Caro Sergio,
credo sia ingeneroso criticare il buon Zingaretti per il suo scarso carisma, la sua poca incisività etc etc. Fa quel che può in questa difficile emergenza. E’ d’altra parte evidente come le circostanze eccezionali richiederebbero una guida eccezionale al timone del PD. Purtroppo non vedo nel gruppo dirigente emergere qualcuno in grado di assolvere a quel ruolo. A suo tempo avevo confidato in Martina, ma mi sembra frenato nella sua azione da un pur lodevole rispetto per le gerarchie di partito. Tento quindi, a titolo puramente speculativo, di analizzare l’occorrenza e le cause che ci hanno portato a questa grama contingenza.
Manca una visione del mondo cui ispirarci. Manca un segretario che sappia incarnare quella visione, pur con mille limiti e incertezze. E’ tutt’altro che facile elaborare un tessuto teorico che dia risposte ai tanti problemi, alle mille contraddizioni dell’oggi, ma il mondo progressista (la Sinistra!) non può farne a meno proprio per la sua essenziale contrapposizione al mondo conservatore, che ha ben chiara la sua prospettiva: la conservazione dei dis-equilibri esistenti.
Venuta meno la generazione vagliata dal terribile percorso dell’antifascismo militante, nel campo socialista forse solo Berlinguer seppe incarnare, con tante indecisioni, un’idea di futuro e poi rapidamente venne distrutto Occhetto, forse il solo con una solida cultura teorica contemporaneamente aperta al confronto con le tante sensibilità che formano il caleidoscopio della Sinistra. Nel campo laico La Malfa ebbe quelle doti ma aveva anche la consapevolezza dei limiti che imponevano gli scarsi consensi raccolti e proprio per questo era solito incalzare il PCI, che a suo dire poteva con la sua forza sostenere le profonde riforme necessarie ad una Italia ancora venata da radici fasciste o parafasciste. Nel campo cattolico Moro aveva consapevolezza delle sfide future, ma il terrorismo stroncò sul nascere quel tentativo (compromesso storico), che, fondato proprio su Berlinguer, Moro e La Malfa, poteva trasformare l’Italia.
Dopo, malgrado la carismatica presidenza Pertini, fu lo scatafascio con la teoria dell’alternanza craxiana, fondata sulla spartizione del potere con Forlani, De Mita e Andreotti con la tronfia assistenza spadoliniana. Debito pubblico alle stelle con il default sfiorato all’inizio degli anni 90, con il parallelo conseguente esplodere del giustizialismo giudiziario ed il discredito profondo non solo della politica ma anche delle istituzioni. Fenomeni da baraccone come Di Pietro e Berlusconi e successivamente Grillo presero a imperversare. Così l’ammonimento di Macchiavelli, per una città (Stato) molto più ricca e potente di qualsiasi cittadino come condizione necessaria per un buon ordinamento repubblicano (democrazia), veniva inconsapevolmente disatteso con le conseguenze nefaste che oggi scontiamo. Lo stesso Tocqueville non avrebbe immaginato possibile che un plutocrate come Berlusconi potesse avere tanto potere, tanta capacità di piegare le istituzioni ai suoi voleri. Ma la democrazia di Tocqueville era basata su una piattaforma di ampia partecipazione sin dai livelli minimi comunali alla gestione degli affari pubblici. Una democrazia cioè basata sullo scaturire dalle viscere del popolo (C. Cattaneo). Così non era in Italia e proprio per questo erano indispensabili profonde riforme strutturali, mai tentate, che ci allontanassero dal burocraticismo occhiuto fascista. Oggi ci troviamo con uno Stato super indebitato in preda ai vari plutocrati (scusate il termine), nuova aristocrazia ben distante dalla plebaglia con anche il privilegio di sfuggire in vari modi alla fiscalità, esattamente come la nobiltà feudale.
