Il convento non c’entra nulla: sarà il grande popolo del PD che sceglierà ed io mi auguro che la minoranza del partito democratico accetti e collabori onestamente e convintamente con il segretario nazionale vincente al prossimo congresso, chiunque sia il vincitore. Mi dispiace che un intellettuale come Sergio non apprezzi un uomo come l’ex ministro degli interni Minniti, che ha una storia personale ed un curriculum di tutto rispetto, ma saranno gli iscritti e gli elettori del PD a scegliere e non io che ho sponsorizzato l’ex ministro su questo blog prima che decidesse di scendere in campo per la carica di segretario nazionale del PD. Io rispetto l’onorevole Martina, che non mi pare si presenti come candidato, e tutti gli altri candidati attualmente in lista e penso che tutti abbiano il diritto di provare a convincere gli scritti ed i sostenitori del partito democratico della bontà delle loro idee.
La maggioranza vincente dei votanti al congresso ( chi non andrà a votare non potrà accampare diritti e lamentarsi ) avrà il dovere e il diritto di governare con l’appoggio incondizionato del resto del partito. Quanto suddetto, secondo me, lo prevede la democrazia rappresentativa che è il miglior sistema politico per la gestione di una comunità, almeno io non ne conosco altri. Certo che siamo in un mondo molto strano e complicato: ma possibile che una persona non possa essere d’accordo con l’idea di qualcuno senza diventare un seguace di quest’ultimo ? Spesso mi trovo d’accordo con quello che dice Sergio Staino, ma non voglio diventare un suo seguace, uno “ Stainiano”: voglio continuare a decidere con il mio cervello, come sicuramente farà l’on Minniti se sarà eletto segretario nazionale del PD. Buona serata a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio, non credi che il tuo schierarti a favore di Martina , sia un incentivo ulteriore a dividerci? Anche io probabilmente se Martina si presenta lo voterò ma solo perché a lui ancora non sono state buttate addosso etichette . Sono convinto che Minniti sia la carta migliore ma poiché mi sta a cuore il Partito e il Partito deve marciare più unito possibile contro i “ barbari” farò questo sacrificio per amore e per convinzione che noi siamo i migliori.
Sergio, la tua mi dispiace dirlo ma la tua è una ironia furori luogo e fuori tempo, adesso dobbiamo trovare un segretario forte e condiviso da tutti, minoranza compresa che non faccia da subito la guerra interna al segretario(Renzi docet).
grazie e saluti.
Camillo
Con questo clima il PD continua sulla vecchia strada, continuerà ad eleggere un segretario guardando più al nome che alle idee e dopo il congresso ricomincerà la solita autolesionista guerra interna.
Questa è la logica delle primarie aperte a tutti che andrebbe superata, mi dite il comune cittadino in coda alla fila cosa ne sa dei vari programmi , dei vari raggruppamenti?
Per me niente, vota solo la persona in base alla sua popolarità mediatica del momento, un pò come i sondaggi.
Io credo che dopo tutto quello che ci è successo andava fatto un congresso unitario con il compito principale di cercare una riunificazione possibile del centro sinistra e quindi senza un percorso lacerante come quello che si sta prospettando e mi riferisco alle dichiarazioni poco pacifiche di Zingaretti.
Ma chi sono io per intromettermi in un discorso interno ad un partito cosi delicato e cui non sono nemmeno iscritto?
Martina Richetti per me possono fare un buon lavoro cominciando a recuperare la figura di Giuliano Pisapia e dalle sue idee bruscamente interrotte prima del 4 marzo con l’esito disastroso non solo per il PD.
Sono d’accordo con te, l’errore è nel manico, nell’impostazione. Comunque è per questo che io avrei visto molto bene una candidatura unitaria su Martina. Ma il primo, come sempre, è stato Renzi. E’ lui che ha detto che se avesse vinto Zingaretti se ne sarebbe andato, creando molte speranze nei suoi avversari. Comunque, se la gente comune non riesce ad individuare differenze fra Zingaretti, Minniti o Martina, perché mai dobbiamo farla votare? E’ chiaro che alla fine dipende tutto dalla visibilità mediatica e non dalla conoscenza interna delle persone che coincide invece con un giudizio sulle posizioni politiche delle stesse.
