Riporto qui di seguito il post Facebook dell’avvocata Cathy La Torre che segnala un episodio gravissimo e terribile accaduto a Bologna.
Sergio
E’ successa una cosa gravissima.
Ma stavolta hanno sottovalutato le conseguenze.
Sulle case e i negozi degli ebrei i nazisti affiggevano cartelli che potessero agevolarne il riconoscimento. Oggi il censimento della razza che “ruba” agli ariani si fa con telecamera e Facebook.
Come a Bologna, dove Galeazzo Bignami, Parlamentare, e Marco Lisei, Consigliere Comunale entrambi di Fratelli d’Italia, hanno fatto un giro per le case popolari di Bologna, videocamera accesa, comunicando in diretta Facebook al “popolo” quali siano le case abitate da stranieri e dove trovarle.
Riprendendo i loro citofoni e leggendo uno ad uno i nomi degli abitanti di quelle case.
Persone che, RICORDIAMOLO, abitano in quelle case legittimamente, non le hanno rubate a nessuno, sono state assegnate loro per diritto. Quale sarebbe la loro colpa?
Perché sottoporli a questa violenza?
Ovviamente la loro colpa è essere stranieri, essere di un’altra “razza”, essere carne da macello elettorale.
Vivere in una Regione in cui si è in piena campagna elettorale e la ricerca disperata del voto per la poltrona esige di rivolgersi agli elettori parlando ai loro istinti più bassi.
Poiché però non siamo (ancora) in un’Italia nazista, ma in uno Stato di Diritto retto dalla Costituzione Italiana, ricordo ai due Colleghi Avvocati e candidati che per la legge, la diffusione di nomi, cognomi indirizzo di residenza degli assegnatari degli alloggi popolari per essere lecita deve ricevere il consenso degli interessati.
Senza tali requisiti la diffusione viola la normativa in materia di protezione dei dati personali.
E dato che non risulta alcun un consenso di quei cittadini alla pubblicazione e diffusione dei propri dati, il video postato dai due politici è un trattamento di dati personali illecito e non autorizzato.
Per questo ho già inviato una segnalazione al Garante della Privacy per la violazione degli artt. 6, 13 e 35 del Reg. UE 2016/679.
Inoltre ricordo che i cittadini che hanno subito questa violazione da parte dei due politici possono proporre personalmente un reclamo al Garante della Privacy al seguente link: https://www.garanteprivacy.it/…/modulistica-e-servi…/reclamo
Cosa rischiano i due politici che hanno detto di infischiarsene della Privacy?
Il Garante avvierà un procedimento per verificare e accertare le irregolarità; e in caso di esito positivo potrà infliggere una sanzione pecuniaria fino ad un massimo di 20 Milioni di euro (non 20mila, 20 MILIONI di euro).
Inoltre tutti quei cittadini violati nella loro Privacy potranno chiedere un risarcimento danni rivolgendosi al Tribunale di Bologna.
Infine per noi cittadini NON DIRETTAMENTE COINVOLTI in questa orribile vicenda è valida la possibilità di inviare una libera segnalazione al Garante della Privacy.
Ecco gli indirizzi a cui farlo e un modello di segnalazione.
Posta elettronica: protocollo@gpdp.it
Posta certificata: protocollo@pec.gpdp.it
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Spett.le
Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Piazza Venezia n. 11
00187 Roma
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Oggetto: segnalazione trattamento illecito dati personali (diffusione illegittima dati personali in rete)
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Spett.le Garante per la protezione dei dati personali,
la presente per segnalarVi l’increscioso, nonché illecito, episodio che ha coinvolto alcuni cittadini di Bologna.
In data 01.11.2019, su Facebook e su altri siti web, il parlamentare Galeazzo Bignami e il Consigliere Comunale Marco Lisei hanno pubblicato un video in diretta in cui inquadravano i campanelli con i nomi e cognomi degli inquilini delle case Acer, con l’unico scopo di dimostrare che fossero tutti stranieri.
Oltre a rappresentare una campagna elettorale che incita all’odio e alla discriminazione, tale episodio raffigura un trattamento illecito di dati personali.
La pubblicazione di dati personali online è una forma di diffusione che deve rispettare una serie di requisiti per essere legittima.
La diffusione di nomi, cognomi e indirizzo di residenza degli assegnatari degli alloggi popolari per essere lecita doveva ricevere il consenso degli interessati dietro il rilascio di un’informativa; senza tali requisiti la diffusione viola la normativa in materia di protezione dei dati personali.
Vi sono appositi strumenti, tra i quali non rientra un video pubblicato su Facebook, che la legge mette a disposizione per visionare la lista degli assegnatari degli alloggi popolari come gli accessi agli atti e le pubblicazioni in Albo Pretorio e Amministrazione Trasparente, dove gli stessi Enti Pubblici devono equilibrare la protezione dei dati personali con le esigenze di trasparenza.
Dato che non risulta un consenso degli interessati alla pubblicazione e diffusione dei propri dati, né tanto meno una legge che preveda questo tipo di pubblicazione, il video postato dai consiglieri rientra in un trattamento dei dati non lecito e non autorizzato per violazione degli artt. 6 e 13 del regolamento, raffigurando un’ipotesi di rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche (data breach) ai sensi dell’art.35 del Reg. UE 2016/679.
Per tutte le ragioni ivi esposte, chiedo alla SV Autorità di procedere a verificare l’accaduto con i poteri riconosciuti dall’art. 58 del Reg. UE 2016/679.
In fede
Firma
3 Comments
No comment! Eppure Sergio le azioni fasciste nelle ultime settimane si sono intensificate in modo sempre più preoccupante. Oltre a segnalarle, condannarle forse potremmo organizzare un grande evento, come quello sulla Cultura di anni fa. Li chiamerei ” Stati Generali della democrazia”. Sarebbe bello.
Un abbraccio a Bruna
Daniela
La gente deve sapere, ma quali stati generali , bisogna andare in piazza contro il fascismo crescente.
Marco bs
Vergogna!!!Condivido con Marco!
Bisogna andare in piazza!!!!