Con grande piacere metto alla vostra riflessione questo formidabile scritto del preside irpino Gerardo Vespucci, anche lui compagno da lunghissima data. La condividiate o no è un grande esempio di analisi politica sulla nostra sinistra.
Sergio
Caro Sergio, marciare divisi per colpire uniti.
stimolato dalle discussioni che hai avviato su Matteo Renzi, Michele Serra, i gonzi e via enumerando, mi sono deciso a scrivere sull’argomento di attualità politica, rischiando anche qualche posizione impopolare: ma io non ho mai frequentato porti o percorsi tranquilli, altrimenti bastava che io scegliessi la DC quando essere del PCI nei nostri paesini, democristiani fino al profondo dell’animo, era una scelta quasi da folli e irresponsabili, come mi diceva mio padre, macellaio con clienti cattolicissimi, anche se non necessariamente una Scelta di vita, alla Giorgio Amendola.
Per essere chiaro, sebbene non appartenga al mio costume politico risolvere analisi umane e politologiche con un giudizio tanto sintetico quanto superficiale: credo che Zingaretti non sia all’altezza del compito che deve affrontare!
Se avesse avuto maggiore esperienza e consapevolezza, ad esempio, non consentirebbe illazioni sul “suo” PD in merito alla candidatura De Luca, da Governatore, alla Regione Campania: non si può consentire un voto della Direzione Regionale ( per altro all’unanimità!) a favore della sua candidatura, e far credere che tale decisione può essere rovesciata a livello nazionale!
Credo che il nostro PCI lo avrebbe declassato a segretario di sezione!!!
Conoscendo un poco i protagonisti della scena napoletana, credo abbia già fatto molti danni, prima di andare a votare!!
Ora, proviamo a pensare una posizione analoga di Matteo Renzi per Bonaccini in Emilia: cosa sarebbe avvenuto? Non oso neppure pensarci!!!
Invece Renzi ha sostenuto Bonaccini, senza addirittura indicare suoi candidati: aveva capito che la posta in gioco della battaglia elettorale era la tenuta della Regione più rappresentativa della democrazia italiana, la culla della sinistra italiana ( a proposito di destra/centro/sinistra!).
E non oso pensare cosa sarebbe accaduto, sempre in Emilia, se al governo, o in posizioni non di opposizione, avessimo avuto Salvini: e a chi dare il merito, almeno “additivo” per usare un termine caro ad Umberto Eco, se non a Matteo Renzi?
Ora Renzi ha assunto un atteggiamento non comprensibile, apparentemente, ma prevedibile, per chi fa politica: non fosse altro per gli anni che egli ha ancora davanti, la sua non è la risposta uguale e contraria a quella messa in atto da un D’Alema, ad esempio!
Il vero dramma italiano, purtroppo, ha nomi che rinviano ad una sinistra post PCI che anziché elaborare un programma capace di unire tradizione e rinnovamento sull’89 – ambiente, femminismo, diritti civili, immigrazione, lavoro, giovani tassazione, scuola, ricerca sanità – si è lasciata irretire in una inutile polemica contro la Storia per dimostrare che non ci si era sbagliati ( il famoso asterisco da evitare sul simbolo del PCI), pur di non sudare nel costruire un pensiero nuovo e dirompente, capace di parlare ai giovani, senza perdere gli anziani, sedotti dal fascino del socialismo perduto!
In concreto, D’Alema non condivideva il Referendum di Renzi, come inopinatamente si chiamò, ma se fosse stato un sincero dirigente, stile vecchio PCI, avrebbe al massimo potuto organizzare comitati per il sì, magari con altre e distinte ragioni: poteva forzare alcuni aspetti e limitare alcuni rischi, indicando che di fronte a difficoltà impreviste, la democrazia sarebbe stata comunque in grado di correggersi, come scrivesti anche tu, caro Sergio.
Invece no, D’Alema aveva legato al dito semplicemente la lesa maestà alla sua persona e non rinunciò neppure a spingere sulle Cooperative e sulla CGIL, oltre che sui suoi sodali per osteggiare il Referendum, il cui esito, lo si è visto, masochisticamente ha decretato la fine di un nuovo periodo riformista, mandando a casa Renzi, e mettendo il Paese in mano a dei pazzi furiosi: nessuno ha notato, o così mi pare, che il rischio corso dalla democrazia italiana col Governo Conte1 non è stato mai sottolineato almeno con la metà della penna avvelenata che D’Alema ha usato contro Renzi.
Se Renzi volesse restituire quanto ricevuto dai compagni di viaggio di un tempo, come tanti malignamente dicono, allora davvero avremmo da temere, noi e l’Italia.
A me pare, invece, che lui voglia dire che è alla Politica che si richiama, anzi, che in tal modo sta aiutando il pensiero riformista che, in realtà, in questo Governo bisogna cercare con la lanterna: nessuna scelta controcorrente, nessuna mossa del cavallo!
