Ecco a voi un modo diverso di vedere le cose, molto diverso e molto profondo.
Ma vi ricordate le vecchie campagne elettorali, degli anni di piombo, del pentapartito, delle giacche di fustagno e dei partigiani come presidenti? Se siete giovani no, e allora ve lo dico io: c’era eleganza, passione politica, malaffare ma sotterraneo, inciuci ma non esibiti. Niente social, c’era Montanelli. Si citava Flaiano, sapendo bene chi fosse. C’era competenza, gente politicante di mestiere, che ti prometteva non la Luna ma la scarpa destra, dandoti prima la sinistra. C’erano personaggi che si sono portati nella tomba stragi di Stato mai provate, accordi mafiosi mai scoperti. Gente coi coglioni, piena di cadaveri nel loro curriculum, ma mai scoperti.
Erano tempi grigi sotto ogni punto di vista, con i pochi saltimbanco della politica relegati a ruoli folkloristici eppure, a confronto di oggi, con uno spessore ineguagliabile. Penso a Pannella, le sue Ciccioline e le sue canne. Forattini disegnava rotondissimi Spadolini, ed era già eccessivo. Martelli portava la borsa a Craxi, ed era visto più come un paggetto che come un mestierante. La Malfa, Fanfani, Andreotti, Moro, Berlinguer, Almirante, Zanone, in ordine sparso, spalmati in ere geologiche. Sempre loro, a girare tra ministeri. Gaspari governava una intera regione. Oggi una erre in più ed è subito Gasparri, che governa un intero profilo Twitter, ma ricorrendo a uno staff, ché da solo è complicato.
Non era meglio, allora, affatto.
Ma c’era silenzio, distanza tra noi e loro, distanza nei modi, distanza nella cultura. Distanza non vista come limite da abbattere ma come riconoscimento di sacralità della politica.
Oggi invece c’è la corsa a mostrarsi vicini alla gente. “Io sono come voi!” dice una mummia in doppiopetto col biscione rinsecchito nelle mutande, che di noi non ha nulla, neppure più le forme.
“La gente è con me” dice un ignorante razzista che nella vita non ha mai lavorato e mai lavorerà.
La gente che diventa protagonista, per portare genuinità nella politica, dice. Ma infrangere il muro tra noi e loro non nobilita nessuno: porta caciara ai piani alti, mostra i limiti delle passioni prive di mediazione, i limiti della scarsa cultura, i limiti della scarsa conoscenza dei meccanismi che hanno costruito persone migliori di noi, scelte da noi quando anche noi eravamo migliori, più modesti, privi di saccenza e convinzione di sapere come va il mondo perché c’è Google e allora a che serve l’esperto? A che serve lo studio? A che serve l’impegno? E questo diventa: a che serve la politica? A che servono le istituzioni? E ora siamo ancora oltre: è dannosa la politica! Tutti a casa! I medici hanno interessi personali: scelgo io i miei vaccini! Il professore ha richiamato mio figlio: via in tribunale!
Nel momento in cui si è infranto il muro tra noi e loro, noi ci siamo convinti di essere meglio di loro, più capaci, più puliti.
Ci sentiamo investiti del sacro fuoco della ragione, dell’onestà.
Noi, che “Non mi serve fattura, c’è uno sconticino?”.
E adesso siamo là, dove c’erano loro.
Ci siamo riusciti, siamo arrivati dove volevamo, mandando a casa quella gente della Prima Repubblica, disgustosa, collusa, mafiosa e farabutta. E li abbiamo da tempo mandati “A CASAAA!”, no?
E ci siamo messi al loro posto. L’abbiamo fatto, non lo vedete? Non c’è più Andreotti, non c’è più Craxi, non c’è più Berlinguer.
Ci siamo noi. Noi, Gasparri. Noi, Meloni. Noi, Salvini. Noi. Cialtroni, borgatari, incompetenti. Noi, ignoranti, privi della conoscenza delle istituzioni, ma “veri”! Noi, che insultiamo, facciamo i selfie con la torre di Pisa. Noi, che usiamo la morte di una ragazza stuprata e fatta a pezzi per la nostra misera campagna politica. Ma siamo noi, non siamo più ingessati come erano quelli.
