Dominique Moisi dà i voti a Emmanuel Macron. E lo promuove: «È stato abile nella gestione di questa crisi con l’Italia». Per l’esperto di geopolitica e a Parigi uno dei fondatori dell’Ifri, l’Istituto francese di relazioni internazionali, «nel momento in cui il Governo italiano e in particolare Luigi Di Maio sono andati troppo lontano, ha fatto bene a imporsi, a dire basta e a frenare una deriva che era verbale e indegna dell’Europa ma che ormai si allargava anche ai valori».
In un primo momento ha cercato di evitare il duetto Matteo Salvini-Di Maio, puntando sul premier Giuseppe Conte…
«Sì, ma poi ha capito che lui era una marionetta nelle mani degli altri due. Ha individuato in Sergio Mattarella l’unica personalità ragionevole oggi ai vertici dell’Italia, con cui poter dialogare. E ha fatto molto bene. Tra l’altro credo che Macron come la maggior parte dei francesi ritenga gli italiani nettamente migliori dei loro attuali dirigenti politici».
L’apparente tregua può reggere?
«Vedremo. Credo che l’alleanza tra la Lega Nord e il M5S già mostri evidenti scricchiolii. Loro rappresenteranno una brutta parentesi nella storia politica italiana. Il problema è quanto durerà».
In realtà Salvini sale nei sondaggi…
«Certo, ma finora si parlava male dei francesi, così gli italiani si sfogavano in qualche modo e guardavano altrove, non nel proprio portafogli. Adesso che la recessione dell’economia è iniziata, forse gli italiani guarderanno al loro portafogli e capiranno certe cose».
Cosa pensa del leader della Lega Nord?
«È inquietante, perché furbo e molto politico. Ma è solo una pallida copia di Mussolini, se è a quello che ambisce. E non ha una visione d’insieme del mondo e delle cose così sviluppata come quella di Silvio Berlusconi. In ogni caso, più in generale, in questa battaglia di valori e di civiltà che divide l’Europa fra i populisti e gli altri non è detto che Salvini e quelli come lui alla fine vinceranno».
Un test importante è rappresentato dalle elezioni europee in maggio…
«Sì. E in Germania i Verdi e la Cdu potrebbero opporre una decisa resistenza alle forze populiste. In Francia, nelle ultime settimane, Macron sta recuperando nei sondaggi e il suo partito, la République En Marche, potrebbe piazzarsi al primo posto, davanti al Rassemblement National di Marine Le Pen. In questa fase la storia esita, è come se fosse su una bilancia: può cadere da una parte o dall’altra».
Nella crisi tra Italia e Francia, la colpa è solo degli italiani?
«No, anche Macron ha le sue responsabilità. Non ci si può occupare della Libia senza coinvolgere l’Italia. E sulla crisi dei migranti, già da prima era mancata la solidarietà. Ma uno stile politico populista diventa inaccettabile : è contrario ai valori dell’Europa».
Ora Salvini sta chiedendo indietro gli ex brigatisti, che trovarono rifugio in Francia. Cosa ne pensa?
«Su quello sono d’accordo. L’Italia ha diritto di pretendere l’estradizione di chi si è reso responsabile di fatti di sangue. Non sono mai stato d’accordo con la «dottrina Mitterrand».
Leonardo Martinelli, La Stampa, 14 febbraio 2019
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