Ciao Sergio!
Innanzitutto ti mando un forte abbraccio già solo per il coraggio dimostrato con questa vignetta. Sono felice che il Jesus di Hello, Jesus! sia tornato per un attimo, e proprio ora.
Io sono cattolico (eretico, sì, ma senza superbie “nonpraticantiste” o simili – o si è cattolici o non lo si è : allora ad esempio si è luterani, evangelici, o altro nel variegato mondo cristiano, “colorato” come ogni realtà umana) . E da cattolico so una cosa con certezza : questa cosa è che Gesù di Nazaret oggi era presente nell’amore mite della manifestazione transfemminista, e in tutte le altre di opposizione al covo di fascisti di Verona ; certo non era presente nei palchi dell’odio e della paura.
E non intendo un Gesù “mio”, fatto a mia immagine, intentdo il Gesù della Chiesa, e lo dico anche da studente di Scienze religiose – teologia cattolica – quale sono.
E sono sicuro che tanti miei professori (spesso sacerdoti) di questo mio secondo corso di studi ( dopo l’ormai datata laurea in filosofia) siano sulla stessa mia lunghezza d’onda. Non tutti, temo, devo essere sincero.
Comunque per me la vista di tanti cattolici al convegno è un dolore rabbioso, una spina che fa spruzzare sangue e bile.
Non ricordano, non l’hanno forse mai capito, che il cristianesimo è una religione “drammatica”, nella misura in cui contiene e custodisce il “dramma” di ogni carne. È la religione della sàrx, della carne, della carne materiale,fragile, sporca, della carne biologica, di quella intima, di ogni parte di ogni carne.
Il cristianesimo – Cristo stesso – oggi è la carne delle persone omosessuali con il suo bagaglio di impulsi naturali e “secondo natura” come secondo natura è un fico di Calabria verde alla pari di un fico nero (diversi ma dolcissimi entrambi,quante volte li ho colti nella terra di mio padre, la Calabria appunto) .
Cristo è nella carne di chi rifiuta la vita consumato dai dolori, è stato nella carne di Lucio Magri.
Cristo è nella carne e nel sudore disperato delle ragazze e delle donne che chiedono – con il peso di Atlante sulle loro spalle – di essere aiutate ad abortire il loro feto, il loro bambino,prima che venga fuori accolto nell’inferno del loro universo disperato, tra braccia che sanno di non avere, ora, la forza di essere ospitali.
Gesù é nella carne dei medici non obiettori : basta leggere anche poche pagine dei diari degli ospedali in cui si pratica la 194, le testimonianze delle donne che arrivano spaurite, distrutte, e che rinascono grazie ad un abbraccio del personale medico, per capire come sì, Cristo sia nell’abbraccio dei medici non obiettori.
Cristo è vivo e presente dovunque pulsi la sàrx dell’essere umano. Dovunque si empatizzi un dolore. Dovunque non si giudichi : soprattutto dove non si giudichi il dolore.
Non è necessario – o forse sì? – ricordare a questi oratori del convegno che l’aborto esiste da quando esiste l’uomo sulla terra, e nessuna legge lo potrà mai bandire : quello che le donne si procuravano con fili di ferro, da sole, quello clandestino, quello sì criminale, quello che ha provocato e provoca e provocherebbe milioni di decessi terribili di donne, morti atroci e lente nel proprio sangue.
Questi signori dovrebbero ricordare la storia (ma non so se a loro interessi, se li appassioni..) , la storia degli slogan abortisti, gli slogan reali degli anni 60-70 : “aborto legale per non morire! … Contraccezione per non abortire!”.
“Per non abortire”… : perchè nessuna donna al mondo “vuole” abortire.
Ma questi signori non hanno voglia di mettersi nei panni dell’altrui carne.
Questi signori non sono cristiani.
Non sono cristiani. Molto semplice.
Essi “legano pesanti fardelli sulle spalle degli uomini, ma loro non vogliono alzarli neanche con un dito” (Gesù ai farisei, in Matteo cap. 21) .
Ho un grande dolore dentro, da discepolo inquieto del Nazareno.
