Soprattutto quest’anno che in piena ondata pandemica i vari riferimenti storici legati alla religione, le processioni, l’estensione di crocifissi miracolosi, le svariate benedizioni per debellare il covid 19 sono stati sostituiti dalle indicazioni della scienza.
Lo si evince pure dalla morbosa curiosità dei cittadini italiani alle indicazioni dei vari Dpcm come se gli stessi fossero i vetusti anatemi religiosi, laddove i nostri concittadini recepiscono come dettami civili imprescindibili.
Le mascherine, i tamponi, la distanza fisica e le limitazioni varie hanno sostituito le storiche superstizioni, preghiere, processioni, segni della croce etc.
Anche l’ostensione del famoso crocefisso ligneo del xv secolo, custodito presso la chiesa di S. Marcello a Roma pseudo legato a due eventi del 1519 e 1522 ritenuti miracolosi, ripreso per l’occasione il 27 marzo da Papa Francesco con tanto di benedizione Urbi et Orbi per chiedere la fine della pandemia, non ha avuto riscontro sulla coscienza della gente, che al contrario ha venduto la propria “anima” alle indicazioni dell’istituto superiore della sanità.
Con ciò non si vuole provocare nessuno ma al contrario fare solo chiarezza sulle origini del cosiddetto natale.
Molti obietteranno sul fatto che le nostre radici sono Giudaico Cristiane, altri in contrapposizione potrebbero replicare che la nostra cultura è anche Greco Romana, in ogni caso il Natale, se vogliamo essere il più coerenti con la storia andrebbe festeggiato si in una cattedrale ma della scienza, ad esempio in un museo, magari decorando e abbellendo un cannocchiale nel contesto di un osservatorio astronomico, o magari una celebre formula matematica, perché è solo per la stessa scienza che si festeggia ancora oggi il natale.
La ricorrenza astronomica, storica è il 21 dicembre, data del solstizio d’inverno, istituita come festa civile già dall’imperatore Aureliano con il titolo di Natalis Invicti.
Come molti sapranno l’aggiustamento dei calendari ha portato allo slittamento di 4 giorni e soprattutto alla sovrapposizione della festa cristiana su quella pagana, che esisteva in moltissime culture dal Mediterraneo al Nord Europa.
Era il giorno della rinascita della luce il 22 dicembre e il cristianesimo ha sostituito la festa pagana del Sol Invictus con quella della nascita di Cristo, rubando di fatto il tutto al “dio della scienza” e ad ogni latitudine storica dei riti pagani precedenti all’avvento del cristianesimo.
Questa operazione avviene a Roma ed è attestata per la prima volta dalla Depositio martyrum verso il 336 ma la tradizione di festeggiare la rinascita del sole attribuendo a quella data la nascita di un Dio è tradizione comune in diverse parti del mondo e tra diversi popoli come attesta questo elenco di quanti illustri appartenenti al mondo divino possono fregiarsi della propria nascita nei giorni che vanno dal 21 al 25 di dicembre.
Dionisio o Bacco, dio del vino e della gioia in Grecia e a Roma. Moltissime sono le similitudini fra i misteri di Dionisio, conosciuto da 13 secoli prima di Cristo, ed il “mito cristiano”: Dioniso, “uomo che divenne dio”, era venerato come “dio liberatore” (dalla morte) perché una volta defunto discese agli inferi ma dopo alcuni giorni tornò sulla terra. Proprio questa sua capacità di resurrezione offriva ai suoi adepti la speranza di una vita ultraterrena tramite il suo divino intervento. Per essere ammessi al culto dionisiaco era necessario essere battezzati.
Direi più che imbarazzanti le analogie con la chiesa cattolica apostolica romana, ma questo è solo l’inizio, tra i nati verso il solstizio d’inverno ci sono molti altri antecedenti al cristianesimo il quale ha assorbito e derubato l’essenza da tutti questi sotto elencati:
Sol Invictus dio indigete cioè fra le divinità delle origini romane più antiche, ricevuto da ancor più lontani cicli di civiltà cioè dalla tradizione indoeuropea, identificato poi con Mithra ed anche col dio solare siriano Elio Gabalo.
Mithras, nato in una grotta sotto gli occhi di pastori che lo adorarono, culto dei militari di Roma e quindi diffuso in tutti gli angoli dell’impero dalle legioni, (e diverso dal Mithra di Persia), ricorda qualcuno vero?
Come lo stesso Mithra di Persia, nato da una vergine morto e risorto (sembra dopo tre giorni) e ancora Attys, nato da una vergine, morto a titolo di sacrificio, e che risorge il 25/3 in corrispondenza anche di data, oltre che di significato di rinascita della vegetazione, col periodo della pasqua.
Senza dimenticare Atargatis di Siria, grande dea madre, dea della natura e sua rinascita, chiamata dai romani anche Derketo e dea Syria (la sua festa risulta al 25 dicembre, quasi con certezza come data di nascita).
