Sandra Zampa, ex vice presidente del Pd, lei è contraria al rinvio dell’Assemblea dem. Una settimana in più o in meno cosa cambia?
«Il problema non è la data ma il rinvio. Penso che di rinvio in rinvio questo Pd è morto. Si poteva legittimamente dire subito che l’Assemblea ci sarebbe stata dopo la fine della consultazioni e vicini a una soluzione sul governo. Non lo si è fatto. Aggiungo che molti delegati si erano già organizzati, acquistando il biglietto del treno o prenotando l’albergo. Io vengo lo stesso a Roma sabato prossimo, perché c’è un incontro della diocesi di Bologna con Papa Francesco».
Pensa che Renzi abbia avuto timore di una conta?
«Forse. Potrebbe esserci alla base l’idea di non controllare l’Assemblea nazionale oppure che il timore di una discussione sull’apertura di un dialogo con i grillini. Noi sappiamo che molta gente un tempo di sinistra è finita nei partiti populisti e nei 5Stelle in particolare, tanta quanto neppure sospettavamo. Quando pensiamo di discutere di questo?».
Lei non è più parlamentare e con qualche decina di ex deputati e senatori dem non doveva neppure più partecipare alla convention dei mille delegati.
«Abbiamo fatto ricorso alla commissione di garanzia e mi è poi arrivata la magnanima comunicazione che invece posso assistere all’Assemblea. Senza diritto di voto (sul segretario non l’avevamo neppure prima) ma neanche possiamo prendere la parola. In pratica è una partecipazione dimezzata, peraltro non eravamo stati neppure avvertiti. Cosa costava una mail personalizzata? Tenuto conto che abbiamo lavorato per questo partito, pagando anche un prezzo per errori di altri».
Nonostante le dimissioni da segretario, il controllo del Pd è saldamente nelle mani di Renzi?
«Spero di no. Ma sono rimasta molto negativamente colpita dalla notizia secondo la quale c’è stata una riunione dei due capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, del vice presidente della Camera Ettore Rosato, del presidente del partito Matteo Orfini – che dovrebbe rappresentare tutti – con Renzi a casa di Marcucci. Renzi continua a volere governare il Pd, in questo mancando di rispetto alla fatica che Maurizio Martina, a cui è stata affidata la reggenza, sta facendo».
Potrebbero esserci altri scissioni?
«Il Pd ha due strade: o rinasce, ma ci vuole uno scossone e uno straordinario cambiamento di linea politica e anche di classe dirigente, oppure muore».
È plausibile che Renzi sia tentato da un partito nuovo alla Macron?
È plausibile che Renzi sia tentato da un partito nuovo alla Macron?
«Lui ha sempre detto di no, spero non abbia cambiato idea. Non so quali siano le sue ambizioni, non credo quelle di un partitino del 5 per cento».
Appoggerà Martina per la segreteria?
«Sì. Ma ci vuole anche un rapido avvio del congresso che metta a confronto linee politiche più che nomi».
In una situazione internazionale così drammatica, il Pd deve assumersi la responsabilità di fare nascere un governo?
«Siamo chiamati a riflettere. Abbiamo visto troppo sangue scorrere e dobbiamo ricordare al paese cosa è stato l’Iraq. Se il presidente Mattarella chiamasse a una assunzione di responsabilità non possiamo respingere la richiesta. Non è immaginabile che il Pd si chiami fuori, sarebbe irresponsabile».
Lei ha firmato il manifesto di protesta delle donne dem?
«Mi è parso inadeguato alla portata del problema, che c’è tutto ed è grave».
«Mi è parso inadeguato alla portata del problema, che c’è tutto ed è grave».
Giovanna Casadio, la Repubblica, 15 aprile 2018
13 Comments
Basta per Dio, il partito lo avete fatto morire voi con i vostri distinguo e puntualizzazioni. Possibile che abboccate a tutte le provocazioni che i giornalisti vi mettono in bocca.
Si il partito è morto pensiamone un’altro o andiamo tutti in ferie.
Non se ne può più. Perché lo fate? Solo per un po’ di visibilità? Poveretti.
Marco bs
Caro Marco,
perché reagisci con tanta cattiveria? Sandra Zampa è stata parlamentare prodiana e ha lavorato con serietà e dedizione al PD, non credo sia in cerca di visibilità, è sinceramente angosciata come tutti noi e in più delusa da certi comportamenti quantomeno incomprensibili del nostro gruppo dirigente, o almeno di quello più genuinamente renziano. Se si liquidano così le problematiche interne andiamo davvero poco lontano. Queste problematiche esistono e non si può far finta di nulla.