Non so se sperare, Sergio, che gli stessi che ti vollero fuori da Avvenire vedano o meno la vignetta di oggi. Forse spero di no, perchè non capirebbero e ti coprirebbero di insulti volgari come volgare e grezzo è il loro cristianesimo.
Grazie per questo ritorno di Jesus!
Con riconoscenza e amarezza…
Massimiliano
Caro Massimiliano,
è difficile parlare con gente che crede di avere “la verità in tasca” e prega Dio solo per salvare la propria anima; ma noi non possiamo comportarci come loro, ed io non sono cattolico praticante ed ho molti dubbi sull’esistenza di Dio. Non possiamo etichettare come fascisti i partecipanti al recente convegno di Verona ed ignorare i loro ragionamenti e le loro esigenze. Loro accusano Le donne che praticano l’abborto di essere delle assassine, perché sopprimono una vita. Noi dobbiamo fare in modo che i nostri giovani/e utilizzino la legge 194 solo in casi estremi previsti dalla stessa: l’aborto è comunque un dramma che segna in negativo la vita di una giovane donna per sempre. Dobbiamo fare in modo che voi giovani affrontiate la vostra vita sessuale nel modo più giusto e corretto possibile proteggendo i rapporti sessuali sia per le malattie che per la procreazione. Chi non sarà d’accordo è libero di non farlo.
I partecipandi al ritrovo di ieri a Verona predicano L’odio nei confronti di coloro che non usano il loro algoritmo di vita, noi rispondiamo di non avere una verità in tasca ma siamo disposti al colloquio, all’ascolto, al compromesso per cercare di vivere su questa terra eliminando il più possibile l’odio ed il disprezzo per il prossimo. Concludo dicendo, come sosteneva un grande filosofo francese, che noi non siamo d’accordo Su quello che hanno detto e che predicano i partecipanti alla riunione di Verona appena conclusasi, ma ci batteremo fino alla morte affinché questi signori possano continuare a sostenere liberamente le loro tesi Che speriamo e ci auguriamo non diventino mai maggioranze in nessun paese del mondo. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano
Hai ragione Antonio, sono stato duro e poco tollerante, perchè amareggiato.
Non si può certamente chiamare fascista chi si batte contro l’aborto. È vero, io da cattolico sono stato più intollerante e “violento” di un non cattolico come te, carissimo. Ma forse è proprio perchè sento rabbia nel sentire certe cose tra i miei “fratelli di fede”. Si potrebbe dire : sono troppo coinvolto…
Chiedo scusa al blog per il tono troppo duro nei confronti dei cristiani antiabortisti, che in nome dello stesso mio Cristo ritengono di dover difendere la vita a partire dal concepimento. È chiaro che anche io ritengo l’aborto un dramma che non si cancella e resta sulla pelle delle donne che scelgono di praticarlo.
Ma mì sono espresso in modo troppo duro.
Mi serve tanto, Antonio, il tuo richiamo democratico, e te ne ringrazio.
Un abbraccio
Massimiliano
Il futuro è vostro, di voi giovani, caro Massimiliano: noi vecchi abbiamo già scritto una piccola parte della storia umana giusto o sbagliato che sia a voi l’ardua sentenza. Io penso che un essere umano è grande ed utile all’umanità quando riconosce i suoi limiti ed i suoi errori e se penso ai giovani/e come te il futuro di quest’ultima mi sembra più roseo e certo. Un Grande abbraccio.
Antonio
Il futuro è vostro, di voi giovani, caro Massimiliano: noi vecchi abbiamo già scritto una piccola parte della storia umana, giusto o sbagliato che sia a voi l’ardua sentenza. Io penso che un essere umano è grande ed utile all’umanità quando riconosce i suoi limiti e dei suoi errori e se penso ai giovani/e come te il futuro di quest’ultima mi sembra più roseo e certo. Un grande abbraccio Antonio
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Ciao Sergio!
Innanzitutto ti mando un forte abbraccio già solo per il coraggio dimostrato con questa vignetta. Sono felice che il Jesus di Hello, Jesus! sia tornato per un attimo, e proprio ora.
