Caro Sergio,
i metodi per capire meglio cosa vuole la gente è una strategia di mercato ormai vecchia, almeno quanto me, vecchio pubblicitario; è il marketing-oriented. Oggi fra i social e le tessere fedeltà della vendita diretta è possibile sapere quanta frutta compra un single di 40/50 anni, quante calze collant usa una signora d’estate e quante d’inverno.
Chi organizza la valutazione di queste tendenze riceve i dati dalle raccolte che enti di varia natura setacciano sul mercato. Tutto bene quando la ricerca è attiva: migliora il prodotto e servizi ad esso connesso spingendo le aziende ad andare sempre più incontro “alle richieste del mercato”.
La cosa puzza quando da passiva questa azione diventa attiva, come è oggi in politica. Un gruppo di supporto a nome del politico X lancia e rilancia posizioni del loro protagonista da cui sono pagati. Cose vere, meno vere, appena appena vere, false e falsissime; altri gruppi prezzolati rilanciano nei social e cosi il cittadino predisposto alla negazione delle verità dei giornali, delle verità della politica, si forma una opinione sua, basata su queste notizie farlocche.
Viene da pensare: ma questa gente che vota quanto un cittadino che si forma le sue opinioni su informazioni quanto più possibili veritiere serve, allora, a cambiare l’atmosfera politica, il clima politico.
Si serve: è il marketing attivo, che fa “nascere i bisogni” fra la gente, che in mondo mercantile come quello che viviamo è normale, per rilanciare occupazione, economia e finanza e altro (dicono).
Applicato alla politica è la riconferma che la “gente” non conta niente, è tenuta in considerazione solo come materia da plasmare, che segue tranquilla e… tira l’aratro…
“L’umile folla dei senza gloria che concorre docile a formar la storia…” disse qualcuno.
Gianni Carino
2 Comments
Io la vedo così:
https://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=634&a=28171&tag=11-11-2019-Lademocraziamuorenell%27oscurit%C3%A0
Concordo con te, caro Ernesto, su tutto quello che hai scritto sull’articolo pubblicato su questo sito. Vorrei però aggiungere una mia idea. La democrazia rappresentativa, il miglior “regime “che io conosca, si può difenderla solo se accanto al pronome io facciamo viaggiare sempre il pronome noi. Se io non posteggerò la macchina in seconda fila per garantire gli altri, allora difenderò la democrazia. Non solo ma se lo insegnerò a mio figlio allora assicurerò la democrazia. Buonanotte a tutti Antonio De Matteo