Caro Sergio,
mi piacerebbe vedere sul blog questo messaggio Whatsapp che ho mandato ad un compagno deluso e che stamattina sono riuscito a convincere.
Un abbraccio
Manuel Tugnolo
mi piacerebbe vedere sul blog questo messaggio Whatsapp che ho mandato ad un compagno deluso e che stamattina sono riuscito a convincere.
Un abbraccio
Manuel Tugnolo
Caro Oscar,
Capisco che tu possa sentirti sfiduciato (il tuo “non c’è alternativa” ne è piena evidenza) e tentato da non partecipare al congresso del nostro circolo. Capisco che tu ti senta un po’ perduto in questo partito che sembra non riuscire a tessere una nuova grande narrazione per la quale valga la pena presentarsi in prima linea, specie se discendi da una lunga militanza in quello che fu il Partito Comunista. Un partito di massa, non c’è dubbio.
Capisco che tu possa sentirti sfiduciato (il tuo “non c’è alternativa” ne è piena evidenza) e tentato da non partecipare al congresso del nostro circolo. Capisco che tu ti senta un po’ perduto in questo partito che sembra non riuscire a tessere una nuova grande narrazione per la quale valga la pena presentarsi in prima linea, specie se discendi da una lunga militanza in quello che fu il Partito Comunista. Un partito di massa, non c’è dubbio.
Posso capirti, perché a volte è la stessa sensazione che ho pure io.
Ma anche se ti comprendo, non ti giustifico. Che vantaggio c’è a non combattere una battaglia? Non è forse il miglior modo per far vincere quell’altra strategia che per te è senza alternativa?
Ti passo la definizione (che avrò citato millemila volte) dell’uomo in rivolta secondo Albert Camus: “Un uomo che dice di no. Ma se rifiuta, non rinuncia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi”. Cosa sarebbe accaduto se molte persone si fossero limitate a rinunciare? Sarebbero arrivate dove sono arrivate?
Dai, vieni al congresso di stasera! Noi siamo il Partito Democratico: puoi dire la tua senza temere un “Che fai, mi cacci?” o di essere guardato con sospetto a partire da quel momento. Ti ricordi il congresso degli iscritti a inizio marzo? Che bello avere diverse idee, ma che bello anche accendere il motore dialettico e scoprire che, parlandosi e guardandosi a viso aperto, si può arrivare ad un pensiero comune senza dividersi in due chiese.
A stasera!
A stasera!
Manuel Tugnolo
4 Comments
Caro Manuel,
il congresso l’avrete già fatto e spero che il tuo amico ne abbia tratto motivi di conforto e non di disperazione.
Vorrei comunque dirgli, tuo tramite, che un grande Partito è per forza un partito plurale (se no, sarebbe il PCUS), che per starci bisogna essere tolleranti delle idee diverse dalle proprie, che, se anche non si trova la sintesi e si deve votare, non è la fine del mondo, né se si vince né se si perde.
L’importante, in un grande Partito di sinistra , è avere gli stessi obbiettivi politici (governare e non fare testimonianza culturale) e le stesse basi ideali. Dico “basi” perché sulle stesse basi si possono costruire anche cose diverse, ma queste non saranno mai in antitesi, sempre che tutti siano in buona fede.
E le basi sono: libertà, uguaglianza, solidarietà.
Libertà di espressione e di iniziativa, uguaglianza dei diritti, dei doveri e dei punti di partenza, solidarietà per chi rischia di non farcela e giustizia sociale per contenere le disuguaglianze.
Non voglio essere a forza ecumenico (sono ateo, en passant!) ma inalberarsi perché passa una linea non conforme ai propri desiderata, ritirarsi nel privato, sdegnarsi con la classe dirigente e con la maggioranza, sono atteggiamenti a mio parere infantili, non costruttivi, alla fine autolesionistici.
Il nostro Partito è malato di insicurezza. Si stenta a riconoscere piena agibilità politica alla Segreteria.