Io sono cattolico (eretico, sì, ma senza superbie “nonpraticantiste” o simili – o si è cattolici o non lo si è : allora ad esempio si è luterani, evangelici, o altro nel variegato mondo cristiano, “colorato” come ogni realtà umana) . E da cattolico so una cosa con certezza : questa cosa è che Gesù di Nazaret oggi era presente nell’amore mite della manifestazione transfemminista, e in tutte le altre di opposizione al covo di fascisti di Verona ; certo non era presente nei palchi dell’odio e della paura.
E non intendo un Gesù “mio”, fatto a mia immagine, intentdo il Gesù della Chiesa, e lo dico anche da studente di Scienze religiose – teologia cattolica – quale sono.
E sono sicuro che tanti miei professori (spesso sacerdoti) di questo mio secondo corso di studi ( dopo l’ormai datata laurea in filosofia) siano sulla stessa mia lunghezza d’onda. Non tutti, temo, devo essere sincero.
Comunque per me la vista di tanti cattolici al convegno è un dolore rabbioso, una spina che fa spruzzare sangue e bile.
Non ricordano, non l’hanno forse mai capito, che il cristianesimo è una religione “drammatica”, nella misura in cui contiene e custodisce il “dramma” di ogni carne. È la religione della sàrx, della carne, della carne materiale,fragile, sporca, della carne biologica, di quella intima, di ogni parte di ogni carne.
Il cristianesimo – Cristo stesso – oggi è la carne delle persone omosessuali con il suo bagaglio di impulsi naturali e “secondo natura” come secondo natura è un fico di Calabria verde alla pari di un fico nero (diversi ma dolcissimi entrambi,quante volte li ho colti nella terra di mio padre, la Calabria appunto) .
Cristo è nella carne di chi rifiuta la vita consumato dai dolori, è stato nella carne di Lucio Magri.
Cristo è nella carne e nel sudore disperato delle ragazze e delle donne che chiedono – con il peso di Atlante sulle loro spalle – di essere aiutate ad abortire il loro feto, il loro bambino,prima che venga fuori accolto nell’inferno del loro universo disperato, tra braccia che sanno di non avere, ora, la forza di essere ospitali.
Gesù é nella carne dei medici non obiettori : basta leggere anche poche pagine dei diari degli ospedali in cui si pratica la 194, le testimonianze delle donne che arrivano spaurite, distrutte, e che rinascono grazie ad un abbraccio del personale medico, per capire come sì, Cristo sia nell’abbraccio dei medici non obiettori.
Cristo è vivo e presente dovunque pulsi la sàrx dell’essere umano. Dovunque si empatizzi un dolore. Dovunque non si giudichi : soprattutto dove non si giudichi il dolore.
Non è necessario – o forse sì? – ricordare a questi oratori del convegno che l’aborto esiste da quando esiste l’uomo sulla terra, e nessuna legge lo potrà mai bandire : quello che le donne si procuravano con fili di ferro, da sole, quello clandestino, quello sì criminale, quello che ha provocato e provoca e provocherebbe milioni di decessi terribili di donne, morti atroci e lente nel proprio sangue.
Questi signori dovrebbero ricordare la storia (ma non so se a loro interessi, se li appassioni..) , la storia degli slogan abortisti, gli slogan reali degli anni 60-70 : “aborto legale per non morire! … Contraccezione per non abortire!”.
“Per non abortire”… : perchè nessuna donna al mondo “vuole” abortire.
Ma questi signori non hanno voglia di mettersi nei panni dell’altrui carne.
Questi signori non sono cristiani.
Non sono cristiani. Molto semplice.
Essi “legano pesanti fardelli sulle spalle degli uomini, ma loro non vogliono alzarli neanche con un dito” (Gesù ai farisei, in Matteo cap. 21) .
Ho un grande dolore dentro, da discepolo inquieto del Nazareno.
