Capisco la nostalgia, ma io credo che la scissione di Livorno del 1921 e la conseguente nascita del Partito Comunista d’Italia abbiano facilitato l’avvento del fascismo ed abbiano quindi ritardato lo sviluppo di un sistema sociale moderno, equo, ordinato, basato sulla triade libertà, uguaglianza, solidarietà.
Queste (sommarie, me ne rendo conto) considerazioni sulla nascita del PCI nulla tolgono ai successivi enormi meriti storici che lo stesso PCI si guadagnò sul campo (insieme ad altre forze socialiste e liberali) con la lotta antifascista, la Resistenza, la nascita della Repubblica, la Costituzione e l’evoluzione civile e sociale del nostro Paese.
In quel momento storico però quell’atto provocò conseguenze nefaste.
Dopo cento anni. a mio parere dobbiamo sforzarci di guardare la storia con distacco e valutare i processi storici nella loro prospettiva.
PS: la querelle sui 400.000 euro in due anni è ovviamente una buffonata, indice della pochezza culturale della nostra destra nazionale.
Mamma mia Ernesto, cominci a farmi paura con questa tua fissazione di vedere in chi ha un po’ di cuore e sentimento verso chi il nostro passato comunista immediatamente un nostalgico che voglia tornare a quegli antichi tempi. Guarda, nessuno di noi pensa di rimettere in piedi il vecchio partito comunista, c’è solo un grande affetto verso tutti coloro che si sono sacrificati per quella che fu una grande illusione, un’illusione che ci fece maturare anche se a costo di molti errori. Che quel 21 gennaio 1921 i leninisti e i bordighisti che vollero la scissione peccarono di ingenuità indebolendo di fatto il fronte antifascista, è cosa che abbiamo riconosciuto da tempo. Ho pubblicato ora un post con una mia vecchissima pagina pubblicata su l’Unità molti anni fa in occasione di questo anniversario. Vi troverete un Gramsci che rimprovera Bobo per l’eccessiva accidia verso Craxi implorandolo di non compiere quell’errore che avevano fatto loro con l’accusa di social-fascismo ai socialisti dell’epoca? Anche questa mia pagina merita, a mio avviso, di far parte dei cento anni di storia passati dalla fondazione del PCI. Ricordare questa data a cento anni di distanza non vuol quindi assolutamente dire enfatizzarla e glorificarla, significa solo rileggere questi cento anni di storia con le sue scelte giuste e le sue scelte sbagliate in modo da far conoscere come ci siamo mossi, come ci siamo ricreduti e come ci sentiamo oggi in una situazione così tanto diversa all’interno della quale stiamo ancora cercando, forse, una sinistra capace di raggiungere degli obiettivi sociali che sono sempre gli stessi. Quindi, caro Ernesto, rilassati e invece di impaurirti, sorridi e aiutaci a metter su quelle tante iniziative che potranno raccontare ai giovani la nostra storia e i nostri giudizi attuali su quella storia. Compreso il tuo, ovviamente.
Sergio
Ernesto Trotta
16 December 2019 at 12:18
Aderisco senza dubbio alcuno all’invito.
Vorrei tanto che la prossima ricorrenza del centenario della nefasta scissione del ’21 fosse l’occasione per una definitiva maturazione dell’idea che la sinistra deve governare e cambiare le cose e non solo fornire prospettive, spesso vacue, di mondi migliori e soli dell’avvenire.
Purtroppo non ci siamo vicinissimi, e la triste vicenda del Labour inglese, col suoi tristissimo e inconcludente leader, o di alcuni dem americani, altrettanto staccati dalla realtà, sta lì a ricordarcelo.
Il mio ottimismo è incrollabile, caro Sergio, però spesso prende delle botte mica da poco …!
Coraggio!
Ernesto
Concordo con Ernesto: tutte le volte che la sinistra si è divisa e si divide favorisce la destra, ma corregge la sua filosofia. I vecchi dirigenti del PCI, come Macaluso, hanno dovuto ammettere, come ho fatto io,che la teoria Marxista tradotta in pratica si è rilevato un fallimento.
