Scusatemi ma a me Macaluso commuove sempre.
La Francia, con Macron, e la Germania con Merkel hanno stretto un nuovo patto per spingere in avanti l’integrazione europea. Entrambi hanno compiuto atti che mostrano la necessità di avere più Europa nei confronti di Trump, la cui politica genera guerre commerciali, ma anche nei confronti della Cina e della Russia. Nella campagna elettorale italiana la questione europea, messa al centro dalla lista di Emma Bonino, è affrontata con posizioni nettamente negative dalla Lega di Salvini, dai Cinquestelle e dal partitino della Meloni, tutti sovranisti ma costretti talvolta dalla realtà a fare dei passi indietro tattici.
Il Pd ha oscillato. Renzi, presidente del Consiglio, ha sparato slogan demagogici (una volta tolse persino le bandiere dell’Ue dal suo ufficio). Una correzione l’ha apportata Gentiloni. Renzi, a sua volta e come fa spesso, ha cambiato cavallo e ha promosso un incontro con Macron e lo spagnolo Albert Rivera, leader di Ciudadanos per un’intesa che avrebbe l’Europa come punto di riferimento (a dispetto del Pse). C’è, insomma, un uso strumentale dell’europeismo. Ecco, infatti, che nelle liste del Pd si candida Gianni Pittella, in Basilicata e a Salerno, il capogruppo di S&D al Parlamento europeo. Leggo che, in una conferenza stampa seguita da un comunicato, che Pittella non si dimette da capogruppo e anzi si candida in Italia proprio nella qualità e nella veste di presidente del Gruppo europeo. Se ne deduce che il gruppo Socialisti e Democratici europei candida Pittella alle elezioni italiane. Non so se ridere o piangere. Ecco a cosa serve l’europeismo di Renzi e Pittella.
Nello stesso periodo, il presidente del Parlamento europeo, il forzista Antonio Tajani, già portavoce di Berlusconi, ha usato la sua carica istituzionale per riproporre Berlusconi in Europa. Nel suo ufficio di Bruxelles ha riunito e dato pacche sulle spalle allo stesso suo ex Capo e al presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, per fargli fare pace. Anche con la Merkel. E dunque anche Berlusconi ha usato, per la sua campagna elettorale il presidente del Parlamento che dovrebbe rappresentare tutti i gruppi e nazionalità. Peraltro, l’ex Cavaliere ha indicato Tajani come il suo possibile candidato alla guida del governo. Ecco, ancora una volta, a cosa serve l’Europa.
Per quanto riguarda il centrosinistra io, a questo proposito, penso che sia positivo l’impegno di Gentiloni, la battaglia della Bonino e il passo compiuto da uno sperimentato europeista come Prodi.
Emanuele Macaluso, EM.MA in corsivo, 1 febbraio 2018
9 Comments
Ma scusate a che servono tutte queste. Polimichette ?
Forse che Pittella non doveva candidarsi perché presidente del gruppo S & D ? Sono dell’ avviso che si presenti anche in virtù del suo ruolo ….
Ma quanta fatica si fa da parte di qualcuno a dire con chiarezza che con tutti i suoi difetti , anche con Renzi , il Pd resta l’ Unica forza politica che ha e avrà un peso decisivo perché l’ Italia abbia un ruolo di primo piano e credibilità per il rinnovamento della politica europea . E’ diciamola questa cosa senza ma e senza ma , come si dice…..
Mi dispiace, ma anche Macaluso è con tutta evidenza accecato dall’astio.
Ma come si fa a sostenere che il PD, col suo Segretario, ha tenuto una condotta oscillante, o peggio, ha fatto un uso strumentale dell’Europa, quando da mesi, da anni, non si fa che ripetere in ogni occasione che l’Italia ha un futuro solo in Europa?
Come si può paragonare anche lontanamente una posizione di ottusa chiusura da parte di Lega, M5s, e FI con la politica del PD, sempre e solo orgogliosamente europeista.