Sicuramente ci sono approcci e ragionamenti diversi, ma troppo “normali”, troppo timidi, mentre il riformismo si ciba anche di parole d’ordine, di prospettive, di speranza capaci di mobilitare le coscienze: qualcuno ha capito cosa succederà a Sud non tra due anni, ma tra tre mesi, perché è di questo che dobbiamo sapere, per dare ai giovani la prospettiva di restare?
Perché non contrapporre con intelligenza al reddito di cittadinanza un bel sì al prestito d’onore ai giovani pagando gli interessi bancari per l’acquisto della prima casa, come prodromo alla creazione di una nuova famiglia e mettere fine alle culle vuote?
Perché non si dice chiaro e tondo che si aumenta di 1000 euro il mese il salario di un ricercatore italiano, sperando così davvero di mettere argine alla fuga dei cervelli?
Caro Sergio, mi ripeto: nei paesi del terremoto del ’80, quaranta anni dopo e dopo decine di migliaia di miliardi, registriamo la peggiore condizione demografica da qualche secolo! Non ci restano più i giovani neppure a pagarli, e le nuove nascite languono!
Ci vuole la scienza per guardare i dati ISTAT sulle nascite nei nostri Comuni ( ed immagino in altri dell’Appennino Meridionale!!!), ed invece il tema sembra l’isola non trovata di Gozzano di cui canta Guccini, appare, scompare!
Si dirà, lo dice Serra, che chi ha votato Renzi, anche con entusiasmo, ora è deluso.
Io non ho mai affidato a lui la mia anima: laicamente ho preso atto del suo lavoro, ho sostenuto il Referendum sapendo che nel bicameralismo perfetto si è creata una delle condizioni del dramma italiano che ha condotto all’eccesso di legislazione incomprensibile, trasformando la Repubblica fondata sul lavoro nella Repubblica fondata sugli avvocati!
Ora andremo a votare su una riduzione di parlamentari che si tradurrà nell’aumento delle difficoltà parlamentari, senza grandi utilità, col chiaro sapore populista di avere trasformato ancor di più la Politica in arte ig-nobile!
Renzi, a mio avviso, e non ci voleva lo zingaro di De Gregori, ha preso atto semplicemente che nel PD non ci sono troppi spazi di agibilità e se ne è andato: ha fatto bene o ha fatto male? Dipende!
Da cosa? Da ciò che i leader sapranno fare!
Se io fossi Zingaretti prenderei atto che Italia Viva non è il PD con altro nome, ma un altro Partito con la dignità di altri, compresi i 5 stelle!
Ed allora?
Allora io convocherei Renzi, assumerei i suoi temi, li analizzerei e farei un accordo strategico.
Sul piano tattico si dovrebbe recuperare la sapienza democristiana che pure seppe reggere alcuni decenni dopo la guerra: marciare divisi per colpire uniti.
Perché delle due l’una: o le proposte sono condivisibili o non lo sono!
Se lo sono, ma non sono propizi i tempi, allora il problema è anche dei 5 stelle, che devono cominciare a dire dei si, non solo i loro no di comodo perniciosi per l’Italia, e altrimenti si assumono essi la responsabilità di interrompere la legislatura: cosa che non faranno mai!!!
Forse semplifico, ma ho paura che altri stiano portando Zingaretti a sbattere ( gli dei non vogliano accecare qualcuno in Toscana!!) semplicemente perché si è convinto che ora o mai più vendicare D’Alema è possibile, e Bettini è uomo d’onore!
Scusami, caro Sergio, ma mi rimproveri di non farmi sentire
Gerardo
7 Comments
Lucido, razionale, propositivo.
Se davvero volessimo cambiare il mondo (ma a volte ne dubito) questa sarebbe la strada maestra. Il centrosinistra ha tante anime e solo mettendole tutte insieme si può arrivare all’obbiettivo. Non ci siamo mai riusciti fino in fondo. E nessuno ha fatto davvero autocritica. Mi ripeto: Prodi, Veltroni e Renzi sono tutti vittime dello stesso morbo. Vorrei sentire qualche parola di resipiscenza, ma non c’è n’è traccia. E allora: continuiamo cosi, facciamoci del male!