È vero però che allora sembrava giustissima e che onestamente pensavamo ed operavamo per una società più giusta che in parte abbiamo contribuito a realizzare Ricordare comunque, con senso critico, fa sempre bene. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Non condivido quanto sostenuto da Ernesto Trotta. La Germania ha partorito il peggior mostro che ha causato milioni di morti e atti orrendi. Anche li fu colpa dei comunisti? Domanda retorica ne sono cosciente. Non e’ certamente responsabilità di quella scissione se in Italia non si è verificato lo sviluppo di uno stato moderno, equo e ordinato, le cause sono interne e internazionali e se nel nostro Paese la democrazia tiene ancora, pur con contraddizioni, il merito è stato delle lotte sociali e parlamentari condotte dal PCI.
Caro Bettinelli,
è difficile non vedere quanto danno abbia fatto allora una sinistra spezzettata e litigiosa, utopisticamente e un po’ stolidamente rivoluzionaria, di fronte allo squadrismo fascista, pragmatico, diretto ed essenziale, come è difficile non vedere oggi l’esito della politica sciagurata di un Corbyn, incapace di prospettare obbiettivi di sviluppo realistici e praticabili alla società inglese, lasciandola in pasto al becero pragmatismo (ancora!) di Boris Johnson.
E non voglio tirare in ballo anche Cuperlo o Zingaretti!
Quando capirete, voi nostalgici della sinistra sognatrice novecentesca, che l’unico modo di prendersi cura degli ultimi e degli sconfitti è quello di promuoverli con lo sviluppo ed aiutarli a vincere la lotta per l’emancipazione?
Non è fornendo compassione e pacche sulle spalle (o qualche prebenda) agli svantaggiati che si fa progredire la società, ma facendola crescere, creando ricchezza, erogando formazione, istruzione, sviluppando strumenti per la coscienza civile.
L’assistenzialismo è l’essenza del populismo e l’anticamera del fascismo.
Una forza di sinistra moderna dovrebbe aborrire la mediocrità, dovrebbe sforzarsi di inculcare (sì, inculcare!) principi di responsabilità, di auto coscienza ed auto promozione.
L’assistenza deve essere l’eccezione per chi è davvero svantaggiato, non per chi ci si sente svantaggiato, non prende iniziative e aspetta solo che qualcuno gli lasci qualche briciola.
So che mi daranno del neo liberista, ma è solo un cliché, trito e ritrito, per evitare di ripensare gli strumenti ideali della sinistra e adeguarli alle sfide (tecnologia, globalizzazione, ambiente) dei tempi moderni.
Una sinistra così può non solo sopravvivere, ma crescere e vincere, l’altra sinistra si perde e perde, inesorabilmente, inevitabilmente, lasciando spazio ad una destra semplificatrice, schematica, neofascista, seducente nei suoi messaggi diretti e falsamente allettanti.
Get Brexit Done! Significa: Facciamola finita! Basta con le chiacchiere! Ma che razza di programma è? E’ solo un jingle, e come tale però passa facilmente e convince.
Mentre l’altro non riesce nemmeno a dire se la vuole Done, Well Done o Rare, o a dire due parole chiare sull’antisemitismo.
E noi, che ci perdiamo dietro alla plastic tax, alla sugar tax o altre minchiate simili, invece di aggredire privilegi, rendite di posizione, parassitismi?
Ancora ieri ho sentito arcinoti intellettuali chiedere invece ancora più radicalità, ancora più utopia.
Che inconcludenza, che disastro! Che cattivi maestri!