Sergio, ma come cavolo fai a commuoverti per queste sciocchezze sesquipedali??
Ha ragione Sandra Festi, ed anche G. Bosco: queste sono polemicuzze da quattro soldi!
Cos’ha che non va Pittella? E’ capogruppo al Parlamento, vivaddio, non un galoppino qualsiasi. Non capisco i rilievi mossi.
Ma come si fa ad avere tanta presunzione da trinciare giudizi così apodittici e definitivi?
Ma che Partito siamo diventati? Come possiamo candidarci a riformare il Paese se non siamo capaci di convivere tra di noi?
Siamo ormai preda di un demone che ci corrode.
Salvo che la nostra gente non si dimostri più saggia di noi e non ci mandi a calci in culo a fare il lavoro che ci spetta e che solo il PD può fare …!
Infine, è roba da Travaglio tirare ancora fuori la storia della bandiera, come se non ci volessimo ricordare di cosa era successo il giorno prima di quel gesto …
L’avesse fatto Macron, sarebbe stato un nobile atto da statista. Qui invece tutto fa brodo nella “character assassination”.
Con la particolarità che il “character” non è solo Renzi, ma tutto il Partito.
Cari compagni,
1 – Macaluso non fa parte del PD. Vede il PD come unico riferimento politico serio ma ne è sempre rimasto fuori.
2 – Macaluso ha una esperienza e una saggezza enormi, patrimonio dell’intera sinistra, non va demonizzato come un piccolo opportunista. Non sarebbe segno di intelligenza politica.
3 – Nessuno si fa accecare dall’odio verso Renzi ma anche nessuno si faccia accecare da un entusiasmo acritico.
4 – I dubbi e le certezze dialettiche dei compagni sono il mio pane quotidiano e tutti li ascolto e li rispetto.
Io sono sempre più convinto che Matteo stia danneggiando fortemente il partito, molti di voi pensano l’esatto contrario. Benissimo, continuiamo la discussione con calma, senza isterie e lavorando insieme per un buon successo del PD a queste elezioni. Il resto si chiarirà nella prassi.
Caro Sergio io penso che abbia ragione Trotta nel dire che Macaluso a volte si lascia prendere dalla polemica a tutti i costi. Lo leggo sempre con molta attenzione perchè i suoi scritti sono delle vere lezioni di politica ma a volte per sentirsi equidistante tra PD e LeU eccede nelle polemiche su entrambi gli schieramenti.
Dire che Renzi e il PD tentennano sull’Europa mi sembra una affermazione non veritiera, certo ci sono delle critiche, si evidenziano necessità di cambiamento ma queste per me sono posizioni di chi vuol bene e crede nell’Europa.
Renzi parla con Macron e Rivera vuol dire che cambia spesso cavallo? Mi sembra una critica dovuta ad una poca conoscenza della diplomazia politica europea giustificata dal fatto che Macaluso parla da osservatore esterno ed anche lontano dalle stanze della politica. Dico questo perchè proprio qualche giorno fa Sandro Gozi in una trasmissione TV con una spiegazione per me assai convincente spiegava appunto l’esigenza di quell’incontro voluto da lui.
Ora passiamo alle polemiche sul segretario io dico che di difetti Renzi ne ha tanti ma è mai possibile che a poche settimane dal voto invece di spendere le energie per recuperare consenso ci attardiamo nel continuare a polemizzare tra noi? Non bastano gli attacchi degli altri? E poi perchè meravigliarsi se il popolo di centrosinistra nel suo smarrimento se ne resta a casa.
Scusa Sergio, a questo punto Macaluso mi fa tenerezza. Vuole entrare in temi che probabilmentenon non conosce bene ,forse la sua intelligenza la dovrebbe usare meglio.