Sergio
Cari tutti,
credo che lo scatto, certo un po’ eccessivo, di Marco sia riferito alla purtroppo inveterata abitudine dei nostri vertici di discutere e confrontarsi tramite interviste e talk show, alimentando così quel clima di eterna rissa interna, che tanto male ci ha fatto, da che siamo PD, e ce ne fa ancora.
Il sistema dei media ci è ostile, inutile negarlo, è interesse dei giornalisti e dei loro editori sfruttare i nostri problemi, prima a scopo commerciale e poi per metterci in condizione di non nuocere agli interessi consolidati che essi difendono.
Vogliamo ancora ripeterci l’elenco dei sacrosanti provvedimenti dei nostri governi, che hanno leso equilibri ed ambiti mai nemmeno sfiorati prima?
Avete sentito Davigo ripetere che toccare le ferie dei magistrati è stato un atto di intimidazione? E la riduzione dei distacchi sindacali? E le valutazioni dei prof? E la licenziabilità dei dipendenti pubblici assenteisti? La conseguente responsabilità dei dirigenti? La fine della pacchia del voto capitario per le banche locali? Il tetto agli stipendi pubblici? E i sovrintendenti presi a concorso esterno? …
Tutto questo ci ha inimicato gran parte del Paese, è evidente, e i media hanno soffiato sul fuoco con gran gusto.
E lo fanno ancora.
E lo faranno con sempre più lena, se mai dovessimo in qualche modo riavvicinarci all’area di governo.
In questo clima, ragionevolezza e disciplina esigerebbero estrema sobrietà nelle esternazioni ed estrema cautela nel fomentare polemiche in gran parte inutili, visto che sulla posizione “attendista” del PD tutti, almeno a parole, concordano.
Purtroppo tutto il contrario di ciò a cui il nostro Partito è abituato.
E allora: “continuiamo così, facciamoci del male!”
PS:
C’è ancora qualcuno (Peter Gomez) che cerca Bertinotti per fargli dire che fu giusto far cadere Prodi vent’anni fa.
E chi (Marco Damilano) usa la nostra pagina più vergognosa (i 101 contro Prodi), almeno fino all’ancor più vergognosa lotta interna contro il referendum, per dimostrare che il PD è un partito sbagliato e deve scomparire. Il PD, non quegli irresponsabili, di cui non sapremo mai il nome, anche se ne conosciamo l’identikit.
Noi continuiamo a dare volentieri adito a tutto questo scempio: e nel frattempo il Paese si gode le piroette di Di Maio e Salvini …
Queste problematiche si discutono nelle sedi opportune non sui giornali e a quel punto posso essere anche d’accordo con la compagna Sandra. Possibile che non si riesca a capire che i giornalisti stanno aspettando apposta queste cose per mettere zizzania tra di noi?
Scusa Sergio e Sandra ma non ha importanza se si è Prodiani o Renziani o quello che vuoi , un partito ha le sue regole e le sedi appropriate per esporre le proprie idee perché dobbiamo continuamente farci del male.
Marco bs
Cari tutti,
credo che lo scatto, certo un po’ eccessivo, di Marco sia riferito alla purtroppo inveterata abitudine dei no-stri vertici di discutere e confrontarsi tramite interviste e talk show, alimentando così quel clima di eterna rissa interna, che tanto male ci ha fatto, da che siamo PD, e ce ne fa ancora.
Il sistema dei media ci è ostile, inutile negarlo, è interesse dei giornalisti e dei loro editori sfruttare i nostri problemi, prima a scopo commerciale e poi per metterci in condizione di non nuocere agli interessi consoli-dati che essi difendono.
Vogliamo ancora ripeterci l’elenco dei sacrosanti provvedimenti dei nostri governi, che hanno leso equilibri ed ambiti mai nemmeno sfiorati prima?
Avete sentito Davigo ripetere che toccare le ferie dei magistrati è stato un atto di intimidazione? E la ridu-zione dei distacchi sindacali? E le valutazioni dei prof? E la licenziabilità dei dipendenti pubblici assenteisti? La conseguente responsabilità dei dirigenti? La fine della pacchia del voto capitario per le banche locali? Il tetto agli stipendi pubblici? E i sovrintendenti presi a concorso esterno? …
Tutto questo ci ha inimicato gran parte del Paese, è evidente, e i media hanno soffiato sul fuoco con gran gusto.
E lo fanno ancora.
E lo faranno con sempre più lena, se mai dovessimo in qualche modo riavvicinarci all’area di governo.
In questo clima, ragionevolezza e disciplina esigerebbero estrema sobrietà nelle esternazioni ed estrema cautela nel fomentare polemiche in gran parte inutili, visto che sulla posizione “attendista” del PD tutti, al-meno a parole, concordano.
Purtroppo tutto il contrario di ciò a cui il nostro Partito è abituato.
E allora: “continuiamo così, facciamoci del male!”