Gentile signor Guido Bottinelli,
io sono molto più terra terra, rispetto ad Ernesto Trotta, del quale condivido parecchie idee ma spesso non lo capisco come nell’ultimo scritto pubblicato su questo blog. Provo quindi a porle la seguente domanda: ma lei crede ancora nella teoria marxista leninista che prevede l’annullamento della proprietà privata, della libertà di parola e della dignità degli essere umani? In effetti la sinistra si è sempre divise per colpa di Marx: I socialisti/ Socialdemocratici vogliono una società multi classe con l’operaio e l’imprenditore distribuendo meglio il reddito pro capite; mentre i comunisti vogliono eliminare le classi con l’uguaglianza dei redditi e con la soppressione della libertà di parola, della dignità e della competitività tra gli esseri umani. Nel mondo moderno, sempre secondo me, la filosofia comunista è stata sconfitta clamorosamente in tutte le parti del nostro pianeta. Resta quindi solo l’opzione socialista che non prevede la rivoluzione ma una società multi classe come suddetto. E’ evidente quindi che le separazioni e le lotte nella sinistra.avvenivano per colpa del comunismo, ma visto che non c’è più questo ultimo, o perlomeno nessuno lo vuole, la suddivisione della sinistra dovrebbe cessare ,o no? Concludendo ai tempi delle due superpotenze, unione sovietica e usa, si capiva, ed era anche giustificata, la scissione della sinistra, ma attualmente non mi sembra abbia senso e, visto i risultati del comunismo reale, alla luce dei fatti, sbagliarono i comunisti a dividersi dai socialisti. Chiudo dicendo che Ernesto, ha ragione , aldilà del suo ultimo articolo suddetto forbito e complicato per me. Grazie per l’attenzione e buona serata a tutti Antonio De Matteo Pescara
Scusa Antonio, non è sfoggio, è solo un innocente gioco di parole sui termini DONE, WELL DONE, RARE, che in inglese sono i gradi di cottura della bistecca (cotta, molto cotta, al sangue)..
Lungi da me fare il difficile. Buon Natale.
Tra le tante cose che ho cercato di apprendere, proveniente da un mondo contadino povero ed emarginato, nei miei pesanti 70 anni c’era anche lo studio della lingua inglese, ma, nonostante il tentati.vo a tarda età, non ci sono riuscito,
Colpa mia e grazie Ernesto per avermi spiegato il “tuo innocente gioco di parole”. Ricambio con affetto e sincerità gli Auguri per un sereno e felice Natale. Antonio De Matteo Pescara
.
Caro Ernesto, dillo a me! (a proposito di ottimismo) Personalmente è da tempo che ho rotto con Corbyn e Bertinotti, dovresti saperlo. Però devi riconoscere che Tony Blair con l’affaire Iraq ce l’ha messa tutta per far finire la sinistra nel tunnel di Corbyn.
Sergio
Errore imperdonabile e clamoroso, senza dubbio, ma dovuto probabilmente a cause non attinenti la storia e la visione di una sinistra moderna.
Purtroppo ha pagato per tutto, e gli inglesi con lui.
Però anche i Milliband in seguito non hanno avuto sorte migliore, anche senza Iraq.
E’ indubbio che le scissioni fanno male alla Sinistra, tutte le scissioni da quella di Livorno fino all’ultima, quella dei
“scappati di casa 2”, ma addebitare l’avvento del Fascismo alla scissione di Livorno, o che ne abbia facilitato l’ascesa mi sembra che ci vuole una bella fantasia.
D’altronde basta raffrontare alcune date e alcuni dati per capire che il fascismo ebbe origine da ben prima
I primi fasci da combattimento nacquero gia’ nel 1919 con le prime forme di violenza come l’assalto alla sede dell’Avanti nell’aprile del ’19.
Sempre nel ’19 ci furono le elezioni politiche con il PSI primo Partito col 32%, mentre i fascisti non raccolsero alcun seggio.
Dopo pochi mesi dalla scissione del ’21, si andò nuovamente alle elezioni ed è vero che questa volta i fascisti riuscirono ad entrare in Parlamento ma il PSI rimase prima forza col 25%, mentre il PCI prese un misero 4.5%, il Partito Popolare il 20%
E’ da ricordare che complessivamente le forze democratiche rappresentavano la stragrande maggioranza.
