Caro Sergio, la vignetta oscena del Fatto Quotidiano l’hai vista? Sembra una réclame di un negozio hard core e si riferisce alla povera Elena Boschi!!!
Ma perché stanno tutti zitti?
Anche su quanto detto da Cassese e sulla persecuzione all’odiatissimo Renzi è mai possibile che nessuno dica qualcosa?
E se lo fanno sottovoce con malcelata soddisfazione , della serie ‘se l’è meritata’?
Credo che un argomento che le forze di ‘sinistra’ (così si definiscono) dovrebbe essere quello dell’ODIO.
Perché con questa aria sorniona, saccente e anche un po’ supponente si nascondono sentimenti malati.
Io vorrei sentir parlare la gente non Bersani Cuperlo ed altri ‘che sanno’
Dove sono i giovani?
Ti abbraccio con tanto affetto.
Viviana
Cara Viviana,
mi sono consultato con Ellekappa se fare un comunicato su questo argomento ma poi abbiamo deciso di no. Mannelli lo conosco bene ed è un grandissimo disegnatore, uno dei migliori che abbiamo in Italia, cosa che gli ho sempre detto ripetendogli anche che spesso le sue vignette fanno rabbrividire per l’offensività e la stupidità che contengono a livelli addirittura inspiegabili. Lì comunque la responsabilità è del noto direttore campione di delinquenza giornalistica. Mi fa tristezza anche Gad Lerner che questa settimana conduce Terza Pagina molto glorioso del giornale su cui adesso scrive.
L’unica cosa che posso dire è che fare satira oggi è molto difficile. Negli anni ’80 era viva la passione e la partecipazione politica e la satira commentava con ironia gli opportunismi e le stronzate di una parte e dell’altra della politica. Oggi la cattiveria populista che permea tanta parte della nostra società influenza anche la capacità di leggere e capire la satira e spesso, sia lettori che autori, confondono l’intelligenza satirica con l’offesa volgare e gratuita. Non posso che chiedere perdono a Maria Elena Boschi per il basso livello a cui a volte arriva la mia categoria.
Sergio
9 Comments
Caro Sergio,
se fossi cattivo come loro, direi “cane non mangia cane”. Ma non lo sono e non mi permetto: ho troppo rispetto per la vostra intelligenza, che è la vera fonte della satira.
La perversione, invece, genera mostri, e quella vignetta, anche come stile, ricorda le vignette naziste sugli ebrei, vignette che nessuno spaccerebbe per satira.
E’ innegabile comunque che quasi nessuno si sia pubblicamente dichiarato scandalizzato da tanta gratuita violenza.
Ed è un errore madornale.
Mi permetto di dare un consiglio non richiesto: non è tardi per rivedere la decisione tua e di Ellekappa. Pronunciatevi.
Una vostra dichiarazione avrebbe il pregio di riportare un po’ di umanità nella lotta politica.
Pensateci: tante persone civili, di ogni schieramento, vi sarebbero eternamente grate per il vostro coraggio.
Ricevo da Ellekappa e posto volentieri.
E sì, la vignetta di Mannelli l’abbiamo vista e l’unica cosa che abbiamo concluso
con Sergio è che è veramente inguardabile, incommentabile.
Anzi, no, fa tristezza.
Perché Mannelli è uno dei più grandi disegnatori italiani e vedere il suo immenso
talento risolversi in una rappresentazione della donna così becera e stantia
non può che fare tristezza.
È un’offesa all’intelligenza dell’autore, prima che del lettore.
Una vignetta che avrebbe potuto circolare con successo in un bar degli anni’60
frequentato da vecchietti tipo “vorrei ma non posso più”.
Sergio avrebbe voluto fare subito un comunicato stampa, io mi sono rifiutata,
secondo me non ce n’è bisogno, è una vignetta che si qualifica da sé.
Poi si sa come vanno a finire queste cose.
Si fa di nuovo pubblicità a un qualcosa che è meglio dimenticare e poi magari
si apre il dibattito sul politicamente corretto o sulla libertà di satira, argomenti che
che con questa vignetta non c’entrano proprio nulla. Non c’è provocazione, non c’è riflessione
politica, è solo una vignetta vecchia e tristissima.
E il solo fatto che sia stata prima pensata e disegnata e poi pubblicata
è solo l’ennesimo contributo a quel retroterra culturale che consente, ancora oggi,
di esercitare ogni sorta di violenza verbale, psicologica e fisica sulle donne.
Non ci siamo. E non arrampichiamoci sugli specchi.
Forse che non siamo capaci di tenere il dibattito sui binari giusti? Senza debordare nel sacrosanto diritto di satira?
Qui siamo di fronte ad un’operazione non casuale, deliberata, inserita in una campagna di odio e di delegittimazione, fatta sfruttando i peggiori e più squallidi stereotipi sulla donna.
Si usa scientemente il corpo della donna per fini propagandistici .
Ripeto, è nazismo, con una grafica ed una mentalità nazista.
Come gli ebrei con il nasone.
Non sottolinearlo è, a mio parere, sminuire l’orrendo substrato culturale e permettere altre e ancor più gravi aggressioni.
Questa è violenza, non satira.
E andrebbe rimarcato soprattutto dai colleghi di questo campione (ma siete fieri di averlo come collega?).
Anche Marco Travaglio, in quanto giornalista, è mio collega e non ne sono assolutamente fiero. Almeno Riccardo Mannelli è un grande artista e già è qualcosa di molto bello. Travaglio non è neanche un grande giornalista.