Noi siamo veri, genuini. Ci sta qualche eccesso. Ci sta qualche insulto. Ci sta prendere per il culo gli altri. Perché così fa la gente, è normale. Insultare e denigrare i meridionali e poi farsi due conti e capire che senza i voti dei milioni di meridionali non si governa. E allora viva il Sud! Niente più secessione! Così fa la gente, no? Ventiquattro anni di dimostrazione di malaffare, inettitudine, interessi personali da portare avanti, contratti con gli italiani mai rispettati e di nuovo da Vespa, di nuovo un contratto, di nuovo promesse irrealizzabili. Così fa la gente, no? La gente va a puttane, che problema è se lo fa anche chi governa? E che male c’è se lo ammette? Che male c’è se cade il muro della discrezione, della dignità? Noi siamo loro, loro sono noi.
E allora perché state ancora a dire male ai politici? Quelli cattivi, quelli ladri, li avete mandati a casa, no? Le monetine davanti l’hotel Raphael, nel ’93, le abbiamo tirate, no? È andato via, morto latitante perfino.
Perché ancora a urlare “a casaaa!”? Non vi sentite rappresentati neppure adesso? E perché mai? Siete voi, quelli, non lo vedete?
Che? Voi siete migliori di questa gente? Al loro posto fareste meglio perché voi avete ideali, onestà da vendere, capacità? Così vi vedete? Capaci di fare meglio di questi cialtroni?
Non c’è niente da fare: siete proprio loro.
Uomo Morde Cane (Massimiliano Zulli)
3 Comments
Ci si può riscattare il 4 Marzo votando PD & Coalizione, e spiegando a tutti quello che c’è in gioco. Perché in democrazia, per fortuna, si può cambiare. Sempre
L’analisi di Zulli è allo stesso tempo bella e inquietante, stimolante però per quanti come me hanno vissuto impegnati le ere geologiche trapassate della politica. A volte mi chiedo se sono davvero l’ultimo (o uno degli ultimi) dei mohicani. La mia cultura politica lamalfiana mi spinge a guardare tutto in tralice privilegiando le conseguenze sociali dei provvedimenti economici e sbalordisco! Nessuno, noi compresi, parla più delle famose salvaguardie pronte a far scattare le aliquote I.V.A. nel caso di sforamenti rispetto agli impegni sottoscritti. Mi pare la trappola accuratamente nascosta pronta a scattare dopo il 5 Marzo. Come Uncas seguiva tracce invisibili così io mi perdo dietro a quella traccia. L’eventuale aumento delle aliquote provoca di per se un notevole spostamento del peso fiscale a carico dei ceti più deboli e bene, anzi benissimo, abbiamo fatto anche nell’ultima finanziaria a scongiurarne lo scatto, sacrificando allo scopo quasi i 3/4 della manovra. Sarà mica quello lo strumento nascosto della destra per finanziare la folle Flat Tax? Si premiano i ricchi togliendo ai poveri con il classico strumento delle imposizioni indirette. A nessuno viene in mente la tassa sul macinato?
Ottimo lo sviluppo del Reddito di Inclusione; ancora meglio la proposta sul salario minimo sancito per legge; ma occorre attaccare la destra svelandone i veri obiettivi, che intendono realizzare strumentalizzando ancora una volta il lumpen proletariat con proposte come l’aumento dei minimi della pensione sociale, da vanificare un attimo dopo con le loro delinquenziali manovre come già successo con la speculazione sul cambio reale euro/lira. Lasciamo perdere i grullini, ormai fuori dai giochi, e attacchiamo in pieno le proposte economiche della Destra smascherandone gli obiettivi. La loro proposta in sostanza è sempre quella da ormai almeno due secoli: che i ricchi si arricchiscano ancora di più e qualche briciola cadrà dai loro tavoli a favore dei meno abbienti. Tante sono le riforme avviate durante la scorsa difficilissima legislatura, cosicché diventa stucchevole elencarle. Concentriamo i discorsi sull’economia, nella consapevolezza che solo la passione ideale da fuoco e forza ai pur concreti argomenti.
A Faggioni dico che non si può cessare di segnalare le incompiutezze grilline, nelle analisi e nei programmi annunciati. Non si può rinunciare ad aprire gli occhi ai troppi giovani che restano affascinati dai giochetti contabili pentastellati. Nell’ arte di governare niente è facile.
Proprio per questo la nostra campagna elettorale è ardua, perchè deve far lavorare il cervello con frasi dipendenti di primo e secondo grado.
Sandra Festi – Bologna