Poi nel ’22 si ebbe la marcia su Roma e tutto quello che succedette.
E’ notorio che la marcia riusci per volere del Re che non fece intervenire l’esercito e qui entrano in ballo le motivazioni politiche.
Perchè va ricordato che allora il PSI era ancora prevalentemente radicale, che nel Paese c’erano lotte radicali nelle campagne e nelle fabbriche, e c’era lo spauracchio della Rivoluzione russa.
Capitalisti, latifondisti e proprietari terrieri videro in Mussolini e nel movimento fascista un argine, il male minore e il Re lasciò fare.
Abbastanza condivisibile il ragionamento del sig Ciro Rosiello, ma resta il fatto che i comunisti e la parte radicale del PSI non avrebbero appoggiato la forza piu’ moderata rapprsentata dalla monarchia italiana. Infatti allora ed in seguito per tanto tempo,fino ad arrivare al PCI di Berlinguer, valeva il motto di Lenin che si puo’, secondo me, riassumere nel seguente modo: “mai collaborare con un governo socialdemocratico se vuoi fare la rivoluzione proletria”. Finita poi come tutti sappiamo.
Conludo dicendo: i comunisti hanno sbagliato, ed io con loro, perché volevono fare la rivoluzione e per fortuna non ci sono riusciti, ma hanno ritardato le riforme dello stato moderno e democratico facendo vincere la destra integralista da Mussolini a Salvini.
Ora però se nessuno pensa più ai comunisti, trane qualche reperto archeologico, come Rizzo dei comunisti italiani, la divisione della sinistra non la capisco e sono contrario. Io penso che il compromesso delle idee dovrebbe essere piu semblice, se togliamo di mezzo i Masaniello. Grazie dell’attenzione e buona serata a tutti Antonio De Matteo Pescara
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Capisco la nostalgia, ma io credo che la scissione di Livorno del 1921 e la conseguente nascita del Partito Comunista d’Italia abbiano facilitato l’avvento del fascismo ed abbiano quindi ritardato lo sviluppo di un sistema sociale moderno, equo, ordinato, basato sulla triade libertà, uguaglianza, solidarietà.
Queste (sommarie, me ne rendo conto) considerazioni sulla nascita del PCI nulla tolgono ai successivi enormi meriti storici che lo stesso PCI si guadagnò sul campo (insieme ad altre forze socialiste e liberali) con la lotta antifascista, la Resistenza, la nascita della Repubblica, la Costituzione e l’evoluzione civile e sociale del nostro Paese.
In quel momento storico però quell’atto provocò conseguenze nefaste.
Dopo cento anni. a mio parere dobbiamo sforzarci di guardare la storia con distacco e valutare i processi storici nella loro prospettiva.
PS: la querelle sui 400.000 euro in due anni è ovviamente una buffonata, indice della pochezza culturale della nostra destra nazionale.
