Ci si domanda spesso perché Salvini e la destra siano così forti. I motivi sono molti tra cui sicuramente la presenza nel territorio. Ma ce ne è uno, in particolare, che generalmente viene poco analizzato nei commenti e nel dibattito politico. La destra ha saputo più di noi cogliere lo smarrimento degli italiani, lo sradicamento di legami antichi, la paura della frammentazione e della dispersione. Si dice: è la globalizzazione. Ma come sappiamo essa crea opportunità, insieme a tante fragilità e incertezze. I cittadini impauriti vogliono ritrovare la loro «casa». La loro «casa interiore», protettiva e in grado di far loro esprimere i bisogni, i desideri e i talenti di cui sono dotati. Non si vive senza una «casa». La destra sovranista in tutto il mondo, e la Lega in Italia, propongono approdi forti e chiari. Certo autoritari, regressivi e intollerabili per noi, illiberali e xenofobi. Ma sono approdi, forme cui aggrapparsi. Simboli identitari e sicurezze ideologiche. Salvini è il migliore a raccontare e rappresentare i problemi ma è il peggiore a risolverli. È un tifone di bugie raccontate con un sorriso. Ma di fronte a questo, ecco l’enorme macigno che abbiamo dinnanzi, il centrosinistra non è stato in grado di fare altrettanto sulla base di un suo rinnovamento ideale, programmatico e identitario.
Negli anni nella dispersione ci abbiamo messo anche qualcosa di nostro: una storia di conflitti, separazioni, di chiusure e a volte di egoismi: il rintanarsi nel proprio io, quando era essenziale far sentire al popolo la forza del noi e la voglia di sentirsi parte di una comunità. Solo nel campo democratico è stata così forte la spinta a difendere le proprie posizioni in modo assertivo e solitario. Ho avvertito a volte una resistenza politica, ma persino psicologica, ad aprirsi davvero a una ricerca libera per costruire un destino comune. Per usare insieme la forza della critica e ritrovare un’identità comune. Il Pd in questo quadro «resiste». È allo stato attuale il solo partito «argine» all’avanzata impetuosa della destra. Ma si può andare avanti così?
Sbaglia chi lo vuole picconare, perché così si indebolisce la democrazia. Ma sbagliano anche tutte le derive conservatrici che ci rendono inadeguati a rispondere all’inquietudine degli italiani. E certo che a queste difficoltà non si risolvono con un partito monoculturale o del leader. Ma neanche con un arcipelago di confuse parzialità che ci portano a praticare una politica lontana dalla vita. La giustizia sociale, la rivoluzione verde per lo sviluppo, che sono l’anima del nostro progetto alternativo alla destra, richiedono pensiero e cultura. E nel medesimo tempo forme di rappresentanza più coinvolgenti e libere per i singoli iscritti. Per questo a Bologna a novembre apriremo un grande confronto politico e culturale su come pensiamo gli anni 20 del nuovo secolo.
Per questo dopo 12 anni di parole e auspici, ora con coraggio stiamo rimettendo mano in modo radicale allo statuto e alla forma partito. Non si tratta di cambiare qualche regola ma di una scelta politica di fondo. Cambiare davvero tutto per dare alla democrazia italiana un soggetto plurale ricco e partecipato della politica. Per offrire in primo luogo ad una nuova generazione una opportunità di partecipazione e battaglia collettiva. Rifondare il Pd per me significa in primo luogo questo: ricostruire una comunità aperta. Sin dal momento in cui sono stato eletto segretario, ho fatto di tutto per garantire questo risultato e l’insieme delle nostre forze ha chiesto una svolta. Ora si tratta di scegliere insieme. E il mio impegno, fortissimo e sincero come leader del Pd, ha un senso solo se dalle generiche volontà si passerà alla realizzazione concreta di un nuovo Pd. Ripeto aperto, plurale e radicato. Capace di coinvolgere le forze migliori della società perché questo processo riguarda tutti coloro che amano la democrazia italiana.
Nicola Zingaretti, lettera al Corriere della Sera, 31 ottobre 2019
2 Comments
Bravo Nicola: va bene il “noi” al posto dell’io, ma fai in modo che il pronome non diventi un plurale maistatis. Fai aprire i circoli o sezioni del PD e verifica lì la linea politica del PD ( la tua in particolare dopo averla concordata a maggioranza ed a porte chiuse con la tua direzione ). Solo quando alla maggioranza delle sezione o circoli del PD (allargata ai non iscritti ) è chiara e sono pronti a sostenerla annunciala al mondo esterno. Vieta ai tuoi dirigenti di sparare “cazzate personale” sul web, in radio o televisione, ma devono battersi in tutti luoghi pubblici per annunciare e sostenere la linea maggioritaria del partito. I vari Cuperlo , Orfini, Franceschini, Marcucci, Emiliano, Boccia, ecc ecc.devono parlare a nome del PD e non personale. L’unico posto dove sarà ammesso il dissenso ed il confronto delle idee dovrà essere la sezione o circolo( aperto ai simpatizzanti non iscritti) del PD. Poi certo si possono accogliere i suggerimenti del mondo esterno ed integrare la linea del partito; ma bisogna smetterla col discorso personale con l’io enfatizzato ed imposto a qualsiasi costo tramite I mass media. I dirigenti del PD dovrebbero smetterla di ammorbare il loro popolo con discorsi lunghi noiosi ed inconcludente, ma dovrebbero aiutare i cittadini a risolvere i loro problemi ascoltandoli ed indirizzandoli. Un cittadino che scrive ad un dirigente del PD e chiede la risoluzione di un problema o avanza una proposta sulla linea politica del PD ha diritto ad una risposta anche se negativa. Per quanto su scritto, mi auguro che la tua segreteria, i tuoi collaboratori, i tuoi assistente, insomma qualcuno del PD intervenga su questo blog e risponda alle nostre domande: la maggioranza di coloro che scrivono su questo blog, insieme al proprietario dello stesso, votano PD ed “i vivaci “ altri attori di questo blog, sono nostri amici ( almeno così dicono). Forza ed Auguri Nicola: io settantenne ti aiuterò in tutti i modi a mia disposizione e, come me, su questo blog ed in generale, ci sono tanti altri vecchietti , con il verricello malandato, ma ancora sufficientemente attrezzati per poterti aiutare a sollevare l’enorme peso che ti sei caricato sulle spalle. Aiutaci ad aiutarti: considera le nostre proposte sbagliate o giuste che siano. Un abbraccio a te e a tutti quelli che scrivono e leggono su questo blog. Antonio De Matteo Milano
Bravo Antonio!Sono d’accordo e penso e spero che sia in tanti a vederla così.Il momento diventa sempre più delicato e bisogna darsi una mossa.Subito e velocemente.
Questo Governo DEVE andare avanti e Bonaccini va aiutato a farcela!!
Forza e coraggio e un. grande in bocca al lupo a tutti noi!
Rossana