Ernesto Trotta
22 November 2018 at 12:22
Caro Sergio, solo per chiarezza, mi ricorderesti quando e come il terribile Renzi avrebbe detto che in caso di vittoria di Zingaretti avrebbe lasciato il PD?
Non ho trovato traccia di tale apodittica affermazione, mentre ho trovato ripetute tracce della dichiarata intenzione di Zingaretti di operare una DISCONTINUITA’ nella gestione del Partito.
Cosa significa “discontinuità”?
Discontinuità sui contenuti delle riforme fatte (o tentate)?
Vorrebbe dire che per cinque anni si son fatte solo cazzate. Pesante, no?
Oppure (più realistico) discontinuità vuol dire rottamare Renzi definitivamente, archiviarlo, rimuoverlo come una brutta parentesi della quale vergognarsi? Altrettanto pesante, no? E anche un po’ ipocrita non dirlo apertamente.
Chi è che la mette giù dura?
Io, come dice Teresa Bellanova, non mi vergogno di niente, non chiedo scusa di nulla e non archivio una stagione di riforme come mai ce ne sono state. E credo che questo sentimento sia ancora largamente prevalente nel Partito e in chi gli gravita attorno, anche se nel Paese oggi siamo minoranza.
Ciò detto, andiamo avanti e facciamo questo benedetto Congresso, non su Renzi, ma sulla politica del PD.
Per questo avrei gradito una candidatura unitaria e non un’assurdo confronto tra sette candidati.
Tant’è. Procediamo allegramente verso un’altra sceneggiata dove chi perde non ci starà. Perché quanto avvenuto finora non dovrebbe riaccadere? Cosa sarebbe cambiato?
Tra due anni ne sono cento da Livorno. Siamo ancora lì e, come allora, con le nostre ubbie, facciamo danni.
Oggi sono pessimista, porta pazienza!
La società in cui viviamo è fatta di persone che si informano e che vogliono esprimere il loro parere liberamente senza credere più al dogma filosofico. Sono in pochi quelli che credono al “popolo bue” da prendere per le corna e far lavorare e tra questi pochi ci sono sicuramente i “vecchi politici” alcuni “opinionisti” e qualche ignorante. Tra i primi troviamo quelli che avevano deciso, senza consultare il popolo italiano, di non riconoscere e respingere la tv a colore, al secondo posto troviamo gli opinionisti che vogliono far tornare il mondo all’età della pietra per purificarlo ed all’ultimo posto stazionano coloro ( per fortuna pochissimi) che considerano “i popoli “ignoranti, ed in particolare quello del PD, da non coinvolgere ed usare per l’approvazio del solito dogma inventato dagli “unti del Signore”. Certo è difficile per quest’ultimi orientare e convincere “la gente comune”: meglio sarebbe contare sulla ignoranza dei “tempi antichi” per imporre le proprie idee ed essere applaudito senza se e senza ma; purtroppo, pre loro, non è e non sarà così. Io andrò a votare alle primarie del PD per la scelta del segretario nazionale e se non me lo permetteranno, come cittadino comune, cambierò partito. Voterò per eleggere segretario nazionale del PD l’on. Minniti, non perché è simpatico e meridionale come me, ma perché condivido la sua politica sugli emigranti, su come fare uscire l’Italia dalla crisi e come creare USE ( Unione Stati Europei). L’esito delle primarie sarà fondamentale per stabilire democraticamente quale sarà la linea che il popolo del PD dovrà seguire. Spero che coloro che vogliono usare il popolo come “colpo d’ariete” siano sconfitti e gli ignoranti decidano di informarsi e partecipare alla gestione della cosa pubblica e poi andare a votare. Sono convinto comunque che la maggioranza del popolo del partito democratico italiano sa quello che vuole e sceglierà un ottimo gruppo dirigente per il proprio partito. Speranzoso e motivato a resistere auguro a tutti Buona giornata. Antonio De Matteo.