PS:
C’è ancora qualcuno (Peter Gomez) che cerca Bertinotti per fargli dire che fu giusto far cadere Prodi vent’anni fa.
E chi (Marco Damilano) usa la nostra pagina più vergognosa (i 101 contro Prodi), almeno fino all’ancor più vergognosa lotta interna contro il referendum, per dimostrare che il PD è un partito sbagliato e deve scom-parire. Il PD, non quegli irresponsabili, di cui non sapremo mai il nome, anche se ne conosciamo l’identikit.
Noi continuiamo a dare volentieri adito a tutto questo scempio: e nel frattempo il Paese si gode le piroette di Di Maio e Salvini …
C’è un commento in moderazione da stamane.
Come mai?
Ho aggiornato la piattaforma del blog all’ultima versione e l’antispam considera tutti i commenti come spam mandandoli in moderazione. Cerco di risolvere al più presto.
Sergio
Caro Sergio,
Sono d’accordo con te: “i problemi esistono e non si può far finta di nulla”, ma chi vuole imporre la propria filosofia come linea politica del PD, fregandosene della democrazia nel partito democratico, non può avere ragione. Dico di più: chi non accetta che sia la “maggioranza”a comandare, rispettando la “minoranza”, non può far parte del partito democratico. Se la linea politica del partito democratico non coincide con la mia e non riesco ad accettare nessuno compromesso io esco dal partito in cui ho creduto e ne cerco un altro, senza demonizzare nessuno. Dobbiamo smetterla di ragionare con il solito e vecchio algoritmo: “ se non fate quello che dico io siete venduti, reazionari,fascisti”. Dobbiamo ascoltare di più, ma alla fine la “MAGGIORANZA” decide e nel PD una maggioranza c’è sempre.
Un caro saluto a tutti Antonio De Matteo Milano
Sono d’accordissimo con Marco e con Ernesto.
Cara Sandra, è ora di finirla con la rivendicazione dell’ulivo e di Prodi che sembra che abbia fatto tutto giusto e gli altri che si sono succeduti tutto sbagliato.
Di errori Prodi al governo in un momento difficile, come anche gli ultimi anni di governo Renzi e Gentiloni, ne ha fatti.
Perciò diciamo che chi cerca di fare qualcosa di riformatore può sbagliare o non essere capito dai più, ma criticare sempre dall’interno no, basta.
Camillo Repetti
In tutto quanto ho letto sopra c’ é tanto fiele – che dobbiamo mettere da parte- e tanta storia del partito non assimilata – quando dimenticheremo il frettoloso matrimonio PdiS + Margherita?- che bloccano le posizioni dei dirigenti a prescindere da ogni considerazione politica.
Ho apprezzato l’ intervista rilasciata al “Foglio” da Piero Fassino : questa è una prova della serietà di un dirigente politico che offre una lettura oggettiva di quanto è successo dal 4/03 ad oggi e propone una linea strategica. Su questo si discute.
Noi non possiamo nutrirci di ciò che vogliono scrivere i giornali, noi diamo ai giornali le nostre valutazioni già elaborate . Quanto ai giornali : ce n’ è uno che abbia ricordato la scena della mortadella in parlamento?
Sandra Festi – Bologna
Cara Sandra Festi ,
Puoi rispiegarmi la tua frase: “quando dimenticheremo il frettoloso matrimonio PdiS +Margherita? che bloccano le posizioni dei dirigenti a prescindere da ogni considerazione politica”, riportata nell’intervento sul blog di Staino? Scusami la mia ignoranza ma l’ho letta e riletta 10 volte, e non riesco a capire il senso. Vorrei assimilare di più la storia del partito democratico e ti ringrazio e se vuoi aiutarmi. Un caro saluto Antonio De Matteo Milano
Rispondo in ritardo e me ne scuso.
Il matrimonio frettoloso ha lasciato un corteo di parenti riottosi : nel PD resiste una discriminante tra ex-DC ed ex-PCI riconoscibile in ogni atto o parola dei rappresentanti delle correnti. Troppo spesso le posizioni dei dirigenti sono piene di acredine e prive di argomenti politici.
Spero di aver chiarito la frase che era davvero contorta.
Sandra Festi.
Cara Sandra,
ti Ringrazio per la risposta e concordo con quanto da te sostenuto. I dirigenti del PD dovrebbero smetterla di considerarsi ex PCI ed ex DC e cercare di risolvere i problemi della nostra società utizzando, sempre il compromesso tra le due filosofie di vita ( cattolica democristiana e socialista/comunista ) esistenti nel partito. Il compromesso, che deve regnare nel partito democratico, non può e non deve prevedere mai l’acredine e l’arroganza .
Un Saluto a tutti Antonio De Matteo Milano