correzione:
“non ce n’è traccia”
Io da un capo d’istituto, dal preside irpino Vespucci, mi sarei aspettato più obiettività o perlomeno avrebbe dovuto supportare le sue esternazioni con fatti concreti certificati da prove vere e non da supposizioni. Non si può dire:”Zingaretti non è all’altezza del suo compito di segretario nazionale del PD” senza citare episodi concreti di cattiva gestione. Anzi, mi pare di capire, a proposito del governatore Campano De Luca, rileva, senza prove e se non ho capito male, il mancato intervento di Zingaretti atto ad impedire che la direzione regionale del PD votasse all’unanimità per la ricandidatura di De Luca a governatore. Non solo attribuisce a Zingaretti l’intenzione di fare intervenire la direzione nazionale PD per cambiare la suddetta decisione A me non risulta dagli atti una simile affermazione, anzi Zingaretti ha sempre sostenuto e difeso l’ autonomia del PD regionale e locale in generale a partire dalla sua elezione a governatore del Lazio per la seconda volta e poi per l’Emilia-romagna ). Io non ho votato Zingaretti, ma penso che bisogna smetterla di bruciare i segretari senza rispettare il giudizio del popolo del PD. Fino ad adesso Zingaretti ha vinto in Emilia con il PD primo partito ed a portato il partito in Italia al 20% e secondo partito nazionale, nonostante le scissioni Bersani,Renzi,Calenda.
Sta gestendo, secondo me, nel migiore dei modi un governo voluto da Renzi e da lui accettato, giustamente, secondo me, evitando il disastro del governo di Salvini. Mentre Renzi che, con la sua IV pensava di svuotare il PD navica con un consenso al 4-5% e spara tutti i giorni sul governo dicendo che o si fa come dice lui o lui vota con la destra di Salvini e l’ha fatto parecchie volte.
Mi pare che i fatti sia quelli sopra scritto, certo sarebbe più giusto che Zingaretti o qualcuno della direzione del PD li confermarsi, ma questo è un altro discorso che ho gia fatto inutilmente su questo blog.
Grazie a tutti per l’attenzione e buona serata a tutti Antonio De Matteo Pescara.
Cari Antonio, grazie per l’interlocuzione, del resto si vede che ami il confronto, come amavamo fare in passato, tra compagni, passando ore a spaccare il capello in 4 ( tu 70 anni, io 65!)
Con piacere ho letto che da ragazzo pascolavi gli armenti con un libro, forse per l’età io, figlio di macellaio democristiano, lo facevo anche con la radiolina: grande strumento di acculturazione, la radio!
Tu hai preso atto con rammarico della fine dell’illusione comunista con l’io, io, forse più giovane, non ho vissuto il dramma sulla pelle, perché ero comunista più per Bob Dylan, la musica e Gramsci, e meno per Cruscev e Marx. Ed ero comunista, soprattutto, perché c’era un Tizio che si chiamava Enrico Berlinguer, uno di quei santi missionari che hanno attraversato la storia come Jesus di Sergio, appunto!
Poi c’era quel fantastico gruppo dirigente che aveva i nomi di giganti: Amendola, Ingrao , Bufalini, Reichlin, Napolitano, Lama Trentin e lo stesso Togliatti o Di Vittorio.
Nei miei studi, scientifici per altro, vedevo le nostre ragioni e le motivazioni del nostro impegno: sono stato segretario del PCI, PDS, per 15 anni, mentre mi costruivo insegnante e poi preside, senza mio padre morto che avevo 18 anni!
Credo di avere qualche titolo per dire quello che penso, anche perché e così chiudo:
1) il mio problema non si riconduce ad uomini ma alle loro idee ed azioni;
2) non sono interessato al destino di Renzi, ma al destino dei tanti che lo seguono e che non possiamo lasciare al disimpegno;
3) mi interessa cambiare lo stato di cose esistenti per migliorarle nel senso di tutto ciò che ha più valore sociale e meno privato.
4) sto contemplando, impotente, la miseria dei nostri paesini meridionali, senza che un governo che si definisce di centro sinistra faccia qualcosa, e non continui a dire qualcosa…
Ho avuto la fortuna di non invecchiare grazie a 40 anni vissuti guardando negli occhi i miei ragazzi delle superiori piene di luce e di speranza; ora li vedo tristi, o almeno senza grandi illusioni, un tempo dicevamo ideale.
Fraterni saluti, come usavamo un tempo, tra compagni!
Caro compagno( spero) Antonio, quel tuo “da un capo d’istituto” lo ritengo fuori luogo: non adduco prove? Certo, avrei potuto dire Abruzzo, Basilicata, Umbria, ma avrebbe rappresentato davvero una caduta di stile che non appartiene al mio modo di intendere la Politica.
Tu dici che l’Emilia rappresenta la vittoria di Zingaretti? Io non credo: penso, invece, che sull’Emilia abbia scommesso quel poco di Italia progressista e che Bonaccini aveva argomenti e non slogan e che il voto al PD è stato il risveglio della vecchia sinistra tornata, dal disimpegno di cinque anni fa, al voto, nella consapevolezza che la vittoria della Lega avrebbe rappresentato la fine dell’identità storica della Regione e non una sconfitta tra le altre: il risultato della Borgonzoni, il nulla fatto candidatura, sta lì a ricordare il pericolo corso. Se Zingaretti vuole mettere la medaglia lo faccia, ma anche Renzi e tutti gli altri potrebbero farlo, è un dato, non un pre-giudizio!