Oppure Kybele dea della Frigia amata da Adone (il 25 dicembre era festeggiata insieme ad Adone: ma che tale data fosse considerata la nascita in questo caso non è certo, è solo presunto);
Astarte della Fenicia, dea suprema, nonché dea della fecondità e dell’amore. Venerata anche dal re Salomone a Gerusalemme (la sua festa risulta al 25 dicembre, quasi con certezza come data di nascita). Anche essa scese agli inferi e risorse, che strano….
Osiride dio supremo egizio della morte e rinascita della vegetazione, e per estensione della rinascita dell’uomo. La resurrezione è il tema centrale del mito trinitario egizio di Osiride, Isis ed Horus dal quale pare proprio che sia stata presa l’ispirazione per una successiva famosa resurrezione in ambito ebraico.
Horus, dio falcone solare, figlio di Osiride ed Iside con cui costituiva una popolarissima triade che (insieme alle tante altre triadi di dei popolarissime in tutto il mediterraneo) è stata d’ispirazione alla triade cristiana non ufficiale di Dio padre, Madonna e Bambino Gesù, nonché al raggruppamento ufficiale della trinità, che esclude l’elemento femminile. La sua nascita era celebrata il 26 dicembre.
Ra, il dio Sole egizio corrispondente ad Helios, la cui nascita era celebrata il 29 dicembre nella città-tempio di Heliopolis a lui dedicata nella zona dell’attuale Cairo, infine, ma è solo una piccola parte, Krisna, ucciso da una freccia, rinascerà anche lui e, anche lui come babbo natale, porta doni nel cuore della notte.
Se tutto ciò non è ancora sufficiente un piccolo contributo lo dedichiamo pure all’albero di Natale che non va certo dimenticato, l’usanza di decorare un abete il cosiddetto albero di natale non è certo una prerogativa della comunità cattolica ma si è diffusa in tutto il mondo, antecedentemente e indipendentemente dal credo religioso.
La tradizione, la cultura della decorazione ha radici in un passato lontano e le sue origini sono pagane, tutto nasce in concomitanza con il solstizio invernale, i Maya come successivamente alcuni paesi nordici, ad esempio i Celti, avevano compreso che durante questo evento astronomico il giorno raggiungeva i suoi minimi per poi recuperare luce nei giorni successivi, era la rivincita della luce sulle tenebre.
L’abete, “pianta sempreverde” anche in inverno, testimonia la resistenza della vita contro il rigido clima invernale, si prestava quindi ad essere “decorato” proprio nel periodo del solstizio, la vita contro la morte.
La chiesa cattolica inizialmente vietò di abbellire abeti, vista poi la popolarità, con il suo classico opportunismo, incorporò anche questa tradizione.
6 Comments
Le monete false escono di continuo. Quella più falsa si chiama natale ( le palle di Natale ).
Ben tornato sol invictus
Bentrovati/e atei/e, agnostici/che, diversamente credenti,
solo per ricordare che – ci viene riferito, ovviamente – che è stato autorevolmente detto che deve darsi a Cesare quello che di Cesare (se del caso, 33 pugnalate) e a Dio quel che è di Dio: senza fare confusione; sicché può darsi taluno che creda sia nello Stato (nel nostro caso, l’I.S.S. ed i suoi esperti) sia in una Divinità, senza sentirsi in contraddizione veruna.
Buone festività a tutti/e.
Sergio Cassanello
Quando ti trovi al cospetto di un intellettuale non puoi fare altro che invocare la Madonna: ” ora pro nobis,” e sperare nella illuminazione divina che ti aiuti a capire quello che lui o lei intellettualmente predica. Amen Buona giornata a tutti- e Antonio De Matteo MI
” L’ immaginazione è la prima fonte della felicità “, così scriveva tanti anni fa il grande Giacomo Leopardi.
Il grande poeta ci suggersce un algoritmo, un modo di vivere in serenità ed in pace soprattutto nei periodi difficili, come questo segnato pesantemente dal maledetto Covid19. Immaginiamoci quindi di amare tutti gli esseri umani e di essere corrisposto ed insieme proviamo a studiare e capire meglio la natura (o Dio per i credenti). Questo anno, pesantissimo di guai, Così il nostro natale sarà felice anche se in clausura.Buon Natale con Tanta serenità ed affetto a tutta l’umanità. Antonio De Matteo MI
L’ intellettuale
Con il discorso difficile e forbito
pensa di averti circuito,
il tuo problema non è concepito
anzi con forza viene colpito.
Ti grida agitando il dito:
sei un troclodita rincretinito.
Buona domenica a tutti e tutte. Antonio De Matteo MI
Scusate! Il Titolo del mio componimento appena postato è:
L’intellettuale attuale.