Mamma mia Ernesto, cominci a farmi paura con questa tua fissazione di vedere in chi ha un po’ di cuore e sentimento verso chi il nostro passato comunista immediatamente un nostalgico che voglia tornare a quegli antichi tempi. Guarda, nessuno di noi pensa di rimettere in piedi il vecchio partito comunista, c’è solo un grande affetto verso tutti coloro che si sono sacrificati per quella che fu una grande illusione, un’illusione che ci fece maturare anche se a costo di molti errori. Che quel 21 gennaio 1921 i leninisti e i bordighisti che vollero la scissione peccarono di ingenuità indebolendo di fatto il fronte antifascista, è cosa che abbiamo riconosciuto da tempo. Ho pubblicato ora un post con una mia vecchissima pagina pubblicata su l’Unità molti anni fa in occasione di questo anniversario. Vi troverete un Gramsci che rimprovera Bobo per l’eccessiva accidia verso Craxi implorandolo di non compiere quell’errore che avevano fatto loro con l’accusa di social-fascismo ai socialisti dell’epoca? Anche questa mia pagina merita, a mio avviso, di far parte dei cento anni di storia passati dalla fondazione del PCI. Ricordare questa data a cento anni di distanza non vuol quindi assolutamente dire enfatizzarla e glorificarla, significa solo rileggere questi cento anni di storia con le sue scelte giuste e le sue scelte sbagliate in modo da far conoscere come ci siamo mossi, come ci siamo ricreduti e come ci sentiamo oggi in una situazione così tanto diversa all’interno della quale stiamo ancora cercando, forse, una sinistra capace di raggiungere degli obiettivi sociali che sono sempre gli stessi. Quindi, caro Ernesto, rilassati e invece di impaurirti, sorridi e aiutaci a metter su quelle tante iniziative che potranno raccontare ai giovani la nostra storia e i nostri giudizi attuali su quella storia. Compreso il tuo, ovviamente.
Sergio
Aderisco senza dubbio alcuno all’invito.
Vorrei tanto che la prossima ricorrenza del centenario della nefasta scissione del ’21 fosse l’occasione per una definitiva maturazione dell’idea che la sinistra deve governare e cambiare le cose e non solo fornire prospettive, spesso vacue, di mondi migliori e soli dell’avvenire.
Purtroppo non ci siamo vicinissimi, e la triste vicenda del Labour inglese, col suoi tristissimo e inconcludente leader, o di alcuni dem americani, altrettanto staccati dalla realtà, sta lì a ricordarcelo.
Il mio ottimismo è incrollabile, caro Sergio, però spesso prende delle botte mica da poco …!
Coraggio!
Ernesto
Concordo con Ernesto: tutte le volte che la sinistra si è divisa e si divide favorisce la destra, ma corregge la sua filosofia. I vecchi dirigenti del PCI, come Macaluso, hanno dovuto ammettere, come ho fatto io,che la teoria Marxista tradotta in pratica si è rilevato un fallimento.
È vero però che allora sembrava giustissima e che onestamente pensavamo ed operavamo per una società più giusta che in parte abbiamo contribuito a realizzare Ricordare comunque, con senso critico, fa sempre bene. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano
Non condivido quanto sostenuto da Ernesto Trotta. La Germania ha partorito il peggior mostro che ha causato milioni di morti e atti orrendi. Anche li fu colpa dei comunisti? Domanda retorica ne sono cosciente. Non e’ certamente responsabilità di quella scissione se in Italia non si è verificato lo sviluppo di uno stato moderno, equo e ordinato, le cause sono interne e internazionali e se nel nostro Paese la democrazia tiene ancora, pur con contraddizioni, il merito è stato delle lotte sociali e parlamentari condotte dal PCI.
Caro Bettinelli,
è difficile non vedere quanto danno abbia fatto allora una sinistra spezzettata e litigiosa, utopisticamente e un po’ stolidamente rivoluzionaria, di fronte allo squadrismo fascista, pragmatico, diretto ed essenziale, come è difficile non vedere oggi l’esito della politica sciagurata di un Corbyn, incapace di prospettare obbiettivi di sviluppo realistici e praticabili alla società inglese, lasciandola in pasto al becero pragmatismo (ancora!) di Boris Johnson.
E non voglio tirare in ballo anche Cuperlo o Zingaretti!
Quando capirete, voi nostalgici della sinistra sognatrice novecentesca, che l’unico modo di prendersi cura degli ultimi e degli sconfitti è quello di promuoverli con lo sviluppo ed aiutarli a vincere la lotta per l’emancipazione?
Non è fornendo compassione e pacche sulle spalle (o qualche prebenda) agli svantaggiati che si fa progredire la società, ma facendola crescere, creando ricchezza, erogando formazione, istruzione, sviluppando strumenti per la coscienza civile.
