Caro Sergio,
sento dire sempre più frequentemente, anche da parte di, più o meno “illustri personalità”, che Mussolini avrebbe fatto anche cose buone. Sai, anche io credo che sia così. D’altra parte in un ventennio si possono fare cose buone addirittura non volendo. Anzi, penso che se si frugasse bene nelle pieghe della Storia, si troverebbe che anche gli stessi Hitler, Stalin o addirittura il sanguinario Pol Pot siano riusciti a creare qualcosa di bello ed importante. La dittatura di per se è la forma più semplice per fare grandi cose. Non ci sono limiti di spesa o vincoli economici, l’opposizione non può recriminare alcun che, anzi è un facile capro espiatorio per le magagne più riconoscibili mentre il popolo plasmato dall’informazione di regime è pronto a qualsiasi sacrificio. Lo stesso sacrificio che viene poi abilmente dissimulato od esaltato dal regime a seconda della convenienza contingente. Pazienza poi, se oltre al sudore, si dovrà chiederne anche il sangue, tanto non ci sarà nessuno a raccogliere voci di accorata protesta o di un doloroso, collettivo, grido disperato. Si possono portare a completamento straordinari progetti, idee fantasmagoriche da concretizzare a perenne memento, tanto ci sarà poi una guerra da far scoppiare lontano, nel mondo, da qualche parte, per impegnare quella parte di poveri divenuti sempre più poveri. Naturalmente più lontano sarà la guerra, meglio si potrà far passare le cocenti sconfitte ed i bagni di sangue di innocenti, in gloriose vittorie per rinfrancare sotto la gagliarda bandiera quelli rimasti in patria. È forse nella natura dell’uomo, in una visione intrisa di romanticismo, credere che si stava meglio quando si stava peggio. Quando si pensa al tempo che fu ci si immagina sotto l’ombra benevola del “padre della patria”, a meritarsi la stessa vita bella dei pavidi gerarchi cui tutto era concesso ed a cui tutto era perdonato. Bisognerebbe invece pensare: ma se fossi stato sulle balle a Hitler, a Stalin, a Pol Pot, semplicemente perché nero, verde, bianco, alto, basso, secco, grasso? Se fossi stato semplicemente diverso mio malgrado o semplicemente considerato non allineato? Pensa se fossi nato figlio illegittimo e segreto di Mussolini. Sarei sempre a chiederemo perché Il mio corpo fu diventata ombra e l’ombra dissipata nel buio delle tenebre, così come è stato.
Luca Serafini
Comment
il tema della valutazione delle tirannie è da sempre stato dibattuto, ma un fatto è certo: si sono sempre concluse in lacrime e sangue. Ci pensa poi la propaganda di regime ad interpretare a rovescio la realtà. Mi viene un esempio: Re Umberto I passava per il Re Buono, lui il massacratore che ordinò a Bava Beccaris di sparare ad alzo zero sui milanesi affamati! Quanto al fascismo troppi sono i dati negativi che sommergono le poche positività. Trascuro le infami leggi razziali e la guerra vigliaccamente dichiarata alla Francia con gli esiti catastrofici ben noti. Le trascuro non perché io le considero poco rilevanti, ma perché mi piace sottolineare il fallimento di quel regime sul terreno a lui più caro: la potenza militare. L’Italia era uscita dalla 1 guerra mondiale con un esercito che aveva resistito vittoriosamente alla spallata congiunta degli austroungarici e soprattutto delle migliori truppe tedesche arrivate di rinforzo malgrado l’inadeguatezza degli alti comandi; con una marina militare sicuramente all’altezza del controllo del Mediterraneo; con una nascente aviazione ai massimi livelli dell’epoca. Dopo vent’anni di retorica bellicistica l’esercito rischiò la sconfitta sulle Alpi e subì la controffensiva greca fin quasi ad essere rigettati in mare; la marina venne praticamente costretta a restare al riparo nei porti dato che non era munita di radar; l’aviazione non era minimamente confrontabile con quella delle altre potenze. La catastrofe non era davvero imputabile alla irrilevanza degli scienziati italiani dell’epoca: si pensi a Marconi, ai ragazzi di via Panisperma, alle soluzioni innovative progettate per l’aviazione militare. Il marcio stava nella corruzione tipica di ogni regime tirannico, che impediva di fatto lo sviluppo complessivo della società. La corruzione è connaturata al potere stesso ma diventa devastante quando manca il controllo democratico. Il sentimento di impunità la fa esplodere! Il conto che l’Italia ha dovuto pagare è stato salatissimo ed è incredibile che ancor oggi vi sia qualcuno che ne neghi l’evidenza!