Si gioca a braccio di ferro sul territorio italiano
Per un signore anziano che non conosce nessuno
Potrà chiamarsi Pipozzi potrà chiamarsi Cardona
Tuzzi Mordini Carrozzi oppure Paolo Savona
Deve avere dei nemici sopratutto nella lega
Dato che al resto del mondo a nessuno gliene frega
Ma impuntandosi sul nome del misterioso vegliardo
Lo mettono in prima fila, il che vuol dir bruciarlo.
Che se per questo signore non ce la faranno a chiudere
Tutti diranno “anvedi la lagna per questo rudere”
E se il governo lo fanno col rudere sopraddetto
Tutti diranno “sticazzi, che mai ce farà er vecchietto”
E tutti giorni staranno a rompergli li coglioni
Triturandolo e rovinandogli gli ultimi semestri buoni.
Per non dire dell’odio dei colleghi parcheggiati
Che già sceglievano case in centro a Monti ai Prati.
Ma che cos’è questa bizza? Ma non ce ne avete un altro?
Di geni non ce ne sono, ne basterebbe uno scaltro:
E al rudere date un posto che non gli leghi le mani,
Mettetelo al tg due, mandatelo da Cruciani,
Fategli far qualcosa, che lo diverta parecchio
Ma abbiate un po’ più rispetto per l’immagine di un vecchio
Che poi magari ci schioppa che il cuore non gliel fa
E tutti a dire a Salvini “sei ti che t’l’a fat sciopà!”
E poi questo impuntamento col povero Mattarella
Che fa tutto quel che deve non è una cosa bella:
I ministri li decidono, in una democrazia,
Il premier e il presidente, ed è bene che così sia:
Che se fossero i partiti a dare nome e cognome
Si correrebbe il rischio che il capo di una fazione
Che per un qualche motivo ipnotizza gli italiani
Decida di comandare in nome dei popolani
I quali popolani, si sa, rompono i coglioni
Ed e per questo che esistono le nobili istituzioni.
Onde per cui, don Salvini, rimettiti i pugni in tasca
E molla leggero il palo e lanciati sulla frasca
Trova chi faccia il caso scusati col patriarca
E fate un governo rapido prima che affondi la barca
Perché una cosa è decidere un cambio di direzione
Un altra cosa e convincersi di essere Napoleone
E già ne abbiamo già avuti Napoleone in paese,
Non è che ce ne mancasse anche uno di Varese.
In conclusione piantatela e fatelo sto governo
Vediamo se siete buoni prima che torni l’inverno
Che dio ci scampi dai fulmini e dai dolori agli orecchi
Dall’arroganza dei giovani dalla vanità dei vecchi
3 Comments
Sergio,
la metrica è zoppicante, il senso non proprio evidente.
Dovremmo sogghignare, ridere a crepapelle
oppure far spallucce e auspicarne di più belle?
Insomma, Riondino mi pare davvero fuori forma…
Puoi fare spallucce tranquillamente, non ci sono problemi. Chissà quanti fanno spallucce a alle cose che scriviamo tu od io.
Il punto non è fare spallucce. E non ritengo neanche corretto porre sullo stesso piano Sergio Staino ed Ernesto Trotta. Non per le persone (io sono un grande estimatore di Ernesto e a volte la concordanza delle mie idee alle sue mi allarma: sarà telepatia o lui copia le mie bozze?). Il problema è che tu e Riondino siete due firme importanti e fate delle parole il vostro strumento di lavoro. Allora, commentare un vostro intervento significa valutare un’opera letteraria e non un semplice contributo come possono essere quello di Ernesto e di tanti altri che con grande coinvolgimento partecipano a questi dibattito virtuale. Ciò premesso io il lavoro di Riondino non l’ho capito. A parte la libera metrica che eleva lo scritto ad un vero e proprio poemetto, sommessamente vorrei dire la mia sul contenuto:
1) il prof Savona non è ” ..un signore anziano che non conosce nessuno..”. E’ un vero professore con un vero curriculum
2) non è vero che il suo pensiero antieuro “..al resto del mondo a nessuno gliene frega..”. A me frega perché l’euro è una moneta “forte”, garantita e riconosciuta a livello mondiale. La vecchia lira no.
3) Il prof Savona non è un rudere vecchietto ma un valente studioso che nei suoi scritti ha auspicato il ritorno ad un sovranismo monetario cui affidare il riscatto economico del Paese. Stampare moneta ( o minibot circolanti) per onorare i debiti al di fuori delle alleanze politiche e delle regole di mercato non è materia di un Governo ma una scelta da sottoporre ai cittadini.
4) non è una bizzarria il fatto che i ” ministri li decidono, in una democrazia, il premier e il presidente”: è la Costituzione Italiana (quella che il prof Savona ha integralmente difeso con il NO al referendum) a prevederlo in una logica di pesi e contrappesi dentro un sistema parlamentare e non presidenziale.
5) Chiosa l’artista: ” Che dio ci scampi dai fulmini e dai dolori agli orecchi, dall’arroganza dei giovani e dalla vanità dei vecchi”. Su questo concetto auspicherei un secondo poemetto tanto per capire se ironizza o afferma.
Sempre con grande affetto e stima per il mitico Bobo