Sergio
Cosa si può dire a proposito della vignetta di Mannelli del giornale “il fatto quotidiano” , che tortura una donna bella, intelligente e famosa, come Maria Elena Boschi? Io credo che sia l’ennesimo scoop dei mass media intesi come sono a controllare le masse per conto dei potenti di turno. I media dovrebbero aiutare i popoli a capire e metterli in grado di gestire insieme le proprie società ed invece alimentano le guerre fratricide tra gli umani.
Tant’è che un Vignettista ritenuto, uno dei migliori autori satirici, pur di distruggere un avversario del suo padrone non esita a commettere un reato legale e morale, certo della sua impunità, garantita dal sistema informativo mondiale. Non è vero? Può essere, ma allora perché l’ordine dei giornalisti, e questi ultimi in generale, non chiedano l’esplulsione dal loro interno di Mannelli ed il suo direttore? Troppo travaglio e non ne vale la pena per correggere un metodo comunque previsto dal sistema informativo? Ma poi se dovesse succedere puoi sempre rappresentare i mass media ai massimi livelli lo stesso, come capita ad un altro ” ex grande direttore di giornale”.
Scusate ma ho spiegato per l’ennesima volta perché io non compro più i giornali, ma preferisco occuparmi con la mia associazione di volontariato denominata “comitato bicocca” dei problemi della gente.
Stiamo chiedendo, con tutte le nostre forze il rafforzamento dell’ambulatorio del medico di famiglia per far fronte alla quarta ondata della maledetta pandemia da covid19. Naturalmente quest’ ultimo argomento ai mass media non interessa.
Ringrazio per l’attenzione ed invio un caro saluto a coloro che mi leggono su questo blog, Antonio De Matteo Milano
Insistete nel chiamare “artista” uno che si presta a queste operazioni.
A me pare aberrante.
Caravaggio era un assassino, ma nella sua arte si vede il travaglio (ops!) di un’anima combattuta e ipersensibile, non l’esaltazione della violenza e del male.
Poe era un violento e un ubriacone, ma sapeva scandagliare l’animo umano e raggiungeva vertici ineguagliati di poesia.
Da un artista mi aspetto sensibilità, non violenza e prevaricazione.
Mi augurerei di leggere un po’ di contributi in proposito, ma vedo che il blog tace …
E non solo il blog …
Vedo solo adesso la vignetta di Mannelli. Che cosa dire? Direi che siamo in perfetta sintonia con il clima di fascistizzazione del paese. Esagero? Non credo. Nessuno pare accorgersi che è in atto una censura delle notizie “vere”. Nessuno sembra accorgersi che è in atto una repressione mai esercitata, ad esempio, verso mafiosi, nei confronti di una minoranza di cittadini che, a torto o a ragione, esprimono una diversa opinione in merito alla pandemia. Nessuno sembra accorgersi che è in atto un bombardamento propagandistico (uso anch’io il linguaggio militaresco tanto di moda) degno del Minculpop. Nessuno sembra accorgersi che è in atto una violenza verbale da brivido, un linguaggio minaccioso, atto a incutere terrore, da parte delle stesse istituzioni. La linea, chiamiamola così, del giornale di Travaglio non è altro che lo specchio di questa violenza. Non è di molto tempo fa lo “sfondo” usato da Travaglio durante una sua apparizione, mi pare dalla Gruber, con la fotografia di Renzi appoggiata a un rotolo di carta igienica, accostamento per il quale mi sembra sia stato querelato. E la spiegazione fornita (eh sì, il coraggio eccetera) è stata che si è trattato di una svista, il collegamento televisivo era previsto in un altro ambiente. Io penso si tratti di odio calcolato, esercitato a freddo, con feroce perseveranza, fino all’abbattimento definitivo del leader di Italia Viva. E sono in totale disaccordo con le motivazioni “difensive” addotte da Sergio e da ElleKappa.
Un caro saluto
Grazia
Una parte preponderante della nostra società, soprattutto quella al comando, ha creato un metodo che non prevede il coinvolgimento dei sentimenti, ma tutto è improntato sulla “vittoria” a qualsiasi costo.
Quindi nelle suddette condizioni mi sembra surreale pretendere dagli artisti attuali ed ancora meno dai loro fans sensibilità e rispetto in generale per gli esseri umani. A tale proposito voglio raccontare un episodio che mi è accaduto. Qualche giorno fa ho incontrato, in senso contrario, in un vialone del Parco Nord a MI, una persona sconosciuta e solitaria ed essendosi incrociate i nostri sguardi ho salutato con un buongiorno. Ecco La mia sorpresa. Il personaggio suddetto, al posto di restituirmi un saluto ,mi ha chiesto: “ci conosciamo io e lei?”. Ho risposto: no, ma pensavo di non disturbarla con un Augurio e mi sono allontanato nel silenzio più assoluto. Siamo in un mondo in cui ognuno predica il suo volere parlando a nome del popolo in cui opera con frasi tipo:” questo è quello che la gente vuole e solo così staremo meglio”. Succede quindi che gli artisti accontentano i loro fans ed intanto scalano le classifiche e diventano
“i migliori”. Io continuerò a salutare, anche se qualcuno si scoccerà irridendomi. Sono sicuro che il bene arginera’ il male con un semplice saluto, un augurio ed un sorriso che devono prevedere un colloquio senza pregiudizi e con rispetto obbligato del prossimo. Buona giornata e buon fine settimana a chi legge. Antonio De Matteo Milano
Circola sul nostro pianeta tanta cattiveria aiutata dall’ “io” imperante sul “noi” e forse un saluto con un sorriso può aiutare il bene, però….. Il sorriso…
Puoi sorridere per amare,
per odiare o ingannare,
ma gioia serena puoi ispirare,
solo se onestamente ti sai presentare. Buona giornata e buon inizio settimana chi legge. Antonio De Matteo Milano