Oggi siamo di fronte ad una crisi sistemica dovuta al sovrapporsi di tante emergenze: la crisi climatica, la crisi pandemica, la crisi economica ed i problemi legati alla globalizzazione e alla rapidissima trasformazione tecnologica. La Sinistra, non importa in quale parte del mondo, non riesce a dare una risposta organica con una visione legata ad un sistema teorico organico, magari pieno di errori ed incertezze ma che alimenti la fede nel Sol dell’Avvenir.
Facciamo un passo indietro alle radici del mondo moderno nell’ottocento, saltando l’illuminismo e la Grande Rivoluzione. A me son cari due pensatori, uno dopo l’altro cronologicamente: Mazzini e Marx. Mazzini espresse la necessità di evitare l’alienazione dell’uomo con la formula capitale e lavoro nelle stesse mani e la fratellanza tra tutte le patrie, intese come comunità di uomini liberi e solidali, soggetti solo a leggi condivise con diritti derivanti da doveri assolti. Non poteva prevedere lo sviluppo frenetico dell’industria con la necessità di grandi capitali, che vanificava la sua proposta dell’associazionismo. Marx espresse la lungimirante visione dell’unità tra i lavoratori di tutto il mondo. Grande il grido: Proletari di tutto il mondo unitevi! Ancora, previde la progressiva proletarizzazione della borghesia, sotto la pressione del grande capitale, che sempre più avrebbe schiacciato i ceti intermedi nella sua ricerca del profitto. La Rivoluzione doveva partire dalla Germania o dall’Inghilterra, non certo dalla Russia contadina e arretrata. I bolscevichi attesero invano quell’evento e da lì partì la Rivoluzione in un solo paese, patria di tutti i lavoratori, e quindi la versione stalinista del comunismo. Avesse prevalso Trockij con la sua rivoluzione internazionale permanente le cose sarebbero andate diversamente? Non lo so e poco importa, la storia è andata avanti così.
Dobbiamo oggi prendere atto del fallimento della prospettiva comunista ma non basta. Dobbiamo chiederci il perché. Serve a poco la stolta soddisfazione di quanti, come me, non hanno creduto nella bontà delle teorie del comunismo; nella sua scientificità. Unico dato reale e inconfutabile: la sua sconfitta ha segnato un regresso della causa della Sinistra in tutto il mondo. Il muro si è abbattuto su tutta la Sinistra e non solo sulla versione comunista. Molte sono le opinioni sui motivi che hanno determinato quella sconfitta ed io non credo davvero di averne la chiave. Tuttavia tenterò di esporre la mia tesi. Assenza del mercato. Quindi assenza di concorrenza. Assenza di innovazione. Non certo ai vertici del sapere scientifico, che trova in se stesso ampie motivazioni, ma bensì nel tessuto produttivo profondo. I famigerati piani quinquennali si sono succeduti uno dopo l’altro senza mai raggiungere gli obiettivi né in agricoltura né nell’industria. Questo non deve, almeno a mio parere, significare negazione del principio della programmazione, purché sia basata su un democratico rapporto tra le parti produttive finalizzata al raggiungimento di obiettivi condivisi. Nella realtà sovietica chi proponeva nuovi metodi innovativi di produzione o addirittura nuovi prodotti non poteva passare per altro che per un piantagrane, turbatore di un pacifico tran tran, che consentiva alla burocrazia (futura oligarchia) di vivere tranquillamente. I cittadini non venivano solo privati della libertà civile ma addirittura obbligati a consumare ciò che loro veniva concesso. Non c’era altro! Veniva assicurata la libertà dal bisogno (ed è gran cosa!) ma un sistema cosiffatto andava lentamente a logorarsi. Credo che in pochi facessero fede ai vari Pasternak o Solzenitsin quando prevedevano l’imminente fine dell’Unione Sovietica. Non è un caso che fosse proprio il segretario politico del partito comunista sovietico Gorbaciov a tentare di evitare il tracollo del sistema con profonde riforme. Ben conosceva lo stato di dissoluzione e tentò il tentabile, ma ebbe la peggio, forse inevitabilmente. La peggio la ebbero i cittadini russi quando i burocrati si impossessarono degli apparati produttivi, che ben conoscevano, trasformandosi in una nuova medioevale oligarchia.