Un solo esempio, LaRepubblica come sai bene è Diventato uno dei quotidiani più antiRenziani in assoluto ( mi dispiace molto) ma l’unico argomento dove danno ragione a Renzi è nel suo impegno Europeista e Scalfari lo ammette spesso. Forse a Macaluso sfuggono questi giudizi
Marco bs
Vedi, caro Sergio, io nutro un profondo rispetto verso Macaluso ma, come m’è più volte successo nel recente passato, non riesco più ad essere d’accordo con ciò che scrive. Ricorderai la mia polemica con lui quando scrisse frasi persino offensive su Martina. Ma anche ora, con il fatto che ponga sullo stesso piano la candidatura di Pittella, dietro la quale ovviamente vede la “mano” di Renzi, con il Tajani che vuole rilegittimare Berlusconi in Europa, per me lui è offensivo! Ho la sensazione, anche sentendo ciò che dicono in radio e tv altri “vecchi” dirigenti e/o maìtre à penser della sinistra (sentivo stamane Pasquino ad Agorà), che si sia creata una netta frattura tra il loro modo di pensare e vivere le vicende politiche, che li porta ad essere molto allineati al “dalemian/bersanian” pensiero, e il nostro, altrettanto se non più “vecchi” di loro, che riteniamo, invece, ineluttabile ed ineludibile, oltre che sommamente necessario, il cambiamento di cui Renzi è stato il portatore. Come vedi, non uno scontro generazionale ma di “visione” di quale debba essere la strada sulla quale si deve incamminare la sinistra. Non per niente ci diciamo “riformisti e progressisti”!
Bè, anche tu affiancare un Pasquino ad un Macaluso, da un punto di vista squisitamente politico mi sembra una barbarie. In più credo che in una foga polemica, per quanto fraterna sia, qualche parola di troppo possa sempre scappare, non c’è da prendersela troppo.
Uffa!!!
Mi viene da sbuffare. Aspetto di sapere cosa ha detto oggi Renzi alla stampa e intanto mi chiedo quali saranno i commenti dei nostri politici alle richieste degli operai tedeschi.
Sandra Festi. Bologna.
Caro Sergio, più che commovente a me il pensiero di Macaluso pare un pregiudizio. Se no non capisco il finale del pezzo quando elogia l’impegno di Gentiloni credo nel governare le risorse pubbliche e la coerenza politica di Bonino e Prodi nei confronti dell’Europa. Che c’entra l’attacco duro, fazioso e rancoroso nei confronti di Renzi e Pittella. Intanto vorrei segnalargli che a contrastare Renzi e Padoan alla prossima tornata elettorale le altre formazioni hanno schierato orgogliosi antieuropeisti proprio per smarcarsi dall’Unione Europea. Ma!?. Però, trattandosi di Macaluso, lui mi scuserà, ho dovuto per forza tornare a quando lui era uno dei più valorosi dirigenti del PCI. Forse ricordo male ma negli anni fine 70 inizi 80 Macaluso, il cui pensiero ho avuto l’onore di diffondere insieme con l’Unità che lui dirigeva, era considerato il ponte verso il PSI ed il suo Segretario Craxi fortemente contestato dalla base del partito. Aveva ragione lui che ci invitava ad analizzare il contenuto della proposta politica di Craxi e non a personalizzare lo scontro politico. Bisognava portare rispetto del dirigente di un altro storico e valoroso partito della sinistra e della sua proposta politica. Io proprio non la condividevo quella proposta e, passati gli anni, ancora oggi non la condivido. Non ho spazio per motivare. Invece, sempre rifacendomi ai suoi insegnamenti, ebbi all’epoca, per esempio, modo di stigmatizzare fortemente la contestazione reazionaria a Craxi del 1993 davanti al Raphael che nulla aggiunse al dibattito politico ma molto tolse alla dignità della politica. Mi sto dilungando ma francamente non capisco l’attacco al mio segretario senza portare una evidenza se non un gesto di contestazione ad un comportamento europeo non in linea con il dettato costitutivo dell’Unione.
Massimo Maini