L’assistenzialismo è l’essenza del populismo e l’anticamera del fascismo.
Una forza di sinistra moderna dovrebbe aborrire la mediocrità, dovrebbe sforzarsi di inculcare (sì, inculcare!) principi di responsabilità, di auto coscienza ed auto promozione.
L’assistenza deve essere l’eccezione per chi è davvero svantaggiato, non per chi ci si sente svantaggiato, non prende iniziative e aspetta solo che qualcuno gli lasci qualche briciola.
So che mi daranno del neo liberista, ma è solo un cliché, trito e ritrito, per evitare di ripensare gli strumenti ideali della sinistra e adeguarli alle sfide (tecnologia, globalizzazione, ambiente) dei tempi moderni.
Una sinistra così può non solo sopravvivere, ma crescere e vincere, l’altra sinistra si perde e perde, inesorabilmente, inevitabilmente, lasciando spazio ad una destra semplificatrice, schematica, neofascista, seducente nei suoi messaggi diretti e falsamente allettanti.
Get Brexit Done! Significa: Facciamola finita! Basta con le chiacchiere! Ma che razza di programma è? E’ solo un jingle, e come tale però passa facilmente e convince.
Mentre l’altro non riesce nemmeno a dire se la vuole Done, Well Done o Rare, o a dire due parole chiare sull’antisemitismo.
E noi, che ci perdiamo dietro alla plastic tax, alla sugar tax o altre minchiate simili, invece di aggredire privilegi, rendite di posizione, parassitismi?
Ancora ieri ho sentito arcinoti intellettuali chiedere invece ancora più radicalità, ancora più utopia.
Che inconcludenza, che disastro! Che cattivi maestri!
Mi scuso per avere sbagliato il cognome di Guido Bottinelli.
Sorry!
Gentile signor Guido Bottinelli,
io sono molto più terra terra, rispetto ad Ernesto Trotta, del quale condivido parecchie idee ma spesso non lo capisco come nell’ultimo scritto pubblicato su questo blog. Provo quindi a porle la seguente domanda: ma lei crede ancora nella teoria marxista leninista che prevede l’annullamento della proprietà privata, della libertà di parola e della dignità degli essere umani? In effetti la sinistra si è sempre divise per colpa di Marx: I socialisti/ Socialdemocratici vogliono una società multi classe con l’operaio e l’imprenditore distribuendo meglio il reddito pro capite; mentre i comunisti vogliono eliminare le classi con l’uguaglianza dei redditi e con la soppressione della libertà di parola, della dignità e della competitività tra gli esseri umani. Nel mondo moderno, sempre secondo me, la filosofia comunista è stata sconfitta clamorosamente in tutte le parti del nostro pianeta. Resta quindi solo l’opzione socialista che non prevede la rivoluzione ma una società multi classe come suddetto. E’ evidente quindi che le separazioni e le lotte nella sinistra.avvenivano per colpa del comunismo, ma visto che non c’è più questo ultimo, o perlomeno nessuno lo vuole, la suddivisione della sinistra dovrebbe cessare ,o no? Concludendo ai tempi delle due superpotenze, unione sovietica e usa, si capiva, ed era anche giustificata, la scissione della sinistra, ma attualmente non mi sembra abbia senso e, visto i risultati del comunismo reale, alla luce dei fatti, sbagliarono i comunisti a dividersi dai socialisti. Chiudo dicendo che Ernesto, ha ragione , aldilà del suo ultimo articolo suddetto forbito e complicato per me. Grazie per l’attenzione e buona serata a tutti Antonio De Matteo Pescara
Scusa Antonio, non è sfoggio, è solo un innocente gioco di parole sui termini DONE, WELL DONE, RARE, che in inglese sono i gradi di cottura della bistecca (cotta, molto cotta, al sangue)..
Lungi da me fare il difficile. Buon Natale.