Non so se sperare, Sergio, che gli stessi che ti vollero fuori da Avvenire vedano o meno la vignetta di oggi. Forse spero di no, perchè non capirebbero e ti coprirebbero di insulti volgari come volgare e grezzo è il loro cristianesimo.
Grazie per questo ritorno di Jesus!
Con riconoscenza e amarezza…
Massimiliano
Maronna d’o Carmine! Mi hai commosso. Un abbraccio e grazie
Caro Massimiliano,
è difficile parlare con gente che crede di avere “la verità in tasca” e prega Dio solo per salvare la propria anima; ma noi non possiamo comportarci come loro, ed io non sono cattolico praticante ed ho molti dubbi sull’esistenza di Dio. Non possiamo etichettare come fascisti i partecipanti al recente convegno di Verona ed ignorare i loro ragionamenti e le loro esigenze. Loro accusano Le donne che praticano l’abborto di essere delle assassine, perché sopprimono una vita. Noi dobbiamo fare in modo che i nostri giovani/e utilizzino la legge 194 solo in casi estremi previsti dalla stessa: l’aborto è comunque un dramma che segna in negativo la vita di una giovane donna per sempre. Dobbiamo fare in modo che voi giovani affrontiate la vostra vita sessuale nel modo più giusto e corretto possibile proteggendo i rapporti sessuali sia per le malattie che per la procreazione. Chi non sarà d’accordo è libero di non farlo.
I partecipandi al ritrovo di ieri a Verona predicano L’odio nei confronti di coloro che non usano il loro algoritmo di vita, noi rispondiamo di non avere una verità in tasca ma siamo disposti al colloquio, all’ascolto, al compromesso per cercare di vivere su questa terra eliminando il più possibile l’odio ed il disprezzo per il prossimo. Concludo dicendo, come sosteneva un grande filosofo francese, che noi non siamo d’accordo Su quello che hanno detto e che predicano i partecipanti alla riunione di Verona appena conclusasi, ma ci batteremo fino alla morte affinché questi signori possano continuare a sostenere liberamente le loro tesi Che speriamo e ci auguriamo non diventino mai maggioranze in nessun paese del mondo. Un abbraccio a tutti Antonio De Matteo Milano
Hai ragione Antonio, sono stato duro e poco tollerante, perchè amareggiato.
Non si può certamente chiamare fascista chi si batte contro l’aborto. È vero, io da cattolico sono stato più intollerante e “violento” di un non cattolico come te, carissimo. Ma forse è proprio perchè sento rabbia nel sentire certe cose tra i miei “fratelli di fede”. Si potrebbe dire : sono troppo coinvolto…
Chiedo scusa al blog per il tono troppo duro nei confronti dei cristiani antiabortisti, che in nome dello stesso mio Cristo ritengono di dover difendere la vita a partire dal concepimento. È chiaro che anche io ritengo l’aborto un dramma che non si cancella e resta sulla pelle delle donne che scelgono di praticarlo.
Ma mì sono espresso in modo troppo duro.
Mi serve tanto, Antonio, il tuo richiamo democratico, e te ne ringrazio.
Un abbraccio
Massimiliano
Il futuro è vostro, di voi giovani, caro Massimiliano: noi vecchi abbiamo già scritto una piccola parte della storia umana giusto o sbagliato che sia a voi l’ardua sentenza. Io penso che un essere umano è grande ed utile all’umanità quando riconosce i suoi limiti ed i suoi errori e se penso ai giovani/e come te il futuro di quest’ultima mi sembra più roseo e certo. Un Grande abbraccio.
Antonio
Il futuro è vostro, di voi giovani, caro Massimiliano: noi vecchi abbiamo già scritto una piccola parte della storia umana, giusto o sbagliato che sia a voi l’ardua sentenza. Io penso che un essere umano è grande ed utile all’umanità quando riconosce i suoi limiti e dei suoi errori e se penso ai giovani/e come te il futuro di quest’ultima mi sembra più roseo e certo. Un grande abbraccio Antonio
Un abbraccio grande a te…
Grazie Sergio… Però ha ragione anche Antonio, in ciò che mi ha risposto.
Un abbraccio!