Non conosco l’estensore di questo acuto saggio psicoanalitico del nostro “eroe” Beppe Grillo ma sicuramente è qualcuno che lo ha studiato bene.
Un abbraccio
Sergio
Il morto di fama è uno strano animale umano che soffre.
Soffre di diarrea emotiva, è un solitario che odia quando nessuno parla di lui. È il petulante che ha bisogno di puntualizzare anche se non sa nulla di ciò di cui si parla. Soffre quando il mondo va veloce e lui non riesce più a raggiungerlo. In questo caso non si dà pace e rimugina su come ritornare in auge. Il morto di fama è sempre un imbroglione: con l’imbroglio si è fatto notare e quando qualcuno, magari più imbroglione di lui, gli toglie la voce e il palco non ha pace.
Il morto di fama è un esibizionista che non ha profondità di pensiero. Se è ricco dice di odiare i soldi, se è famoso dice di odiare la gente, se non ha talento dice che è tutto un complotto.
Il morto di fama fa di tutto per farsi notare: scrive male, agisce male, pensa male. Perché non importa fare bene qualcosa, importa esserci, anche a costo di rompere tabù e le palle al prossimo.
Uno dei tanti morti di fama di oggi scrive su Fb: “ L’indignazione di un uovo in faccia, c’è quanto basta per restare paralizzati mediaticamente, l’unica cosa sensazionale è stata la mira del razzista di merda oppure il caso.
Quello che fanno i media è portare la nazione verso il baratro: non avevo mai visto con i miei occhi un così forte condizionamento prima d’ora.”
Il morto di fama oggi si chiama Beppe Grillo. Quello che ormai non conta più nulla, scalato da Casaleggio, da Di Maio, da Salvini. Il pupo del presepe a cinque stelle. Grillo che soffre perché vede quelli che prima lo temevano -facendo finta di adorarlo – disporre, comandare,decidere. E lui non c’è più, non vale più niente, non conta nulla. E’ stato scalato, come un nonno per il quale si aspetta solo che i nipoti gli facciano il funerale. Nel suo post Grillo non condanna e non assolve, non chiarisce nulla ma finge di capire, non è di destra né di sinistra. Usa la lingua del serpente: non ha nemmeno il coraggio di metterci la faccia sopra le cose immonde che scrive. Basta che si parli di lui.
Basta così Beppe, game over.
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