Tra le tante cose che ho cercato di apprendere, proveniente da un mondo contadino povero ed emarginato, nei miei pesanti 70 anni c’era anche lo studio della lingua inglese, ma, nonostante il tentati.vo a tarda età, non ci sono riuscito,
Colpa mia e grazie Ernesto per avermi spiegato il “tuo innocente gioco di parole”. Ricambio con affetto e sincerità gli Auguri per un sereno e felice Natale. Antonio De Matteo Pescara
.
Caro Ernesto, dillo a me! (a proposito di ottimismo) Personalmente è da tempo che ho rotto con Corbyn e Bertinotti, dovresti saperlo. Però devi riconoscere che Tony Blair con l’affaire Iraq ce l’ha messa tutta per far finire la sinistra nel tunnel di Corbyn.
Sergio
Errore imperdonabile e clamoroso, senza dubbio, ma dovuto probabilmente a cause non attinenti la storia e la visione di una sinistra moderna.
Purtroppo ha pagato per tutto, e gli inglesi con lui.
Però anche i Milliband in seguito non hanno avuto sorte migliore, anche senza Iraq.
E’ indubbio che le scissioni fanno male alla Sinistra, tutte le scissioni da quella di Livorno fino all’ultima, quella dei
“scappati di casa 2”, ma addebitare l’avvento del Fascismo alla scissione di Livorno, o che ne abbia facilitato l’ascesa mi sembra che ci vuole una bella fantasia.
D’altronde basta raffrontare alcune date e alcuni dati per capire che il fascismo ebbe origine da ben prima
I primi fasci da combattimento nacquero gia’ nel 1919 con le prime forme di violenza come l’assalto alla sede dell’Avanti nell’aprile del ’19.
Sempre nel ’19 ci furono le elezioni politiche con il PSI primo Partito col 32%, mentre i fascisti non raccolsero alcun seggio.
Dopo pochi mesi dalla scissione del ’21, si andò nuovamente alle elezioni ed è vero che questa volta i fascisti riuscirono ad entrare in Parlamento ma il PSI rimase prima forza col 25%, mentre il PCI prese un misero 4.5%, il Partito Popolare il 20%
E’ da ricordare che complessivamente le forze democratiche rappresentavano la stragrande maggioranza.
Poi nel ’22 si ebbe la marcia su Roma e tutto quello che succedette.
E’ notorio che la marcia riusci per volere del Re che non fece intervenire l’esercito e qui entrano in ballo le motivazioni politiche.
Perchè va ricordato che allora il PSI era ancora prevalentemente radicale, che nel Paese c’erano lotte radicali nelle campagne e nelle fabbriche, e c’era lo spauracchio della Rivoluzione russa.
Capitalisti, latifondisti e proprietari terrieri videro in Mussolini e nel movimento fascista un argine, il male minore e il Re lasciò fare.
Abbastanza condivisibile il ragionamento del sig Ciro Rosiello, ma resta il fatto che i comunisti e la parte radicale del PSI non avrebbero appoggiato la forza piu’ moderata rapprsentata dalla monarchia italiana. Infatti allora ed in seguito per tanto tempo,fino ad arrivare al PCI di Berlinguer, valeva il motto di Lenin che si puo’, secondo me, riassumere nel seguente modo: “mai collaborare con un governo socialdemocratico se vuoi fare la rivoluzione proletria”. Finita poi come tutti sappiamo.
Conludo dicendo: i comunisti hanno sbagliato, ed io con loro, perché volevono fare la rivoluzione e per fortuna non ci sono riusciti, ma hanno ritardato le riforme dello stato moderno e democratico facendo vincere la destra integralista da Mussolini a Salvini.
Ora però se nessuno pensa più ai comunisti, trane qualche reperto archeologico, come Rizzo dei comunisti italiani, la divisione della sinistra non la capisco e sono contrario. Io penso che il compromesso delle idee dovrebbe essere piu semblice, se togliamo di mezzo i Masaniello. Grazie dell’attenzione e buona serata a tutti Antonio De Matteo Pescara