Accolgo con soddisfazione la notizia che oggi Martina presenterà la sua candidatura a segretario del PD. Ritengo Martina capace di ridare credibilità al partito per il polso dimostrato durante la sua reggenza. La sua eventuale segreteria eviterebbe la contrapposizione tra renziani e antirenziani, contrapposizione sterile che ha reso poco credibili le nostre iniziative e proposte politiche. La credibilità è fondamentale per far apprezzare le nostre proposte che non sono né poche né men che lodevoli. Il mio vuol essere un incoraggiamento a Maurizio e l’impegno a sostenerlo (purtroppo limitato). Giovanni
Viva la democrazia rappresentativa e le libere elezioni, abbasso tutti coloro che vogliono fare il professore/ professoressa e stabilire chi deve votare e chi no. Tutti i candidati sono rispettabili e preparati e le loro linee politiche sono leggermente o totalmente diverse una dall’altra e gli elettori del PD sono in grado di capirne le differenze nonostante quello che possano pensare i grandi opinionisti. Buon congresso a tutti e che vinca il migliore. Antonio de Matteo Milano
Zingaretti, Minniti, Martina, forse potrà essere un bel Congresso, se si avrà la capacità di un vero confronto di idee e proposte, senza tema della diversità, ma in una cornice di correttezza reciproca, soprattutto nel rispetto del vincitore, chiunque esso sia.
Ne sarà il Partito capace oppure prevarranno le (banalmente consuete) logiche egoistiche e centrifughe?
Personalmente, come anticipato quando auspicavo la discesa in campo di Martina, lo voterò convintamente; meno di “apparato “ di Zingaretti, più limpido ed attento al sociale di Minniti, più vocato ad una visione del Partito come comunità in movimento.
E quanto ha saputo fare con modestia ma tenacia nel periodo di reggenza ne è testimonianza. Chi è stato a Piazza Santi Apostoli e a Piazza del Popolo, chi ha seguito i lavori del Forum di Milano e l’impronta che lui (e Nannicini) hanno saputo darvi, chi ne ha colto la presenza nei luoghi del disagio e della ingiustizia, Genova, Lodi, Scampia … , ne ha apprezzato pienamente la positività, il “tenero” coraggio di cui sa essere portatore.
E una sensazione, colta sia nelle citate piazze che parlando con compagni, amici, conoscenti estranei alla angusta vita interna del PD e alle sue logiche: di Maurizio si coglie la trasparenza e l’ amore per l’ unità, sinceramente perseguita, non come vuoto termine ma come prassi; questo Congresso e soprattutto le primarie, potrebbero riservare una sorpresa.
Penso anch’io che tutti i candidati a segretario nazionale del partito democratico Italiano dovranno rispettare e riconoscere il vincitore adottandone la sua linea politica che indicherà l’unica strada che il PD percorrerà insieme ai suoi iscritti ed ai suoi votanti fino al successivo congresso. Dovranno, secondo me, sottoscrivere il seguente impegno preciso e chiaro tutti i candidati: la linea politica vincente al congresso prossimo del PD sarà il contratto di tutto il popolo del PD che si impegnerà coerentemente e con passione nel suo realizzo. Coloro che non accetteranno quanto sopra, secondo me, devono star fuori dal partito e cercare di realizzare i loro “sogni” in un’altra formazione politica. Quanto sopra, secondo me, deve valere anche per i nostri opinionisti: possono e devono durante il prossimo congresso PD sponsorizzare uno dei tanti cantidati e meglio sarebbe se qualcuno di loro si presentasse come candidato segretario, ma dopo le votazioni non possono continuare a sostenere, se la loro linea politica non vince, che la “cosa “giusta da fare resta la “loro”. Certo ognuno di noi ha ed avrà le sue idee e cercherà di realizzarle, ma dovrà farlo nell’ambito di quella linea politica vincente. Altrimenti deve essere onesto con se stesso e con gli altri e dire: ‘il partito non mi rappresenta e me ne vado”.
Io non potrò accettare che si faccia l’accordo con rifondazione comunista che crede ancora nella “dittatura del proletariato” e nel comunismo , dottrina che io ho seguito erroneamente e non sono più disposto ad accettare. Sono in questo caso d’accordo con Bertinotti, l’ex segretario di rifondazione comunista, quando disse e credo lo pensi ancora quanto segue: “Il PD è il partito di rifondazione comunista non possono stare sullo stesso treno: noi vogliamo andare a Roma e loro a Torino”. Quindi il candidato che vuol ancora riproporre il suddetto viaggio non solo non avrà il mio consenso ma se vincerà io cercherò una nuova formazione politica a cui dare il mio consenso. Tenere insieme un matrimonio in cui i due coniugi vogliono percorrere strade completamente diverse e senza possibilità di compromesso credo sia inutile dannoso e pericoloso ed è meglio non farlo. Il divorzio non è una catastrofe come vogliono farci credere alcune forze politiche, ma è una possibilità in più, che la nostra democrazia rappresentativa, da ai propri cittadini per realizzare i loro sogni. Sono convinto che Il congresso prossimo del PD sarà interessante, bello e confermerà il riformismo e la democrazie rappresentativa che fino ad ora il partito Demicratico Italiano ha portato avanti. Con questo auspicio auguro a tutti Buon congresso e buona domenica Antonio De Matteo Milano.
14 Comments
D’Alema è preistoria, per fortuna.
Renzi è solo storia, purtroppo.
Potremmo parlare del presente e del futuro, d’ora in avanti?
Buon Congresso!
Parlare del presente e del futuro con Minniti mi sembra dura ma questo passa il convento, tu sai che io tifavo Martina.
Il convento non c’entra nulla: sarà il grande popolo del PD che sceglierà ed io mi auguro che la minoranza del partito democratico accetti e collabori onestamente e convintamente con il segretario nazionale vincente al prossimo congresso, chiunque sia il vincitore. Mi dispiace che un intellettuale come Sergio non apprezzi un uomo come l’ex ministro degli interni Minniti, che ha una storia personale ed un curriculum di tutto rispetto, ma saranno gli iscritti e gli elettori del PD a scegliere e non io che ho sponsorizzato l’ex ministro su questo blog prima che decidesse di scendere in campo per la carica di segretario nazionale del PD. Io rispetto l’onorevole Martina, che non mi pare si presenti come candidato, e tutti gli altri candidati attualmente in lista e penso che tutti abbiano il diritto di provare a convincere gli scritti ed i sostenitori del partito democratico della bontà delle loro idee.
La maggioranza vincente dei votanti al congresso ( chi non andrà a votare non potrà accampare diritti e lamentarsi ) avrà il dovere e il diritto di governare con l’appoggio incondizionato del resto del partito. Quanto suddetto, secondo me, lo prevede la democrazia rappresentativa che è il miglior sistema politico per la gestione di una comunità, almeno io non ne conosco altri. Certo che siamo in un mondo molto strano e complicato: ma possibile che una persona non possa essere d’accordo con l’idea di qualcuno senza diventare un seguace di quest’ultimo ? Spesso mi trovo d’accordo con quello che dice Sergio Staino, ma non voglio diventare un suo seguace, uno “ Stainiano”: voglio continuare a decidere con il mio cervello, come sicuramente farà l’on Minniti se sarà eletto segretario nazionale del PD. Buona serata a tutti Antonio De Matteo Milano
Caro Sergio, non credi che il tuo schierarti a favore di Martina , sia un incentivo ulteriore a dividerci? Anche io probabilmente se Martina si presenta lo voterò ma solo perché a lui ancora non sono state buttate addosso etichette . Sono convinto che Minniti sia la carta migliore ma poiché mi sta a cuore il Partito e il Partito deve marciare più unito possibile contro i “ barbari” farò questo sacrificio per amore e per convinzione che noi siamo i migliori.
Mi piace lo spirito di sacrificio, ci aiuta a sbagliare con un senso.
Un abbraccio
Sergio, la tua mi dispiace dirlo ma la tua è una ironia furori luogo e fuori tempo, adesso dobbiamo trovare un segretario forte e condiviso da tutti, minoranza compresa che non faccia da subito la guerra interna al segretario(Renzi docet).
grazie e saluti.
Camillo
Con questo clima il PD continua sulla vecchia strada, continuerà ad eleggere un segretario guardando più al nome che alle idee e dopo il congresso ricomincerà la solita autolesionista guerra interna.
Questa è la logica delle primarie aperte a tutti che andrebbe superata, mi dite il comune cittadino in coda alla fila cosa ne sa dei vari programmi , dei vari raggruppamenti?
Per me niente, vota solo la persona in base alla sua popolarità mediatica del momento, un pò come i sondaggi.
Io credo che dopo tutto quello che ci è successo andava fatto un congresso unitario con il compito principale di cercare una riunificazione possibile del centro sinistra e quindi senza un percorso lacerante come quello che si sta prospettando e mi riferisco alle dichiarazioni poco pacifiche di Zingaretti.
Ma chi sono io per intromettermi in un discorso interno ad un partito cosi delicato e cui non sono nemmeno iscritto?
Martina Richetti per me possono fare un buon lavoro cominciando a recuperare la figura di Giuliano Pisapia e dalle sue idee bruscamente interrotte prima del 4 marzo con l’esito disastroso non solo per il PD.
Sono d’accordo con te, l’errore è nel manico, nell’impostazione. Comunque è per questo che io avrei visto molto bene una candidatura unitaria su Martina. Ma il primo, come sempre, è stato Renzi. E’ lui che ha detto che se avesse vinto Zingaretti se ne sarebbe andato, creando molte speranze nei suoi avversari. Comunque, se la gente comune non riesce ad individuare differenze fra Zingaretti, Minniti o Martina, perché mai dobbiamo farla votare? E’ chiaro che alla fine dipende tutto dalla visibilità mediatica e non dalla conoscenza interna delle persone che coincide invece con un giudizio sulle posizioni politiche delle stesse.
Caro Sergio, solo per chiarezza, mi ricorderesti quando e come il terribile Renzi avrebbe detto che in caso di vittoria di Zingaretti avrebbe lasciato il PD?
Non ho trovato traccia di tale apodittica affermazione, mentre ho trovato ripetute tracce della dichiarata intenzione di Zingaretti di operare una DISCONTINUITA’ nella gestione del Partito.
Cosa significa “discontinuità”?
Discontinuità sui contenuti delle riforme fatte (o tentate)?
Vorrebbe dire che per cinque anni si son fatte solo cazzate. Pesante, no?
Oppure (più realistico) discontinuità vuol dire rottamare Renzi definitivamente, archiviarlo, rimuoverlo come una brutta parentesi della quale vergognarsi? Altrettanto pesante, no? E anche un po’ ipocrita non dirlo apertamente.
Chi è che la mette giù dura?
Io, come dice Teresa Bellanova, non mi vergogno di niente, non chiedo scusa di nulla e non archivio una stagione di riforme come mai ce ne sono state. E credo che questo sentimento sia ancora largamente prevalente nel Partito e in chi gli gravita attorno, anche se nel Paese oggi siamo minoranza.
Ciò detto, andiamo avanti e facciamo questo benedetto Congresso, non su Renzi, ma sulla politica del PD.
Per questo avrei gradito una candidatura unitaria e non un’assurdo confronto tra sette candidati.
Tant’è. Procediamo allegramente verso un’altra sceneggiata dove chi perde non ci starà. Perché quanto avvenuto finora non dovrebbe riaccadere? Cosa sarebbe cambiato?
Tra due anni ne sono cento da Livorno. Siamo ancora lì e, come allora, con le nostre ubbie, facciamo danni.
Oggi sono pessimista, porta pazienza!
La società in cui viviamo è fatta di persone che si informano e che vogliono esprimere il loro parere liberamente senza credere più al dogma filosofico. Sono in pochi quelli che credono al “popolo bue” da prendere per le corna e far lavorare e tra questi pochi ci sono sicuramente i “vecchi politici” alcuni “opinionisti” e qualche ignorante. Tra i primi troviamo quelli che avevano deciso, senza consultare il popolo italiano, di non riconoscere e respingere la tv a colore, al secondo posto troviamo gli opinionisti che vogliono far tornare il mondo all’età della pietra per purificarlo ed all’ultimo posto stazionano coloro ( per fortuna pochissimi) che considerano “i popoli “ignoranti, ed in particolare quello del PD, da non coinvolgere ed usare per l’approvazio del solito dogma inventato dagli “unti del Signore”. Certo è difficile per quest’ultimi orientare e convincere “la gente comune”: meglio sarebbe contare sulla ignoranza dei “tempi antichi” per imporre le proprie idee ed essere applaudito senza se e senza ma; purtroppo, pre loro, non è e non sarà così. Io andrò a votare alle primarie del PD per la scelta del segretario nazionale e se non me lo permetteranno, come cittadino comune, cambierò partito. Voterò per eleggere segretario nazionale del PD l’on. Minniti, non perché è simpatico e meridionale come me, ma perché condivido la sua politica sugli emigranti, su come fare uscire l’Italia dalla crisi e come creare USE ( Unione Stati Europei). L’esito delle primarie sarà fondamentale per stabilire democraticamente quale sarà la linea che il popolo del PD dovrà seguire. Spero che coloro che vogliono usare il popolo come “colpo d’ariete” siano sconfitti e gli ignoranti decidano di informarsi e partecipare alla gestione della cosa pubblica e poi andare a votare. Sono convinto comunque che la maggioranza del popolo del partito democratico italiano sa quello che vuole e sceglierà un ottimo gruppo dirigente per il proprio partito. Speranzoso e motivato a resistere auguro a tutti Buona giornata. Antonio De Matteo.
Accolgo con soddisfazione la notizia che oggi Martina presenterà la sua candidatura a segretario del PD. Ritengo Martina capace di ridare credibilità al partito per il polso dimostrato durante la sua reggenza. La sua eventuale segreteria eviterebbe la contrapposizione tra renziani e antirenziani, contrapposizione sterile che ha reso poco credibili le nostre iniziative e proposte politiche. La credibilità è fondamentale per far apprezzare le nostre proposte che non sono né poche né men che lodevoli. Il mio vuol essere un incoraggiamento a Maurizio e l’impegno a sostenerlo (purtroppo limitato). Giovanni
Viva la democrazia rappresentativa e le libere elezioni, abbasso tutti coloro che vogliono fare il professore/ professoressa e stabilire chi deve votare e chi no. Tutti i candidati sono rispettabili e preparati e le loro linee politiche sono leggermente o totalmente diverse una dall’altra e gli elettori del PD sono in grado di capirne le differenze nonostante quello che possano pensare i grandi opinionisti. Buon congresso a tutti e che vinca il migliore. Antonio de Matteo Milano
Zingaretti, Minniti, Martina, forse potrà essere un bel Congresso, se si avrà la capacità di un vero confronto di idee e proposte, senza tema della diversità, ma in una cornice di correttezza reciproca, soprattutto nel rispetto del vincitore, chiunque esso sia.
Ne sarà il Partito capace oppure prevarranno le (banalmente consuete) logiche egoistiche e centrifughe?
Personalmente, come anticipato quando auspicavo la discesa in campo di Martina, lo voterò convintamente; meno di “apparato “ di Zingaretti, più limpido ed attento al sociale di Minniti, più vocato ad una visione del Partito come comunità in movimento.
E quanto ha saputo fare con modestia ma tenacia nel periodo di reggenza ne è testimonianza. Chi è stato a Piazza Santi Apostoli e a Piazza del Popolo, chi ha seguito i lavori del Forum di Milano e l’impronta che lui (e Nannicini) hanno saputo darvi, chi ne ha colto la presenza nei luoghi del disagio e della ingiustizia, Genova, Lodi, Scampia … , ne ha apprezzato pienamente la positività, il “tenero” coraggio di cui sa essere portatore.
E una sensazione, colta sia nelle citate piazze che parlando con compagni, amici, conoscenti estranei alla angusta vita interna del PD e alle sue logiche: di Maurizio si coglie la trasparenza e l’ amore per l’ unità, sinceramente perseguita, non come vuoto termine ma come prassi; questo Congresso e soprattutto le primarie, potrebbero riservare una sorpresa.
Salvatore
Penso anch’io che tutti i candidati a segretario nazionale del partito democratico Italiano dovranno rispettare e riconoscere il vincitore adottandone la sua linea politica che indicherà l’unica strada che il PD percorrerà insieme ai suoi iscritti ed ai suoi votanti fino al successivo congresso. Dovranno, secondo me, sottoscrivere il seguente impegno preciso e chiaro tutti i candidati: la linea politica vincente al congresso prossimo del PD sarà il contratto di tutto il popolo del PD che si impegnerà coerentemente e con passione nel suo realizzo. Coloro che non accetteranno quanto sopra, secondo me, devono star fuori dal partito e cercare di realizzare i loro “sogni” in un’altra formazione politica. Quanto sopra, secondo me, deve valere anche per i nostri opinionisti: possono e devono durante il prossimo congresso PD sponsorizzare uno dei tanti cantidati e meglio sarebbe se qualcuno di loro si presentasse come candidato segretario, ma dopo le votazioni non possono continuare a sostenere, se la loro linea politica non vince, che la “cosa “giusta da fare resta la “loro”. Certo ognuno di noi ha ed avrà le sue idee e cercherà di realizzarle, ma dovrà farlo nell’ambito di quella linea politica vincente. Altrimenti deve essere onesto con se stesso e con gli altri e dire: ‘il partito non mi rappresenta e me ne vado”.
Io non potrò accettare che si faccia l’accordo con rifondazione comunista che crede ancora nella “dittatura del proletariato” e nel comunismo , dottrina che io ho seguito erroneamente e non sono più disposto ad accettare. Sono in questo caso d’accordo con Bertinotti, l’ex segretario di rifondazione comunista, quando disse e credo lo pensi ancora quanto segue: “Il PD è il partito di rifondazione comunista non possono stare sullo stesso treno: noi vogliamo andare a Roma e loro a Torino”. Quindi il candidato che vuol ancora riproporre il suddetto viaggio non solo non avrà il mio consenso ma se vincerà io cercherò una nuova formazione politica a cui dare il mio consenso. Tenere insieme un matrimonio in cui i due coniugi vogliono percorrere strade completamente diverse e senza possibilità di compromesso credo sia inutile dannoso e pericoloso ed è meglio non farlo. Il divorzio non è una catastrofe come vogliono farci credere alcune forze politiche, ma è una possibilità in più, che la nostra democrazia rappresentativa, da ai propri cittadini per realizzare i loro sogni. Sono convinto che Il congresso prossimo del PD sarà interessante, bello e confermerà il riformismo e la democrazie rappresentativa che fino ad ora il partito Demicratico Italiano ha portato avanti. Con questo auspicio auguro a tutti Buon congresso e buona domenica Antonio De Matteo Milano.