Buon esempio ne è l’assurda querrelle sulla Banca d’Italia, dove al Segretario si rimprovera di avere palesato con forza quello che tanti sono andati sostenendo per molti mesi almeno, e cioè che, se non c’è più il mandato a vita per il Governatore, ciò vuol dire che bisogna valutare l’opportunità di un eventuale rinnovo e quindi, in questo caso, non si possono trascurare gli evidentissimi problemi che TUTTI hanno denunciato.
Ma aver alzato la voce è stato giudicato improprio, forse perfino poco fine, negli ovattati saloni di Palazzo Koch e dintorni.
E allora dalli al trucidone che ha sollevato il problema! Come si permette?
Tutto procedeva liscio ed in accordo, e lui che fa? ribadisce che forse serve un’alternativa diversa e migliore.
Inammissibile, anzi “incomprensibile e ingiustificabile”, come ha sentenziato Veltroni (del quale peraltro resto convinto ammiratore!). Ecco, non ho apprezzato questa corale presa di distanza da Renzi perché è diventata di nuovo autolesionistica.
Si difende un Visco poco difendibile solo per attaccare il Segretario. Così un grande Partito diventa un piccolo Partito a tutto vantaggio di chi ci vuole male.
Tornando al tuo amico, mi dispiacerebbe molto se gettasse la spugna. Nei prossimi mesi avremo molto su cui impegnarci.
Con amicizia.
Buongiorno Ernesto!
Condivido dalla prima all’ultima parola la sua riflessione, che come sempre è non banale. Adesso non ho seguito minuziosamente le dichiarazioni intorno a Ignazio Visco, ma da studente di economia posso dire che una banca non entra in crisi da un giorno all’altro come se nulla fosse. E dal momento che gli organisimi di vigilanza bancaria ci sono, tra cui Bankitalia stessa…
Ha ragione a dire che “nei prossimi mesi avremo molto su cui impegnarci”. Infatti da nuovo vicesegretario del circolo di Momo-Barengo-Vaprio d’Agogna-Caltignaga, mi sto operando affinché possiamo finalmente parlare di un circolo che sia: a) organizzato, b) presente, c) pensante.
E questo lo si farà col sostegno anche di Oscar, può starne certo!
Un abbraccio,
MT
Caro Manuel e caro amico di Manuel, il PD è un Partito senza padroni. Lo si può dire di Forza Italia? Lo si può dire del Mò Vi Mento? Lo si può dire della Lega? Dunque, ragazzi , stiamoci dentro e vediamo di migliorarlo. In quanto alla diatriba sulla Banca d’Italia che ha ragione a prescindere, ora e sempre e è più intoccabile di Garibaldi, beh, passiamo all’imperfetto: aveva ragione, era intoccabile. Meno intoccabili ci sono più è robusta la democrazia. E tutti lavorano più e meglio, sono più motivati, no?
Buongiorno Paolo!
Credo che l’immagine di un PD senza padroni, veramente di massa debba essere parte integrante del nostro orgoglio e della nostra narrazione. Una forza organizzata, presente e pensante, contro il partito-azienda (FI) ed il partito-algoritmo (M5S); la Lega comunque le primarie le ha fatte, anche se ovviamente non si può parlare di cifre a molti zeri.
Verissimo che dobbiamo starci dentro per migliorarlo! Un conto è avere ragione in una torre d’avorio dove si conta per contarsi, un altro è essere dentro una comunità che inevitabilmente, se vuole essere maggioritaria, ha al suo interno posizioni variegate, e nonostante questo vede che i traguardi sono gli stessi e capisce che da soli quei traguardi rimarranno utopie. Perché dall’alto di un 2% non si realizzeranno mai.
E per fare questo, il rinnovamento non può che venire dal basso. Dai territori e dalle federazioni provinciali, dove le correnti e le aggregazioni intorno a determinate persone rischiano di rendere il PD immobile. Vanno bene diverse aree di pensiero, almeno fino a quando non ostacolano – per citare un altro compagno di circolo – la contedibilità e la competitività. Che dovrebbero essere il sale di un partito che vuole dirsi Democratico.
Un abbraccio,
MT