La Sinistra deve prendere atto di quanto accaduto senza rinunciare ai propri ideali, senza cedere alle meccaniche di un capitalismo senza freni alla ricerca di un profitto spesso slegato ad effettivi meriti, spesso dovuto ad operazioni finanziarie possibili grazie alla debolezza delle istituzioni statali, ridotte al servizio delle plutocrazie internazionali, secondo la contraddizione già accennata. Da lì la crisi ambientale, l’illusione di una crescita illimitata e perfino, secondo alcuni, le crisi epidemiche ricorrenti. La Sinistra in tutto il mondo, non solo in Italia, sembra smarrita, incapace di opporsi ad una realtà che pare trascinarsi purtroppo ad epiloghi drammatici, con l’insorgere di nazionalismi e di razzismo, che contraddicono in pieno le aspettative su cui nacque e si sviluppò il movimento popolare suscitato dalle barbe dell’Ottocento.
Devo fare un riferimento colto, che mi perdonerete. Keynes nella sua teoria generale parte dalla constatazione che le belle teorie liberistiche funzionano perfettamente in un solo caso (io ho anche in questo qualche dubbio! viste le tendenze finanziarie recenti) ossia quando si è in presenza della piena occupazione, definita come la situazione in cui chiunque cerchi lavoro riesce a trovarlo. Singolare coincidenza con la massima mazziniana secondo cui una società è ingiusta quando anche una sola persona, che cerchi lavoro, non riesca a trovarlo. Su questo caposaldo Keynes fonda tutta la sua ricerca ponendo come obiettivo fondamentale la piena occupazione, quale che sia. Da lì la famosa battuta che è lavoro anche far una buca in terra e poi ricoprirla. Sostiene inoltre che se qualcuno tiene più al suo conto corrente che ad altro è bene che si dia da fare, che intraprenda generando ricchezza con il suo ingegno e la sua fatica. Patto però deve essere che le istituzioni politiche controllino che non travalichi dal suo recinto, che le diseguaglianze reddituali non superino livelli tali da indebolire la stessa democrazia. Ancora una volta lo Stato (la Città) dev’essere molto più ricca e potente di qualsiasi suo cittadino. Ne discende la necessità di una severa legge sul conflitto di interessi. Impedirà l’accesso alla politica a qualche imprenditore? Mi sembra giusto se i suoi interessi si frammischino agli interessi della collettività. Merkel è accusata di considerare negativamente il grande patrimonio privato italiano contrapposto al grande indebitamento pubblico. Per decenni il patrimonio pubblico italiano è stato devastato favorendo l’arricchimento privato, fino a generare una situazione oggi ingestibile. Si è arrivati perfino ad azzerare sostanzialmente la tassa di successione, unico tra gli stati occidentali. Chi è nato con la camicia non versi alcunchè a favore della collettività! Sono lontani i tempi in cui la Sinistra aveva il coraggio di imporre una reale progressività fiscale e di condurre davvero la lotta all’evasione/elusione fiscale. Se non si riscopre l’orgoglio di usare la fiscalità come strumento indispensabile al bene comune, saranno solo parole i proclami solidaristici.
Per guidare la Sinistra a superare il guado dell’attuale fiume di contingenze storiche ci vuole ben altro che l’appello ai buoni sentimenti o il rimpianto dei bei (?) tempi che furono. Occorrono leader, dotati di una corazza ideale raffinata e collaudata, audaci nello scontro con la Destra in modo tale da conquistare anche quelle masse che possano essere turbate dal paternalismo fascista o, se si vuole, dal capitalismo compassionevole. Come si è giunti a questa situazione di degrado? Questa domanda viene spesso alla mente. Guerra fredda, mancata riforma dello Stato etc. A mio parere la mancata autocritica severa di gran parte (forse tutta) del gruppo dirigente ex comunista, che è rimasto come attonito dal crollo del grande Mito (già evidente negli anni 80), rassegnandosi così a schermaglie di retroguardia. Nel mondo cattolico ha giocato la volontà di tenere troppo a lungo in vita la Balena Bianca, fino alle catastrofiche scelte di Martinazzoli e ancor peggio Segni. Per quel mondo si è via via affievolita la presa degli eredi di Dossetti, di Don Milani e di La Pira. In una società sempre più fortunatamente laica, solo intellettuali capaci di vivere la propria fede in una orgogliosa autonomia possono ridare slancio a quella componente, peraltro indispensabile, del variegato campo della Sinistra. Papa Bergoglio in questo senso credo giochi un ruolo molto positivo.
Quanti errori dagli anni 80 ad oggi! Voglio solo accennare alla sconsiderata gestione della moneta unica. La straordinaria vittoria dell’inserimento dell’Italia tra gli stati fondatori dell’euro, siamo riusciti a trasformarla in un motivo di crisi della adesione di gran parte del nostro popolo di riferimento. Abbiamo subito senza alcuna reazione alla scandalosa gestione della sua introduzione, che ha spostato una mole incredibile di ricchezza dai ceti salariati verso i detentori di capitali, anche modesti o modestissimi come un anonimo barista. Il cambio reale a 1000 lire contro le 2000 ufficiali ha alterato gli equilibri reddituali ed ha consentito il coagulo di un importante blocco sociale attorno a chi quella speculazione aveva non solo consentito ma, a mio parere, progettato. Una Sinistra degna del suo passato avrebbe dovuto scatenare imponenti proteste popolari, fino allo scontro fisico come accadde negli anni 60 quando con il governo Tambroni la destra cercò di bloccare la nascita del centrosinistra. Nulla di tutto ciò. Si consentì persino che Tremonti ci sfottesse attribuendo l’evidente speculazione alla mancata banconota da 1 Euro. Ci sono voluti quasi tra anni perché la Sinistra dimostrasse il suo radicamento nel paese in Piazza San Giovanni, convocata da Cofferati.
Renzi, tra i suoi tanti demeriti, ha avuto il merito (a mio parere l’unico) di aver spazzato via tutto quel gruppo dirigente. Spetta ora alle nuove leve ricostruire coraggiosamente e organicamente il Partito, strumento indispensabile nella lotta civile. Senza un Partito ben strutturato, con linee ispiratrici forti e ben delineate l’impegno politico è inutile e frustrante.
Giovanni Faggioni
7 Comments
Caro Giovanni Faggioni,
bentornato al tuo scritto su questo blog. Sono d’accordo su quello che tu scrivi, ma io penso che tutti i movimenti politici dell’umanità sono inquinati da un cancro: il primeggiare “dell’io sul noi”. Come il cancro non riusciremo ad estirparlo, ma solo a controllarlo, secondo me.
Tu che sei un oncologo
( almeno cosi mi risulterebbe dalle ricerche fatte sul web) puoi confermare o meno la mia opinione sulle neoplasie, ma sulla filosofia umana io resto fermamente convinto che il prevalere “dell’io” sul “noi ” genera, ha generato e genererà la storia degli esseri umani su questa terra. In politica la “sinistra” cerca di occuparsi del noi e la “destra” da sempre si occupa ” dell’ io”. La sinistra Italiana, in particolare il PD, dovrebbe occuparsi,con più insistenza e passione, del “noi” controllando il proprio ” io”. Buona giornata. A tutti. Antonio Pescara
Cari italiani, Sgarbi Vittorio ed Alessandro Pagano, dissento dalle vostre idee, ma se foste rapiti all’estero, da una banda di terroristi simile a quella che ha rapita, torturata e forse plagiato, Silvia Romano; io italiano mi batterei, per ridarvi la liberta e curarvi con amore. Dimostreremmo al mondo la differenza tra la civiltà cattolica e quella islamica. Voi invece usate la stessa filosofia dei terroristi rapitori islamici condannando Silvia.
Antonio De Matteo Pescara
I viroligi famosi non starebbero meglio accanto ai malati di covid19 per raccogliere dati su quest’ultimo che ci ha reso schiavi? Lavorano invece in televisione, con compensi, sembra, molto più alti di quelli dei medici ed infermieri che assistono i malati di coronavirus. In più ci raccontano le loro ipotesi precisando che non conoscono il covid 19. Io preferisco ascoltare il personale in prima linea nella lotta al virus
Antonio De Matteo Pescara
Oggi si riacquista la semiliberta, dopo due mesi di “arresti domiciliari”. Per proteggere la nostra salute e quella del prossimo dovremo rispettare le norme di sicurezza il più possibile e con intelligenza
Comunque, evitiamo di considerare, chi si infetta con il covid 19 “un undore” : può capitare a tutti e normalnente si guarisce con alte percentuali anche senza cure che ora in minima parte sono disponibili.
Antonio De Matteo Pescara
Caro Ernesto Trotta, ormai siamo rimasti io e te a scrivere su questo blog: il proprietario ha, come lui stesso ha scritto, grosse difficoltà e tutti gli altri che scrivevano su questo spazio sono spariti come neve al sole e speriamo che stiano bene.
Io non voglio farlo morire questo sito e penso anche tu e per questo ti prego pubblica i tuoi scritti quando puoi.
Stiamo attraversando un periedo terribile. Una volta parlavamo poco con il vicino di casa, adesso aspettiamo che esca dalla propria porta e si allontani per aprire il nostro uscio.
Ci fermavamo sul marciapiede per discutere con amici e conoscenti, adesso cambiamo direzione ed al massimo salutiamo con la mano. Ti prego Ernesto continuiamo almeno a scriverci e convinciamo chi legge su questo blog, sono sicuro che sono in tanti, a scrivere le loro paure e le loro emozioni per non morire di inerzia e solitudine. Raccontiamo le nostre giornate e pubblichiamo le nostre idee, progetti: ci aiuteremo a vicenda. Dobbiamo tornare a vivere tutti insieme ed abbracciarci come prima.
Scusate la mia insistenza, ed un abbraccio grande a tutti, per adesso virtuale.
Antonio De Matteo Pescara
Caro Antonio,
questo bizzarro tempo che stiamo vivendo ha provocato e provoca cambiamenti nelle nostre abitudini che non potevamo neanche minimamente immaginare.
Passerà, come tutto.
Intanto allego qualche riflessione su questo strano Maggio Italiano:
https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=634&a=28530&tag=19-05-2020-Ilmaggioitaliano
Caro Ernesto, grazie per aver pubblicato il tuo scritto, molto interessante sul blog di Sergio. Concordo con te sul fine politico da perseguire in questo momento difficile: bisogna cercare il più possibile di cambiare migliorandoli gli algoritmi della nostra società.
D’altra parte, i risultati ottenuti nella politica mondiale, sotto l’effetto coronavirus, sono sotto gli occhi di tutti ed inimmaginabile l’anno scorso.
Basta pensare a tutto quello che ha deciso la comunione Europea. Solo qualche esempio: l’istituzione della cassaintegrazione a livello Europeo, l’autorizzazione allo sforamento del deficit, famoso 3% sul Pil, ( differrenza tra entrate ed uscite annuali di uno stato), il mes senza condizioni per investimenti nella sanità, l’acquisto dei titoli di stato italiani per 220 miliardi da parte della BCE ( banca centrale Europea) nonostante l’opposizione tedesca, l’istituzione dei Bond Europei, ecc. Non solo, ma chi voleva il dissolvimento dell’unione Europea, ha ottenuto il contrario: il rafforzamento della stessa. A livello mondiale l’isolamento dei sovranisti, nazionalisti.
Quindi “mica tutti i mali vengono solo per nuocere”, come diceva mia nonna. Abbiamo quindi l’occasione nella sfortuna di invertire la rotta dell’umanità: forse gli esseri umani capiranno che al posto di farsi le guerre fra di loro è meglio mettere insieme le forze per studiare e controllare le forze della natura che ci gestisce a suo piacimento. Buona Giornata a tutti Antonio De Matteo Pescara