Per quanto riguarda la Campania, siamo a tre mesi dal voto e noi non sappiamo ancora chi è il candidato a governatore: tu dici che Zingaretti etc, ma basta leggere un qualsiasi giornale locale per capire che i 5 stelle e De Magistris stanno facendo pressioni per scegliere un altro al posto di De Luca: si andrebbe ad una sconfitta certa, ed il silenzio di Zingaretti non aiuta, credimi!
Infine, ma per me più importante : io ho cercato di indicare la luna, tu vuoi accusare Renzi, se ti va bene, fallo.
Ma non basta a dare credibilità alla politica, una speranza ai giovani, soprattutto, che ogni giorno vedo andare via dai nostri paesi del Sud, dopo avere preso il diploma nelle mie scuole e la laurea in qualche università…del Nord!
Credimi, quando ero nel PCI, anche quando vincevamo ci chiedevamo dove avevamo sbagliato, perché avremmo potuto fare meglio: ora non si usa più, peccato!
Caro prof. Vespucci,
prima di rispondere ai tuoi interrogativi voglio precisare quanto segue.
a) La parola compagno faccio fatica ad usarla, nonostante abbia votato per una vita il PCI ed i suoi derivati e quando piangevo se parlavano male del comunsmo. Da ragazzino pascolavo le pecore nel sud Italia con il libro sotto il braccio e gli incitamenti del mio grande Papà a leggerlo per cambiare cultura e stato sociale e speravo nel comunismo.
Poi nella vita, grazie ai sacrifici del mio Papà ed ai miei ho scalato le classi sociali
( pastore, operaio, impiegato. sindacalista, direttore di stabilimento in una industria metalmeccanica nella brianza lombarda) ed ho verificato il fallimento ideologico e pratico della filosofia comunista che aveva sostituito nei paesi del comunismo reale l’odiato padrone con il funzionario di partito che decideva al tuo posto.
b) Ho votato e creduto in Renzi e l’ho difeso tanto da farmi bacchettare pesantemente più di una volta, dal compagno Sergio Staino, ma pensavo e speravo che fosse un coordinatore di idee, uno che condividesse le sue idee di avanguardia con la società civile ed invece si è chiuso nel suo pensiero nonostante le clamorose sconfitte elettorali, tanto da. comportarsi come Bertinotti che è sparito dalla scena politica.
Fatto le suddette precisazioni, chiarisco che io difento Zingaretti, pur non avendolo votato, nonostante la sponsorizzazione del compagno sergio, che adesso tace difronte alle tue cosiderazioni, perché non mi pare abbia in questo momento compagni di scuola più bravo di lui e poi perché sta facendo quello che ora, secondo me, è necessario: assumersi il compito di “facilitatore” necessario sempre quando si vuole lavorare per il compromesso dell’idee.
Io, caro Gerando, a 70 anni, non vedo in questo periodo, tra l’altro flagellato dal maledetto coronavirus, una linea diversa da quella del segretario Zingaretti e sono convinto che se Renzi deciderà di parlare con quest’ultimo, come ha fatto o farà con Conte, il compromesso come in Emilia Romagna ci sarà.
Naturalmente, come scrivo sempre, la mia e’ solo una delle tante idee e non penso sia la migliore. Sono pronto ad ascoltare e valutare le vostre e su questo blog siamo in tanti a leggere e pochi a scrivere. Speriamo che aumentino gli
” scrittori “. Con questo augurio ringrazio per l’attenzione ed un caro saluto a te Gerando ed a tutti coloro che mi leggono Antonio De Matteo Pescara
Sono contento di leggere e scrivere su questo blog, grazie a Sergio, dove si possono incontrare i pensieri diversi di gente seria, onesta, preparata, esperta e che, soprattutto, vive ed opera attivamente nell’attuale società rivalutando il pronome noi e limitando l’io.
Sono sicuro che pur marciando divisi, perché sbagliando nessuno di noi ama la resipiscenza, saremo pronti a “colpire insieme” per difendere il “Noi”. Non ci troveremo mai sull’ altra sponda del fiume della vita a gridare: “io sono il migliore e se mi darete i pieni poteri risolvero’ tutti i vostri problemi”.
Questo mi basta, mi consola e mi sprona ad impegnarmi, per il tempo che mi resta per migliorare la società in cui vivo che comunque è sicuramente migliore di quella in cui ho vissuto la mia giovinezza.
Grazie ancora a tutti e continuate sempre di piu a scrivere su questo blog: fa bene a tutti noi. Buon inizio settimana a tutti. Antonio De Matteo Pescara