Caro Sergio,
molti di noi, e a ragione, provano a richiamare l’attenzione sull’esigenza di ridonare slancio ideale al centrosinistra. Accanto al rischio dell’aridità di quest’ultimo, tuttavia, ne intravedo un altro: la contrapposizione fra una destra demagogica e un “popolo arcobaleno” nutrito di nobili sentimenti, ma incapace di dar vita a un’alternativa di governo. Come non provare simpatia nei confronti dei partecipanti a un evento come la Marcia per la pace Perugia Assisi? Come non volgere la mente e il cuore al ricordo di Aldo Capitini, al suo travaglio interiore, al suo itinerario culturale, politico, religioso?
E, insieme, come coniugare quell’anelito di libertà, di giustizia, di nonviolenza con una proposta in grado di convincere la maggioranza dei cittadini?
A parer mio un errore fu commesso dai Ds, che sposarono sì il socialismo liberale, ma in maniera piuttosto superficiale, senza cercare davvero di cogliere affinità e differenze fra le tendenze liberalsocialiste, socialiste liberali e riformiste. Come è noto, un riformista come Giacomo Matteotti era spinto da un’indomabile carica ideale: il riformismo non si esaurisce in un repertorio di buone pratiche, tutt’altro. E molto si ispirarono a Matteotti pensatori come Carlo Rosselli o, per l’appunto, Capitini. Eppure occorreva discernere. Si preferì restare nel vago, ignorando le valenze politiche e l’attualità di vicende solo in apparenza remote.
Figure di tale levatura non andavano relegate nel “pantheon”; al contrario, avrebbero potuto alimentare un dibattito, fornire argomenti, al fine, soprattutto, di chiarirci le idee. Cosa è stato il riformismo e cosa può rappresentare oggi? Quali pratiche e quale pensiero possono legarlo al “popolo arcobaleno”? Detto altrimenti: come tratteggiare lineamenti e volto della sinistra del XXI secolo?
Il problema non risiede nell’eclettismo in sé, no; il problema è nella tentazione di fingersi eclettici pur di nascondere un senso di vuoto o di confusione e smarrimento. Proviamo dunque a porci davvero in dialogo con i manifestanti della “Perugia Assisi”, prendendoli sul serio, cercando di non confinarli nella “fiera dei buoni sentimenti”.
Un abbraccio,
Danilo Di Matteo
Comment
Vorrei esprimere anch’io un giudizio sulla marcia ad Assisi “del popolo arcobaleno”. Il mio quasi omonimo, signor Danilo, parla di eclettismo di eclettici, ma purtroppo nel suddetto popolo, che io stimo ed apprezzo, sono pochi gli eclettici: la maggior parte di loro sono guidato dal dogma che non aiuta, secondo me il confronto con coloro che sono guidati da un altro dogma, ad esempio i marxisti. In fondo è quello che sta succedendo nel PD che ha messo insieme la cultura cattolica e quella socialista marxista incontrando grosse difficoltà. Come se ne esce da questo conflitto? Secondo me, col buon senso e compromesso ricorrente al Rispetto e l’amore per il prossimo. Il partito democratico in questa direzione è un laboratorio che non bisogna chiudere e far morire, ma alimentare con pazienza, perseveranza ed amore.
Io credevo nel dogma comunista ch’e’ fallito miseramente in tutte le parti del mondo, ma penso che nella filosofia marxista c’erano e ci sono principi ancora validi, quali ad esempio: la difesa dell’essere umano più debole, l’istruzione per tutti gli umani, ed altri ancora. Rispetto i cattolici che credono che ci sia un Dio al di sopra delle parti che risolve tutto, ma chiedo a loro di fare qualcosa su questa terra prima di presentarsi al cospetto di Dio, e con loro voglio lavorare per ridurre le ingiustizie nella nostra società senza opprimere l’essere umano con la prevaricazione e la violenza. Sono abbastanza sicuro sull’esito positivo del suddetto confronto e spero che il partito democratico mi aiuti in questo senso. Grazie a tutti per l’attenzione che vorrete dedicarmi e scusatemi se il mio modo di esprimermi vi sembrerà sesquipedale.
Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano