Sabato e domenica scorsi ho partecipato alla riunione dell’Associazione Libertà e Uguale che ogni anno si svolge ad Orvieto. Presidente di questa associazione è Enrico Morando e con lui hanno avuto sempre un ruolo notevole, Tonini, Petruccioli, Ceccanti, Mancina ed altri, tutti militanti del Pd che avevano come riferimento essenziale Matteo Renzi. Nessuno di loro, però, lo ha seguito nella scissione. Come sempre, il dibattito politico sui temi che oggi sono sul tappeto è stato molto interessante e con spunti e posizioni diverse. Libertà e Uguale è la sola sede dove si discute anche della politica del Pd, soprattutto del Pd dato che in questo partito, con Renzi e con quelli prima di lui e dopo di lui, non ci sono sedi in cui si possa svolgere un vero dibattito e confronto politico. E se non riformeranno il Pd per farne un vero partito sarà sempre così.
Pur nel dissenso che qui manifesto nei confronti dei dirigenti di Libertà e Uguale, con argomenti che attengono all’attualità politica, anche io come altri partecipo al dibattito che coinvolge il Pd. Oggi Il Foglio pubblica un’intervista, raccolta dal direttore Claudio Cerasa, a Matteo Renzi e che inizia nella prima pagina, continua in tutta la seconda, in tutta la terza e la quarta pagina. Riassumerla è impossibile ma quel che si capisce è che Renzi dice di aver fatto sempre tutto bene, che il suo governo è stato il migliore del mondo e che è stato vittima del “fuoco amico” (non come Letta che stava “sereno”). Renzi lamenta il correntismo nel Pd che lo ha nauseato anche perché, in verità, la sola corrente legittima doveva essere la sua ed ora da quella corrente è nato un nuovo partitino.
Il direttore Cerasa ricorda che Renzi, non molto tempo fa, aveva dichiarato: “Dobbiamo dire no ai partitini”; “dobbiamo coltivare a tutti i costi la vocazione maggioritaria”; “dobbiamo ricordare che quando si perde si resta dentro, si lotta e si va avanti e non si scappa con il pallone”. Invece lui, Renzi, è scappato con il pallone. Ed è scappato, lui dice, perché nel Pd di Zingaretti nientedimeno c’era qualcuno che voleva mettere in discussione il jobs act. Infatti, come discutere sulle tavole di Mose?
La verità è che, nelle quattro pagine, non c’è una sola riga in cui si legga una motivazione politica della scissione. Ed emerge una sola motivazione: ero io il Capo ed invece non lo ero più e non ero in grado di competere per riottenere la leadership. Adesso, invece nel suo partitino è Capo assoluto, anzi si identifica con esso. Sempre nella prima pagina de Il Foglio, sopra il grande titolo che riguarda l’intervista, c’è una grande vignetta di Makkox in cui si vede Renzi in pigiama e in poltrona, pensoso. Riflettendo dice: “Ho fondato Italia Viva pekkè? Pekkè…non lo so… pekkè…sono fatty miey”. Con questa vignetta tutte le quattro pagine sono ben riassunte con la frase finale: “Sono fatti miei”.
Infine, vorrei osservare che non soltanto Il Foglio ma anche altri quotidiani e personaggi della politica e dei media pensano che il partitino di Renzi possa essere il primo passo per costruire in Italia un partito moderato, centrista che assorba anche pezzi ed elettorato di Forza Italia ed anche del grillismo. Io non penso che in Italia, oggi, possa avere grande spazio un partito centrista: la società, la politica, la questione sociale ed altri fatto spingono per le alternative. Da una parte c’è già una destra con un certo radicamento, dall’altra occorre un centrosinistra in grado di presentarsi come forza di governo. E solo il Pd può essere il federatore di questo centrosinistra se ne sarà capace politicamente e dal punto di vista organizzativo.
Comment
Concordo pienamente con quanto scritto dal grande ex dirigente del partito comunista italiano.Sarei contento però se lui descrivesse il suo travaglio nel passare dal comunismo al partito democratico italiano che vota e difende ( almeno così mi pare d’aver capito ). Io ho già scritto, su questo blog, la mia storia dolorosa e travagliata di ex comunista. Mi piacerebbe leggere le osservazioni di colui che chiamavo e consideravo il compagno grande dirigente del PCI e che ha scritto una parte fondamentale della storia Italiana del dopoguerra antifascista. Buona giornata a tutti Antonio De Matteo Milano