimitare la fascia esente (o “no tax area”)! E’ del tutto evidente che la base imponibile di un’imposta sugli immobili debba essere il valore degli stessi, ci mancherebbe! Quindi non capisco il senso di quanto afferma Fassina nè dove starebbe “lo strafalcione tecnico”.
Lo scritto di Riondino lo trovo aberrante e inutilmente cattivo.
Mi conferma che la faziosità, l’ipocrisia di gucciniana memoria alberga anche nelle menti di presunti intellettuali e non servono l’uso di paroloni o riferimenti dotti a mimetizzare questa ottusità.
Cosa c’entra il Gori politico di oggi con la sua professione a mediaset del passato proprio non la capisco, io non so se Riondino ha mai lavorato a mediaset e pagato con i soldi sporchi di Berlusconi, ma non mi permetto nemmeno di criticare percorsi opposti a quello di Gori come quelli di Grillo e Pietrangeli da Villa Giulia e Contessa a regista in mediaset.
Credo che ognuno sappia distinguere la vita professionale dalle idee politiche.
Bonino con le destre? Bè la storia dei radicali la conosciamo tutti, ma per andare a vedere chi ha fatto accordi e governi con Berlusconi mica si va tanto lontano non credi caro Riondino? Il patto della crostata non l’ha fatto solo Renzi, al governo con Berlusconi mica solo la Bonino.
Sui benzinai non so a chi si riferiva Riondino, tra toscani vedo che si amano tanto, ma non credo sia un argomento politico e quindi il pettegolezzo o l’ironia la lascio a chi la sa fare meglio di me.
Paragonare Gramsci e Berlinguer a Renzi e Boschi? E
se io paragonassi Gramsci e Berlinguer non so a Speranza e Civati? qui c’è uno scadimento intellettuale imperdonabile che forse un comune mortale come me si può permettere, ma Riondino no.
Egregio sig. Riondino, intanto sono d’accordo con Lei: Staino è un eroe e Lei, con questo contributo pregno di livore e dileggio, non ha assolutamente compreso il valore di questo suo angolo di riflessione in cui dà spazio a diverse opinioni che si contrappongono con serietà ma soprattutto con rispetto ed educazione. Potremmo terminare qui la nostra conversazione ma lei non dà scampo. E’ sarcastico ed in alcuni passaggi anche offensivo. Per esempio, ipotizza per noi un voto a naso chiuso, anzi tappato, il giorno della consultazione. Parli per lei. Io posso essere critico, più esigente con il mio partito, ma mai l’ho votato con il naso tappato, un sistema di votazione, come lei saprà, inaugurato da Montanelli e, ritengo più che plausibile, dal suo delfino Travaglio negli anni 90 quando si doveva scegliere tra Berlusconi e Forlani. Poi, da un intellettuale come lei, non mi affiderei ad un generico “… quindi sta nelle cose una convergenza verso un blocco PD-FI..”, senza alcuna prova a dimostrazione dell’assunto. Simpatica, poi, la chiosa: una “… convergenza che Renzi continua ad escludere..” per non perdere consensi. Così, converrà, vince facile. Pensi se io affermassi che Lei vota MV5 perché è lì che si sta consolidando il potere. Una sciocchezza conoscendo la sua obiettività e la sua integrità personale. Ma sa… qualcuno afferma che…!? Su Bonino stendo un velo pietoso e cosa pagherei perché fosse Pannella a risponderle. Mi inquieta, poi, quel suo bieco ludibrio quando ci chiama piddisti. Quanto le è costato omettere quella “u” per rendere più chiaro il suo giudizio sulle nostre persone. Non siamo quella cosa, Lei lo sa perché ci ha frequentato quando scriveva sul nostro giornale ( si ricorda Cuore-Tango?) che noi, con sacrificio, diffondevamo perché ci credevamo. Io non rinnego quel periodo, con uno Staino a mille. Lei evidentemente si. Però questo non le consente di offendere il mio segretario, il sig.Renzi (pensi non è neanche on.le quindi vive di suo) con: “merda”, “benzinaio di provincia”, “lince”. Un dirigente di partito votato da 1.600.000 cittadini, non da 490 come un altro dirigente di partito, quello penta stellare. Da ultimo, La informo che se anche il suo schieramento vincerà le prossime elezioni non sarà “…l’epilogo di una tragedia…”. E’ dal 1962, da iscritto alla Fgci, fino ad oggi, da iscritto del PD dopo PCI-PDS-DS, che non ho mai condizionato il mio impegno politico alle vicende elettorali.
Bravo Massimo, così si risponde ai livorosi, che non capisco perché sono diventati così, senz’altro Riondino deve aver frequentato Berlusconi.
Ciao a tutti.
Camillo Repetti